Città del Capo, Africa del Sud, febbraio1838
La carovana iniziò a muoversi e Sanny si voltò
per guardare allontanarsi la sua città. Suo marito Jan aveva deciso di
lasciare la casa e tutto il terreno circostante e di cercare fortuna al
Nord, oltre i fiumi Orange e Vaal. I britannici stavano divenendo sempre
più invadenti e pericolosi e lui desiderava solamente un luogo tranquillo
dove fare crescere i loro figli. Sanny e Jan appartenevano entrambi a due
antiche famiglie di boeri emigrate nella colonia del Capo nel tardo
diciassettesimo secolo e avere una famiglia numerosa era parte integrante
della loro identità afrikaner; assieme ad una incrollabile fede calvinista
che vedeva nell'impegno e nel successo lavorativo un segno della
predestinazione alla salvezza eterna.
Sanny a malincuore aveva
accettato di lasciare la fattoria ma, la decisione di un marito non era
così semplice da controbattere e poi in cuor suo sapeva che era la
decisione migliore. Così la giovane donna si era messa al lavoro per
organizzare la partenza, aiutata dalla fidata Kiyu, una donna Xhosa che
serviva Sanny da quando quest'ultima era poco più di una bambina. Assieme
avevano coordinato il lavoro di una decina di giovani indigeni e nel giro
di un mese era tutto pronto per la partenza.
E così quella mattina di
inizio febbraio il carro telonato di Sanny e Jan si incolonnò dietro gli
altri e iniziò la lenta attraversata prima del Piccolo Karoo e poi del
Gran Karoo. Molte altre famiglie avevano infatti deciso di partire, spinte
dalle medesime motivazioni che avevano condizionato Jan. Anche per lui non
era stato semplice lasciare tutto e partire spinto dal sogno di una terra
promessa, ma oramai la decisione era stata presa e non si poteva più
guardare indietro. Era sicuro che a Nord dei Monti dei Draghi avrebbe
trovato nuove possibilità e una nuova vita assieme all'amata moglie.
Il loro non era stato però un matrimonio d'amore, ma un comune patto
d'affari tra famiglie. In definitiva un accordo teso ad unire due delle
più importanti e antiche famiglie boere della Colonia, i Krige e gli Uys.
L'amore era arrivato dopo, con la conoscenza reciproca che aveva fatto
crescere la stima e l'affetto. Sanny era cresciuta in una grande tenuta,
quarta di cinque figli e con il modello della propria madre. Ma più di una
volta era stata tentata di ribellarsi ad un destino che sembrava già
scritto. E quando arrivò la proposta di matrimonio da parte di Jan era
stata tentata addirittura di scappare. Non che non gli piacesse quel
giovane uomo biondo, forte e imponente come un dio nordico, ma pensava che
forse la Vita poteva riservarle altro che non un matrimonio e dei figli.
Ma fu solamente un pensiero, rapido ed evanescente. Dove sarebbe mai
potuta andare? Sapeva benissimo che il ruolo di una donna era accanto ad
un uomo, ad allevare i figli e a gestire la loro casa. Così era stato per
sua madre e per tutte le sue antenate e così sarebbe stato per lei. Forse
le sue figlie avrebbero potuto scegliere il proprio futuro, e lei si
sarebbe impegnata a crescerle con più libertà, ovviamente quando e se
fossero arrivate. Per il momento infatti Sanny e Jan ancora non erano
divenuti genitori, e sicuramente il lungo viaggio avrebbe rallentato
ancora il loro proposito.
Dopo giorni di viaggio la carovana si
fermò nel mezzo del Karoo. Quando vrou Kirige si affacciò dal carro le si
presentò di fronte un'infinita distesa di arbusti e terra rossa. E
all'orizzonte colline verdi. Lo sguardo poteva spaziare in lungo e in
largo e non trovare alcun punto di riferimento. Si accesero i fuochi e si
montarono le tende. Jan si avvicinò alla moglie, la abbracciò e la baciò a
lungo. Lei si lasciò trasportare da quell'abbraccio e sentì rinnovarsi una
volta di più l'affetto e l'amore che provava per lui. Era un affetto
tenero, nato piano piano dopo il matrimonio e cresciuto con il tempo. La
gestione condivisa della fattoria e la necessità di affrontare i piccoli e
grandi problemi quotidiani, avevano rafforzato il sentimento fino a
trasformarlo in Amore. Infatti Jan fin dall'inizio del loro matrimonio,
aveva coinvolto Sanny nella gestione attiva non solo della casa, ma anche
nelle scelte relative alle coltivazioni e all'allevamento.
E così
sarebbe stato anche nella loro nuova vita a Nord.
Sanny si strinse
al marito e poi lo guardò, lasciandosi cullare dal suo sguardo. Gli occhi
di Jan erano azzurri e i suoi capelli erano biondi, le spalle larghe e i
fianchi stretti. In definitiva un tipico esempio di uomo iperboreo. Del
resto le origini della sua famiglia erano proprio in Norvegia e in
Germania, e Jan le custodiva con fierezza. Amava sentire i racconti della
sua terra d'origine, raccontate dal nonno nelle lunghe notti nel veld,
rischiarate dai falò. Si entusiasmava nel sentire e poi nel leggere i miti
del Nord, le vicende di Odino, di Mimir e di Thor. Sentiva in sé il sangue
vichingo, ma anche l'essere africano. Se la sua terra d'origine era il
Nord Europa, Jan però era nato in Africa, da genitori a loro volta nati in
Africa, in una famiglia che era arrivata in quella terra nel lontano 1652.
Il giovane uomo sapeva che il suo destino era attraversare il Karoo e
contribuire a fondare una nuova comunità assieme alle altre famiglie che
avevano deciso di compiere questo lungo viaggio.
Sanny si avvicinò
al fuoco e iniziò a preparare la cena aiutata dalla fedele Kiyu.
Quest'ultima era stata a servizio della famiglia della giovane Afrikaner,
occupandosi dei bambini e in particolare della piccola Sanny. Le aveva
insegnato a leggere le sfumature della natura, a cogliere nei cambiamenti
del tempo i segni dell'avvenire. Su tutto però la giovane amava saper
ascoltare i sussurri degli spiriti, che la donna Xhosa evocava quando
pensava di non essere vista da nessuno. Sanny aveva insistito per poter
essere presente a quelle cerimonie e poter apprendere l'antica arte dello
spiritismo. Con il tempo era divenuta una brava medium, in grado di
sentire gli spiriti anche senza evocarli. Così come ora nel Karoo, Sanny
sentiva l'energia della natura, il suo inteso e perenne scorrere e
prendere le forme più disparate. Jan amava il mito normanno e iperboreo,
Sanny invece era stata in grado di unire le leggende delle foreste del
Nord e dei suoi elfi, con la potenza dello Spirito dell'Africa,
sviluppando la capacità di cogliere il Tutto, dal Mar del Nord al Karoo.
Chiuse gli occhi e si mise in ascolto, percepì uno spirito giungere a lei
e sussurrarle di non temere, presto sarebbe giunta nella terra oltre il
fiume Orange e avrebbe generato nuove vite. Rincuorata da quella visione
Sanny riaprì gli occhi e si accostò al fuoco per controllare lo stufato di
montone che Kiyu stava cuocendo.
Bisanzio Velata
FINE