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RACCONTI D'AUTORE

ADAMO BENCIVENGA
Questa sera il sole non
vuole tramontare
(PENNSYLVANIA STATION)

Personaggi La protagonista: DAISY
Il compagno di Daisy: JOHNNY Il gestore della pompa di benzina:
STEVE La prostituta: ROSYE Il fratello di Daisy: DENNY
Amica di Daisy: CLARA Il marito di Clara: NICK Primo cliente
Secondo cliente
ATTO SECONDO PENNSYLVANIA
STATION – INTERNO NOTTE ORE 10:40 P.M. DAISY
Daisy è di nuovo a casa, distesa sul letto Porca
troia, quel tirchio di Steve! Che gli costava darmene
due! Tanto lo so che me le mette in conto lo stesso. In
fin dei conti mica è colpa mia. Mancava proprio poco.
Comunque mi ha fatto davvero schifo con quel coso di
fuori. Brrr. Era storto e scuro. Il destino mi ha
aiutato! E adesso preferisco accontentarmi e fumare solo
questa, tanto tra un po’ viene Johnny…
Oh cazzo
Johnny dove sei? Che faccio adesso? Tanto ormai non
vieni più, non hai mai fatto così tardi! Senza di te
devo andarmene da questo cazzo di posto. E comunque ora
se dovessi tornare sarebbe facile andarmene. Basterebbe
dirti che stasera ho quasi preso quello di Steve… Beh sì
in effetti l’ho preso, anche se non ho fatto quello che
voleva lui… Ma tanto per te cosa cambierebbe sapere se
l’ho preso o mi sono rifiutata oppure… oppure che un
cliente ci ha interrotto proprio nel momento che… Ma
ti rendi conto? Mi stavo dando per una maledetta
sigaretta… E la colpa è solo tua Johnny, tu mi costringi
a fare questo! Dio mio come sono ridotta! Cosa devo
convincermi che il tuo o quello di un altro è la stessa
cosa? Forse questo lo sapevo già da prima.
L’unica cosa certa e che se lo sapessi Johnny mi
cacceresti, senza pensare che magari sono io a volerlo.
Cacciami Johnny, mandami per strada! Ma poi che cazzo
faccio! Potrei tornare nella roulotte dove abitavo con
Mike. Quello stronzo! Sono stata un anno con lui e mica
me l’aveva detto che si faceva di coca! E poi niente,
l’hanno beccato con qualche grammo in tasca e se lo sono
bevuto, quel pollo! S’è messo a piangere come un
poppante! Poi ha pure spifferato tutto e qualcuno non si
è fatto pregare a mettergli una canna fredda in bocca!
Pace all’anima sua.
Daisy si accende la
sigaretta. Respira profondamente e lancia il fumo sul
soffitto
Oppure potrei tornare da mia madre…
Chissà in quale buco di mondo s’è persa! Non la sento da
mesi. L’ultima volta mi ha chiamata da Las Vegas, stava
sposando un mandriano del Texas, era preoccupata di non
aver un vestito adatto. Non m’ha chiesto né dove cazzo
fossi finita e né tanto meno se avessi bisogno di soldi.
Ha ragione Denny quando dice che per lei siamo un peso!
A pensarci bene non ho mai assistito ad un suo
matrimonio. Meglio di no, creperei di invidia! Sono
sicura che piange sperando che sia la volta buona. Farà
sicuramente scongiuri. Tanto a che servono? Al
contrario di me, è bella mia madre nonostante tutto il
gin che ha buttato giù in quaranta… forse quarantacinque
anni, ma comunque portati benissimo. Ha due occhi da
gatta e un seno rigoglioso. Oddio che invidia! Io solo
due brufoli, cazzo, come li ha chiamati stasera Steve.
Chissà cosa intendeva quando mi ha detto che avevo altro
di più interessante. Sono magra e se non fosse per il
mio culo potrei stare benissimo al posto di quel
lampione.
Oddio a cosa stavo pensando prima? Ah
già, mia madre. Peccato per quello stronzo di mio padre!
