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RACCONTI

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Bisanzio Velata
«Spieglein, Spieglein an der Wand, wer ist die Schönste im ganzen Land?»






 


Berlino, 24 maggio 1913

Sua Altezza Imperiale e Reale Vittoria Luisa, figlia del Kaiser di Germania si apprestava quella mattina a sposare Sua Altezza Reale Ernesto Augusto, III duca di Brunswick. Era un giorno importante perché l'unione di questi due cuori poneva termine alla decennale inimicizia fra le dinastie degli Hohenzollern e quella degli Hannover. La diatriba era iniziata ben prima che i due giovani nascessero, infatti risaliva all'annessione del principato di Hannover da parte della Prussia nel 1866 e nei successivi anni si era intensificata fino a divenire scontro aperto.
Il destino però incaricò Amore di porre rimedio a quella situazione incresciosa. E così attraverso la madre, Principessa Thyra di Danimarca, il giovane principe esiliato fece il suo ingresso alla corte tedesca.
In realtà il motivo per cui Ernesto si presentò a Berlino era tragico, infatti si trattava di un atto di ringraziamento da parte di suo padre, il Duca di Cumberland nei confronti dell'Imperatore che aveva inviato le sue condoglianze per la prematura dipartita del Principe Giorgio, fratello maggiore di Ernesto, morto in un incidente automobilistico il 20 maggio 1912. Da questa situazione di grande dolore Amore ne trasse invece nuova energia e la trasformò in un qualche cosa di positivo e di bello per entrambe le famiglie.

Infatti appena vide il delicato volto di Vittoria, Ernesto comprese che lei sarebbe stata l'amore della sua vita. Restavano però due piccole questioni insolute: fare innamorare la giovane donna e ottenere il permesso da Guglielmo II di poter coronare il suo sogno d'amore.
Il fall in love avvenne in occasione di un ballo che il Kaiser organizzò nello splendido Castello di Berlino (distrutto purtroppo nel 1950 per fare posto ad una piazza per le adunate di massa). Tutta l'aristocrazia tedesca era presente e la principessa Vittoria, unica figlia femmina di Guglielmo II, era più splendida che mai. Un lungo abito in seta blu e ornato di piccoli diamanti, al pari del cielo notturno berlinese, la avvolgeva, mettendo in evidenza la sottile vita, secondo la moda del periodo. Una tiara donatale, per il suo ingresso in società, dalla nonna la britannica imperatrice Vittoria, le ornava i biondi capelli raccolti sul capo.

Anche il duca di Brunswick sembrava un dio nordico quella notte. L'alta uniforme della cavalleria tedesca ne esaltava l'atletico fisico, evidenziando le gambe muscolose, il possente torace, le forti braccia e le ampie spalle. Il biondo dei suoi capelli rifletteva la luce delle centinaia di candele che, ardendo sui candelabri in argento, illuminavano le sale del ricevimento. Amore scagliò i suoi dardi dorati e i due giovani si videro e si innamorarono all'istante l'uno dell'altra. "Mi concedete questo valzer, Vostra Altezza Imperiale e Reale", sussurrò il giovane principe. "Con piacere, Vostra Altezza", rispose la principessa. I due giovani si presero per mano, i baffetti dorati di Ernesto fremettero di desiderio, e ballarono tutta la notte.

