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INTERVISTE IMPOSSIBILI
Lucrezia Borgia
La
regina del veleno
(Subiaco,
18 aprile 1480 – Ferrara, 24 giugno 1519)
Pochi
nomi richiamano alla mente intrighi di palazzo e
misteriosi complotti come quello di Lucrezia
Borgia. La sua vita è stata ricca di colpi di
scena, favolosi matrimoni, tragiche morti e
intrighi di palazzo. Suicidi oscuri.
Matrimoni e adulteri. Tutto condito da
qualche guerra e tante menzogne.
Proveniva da una famiglia originaria di Jativa,
vicino Valencia, una cittadina abitata da popolazioni di
sangue misto catalano e arabo. Giunsero in Italia al
seguito di Callisto III. Già nella terra natia si erano
dati da fare per scalare le vette della storia, ma sarà
a Roma che raggiungeranno il vertice. Lucrezia fu
figlia di un papa, tre mariti, uno assassinato, un certo
numero di amanti, una vita avventurosa, otto figli
legittimi, uno illegittimo. Ma fu anche donna passionale
che regalò ai suoi uomini ore interminabili di piacere.
Fu moglie perfino fedele. Il tutto in soli 29 anni.
Visse un’infanzia da principessa. Bella e colta
introdusse la moda nella Roma dell’epoca. La
tradizione la vuole bellissima, corrotta e perversa,
appassionata frequentatrice di orge nei palazzi del
Vaticano. Ma forse Lucrezia fu, più semplicemente, una
vittima della corruzione di certe corti rinascimentali e
delle mire ambiziose dei suoi familiari, che la
considerarono pura merce di scambio, uno strumento per
ottenere potere e nuove ricchezze; forse lei non ebbe la
possibilità o la forza di sottrarsi a tutto ciò.
Mi riceve in abito rosso, sontuoso e pesante, con
un’ampia e lunga veste di tessuto damascato. Noto gli
sboffi intarsiati di oro ed argento all’attaccatura
delle maniche e una cuffietta che raccoglie
maliziosamente i capelli lasciando bene in mostra la
fronte.
Ha fatto un bel viaggio nel tempo?
Sorride pretendendo l’inchino. Ma veramente
non mi capita spesso di fare interviste nella mia città.
Sorrido anch’io. Roma è cambiata vero?
Beh in fatto di scandali non direi proprio. Sono
cambiate le mode, i vestiti ad esempio. Ora le donne si
vestono come gli uomini... Esito e fremo per
iniziare. Io sono abituata a queste interviste,
per cui non sia in imbarazzo.
Andiamo con ordine.
Lei nacque a Subiaco, il 18 aprile 1480, terzogenita di
Rodrigo Borgia, poi Papa Alessandro VI e Vannozza
Cattanei, sua amante. "Mio padre era molto attratto
dal fascino femminile e mia madre al tempo era la sua
favorita."
Siamo alla fine del 1400, tempi in cui
non esisteva morale. Cosa si prova ad essere figlia del
papa e di una sua amante? L’Italia pullula di figli
illegittimi molti dei quali di preti, quindi l’essere
figlia del papa non costituiva certo uno svantaggio o un
disonore, anzi mi poneva, al pari di un’erede legittima
e di nobili natali.
Suo padre non si occupò in
prima persona della sua educazione. Venni educata nel
convento di S. Sisto e dopo affidata alle cure di
Adriana Mila mia cugina di secondo grado. Vivevo in
quella casa assieme al figlio di Adriana e sua moglie,
Giulia Farnese che aveva solo due/tre anni più di me ed
al tempo era diventata l’amante in carica di mio padre.
La storia racconta di una sua bellezza sconvolgente…
Mia cara da giovane possedevo due caratteristiche che
per l’epoca erano considerate fondamentali: occhi
azzurri e lunghi capelli biondi. Parlare di bellezza
sconvolgente mi sembra troppo, sicuramente non ero
brutta.
Già a dodici anni suo padre la fidanzò
per procura con un nobile spagnolo. Don Gaspare da
Procida non l’ho mai conosciuto ed il fidanzamento fu
molto breve. Mio padre ruppe la promessa perché vedeva
per me un avvenire migliore.
Ci racconti del suo
primo marito Giovanni Sforza. Appena tredicenne, per
solidificare l’alleanza con casa Sforza, che tanto si
era adoperata affinché mio padre divenisse papa, fui
promessa sposa a Giovanni Sforza, signore di Pesaro, e
sciolta dal precedente vincolo.
Il matrimonio
venne celebrato con la pompa del caso il 12/6/1493 La
cerimonia nuziale fu bellissima, indossavo un abito
costato 15 mila ducati, pensi, avevo 500 donne guidate
da Giulia Farnese che si occuparono di me.
Subito dopo però iniziarono a correre voci sul vostro
matrimonio ancora non consumato. Ero così giovane e
Giovanni decise di aspettare almeno un anno.
L’Italia alla fine del XV secolo era un bocconcino
appetitoso per tutti gli stati confinanti. In primo
luogo Francia e Spagna. Per questo motivo noi Borgia
eravamo sotto l’occhio del ciclone. I nostri rapporti
personali ed interpersonali erano attentamente vagliati.