Per quanto sono stati insieme hanno trovato pure il
tempo di far nascere questo fiore anoressico, questa
cazzo di margherita senza petali. Mia madre veniva già
da quattro aborti… Ma dico io! Uno in più cosa sarebbe
cambiato? Ed invece niente. Eccomi qui, distesa su
questo letto che aspetto uno sfigato che raccoglie
carcasse di macchine sulla Pennsylvania e consuma la
miseria che guadagna con birra e puttane. Oh Johnny, ma
mi manchi sai.
Potrei tornare a fare la cameriera
al Pick-up. Chissà se sarei ancora capace? In fin dei
conti è una stronzata, servire panini e birra in
minigonna rossa ascellare. Mi faccio prestare i soldi da
Steve… Evvabbè farò pure una marchetta! Tanto prima o
poi…
Si alza si guarda allo specchio e raccoglie
i capelli Cameriera ai tavoli… In cucina non ci
voglio stare! Poi puzzo di fritto e non si toglie
nemmeno con due docce di seguito! In fin dei conti
sono ancora giovane nonostante questa merda di vita!
Sono sicura che basterebbe una settimana di fila senza
pensieri… ed eccomi di nuovo bella come mia madre e
fresca come una rosa. Eppoi con i soldi che guadagno
potrei farmi rifare le tette. Starei benissimo magra con
il seno grande! Ma se lo faccio davvero, voglio minimo
una quarta! Di meno non se ne parla!
Già al
Pick-up, pieno di camionisti arrapati! Lì ci ho
conosciuto Johnny! Ma stavolta non mi farei fregare!
Niente camionisti. Solo impiegati che vengono a mangiare
all’ora di pranzo. Li adoro con la cravatta e la camicia
bianca. Timidi e puliti… naturalmente ci provano lo
stesso, ma sono senz’altro più discreti. Quando ti
toccano di sfuggita il culo le loro mani sono più
morbide. Johnny si era presentato col suo camion
quasi nuovo fiammeggiante. Stava ore a parlare di grandi
progetti, tipo di mettere su un’impresa di trasporti di
surgelati ittici… Diceva che si potevano fare tanti
soldi… e via balle fino a convincermi. “Daisy tu sei
sprecata in questo posto! Guarda che con me non dovrai
fare niente, magari stare a bada di tanti marmocchi!”
Non ci potevo credere… Finalmente una casa mia, anche
se di matrimonio non se ne è mai parlato.
Johnny
veniva tutti i giorni verso le sette di sera. Al tempo
non era per niente grasso. Sempre gentile e premuroso.
Vabbè aveva due tatuaggi sul braccio destro, ma devo
dire che in confronto agli altri camionisti mi sembrava
l’unico decente. Lo so, lo ammetto, mi sono lasciata
convincere più dal camion che dal suo aspetto. Mi
sono fidata. Per cominciare una roulotte, poi questa
casa. E lui: “Vedrai Daisy! Voglio regalarti una villa!”
In effetti i primi affari andarono benissimo, ma poi per
colpa di uno stramaledetto incidente stradale quel
bellissimo camion è andato completamente bruciato! Dio
che disastro!
Di colpo rimpiansi il Pick-up, che
poi a pensarci bene non era niente male! Quel porco del
padrone era preciso! Quindici dollari a settimana e
tutto compreso. Anche le toccatine di straforo in
cucina….. Peccato per quelle mani unte! Come Steve,
come Johnny…. Rido cazzo, ma è mai possibile che tutti
gli uomini che incontro abbiano le mani sporche….
Proprio a me devono capitare, cazzo! Io sono maniaca
della pulizia… Questo cesso di casa è sempre pulito e
ordinato, ma Johnny neanche se ne accorge…
Daisy
guarda di nuovo fuori, la luce del tramonto tinge di
rosso tutta la Pennsylvania Oh Johnny dove sei, ora
mi sto incazzando! E’ possibile che hai trovato già un
altro buco di camera e di donna per la notte? Lo so non
puoi stare senza una donna e le tue tasche non
potrebbero reggere al ritmo del tuo sesso lercio. Non mi
dire che la bionda platino ti ha fatto uno sconto?