Da quella festa in poi tutto il Gotha reale e aristocratico d'Europa e non solo, non parlava d'altro che dell'imminente e certo fidanzamento fra un Hannover e una Hohenzollern.
Sotto certi aspetti questa storia ricordava il Romeo e Giulietta di Shakespeare, due giovani innamorati, ma appartenenti a due ricche famiglie in guerra. E invece il Fato non volle ripetere una seconda volta la tragedia di Verona e così fece sì che Guglielmo II il Kaiser di Germania, acconsentisse alle nozze.
E in tal modo si arrivò al 24 maggio 1913. Il matrimonio fra Vittoria Luisa di Hohenzollern e Ernesto Augusto di Hannover fu un evento memorabile, non solo per lo sfarzo della cerimonia, ma anche perché fu l'ultimo grande avvenimento che riunì le teste coronate e la nobiltà di tutta Europa, prima del massacro della Guerra Mondiale.
Infatti vi parteciparono fra gli altri il re Giorgio V e la regina Mary di Gran Bretagna, lo zar Nicola II con la zarina Alessandra d'Assia, il re d'Italia Vittorio Emanuele III e la regina Elena del Montenegro e Costantino I di Grecia e la consorte regina Sofia di Prussia. Quest'ultima venne invitata nonostante i dissapori con l'Imperatrice Augusta Vittoria, causati dalla scelta di Sofia di abiurare la fede evangelica per abbracciare la religione greco-ortodossa e poter in tal modo coronare il suo sogno d'Amore con Costantino. Dal 1889, anno del matrimonio fra Sofia e il re di Grecia, e il 1913 di acqua sotto i ponti ne era passata molto, ma nonostante ciò tra le due donne il gelo regnava ancora.

La festa dunque fu memorabile e i giornali e i salotti ne parlarono per mesi e mesi, fino a quando il 28 giugno 1914 a Sarajevo l'Arciduca d'Austria e la moglie Sofia non furono uccisi, gettando il mondo nella carneficina e cambiandolo per sempre. Ma questa è un'altra storia, e noi dobbiamo tornare a Vittoria Luisa e a Ernesto e al loro romance.
Quando le ultime candele furono spente e i primi timidi raggi solari colorarono di rosa il nuovo giorno, i due sposi poterono ritirarsi nelle loro stanze. Congedarono i loro rispettivi valletti e cameriere personali e finalmente furono l'uno nelle braccia dell'altra.
Il principe aiutò la sua principessa a spogliarsi, lentamente le tolse la tiara, il velo e l'abito in seta bianca e la poté ammirare nella sua nudità. Nell'accarezzarla dolcemente sentiva sotto i polpastrelli la sua pelle vellutata, morbida e profumata. Le prese i seni in mano e li baciò con voluttà. Vittoria allora si stese dolcemente sul letto e ammirò il suo principe spogliarsi. Il desiderio cresceva in lei, mano a mano che la pelle del ragazzo si mostrava sempre più nuda. Non appena l'ultimo scampolo di tessuto fu a terra, Ernesto si rivelò a sua moglie in tutta la sua possanza e forza. La sua virilità si ergeva minacciosa e invitante allo stesso tempo e la principessa non si fece ne pregare ne attendere per accogliere dentro di se tutta quella meraviglia. La forte schiena del duca di Brunswick si arcuava e le sue sode natiche si contraevano nello sforzo piacevole di penetrare sempre più a fondo la sua giumenta. E Vittoria, in preda all'estasi dei sensi affondava le unghie nella muscolosa carne dei glutei del suo cavaliere, chiedendo ancora e ancora di quella benedizione. Assieme irruppero e conclusero in un orgasmo divino, ed Ernesto inondò la sua giovane sposa del suo reale seme. Vittoria lo accolse in se' con bramosia, gran soddisfazione e immensa gratitudine, non solamente quella notte, ma nelle molte altre, che Amore e gli altri dei concedettero loro.

Infatti l'unione fu benedetta dalla nascita di ben cinque figli, fra cui una bellissima bambina di nome Federica, che condivideva con la madre il fascino e la vanità. E sarà proprio la vanità a tradirla sul finire della sua vita.
La principessa Federica di Hannover divenne Regina degli Elleni, sposando Paolo di Grecia e generò fra gli altri la piccola Sofia, che diverrà Regina di Spagna.
Ma questa è un'altra storia, tutta da scrivere e da raccontare.






FINE



Bisanzio Velata


 





 
 
 



Il racconto è frutto di fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale..
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