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NOIR
Il noir non è un genere, il noir è un colore, uno stato d’animo, una sensazione.
Il noir è un romanzo, una scena, ma non è un giallo e nemmeno un poliziesco. 



 



Perché il noir è un’ambientazione, è il mondo che gira intorno, è l’ambiguità morale, l’avidità come movente.. Il noir è Lui con il cappotto grigio tra la nebbia di Londra, è Lui con il bavero alzato, con il cappello sugli occhi, ma non per questo è una vittima o un assassino, alle volte un poliziotto, un marito, un amante, ma non per questo è un tradito o sta per tradire...
 
 Il noir è Lei, anima nera e inaccessibile, dark-lady cattiva e spietata, femme-fatale romantica e retrò, labbra rosse e bionda nel cuore, quando ama tradisce, fredda e distaccata, ma non per questo è una vittima o un’assassina, alle volte una moglie, un'amante in attesa. Perchè il noir è Brivido caldo, Chinatown, Orson Welles e Fritz Lang, è la distorsione dell’immagine, il flashback intuitivo, il sesso trasgressivo.
 
Il noir sono gli anni Quaranta, quasi Cinquanta, più notte che giorno, è un faro dritto al cuore, un'ombra sul viso, luci soffuse e forti grandangoli. E' case e strade, palazzi e asfalto, ma mai campagna e natura. Il noir è "La scala a chiocciola", "Lo specchio scuro", ombre lunghe che s'allungano nel peccato. E' il contrasto di luce e ombra, tra il bianco e il nero, tra bene e male, il sentimento e l'indifferenza.
 
Il noir è la notte senza mai l'alba, un lampione sotto un ponte, insegne al neon che penetrano attraverso le veneziane, fari di luci sull'asfalto bagnato dalla pioggia, marciapiedi lucenti e vicoli oscuri, bassifondi del cuore, donne di malaffare, coppie in cerca di piacere, il marito, la moglie, l'amante! Il noir è una voce che racconta personaggi oscuri, ricurvi sui loro tormenti e portano avanti storie torbide come le loro coscienze.
 
Perché il noir non necessariamente ha una fine ed alle volte nemmeno un inizio, al contrario del giallo non ha un enigma, non deve spiegare, non è raccontato dai “buoni”. Non ha suspense e non ha una storia. Oppure è tante altre storie dove i protagonisti si muovono, parlano e stanno zitti sotto un cielo pennellato di nuvole grigie, pardon... noir.
(Adamo Bencivenga)











L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
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