Dai Johnny, qui hai un buco e gratis! Non mi vengono le
mie cose da cinque mesi. Lo sai vero? Lo sai cazzo? Eh
no che non lo sai, tu non ti accorgi mai di niente.
Potrei anche dirti che non sei tu il padre! Tanto per
te, come per quello stronzo di mio padre, un aborto o un
figlio non fa nessuna differenza. Mi sento sola e
come mia madre l’ho fatto solo per compagnia senza
rendermi conto che tra pochi mesi sarò ancora più sola.
Ma poi chissà se sono incinta… Mica è la prima volta che
non mi vengono per mesi! Già è successo una volta. Non
ci capisco niente. Boh sono fatta davvero strana. Sarà
questo troppo sesso o l’idea di un sesso diverso che mi
scombussola tutta.
Johnny per favore! Gira quel
cazzo di camion e torna. Torna da me! Ok, ok
domattina rinuncio al caffè e alla sigaretta! Lo
facciamo a occhi chiusi, con la bocca impastata dal
sonno. Anche ora se vuoi. Vedi che non mi sono tolta i
pantaloncini bianchi? Lo so che ti faccio voglia così!
Dai torna, ti aspetto sveglia. Con Steve non ci sono
stata, hai visto? Ma tanto che conta starci o non
starci… Tanto non lo saprai mai. Dai Johnny… Ti aspetto
in veranda. Quando vieni ti butto le braccia al
collo. Mi baci vero? Ho voglia di te Johnny. Non mi
prendere per pazza! Ok ok te lo dico… Mi manchi Johnny.
ATTO SECONDO PENNSYLVANIA STATION – ESTERNO NOTTE
ORE 10:45 P.M. DAISY E CLARA
Daisy apre la porta
e si siede sulla poltrona di vimini in veranda
Questo cazzo di sole stasera non vuole proprio
tramontare! E’ di un rosso che non ho mai visto. Fa
anche freddo, strano di questa stagione!
Una
figura si materializza a pochi passi “Ciao Daisy.”
“Ciao Clara.” “Che cielo strano stasera!” “Eh già,
stasera questo sole non vuole proprio tramontare.”
“Johnny non è ancora tornato?” “No, stasera doveva
caricare carcasse di cani.” “Carcasse di cani? Dio
che orrore!” “Torni ora dall’autolavaggio?”
Clara prende posto vicino a Daisy “Oddio Daisy sono
stanchissima. Certo che se non fosse per l’umidità
sarebbe un buon posto. Ho tutte le ossa infiammate!”
“Dai riposati, rimani qui un attimo.” “Solo un
minuto… Nick mi aspetta, devo ancora pensare cosa fare
per cena. Oggi ho fatto tardi.” “Non capita spesso
vero?” “No, no, ma odio i clienti che vengono
all’ultimo momento e pretendono comunque il servizio!”
“Dai non lamentarti, almeno hai un lavoro. Prima o poi
anch’io mi deciderò a trovarmi un lavoretto senza
impegno.” “Johnny non è d’accordo vero?” “Lui mi
ha conosciuta che facevo la cameriera e mi dice che quei
locali non sono posti adatti a me.” “Allora è
geloso?” “Sì… e non poco, ma penso che in un
autolavaggio non avrebbe problemi.” “Non credere
Daisy il pericolo per loro è ovunque! E poi è
frequentato soltanto da clienti maschi.” “Sì lo so,
però non devo portare le gonne corte come al Pick-up ed
essere gentile quando mi toccano il culo…” “Questo
assolutamente no, Daisy! Se vuoi ne parlo al titolare.”
“Com’è? Ci si può fidare?” “Tranquilla è
inoffensivo!” “Sai mi farebbe comodo avere qualche
soldo in tasca, specialmente quando Johnny non lavora.
