Bushmills, Giant's Causeway,
Irlanda del Nord, gennaio 1863
Marina, duchessa di
Wellington, arrivò la mattina presto a Bushmills House, la residenza
irlandese di famiglia.
In qualità di unica erede designata del sesto
duca aveva iniziato da un paio di mesi un giro per le proprietà dello zio,
in modo da farsi conoscere dai dipendenti e dagli abitanti delle sue
future proprietà. E così, dopo aver esplorato in lungo e in largo il Regno
Unito, era giunta in quel lembo all'estremo nord est dell'isola d'Irlanda.
Il viaggio era stato piacevole e le aveva dato la possibilità di
immergersi nella verde e rigogliosa natura isolana, lei nata nella calda e
assolata Liguria e cresciuta nell'atlantico New England.
La villa di
famiglia l'accolse con la consueta devozione, riservata all'unica erede di
quattro delle più antiche e blasonate famiglie d'Europa.
Che meraviglia
essere in questo luogo, pensò la nobildonna.
Un'intensa magia pervadeva
i saloni, le camere da letto, i corridoi e i giardini, i magnifici
giardini irlandesi dei Wellington.
Marina Allegra sentiva che i luoghi
attorni a Giant's Causeway le avrebbero rivelato qualcosa su se stessa e
sulla vita.
La sua fida cameriera personale, che portava ovunque con
se', l'aiuto' a rinfrescarsi con un piacevole e lungo bagno caldo, le
sistemò un abito più comodo e adatto alle passeggiate e la duchessa fu
pronta.
Uscì all'aperto e respirò a pieni polmoni l'aria fresca del
mattino, incamminandosi lungo un sentiero che l'avrebbe riportata a casa,
diversa e cambiata.
La Natura attorno alla giovane invitava i sensi a
lasciarsi andare, l'aria era frizzante e la neve avvolgeva ogni cosa.
Marina si avvicinò all'acqua agitata del mare e senti una grande energia,
una forza e una voce che le diceva che sarebbe arrivata là dove desiderava
andare.
Si voltò e riprese a camminare finché giunse nuovamente nel
bosco.
La neve attutiva i rumori, e la duchessa si sentiva tornare
bambina, al sicuro come nell'utero materno.
Una fonte d'acqua
l'attraeva con forza e decise di avvicinarsi ad essa.
Distintamente
vide un giovane uomo di spalle immergersi nel lago, le spalle forti e
muscolose, le cosce ben tornite e le natiche forti e sode.
Lentamente
il suo corpo giovane e completamente nudo scomparve nelle grigie acque.
Marina pensò di aver sognato, era impossibile che un uomo si immergesse a
Gennaio in acque gelide se non addirittura ghiacciate.
Improvvisamente
la giovane vide riemergere l'uomo e allora comprese che non stava
sognando.
Si nascose meglio dietro un cespuglio e rimase come incantata
da quella visione. Non per la nudità in sé dell'uomo, ne aveva visti
altri, ma per un alone di magia che aleggiava attorno a quell'essere.
Marina era così immersa in emozioni contrastanti che non avvertì
l'avvicinarsi della creatura se non quando ormai era troppo tardi.
"
Buongiorno Marina" disse l'uomo e la giovane si ridestò di soprassalto.
"Ehm..buongiorno a lei..", "....ehm non volevo spiarla..ma.....".
La
giovane nobildonna era sorpresa, stupita e praticamente senza parole.
Fu l'uomo a prendere l'iniziativa, si avvicinò a Marina e la baciò
improvvisamente, senza dire nulla di udibile da orecchio umano.
Lady
Wellington si lasciò trasportare in mondi paradisiaci, universi di luce e
di acqua, in profondità abissali e all'apice di vertiginose altezze.
Riapri' gli occhi e l'essere era sparito.
Marina, un po' confusa ma
anche lietamente appagata da un qualcosa che non sapeva spiegare a se
stessa, si avviò verso la magione.
Quella notte Lady Wellington fece un
sogno, era di nuovo nella fonte assieme a quell'uomo. Nudi entrambi, mano
nella mano stavano immergendosi nelle acque, acque calde, invitanti come
il miele con fichi e datteri in un giorno di festa.
Marina sentiva una
voce che le sussurrava: " tu sei Aquamarine, spirito delle fonti e
sacerdotessa di Melusina".
La duchessa si svegliò di soprassalto,
indossò una pelliccia bianca sulla pelle nuda e si avviò nel bosco.
La
neve cadeva in leggeri fiocchi che si insinuavano nel cappuccio e Marina
si stringeva più addosso il caldo e morbido ermellino.
Arrivata alla
fonte trovò l'uomo ad attenderla. La Lady non sentiva più il freddo, si
tolse la pelliccia e prese la mano dell'essere che le stava di fronte,
nudo anch'egli. Una voce, forte e nitida le disse:" questo e' il tuo
battesimo, tu oggi prendi coscienza di essere Aquamarine ".
I due si
immersero nelle acque e abbracciati si baciarono, lentamente e
profondamente. Lei lo accolse in sé e lui la amò intensamente.
Lady
Wellington si risvegliò nel suo caldo e morbido letto, sotto la coperta di
visone che sempre la accoglieva nei suoi letti in tutte le sue proprietà.
Sapeva con certezza di non aver sognato, poteva ancora sentire il profumo
di mare addosso alla sua pelle. Ricordava nitidamente le parole di
quell'uomo, i suoi gesti, il suo corpo nudo e forte e i suoi baci.
Si
alzò, si vestì coccolandosi con un morbido abito e scese concedendosi una
ricca colazione irlandese.
Quando ebbe terminato si diresse
nuovamente alla fonte e ad attenderla vi era ancora quella forte e strana
creatura.
"Ben tornata milady". " grazie" rispose Marina e aggiunse: "
come ti chiami? E come facevi a sapere il mio nome?".
" Il mio nome e'
Dainya, e sono uno spirito delle fonti. Mi manda Elrond sovrano degli elfi
e amico di tuo zio. Come ti ho detto ieri anche tu sei uno spirito delle
acque per cui ti conosco". La nobildonna comprese e si concesse ancora
allo spirito.
Da quel giorno ogni volta che Lady Wellington si trovava
nelle sue proprietà irlandesi, la luna del primo venerdì del mese la
vedeva immergersi nuda nelle acque per donarsi a Daynia e onorare
Melusina.
Molti anni dopo quel gennaio un valletto, insospettito dal
veder ogni primo venerdì sera del mese la sua signora allontanarsi nel
bosco, decise di seguirla.
La vide spogliarsi e fare l'Amore nell'acqua
assieme ad un uomo.
Lentamente Aquamarine si voltò e invitò il
giovanotto ad unirsi a loro.
Una forza suadente lo spogliò e lo
condusse nudo nell'acqua dove i due spiriti delle fonti si unirono ad
esso. Mai quel giovine aveva provato in vita sua un piacere più intenso
provocato dall'entrare in Lady Wellington e dall'accogliere dentro si sé
quell'uomo. Il piacere arrivò improvviso, come una scossa elettrica e unì
per sempre quelle tre creature.
Da quel giorno il giovane valletto
perse il senno e nessuno credette più alle sue parole.
Bisanzio Velata
FINE