Essendo poi una famiglia impetuosa e impulsiva non erano
valutati positivamente ricamandoci storie non vere a
fini politici e militari.
Gli spagnoli cioè gli
Aragonesi erano signori del regno di Napoli, i francesi
miravano al ducato di Milano per via di Bona di Savoia
in Sforza sorella di Carlotta moglie di Luigi XI. La
posizione politica di mio padre era ovviamente per
nascita e per inclinazione a favore della Spagna, ma il
mio matrimonio con uno Sforza, non convinceva del tutto
il re di Napoli Alfonso che si sentiva minacciato da
questo connubio.
Un anno dopo il suo matrimonio,
le voci parlano di un grosso scandalo in casa Borgia.
Nella primavera del 1494 a Roma iniziano ad insorgere i
primi casi di peste. Mio padre per paura del contagio
decide di mandarmi nella più sicura Pesaro insieme a
marito e a Giulia Farnese. Succede il finimondo
quando mio padre scopre che Giulia fugge da Pesaro e
raggiunge il marito Orsino. Purtroppo la notizia in
pochi giorni fa il giro di mezza Europa.
Il suo
matrimonio comincia a vacillare… Da Pesaro tornai da
sola a Roma perché mio marito Sforza preferì tornare a
Milano. Temeva che prima o poi qualcuno gli chiedesse di
prendere una posizione: scegliere se stare con la mia
famiglia favorevole alla Spagna, o agli Sforza alleati
dei francesi.
Le pesava questa separazione?
Ero ancora tanto giovane e devo dire che mi faceva
piacere tornare a vivere nel palazzo di S. Maria in
Portico a fare la vita di sempre.
Ma suo marito
fece tantissimi tentativi per portarla a Milano! Io
volevo stare a Roma fregandomene delle sue ragioni
politiche. Viste le insistenze di Giovanni, venne anche
a Roma per convincermi, la mia famiglia lo accusò
giustamente di essere uno sposo solo di nome e non di
fatto.
Beh, l’intento era chiaro: matrimonio non
consumato, quindi nullo. Giovanni mentì affermando
che il matrimonio era stato più volte consumato e quindi
valido. Mio padre lo accusò di impotenza ingiungendogli
di provare la sua virilità, ma Giovanni si rifiutò ed
io, all’inizio frastornata, mi resi conto di non essere
amata.
Ma come poteva essere impotente suo
marito, visto che la sua prima moglie era morta di
parto? Iio non so e non voglio sapere, se mio marito
fosse stato davvero impotente, quello che so è che non
conoscevo i piaceri del talamo nonostante fossi sposata
da quattro anni. Evidentemente non gli piacevo neanche
un po’. Mi aveva sposato solo per i vantaggi che pensava
di trarre dal matrimonio con la figlia di un papa.
Intanto a Roma lei viene esaminata e dichiarata
virgo intacta, il matrimonio è nullo. La
dichiarazione di annullamento avvenne il 20/12/1497. Ero
solo dispiaciuta dal clamore che aveva suscitato la mia
vicenda.
Ma Giovanni Sforza fu costretto a
firmare una confessione pubblica di impotenza. Ma
almeno ebbe salva la vita.
Non fu così però per
Pedro, suo pretendete dopo Giovanni. Fu ritrovato
cadavere nel Tevere per mano di suo fratello Cesare.
Eh sì ero davvero innamorata di questo cavaliere
spagnolo. Fu amore a prima vista.
Lei poco dopo
si rifugia in convento… Avevo solo 17 anni ed essere
accusata dal mio ex-marito di essere contemporaneamente
l’amante di mio padre e di mio fratello non mi rese per
nulla felice.
Ma i bene informati dicono che lei
fosse incita e il padre fosse suo fratello Cesare o suo
padre. Fu un grande equivoco. Questo bambino
battezzato Giovanni e passato alla storia come
“l’infante romano” era il figlio illegittimo di mio
padre e di Giulia Farnese.
Altro caso oscuro e
doloroso di casa Borgia è la morte in circostanze
misteriose di suo fratello Juan. Fu ripescato cadavere
nel Tevere il 15/6/1497. Credo che le ragioni di
questo omicidio siano dovute al fatto che mio fratello
era un vero e proprio donnaiolo e sicuramente sono solo
dovute a malignità le voci che riportano che l’autore fu
Cesare, il quale lo avrebbe ucciso in quanto lo riteneva
mio amante e padre dell’infante romano.
Il 21
luglio 1498 il suo secondo matrimonio celebrato in
Vaticano. Sposai Alfonso d’Aragona duca di Risceglie.
Ma evidentemente ero davvero sfortunata, le nozze
finirono tragicamente.
Può spiegarne i motivi?
In quegli anni la politica del Vaticano pendeva dalla
parte della Francia e tutto questo francesismo che si
respirava a Roma allarmò Alfonso che si rifugiò dai suoi
parenti, abbandonandomi incinta e col cuore affranto.
Suo padre, per distoglierla dai suoi problemi di
cuore, nel ‘99 le affida un grosso incarico politico.