Ed ormai succede molto spesso. Queste dannate macchine
non si rompono più!” “Beh… la settimana non è un
granché. Con le mance però puoi arrivare fino a 35
dollari.” “A me basterebbero, almeno mi ci pago le
sigarette e mi tolgo qualche sfizio! A proposito, hai
una sigaretta?”
Clara ride “Daisy cara, cosa
ti prende? Ti risulta che abbia mai fumato?” “Oh
giusto scusa, non so cosa mi stia succedendo, tra
l’altro l’ultima l’ho spenta cinque minuti fa!” “Se
vuoi la chiedo a Nick.” “No dai, non preoccuparti!”
“Daisy fammi sapere quello che vuoi fare! Tra l’altro in
questo periodo abbiamo bisogno di personale e la
concorrenza con gli immigrati messicani è davvero
tanta.” “Clara ti prometto che ne parlo stasera con
Johnny quando torna e domani ti do una risposta.”
“Ok, mi farebbe piacere lavorare con te. Non fosse altro
per questi tre chilometri a piedi che faccio da sola
ogni giorno.” “Anche a me sai, speriamo che Johnny
non abbia nulla in contrario. Ma mi assicuri vero, che
non ci sono quei pericoli… “Mia cara, sta a te ed a
nessun altro. Se vuoi arrotondare la paga puoi farlo…
Sai abbiamo clienti con grandi macchinoni ben disposti
ad ingannare il tempo durante il lavaggio!” “Non ci
penso proprio…. A te è capitato Clara?
Clara si
guarda intorno “Strano che Johnny non sia ancora
arrivato, a quest’ora il camion è sempre parcheggiato
qui.” “Beh credo che sia qui a momenti. Come va con
Nick?” “Ora bene. Certo che abbiamo passato brutti
momenti.” “Me li ricordo Clara.” “Ti giuro Daisy
lui non sapeva niente di niente.” “Dai non
giustificarti me lo hai detto no!” “Voglio che tu ne
sia convinta. Si è trovato in un gioco più grande di
lui. Credeva che quelle macchine fossero davvero di
nuova immatricolazione, ed invece…” “Vabbè ma ora ha
pagato, no?” “Sì, sì, ma non credere… Due anni in
galera senza aver fatto nulla, non è facile sai. Non
credere che per me non sia stato altrettanto
complicato.” “Cosa vuoi dire, Clara?” “Non è
facile sbarcare il lunario quando non hai nemmeno mezzo
dollaro per piangere…” “Sapessi come ti capisco
Clara… Senza contare che una donna sola è ancora più
sola rispetto ad un uomo.” “Eh sì, Daisy… Due anni
sono tanti per una donna… Ed infatti ci sono cascata.”
“Lo vedi ancora?” “No, per l’amor del Cielo, quando
Nick è uscito ci ho messo una pietra sopra.”
“Sicura?” “Daisy ti sto dicendo la verità!” “E
lui?” “Lui non si è mai rassegnato.” “Ho visto che
ora passi dall’altra parte della strada, lontano dal
bar…” “Non voglio creare malintesi. Ma perché tutte
queste domande Daisy… Non mi dire che…” “Sì Clara, ci
ha provato anche con me, non più di un’ora fa.”
“Vedi… non mi dici niente di nuovo, lui ci prova con
tutte.” “Però mi ha detto che io sono diversa.”
“Forse sei solo più giovane e più appetibile.” “Dici?
Ma agli uomini piace il seno grande come il tuo.” “No
Daisy quello conta poco, all’uomo piace la conquista. Se
non fosse così rimarrebbero sempre insieme con la stessa
donna, non credi?” “Allora Johnny è diverso. Lui mi
desidera, a modo suo, ma mi desidera sempre.” “Nick
invece, se non fosse per questi quattro soldi che porto
a casa, di sicuro mi avrebbe già lasciata.” “Però
Steve ti ha amata…” “Non lo so Daisy, sicuramente mi
desiderava. Sai quante ore ho passato sotto il suo
bancone! Venivano clienti all’improvviso e non mi potevo
muovere.”
