Palazzo del Quirinale, Roma, aprile 1930
Sua Altezza Reale il principe del Piemonte Umberto era in
trepidazione, al pari di un adolescente di fronte alla sua prima
fidanzatina.
Il giovane uomo percorreva in lungo e in largo il suo
studio al primo piano dell'antica residenza papalina, e attendeva l'arrivo
di Jia Ruskaja. Una donna un mistero, forse addirittura più di
un'ambiguità aleggiava attorno all'affascinante danzatrice, pensava il
giovane Savoia.
Nei salotti romani si favoleggiava del suo arrivo dalla
Russia in fiamme, fuggita portando, cucito nella fodera di una pelliccia
di volpe bianca, un diadema dono della zarina Alexandra. Addirittura c'era
chi, tra la nobiltà nera capitolina, sosteneva che la giovane fosse la
principessa Anastasia miracolosamente fuggita alla furia giustizialista
dei bolscevichi.
Il valletto personale del Principe bussò alla
porta e il giovane Umberto ritornò alla realtà.
"Vostra Altezza, madame
Ruskaja chiede di essere ricevuta".
"Perfetto, fatela accomodare.
Grazie".
La dama fece il suo ingresso e fu come se tutta la stanza
improvvisamente fosse avvolta in una calda luce e in una dolce e intensa
fragranza d'ambra.
"Buongiorno Vostra Altezza" - " Buongiorno a lei
Jia".
"Cosa vi porta qui al Quirinale?", chiese Umberto.
"La
richiesta di un piccolo aiuto per la mia scuola di danza".
"Ogni vostro
desiderio è un comando per me", sottolineò ironicamente il rampollo di
casa Savoia.
Dopo di che si avvicinò alla giovane e la baciò
appassionatamente.
Il principe e la ballerina si erano conosciuti
ad un ballo nel palazzo principesco dei Doria-Pamphilj. L'attrazione
reciproca era stata immediata, come un colpo di fulmine.
A dire la
verità per la bella russa il principe era uno dei tanti spasimanti,
sicuramente il più illustre e facoltoso, considerato il nobile casato al
quale apparteneva, ma certamente non l'unico uomo che la colmava di gemme,
fiori e pellicce.
Jia amava teneramente il suo principe italiano, ma
era anche ben decisa a riprendersi quanto la scellerata rivoluzione
d'Ottobre le aveva ingiustamente tolto.
Così iniziò ben presto a
sfruttare le sue doti artistiche, ammaliando uomini e donne grazie ai suoi
volteggi, alle piroette e alle sete leggere e quasi trasparenti che
avvolgevano il suo corpo in scena.
Ora era decisa a sfruttare le sue
conoscenze per favorire il successo della sua scuola di danza, che con il
tempo sarebbe divenuta l'Accademia Nazionale di Danza di Roma.
Jia
e Umberto erano abbracciati e stesi sotto il baldacchino dell'imponente
letto principesco dell'uomo, la donna fumava una lunga e sottile sigaretta
francese, aspirando il fumo nelle profondità dei polmoni e rilasciandolo
in leggere e azzurre nuvole, mentre il principe contemplava lo splendido
corpo bianco della danzatrice.
"Jia stesa così a letto assomigliate
proprio alla Paolina Bonaparte del Canova, avete la pelle bianca e
splendente come il marmo".
"Grazie Vostra altezza, e voi a chi
assomigliate?", domandò la giovane, mentre accarezzava il petto nudo di
Umberto.
"Mah, secondo voi?".
"Fatevi guardare meglio", e così
dicendo la giovane si alzò e si sedette sul corpo steso del principe,
sentendo la reale virilità del principe penetrare nelle sue viscere.
"
Umh....potreste assomigliare ad.....un bel rospo!!!!", sospirò Jia
mettendosi a ridere.
Il principe allora la rovesciò sul letto e si
stese sopra di lei, la baciò nuovamente con passione, le divaricò le gambe
e la penetrò a fondo, inarcando la schiena e contraendo le sue tonde e
sode natiche principesche.
Jia si inebriava di piacere e graffiava la
schiena di Umberto mentre il ragazzo cavalcava la sua giumenta con
passione, fino al culmine di un impetuoso orgasmo.
"E ora, mi sono
trasformato in un principe?", chiese Umberto mentre si rivestiva.
"Forse...." , rispose la giovane ridendo fragorosamente.
La ballerina
non si stancava di osservare il corpo nudo del rampollo reale, il quale
non era meno rapito dalla pelle, dai seni e dai fianchi della donna.
Jia uscì dagli appartamenti del principe, scese dallo scalone
principale del Quirinale, e non resistette alla tentazione di attardarsi
un po' negli splendidi giardini all'italiana del palazzo.
Mentre si
inebriava dei profumi delle camelie e delle peonie in fiore la giovane
danzatrice si ritrovò a fianco una giovane signora, dall'aria
aristocratica e solitaria.
Comprese immediatamente di chi si trattasse
e con un lieve inchino sussurrò:
"Buongiorno Vostra Altezza."
"Buongiorno a Lei Jia Ruskaja".
La principessa Maria Josè era più
bella che mai, anche se alla danzatrice non sfuggì una sfumatura di
malinconia nei suoi occhi regali.
"Madame Ruskaja ho avuto modo di
assistere al suo spettacolo l'altra sera e le porgo i miei complimenti.
Potrei definirla proprio una Principessa sulle punte."
"Sono onorata
che a Vostra Altezza sia piaciuta la mia interpretazione", rispose un po'
intimidita la ballerina.
"Volete fare una passeggiata con me?" ,
propose la principessa.
"Certamente Vostra Altezza", rispose Jia.
Le due donne allora percorsero in silenzio un tratto del Viale dei
Sarcofagi e si fermarono di fronte alla Fontana delle Bagnanti.
La
futura Regina di Maggio guardò la giovane in silenzio, si compresero
vicendevolmente, si voltò e scomparve nei giardini.
Jia Ruskaja guardò
la bellissima principessa belga perdersi fra gli alberi e pensò al suo
prossimo appuntamento della giornata: una visita al conte Galeazzo Ciano.
FINE
Bisanzio Velata