La mia nomina a governatrice di Spoleto fece molto
rumore. Nonostante i miei pochi anni cercai di svolgere
diligentemente l’incarico.
Alla fine dello
stesso anno tutto sembra andare per il meglio.
Alfonso, più per pressioni del padre che non vuole
dispiacere il papa, che per amore verso di me, torna a
Roma. A novembre nasce mio figlio Rodrigo.
Ma
pochi mesi dopo l’epilogo della sua storia d’amore…
Alfonso viene ucciso nelle mie stanze. Io ero stata
allontanata con un pretesto assieme alla cognata di
Alfonso.
Il mandante? Non ci sono prove della
colpa di mio fratello Cesare, ma non ce ne sono nemmeno
della sua innocenza. La spiegazione ufficiale è che mio
marito fosse morto a seguito di una brutta caduta.
Anche questa volta interviene suo padre, che per
alleviarle le pene la nomina governatrice di Nepi.
Come se bastasse a restituirmi mio marito!
Secondo Burcardo, suo grande accusatore, il 31 ottobre
del 1501 lei organizzò assieme a suo fratello Cesare una
sorta di sabba satanico passato alla storia come "il
ballo delle castagne". Bucardo mente! Io non
partecipai a quell’orgia! Immondo spettacolo di
prostitute nude che danzavano tra candelabri messi a
terra e raccoglievano con la bocca castagne sparpagliate
sul pavimento.
Ma subito dopo si prospetta un
nuovo matrimonio, naturalmente ancora per ragioni
politiche. Cosa l’ha convinta? Il candidato era
Alfonso d’Este di Ferrara e quindi l’eventualità di una
vita lontano da Roma e dagli orrori romani. In fondo
avevo 21 anni e per me si stava aprendo un nuovo
capitolo.
Gli Este non accolsero benissimo la
notizia. Questa parentela coi Borgia non era
particolarmente gradita… Luigi XII in persona si
scomodò per la riuscita di questo matrimonio, ma
Isabella d’Este sorella di Alfonso, appoggiata dalla
cognata Elisabetta d’Urbino, era la più contraria.
Purtroppo giravano troppo voci sul mio conto, false ed
ingiuste.
Ma anche Alfonso non aveva nessuna
intenzione di sposarla? Sì non mi amava. Mi conosceva
solo di fama, ma, quando mi vede giungere a Ferrara,
bionda e con gli occhi azzurri, venne preso
dall'incantesimo e cambiò decisamente idea…..
Le
nozze vengono celebrate per procura il 30 dicembre 1501
Ero fermamente convinta a voltare pagina.
La
storia parla di una festosa accoglienza quando entra in
Ferrara Nonostante le premesse negative e la nomea
che mi perseguitava riuscii a farmi rispettare e a farmi
volere bene dal popolo.
Ma il rapporto con suo
marito non andava benissimo. Mi rimane il rimpianto
di non essere riuscita a farmi amare da lui. Ero a
conoscenza dei suoi continui tradimenti nonostante i 7
figli che riuscii a dargli.
Nonostante la sua
condotta integerrima, c’erano voci di relazioni extra
coniugali anche da parte sua. Le mie erano soltanto
platoniche come quella col poeta Pietro Bembo. Come
esigeva la galanteria dell’epoca l’adorazione nei miei
confronti era rivolta verso l’ideale di donna che potevo
incarnare, e non alla carnalità della donna stessa.
Nel 1503 Papa Borgia ed il figlio Cesare vennero
avvelenati contemporaneamente. Mio padre morì subito
mentre Cesare sopravvisse per altri quattro anni.
Alla morte di suo suocero Ercole d’Este lei diventò
duchessa di Ferrara. Quel giorno scoprii che il
passato è appunto passato. Ero finalmente serena, i
sudditi mi amavano e mio marito mi affidò la reggenza
della città in caso di sua assenza.
L’intervista è finita, mi rimangono sul taccuino alcune
domande che non sono riuscita a farle. Lucrezia, lei
fu davvero quella donna perversa che la tradizione
vuole? Come ci si sente ad essere stata uno strumento
docile e senza volontà, merce di scambio per le mire
ambiziose della politica di suo padre Rodrigo, al secolo
Papa Alessandro VI? Fu davvero l’amante di suo padre
e di suo fratello? In caso di sua assenza Rodrigo le
affidò davvero i compiti di vice-papa?
L’immagine
più nitida che ci rimane di Lucrezia è però quella
fissata da Victor Hugo nel romanzo a lei ispirato. Una
donna malvagia e perversa, protagonista di complotti e
delitti, tra veleni e pugnali. Donizetti, che
trasforma il romanzo in opera, la presenta così:
"Fuggite i Borgia, o giovani, dove è Lucrezia è morte"
"Dove è Lucrezia è morte".
Morirà di setticemia a
seguito della sua ottava gravidanza nel 1509 all’età di
29 anni.
|
ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
www.cronologia.it/
www.italiadonna.it
www.italialibri.net
www.antoniabonomi.net
www.mondimedievali.net
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"The Borgias" Lucrezia's Wedding
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