Daisy ride “Che cosa ti diceva?”
“Diceva che avevo il più bel culo del mondo. Che a volte
confondeva il mio con la luna piena.” “E tu non gli
hai chiesto in cambio niente?”
Clara ride forte
“Ah Daisy piccola ingenua. Se vai con lui per farti fare
dei regali, meglio che cambi uomo. Con Nick in galera mi
sentivo tanto sola. Senza cercarle mi si presentavano
decine di occasioni ogni giorno.” “Davvero?” “Non
esagero Daisy… ma un giorno all’ora di chiusura è
successo, proprio lì dentro quella stazione di servizio.
Sai quante volte mi sono detta di non continuare, invece
poi continuavo. Sessualmente Steve è davvero appagante.”
“Clara, scusami, non volevo offenderti quando ti ho
detto se hai ricevuto in cambio qualcosa… dicevo tanto
per dire.” “Niente Daisy, tranquilla. Come mai ci ha
provato con te?” “Oh niente, gli avevo chiesto a
credito due sigarette. E lui si è sentito in diritto di
invitarmi sotto il bancone.” “E tu?” “Ed io gli ho
detto che era un gran porco.” “Però è buono sai, non
farebbe male nemmeno ad una mosca. E non è facile
trovare uomini così buoni.” “Lo so Clara, ma io ho
voglia d’amore, di sentirmi considerata. E soprattutto
odio la volgarità, la rozzezza.” “Daisy cara, non
dirlo a me. Mi domando alle volte perché le donne non si
possano sposare con altre donne. Non fraintendermi… dico
solo che è più facile trovare gentilezza d’animo in una
donna piuttosto che in un uomo.” “Clara, ci
mancherebbe il sesso!” “Chissà…”
Daisy rimane
in silenzio. Clara le stringe la mano “Daisy cosa
c’è?” “Sai perché Johnny non torna? Perché stamattina
mi sono rifiutata di stare con lui.” “E’ la prima
volta vero?” “Eh sì, ma giuro stamattina proprio non
ce la facevo…” “Vedi piccola, mai dare di queste
abitudini.” “Hai ragione, ma agli inizi Johnny lo
faceva con dolcezza ed io mi sentivo bene, poi è
cambiato tutto.” “Mia cara, non credere che sia tanto
diverso per me…” “Clara ma io sono stanca.. un giorno
o l’altro…” “Zitta Daisy non dire sciocchezze…”
Le loro mani si stringono “Anche Nick pretende di
farlo di mattina?” “Mattina e sera. La domenica anche
il pomeriggio. Se ripenso a Steve… Almeno lui mi
coccolava. Mi diceva frasi d’amore. A suo modo era
romantico e non tutte le volte facevamo l’amore.”
“Sai, prima mi ha sorpreso quando mi ha detto che lui in
una donna cerca altro. E poi me lo ha detto in un
momento molto particolare…” “Non voglio essere
indiscreta Daisy… Particolare in che senso?” “Beh… si
era sbottonato la patta e me lo mostrava…” “Solo
questo?” “No, no…” “Ti ha fatto impressione?”
“Beh all’inizio sì… Emanava un forte odore di
pistacchio.” “Pistacchio? Daisy questo particolare
non lo ricordo affatto.” “Beh è una mia fissa, tutte
le cose che non mi piacciono sanno di pistacchio.
Comunque dopo qualcosa c’è stato…” “Tranquilla Daisy,
non voglio metterti in imbarazzo… Ma sono contenta per
te!” “Dici Clara? Che possa nascere qualcosa di
serio? Certo che se avessi il tuo seno mi sentirei una
regina.” “Cosa faresti oltre a lavorare in un
autolavaggio con gli stivaloni di gomma e tornare a casa
tardi e stanca?” “Diciamo che mi sentirei più
libera…” “Stravagante questa teoria. Me la ricorderò
nel momento del bisogno!” “Volevo dire che mi
sentirei libera perché avrei almeno qualche dollaro in
più.” “Non credo mia cara che staresti comoda seduta
su quel bidone…” “Eh già.” “Ok Daisy. Ora fammi
andare Nick mi aspetta, spero che non sia già ubriaco!”
“Ti sei offesa? Pensi ancora a Steve, vero?”
Clara non risponde e si alza “Pensi che pioverà?”
“No Clara, guarda quel rosso lì in fondo…” “Già,
domani sarà una bellissima giornata.” “Lo spero
Clara.” “Lo spero Daisy.”
Clara fa due passi,
poi si volta “Daisy, prima non pensavo a Steve, ma
pensavo a me stessa e quanto e come stavo bene in quel
periodo…”
ATTO SECONDO
PENNSYLVANIA STATION – ESTERNO NOTTE ORE 10:55 P.M.
DAISY - ROSYE
Daisy rimane sola Dai Johnny,
con tutti i camion che passano sulla Pennsylvania, è
possibile che nessuno di questi sia il tuo? La minestra
si è freddata di nuovo, mi sono stancata di riscaldarla.
Le patate si sono annerite, sono da buttare ormai. E poi
la fiammella del gas è più fioca di un fiammifero.
Dovrei andare a prendere la bombola da… Sì Steve… meglio
non pensarci. Spero che non s’accorga che Johnny non è
ancora tornato, sarebbe capace di venire fin qui!
Alla fine non ho capito se quella sigaretta me la sono
guadagnata o me l’ha regalata… il mio fiato l’ha sentito
no? Certo che sarebbero bastati due centimetri e il
gioco era fatto! Fumo gratis per una intera settimana!
Che stupida! E quanto sono stupidi anche gli uomini!
Basta un pantaloncino bianco e ti offrono gratis
sigarette della migliore marca per sette giorni sette!
Anche senza tette! Ma pensandoci bene è normale lo so,
altrimenti cosa ci starebbe a fare la bionda platino su
quel bidone di latta?
Daisy si alza e fa qualche
passo verso la pompa di benzina per verificare se Rosye
è al proprio posto di lavoro
Eh sì, eccola là che
fuma. Quasi quasi vado a chiederle una sigaretta. Dicono
che le puttane sono sempre gentili e generose! Potrei
verificare. Ma mi vergogno cazzo! E’ possibile che mi
sia ridotta a chiedere l’elemosina ad una puttana di
strada! E poi sono sicura che sa dove sia Johnny…
Vabbè qui non ci sono alternative, o ancora Steve, o la
bionda platino… Oppure me ne torno dentro, mi metto a
dormire, così non ci penso fino a domani… Se solo questo
sole tramontasse… Oddio quel sapore di pistacchio lo
sento ancora dentro il naso… Chissà quanti pistacchi
assaggia ogni giorno la bionda platino! Meglio non
pensarci, ho pena per lei…
Daisy attraversa la
strada tra le macchine che sfrecciano. Vedendola
arrivare Rosye è sorpresa, fa quasi per alzarsi, ma poi
decide di affrontarla. Daisy è ad un passo da lei
“Salve.” “Buonasera o meglio dovrebbe essere notte,
ma questo sole stasera non vuole tramontare.” “Già
dicono che sia colpa della luna. O meglio da quando
siamo andati lassù è successo qualcosa.” “Fa anche
freddo stasera.” “Cara mia, io ci sono abituata, sto
sempre qui e poi in queste condizioni… Del resto mica
posso coprirmi più di tanto!”
La bionda si lascia
guardare. Ridono. Daisy appare più rilassata “Ci
conosciamo?” “Credo di no.” “Ma la tua faccia mi
dice qualcosa. Mi pare di averti già vista da queste
parti.” “Io abito qui di fronte.” “In quella casa
di legno di fianco alla pompa di benzina?” “Sì.”
“Posso chiederti a che devo questa visita?”
“Veramente di motivi ce ne sono due...” “Sono qui
tutta per te. Tieni conto che se arriva un cliente
dovremo interromperci. Anzi spostati più in là, così
togli la visuale alle auto che passano. Dai, avanti il
primo motivo.” “Volevo sapere se avevi visto in giro
mio marito.” “Ma mia cara qui di mariti ne passano
tanti. Quale sarebbe il tuo?” “Johnny, ha un camion
rosso mezzo squinternato e lavora su e giù per la
Pennsylvania.” “Anch’io lavoro sulla Pennsylvania, ma
non credo di fare lo stesso lavoro di tuo marito!”
Rosye ride, cercando di confondere il nemico ed
evitare l’affondo. “No, no, lui carica carcasse di
auto. Lo hai visto?” “E perché lo chiedi a me? Qui
siamo in tante. Forse tuo marito adora le grazie di
qualche altra mia collega.” “Non è ancora tornato… e
visto che mi dice che ogni tanto si ferma qui a parlare
con te…” “Si fermano in tanti. Parlare non costa
niente.” “No, no appunto, mi dice che si ferma il
tempo di una sigaretta.”
Rosye è quasi commossa
dall’ingenuità di Daisy. Fa finta di pensare. “Mi
sembra di aver capito chi è tuo marito. Ma oggi … fammi
pensare….. se è quello che penso io, no, non l’ho
proprio visto.” “Vabbè se lo vedi… ora sai dove
abito. Io rimango ancora un po’ in veranda.” “Ok
cara, se lo vedo, ti avverto, anzi lo mando subito a
casa.” “Si ferma spesso qui?” “Ogni tanto, ma
ripeto non sono sicura che sia lui. A me gli uomini
interessano solo quando tirano fuori i dollari. Allora
si che li sto ad ascoltare...” “Immagino…” “Ti
vedo preoccupata. Problemi?” “Un po’. Non ha mai
fatto così tardi…”
Si ferma una macchina. Rosye
grida rivolta all’uomo in penombra “Amore sono 10
dollari.” “Dove si va?” “Ti porto in un posticino
tranquillo, lenzuola pulite e cesso in camera. Andiamo?”
“Veramente ho fretta, volevo una cosa veloce in
macchina.” “Eh no bello, con tutta la polizia che c’è
in giro!” “Magari ripasso domani.” “Ma mi hai
visto bene? Sono un tipo da una botta e via in
macchina?”
Rosye si alza e cammina su e giù per
il marciapiede. Poi si avvicina all’auto “Guarda che
in dieci minuti facciamo tutto, compreso il passaggio in
macchina. E’ qui vicino. La vedi quell’insegna verde? E’
lì. Poi non occorre che mi riporti qui.”
Daisy
rimane a fissare il bidone mentre i due parlano Dieci
minuti, dieci dollari. Roba da ricchi! Cazzo non ci
posso credere! Ed io che sogno di far la cameriera o di
lavorare all’autolavaggio per una miseria a settimana…
In fin dei conti basta un po’ di stomaco e non vomitare.
Magari questo cliente lo ha come quello di Steve,
storto, scuro al sapore di pistacchio. Vabbè è solo
questione di abitudine. Quello di Johnny a vederlo bene
mica è un bambolotto! E poi questo qui a guardarlo bene,
da quel poco che vedo, non mi sembra male. Ha la faccia
pulita… una bella macchina…
Daisy guarda Rosye e
sorride Vabbè va lasciamo perdere. Io mica ho quel
fisico lì. Poi tutta truccata… Quelle scarpe argentate
costeranno un occhio! Ora capisco Johnny quando sta
dentro di me e la sogna. Con quel paio di tette sfido
chiunque. Porca troia, mamma! Ma non era meglio che mi
facevi senza capelli e con le gambe storte? E magari ti
concentravi sulle tette? Tanto lo so che è quello che
tira. Ed io invece ho solo due brufoli come dice Steve.
Però a Steve qualcosa è piaciuto di me! Lo so, sono
solo pensieri stupidi, tanto la puttana io non la farò
mai. E poi non saprei proprio camminare su quei
trampoli. Tra poco arriva Johnny e mi scordo di averli
pensati!
Rosye intanto è appoggiata alla macchina
e scopre le tette “Allora andiamo? Ti faccio
divertire con queste. Puoi toccarle, è tutta roba
genuina!” “Ma dobbiamo far presto.” “Prestissimo
tesoro. Sono già calde le senti? Andiamo?”
Il
cliente tocca le tette, poi ingrana la prima e scappa.
Rosye si toglie la scarpa e gliela tira dietro
“Stronzo! Ma guarda quanti stronzi girano a quest’ora.
Tutta quella manfrina per toccare un paio di tette!
Porco! Non ci tornare più da queste parti. Tanto ti
riconosco sai e te la faccio pagare. Stronzo.”
Si
risiede sul bidone e accavalla le gambe “Di stronzi
ne girano eh! Che figlio di puttana! Ci vorrebbe un po’
di moralità! Ma tanto lo ribecco prima o poi. Toccarmi
questo ben di Dio gratis. Stronzooo.”
Rivolta
verso Daisy “Hai visto? Non è tutto rose e fiori qui!
Girano più stronzi che gente per bene… Dicevamo cara?”
“Ti chiedevo di Johnny.” “Ah tuo marito… Ma non puoi
guardartelo da sola?” “Oggi non l’hai proprio visto,
vero?”
Rosye rimane in silenzio, fa finta di
avere il fiatone “Meglio non insistere vero?”
“Piccola, io qui lavoro, e di certo non faccio
distinzioni e soprattutto non chiedo documenti. E poi
grazie a Dio sono molto ricercata… Comunque se ti fai
due passi a piedi potresti chiedere alle mie colleghe…”
“Ma io lo so che viene da te. Volevo solo sapere se oggi
si era fatto vivo.” “Vuoi un consiglio? Tienitelo
stretto tuo marito allora. Così sai cosa fa, oltre a
caricare macchine in panne.” “Macchine in panne?
Allora lo conosci bene….” “Ma te l’ho detto che lo
conosco, no?”
Si ferma un’altra macchina, ma
questa volta Rosye conosce il cliente “Sono sempre 10
dollari, oggi è la terza volta che fai il giro! Mica ho
aumentato la tariffa nel frattempo.” “Stavo andando a
casa, ma poi mi è venuto in mente questo bel balcone
fiorito!!!” “Vuoi affacciarti?” “Sbrigati Rosye,
Sali in macchina. Mia moglie avrà già preparato la
tavola.” “Ok, ok, ma andate tutti di fretta questa
sera?”
Rosye entra in macchina rivolgendosi a
Daisy “Oh scusami cara, la seconda domanda?”
“Niente, niente….” “Vabbè come vuoi, ma ora devo
lavorare. Sono di ritorno tra dieci minuti.”
Daisy attraversa la strada Stasera gliela faccio
proprio pagare a quello stronzo di Johnny! Comunque per
questa notte lo faccio stare a stecca! Che porco! Lei lo
conosce bene! Tra tanti uomini si è ricordata che carica
auto in panne. Quindi… Mica sono scema io! Anzi stasera
si ricorderà di me. Gliela faccio pagare di brutto,
cazzo! Ed io che mi sentivo in colpa per aver
respirato da lontano l’odore di pistacchio… Vabbè l’ho
preso in mano, ma era solo per prendere tempo… O forse
no… Non lo so. Chiunque potrebbe giurare che non volevo.
Ma sì, ma chi vuole che giuri, tanto nessuno mai mi farà
questa domanda. Eppoi io dietro quel bancone in
ginocchio non ci sono mai stata.
Sono davvero
sfigata, cazzo! Ma quello lì si doveva fermare proprio
ora? Proprio adesso gli doveva tirare l’uccello?
Risultato? Io senza una sigaretta e la battona con dieci
dollari in più in tasca.
|
CONTINUA

Questo racconto
è opera di pura fantasia. Nomi, personaggi e
luoghi sono frutto dell’immaginazione
dell’autore e non sono da considerarsi reali.
Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari e
persone è del tutto casuale.
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reserved Adamo Bencivenga
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