The White House,
Washington D.C., United
States of America, maggio 1904
Mrs. Edith Roosevelt scese in
giardino e si soffermò ad osservare le piante. Le camelie stavano fiorendo
e le rose timidamente si apprestavano a colorare di rosa e di giallo le
aiuole.
Quella sera si sarebbe svolto un ricevimento alla White House
e la first lady voleva abbellire il salone delle feste per poter avere
attorno a se' un qualche cosa di bello, ma di naturale.
Mrs. Roosevelt
amava molto l'atmosfera neoclassica della residenza presidenziale, anche
se poco tollerava la falsità e la mediocrità di molti dei funzionari che
costituivano l'entourage di suo marito. Ma questo era il pezzo da pagare
per poter essere li dove erano.
Quando Mr. Roosevelt si sposò la prima
volta, con Alice Hathaway nel 1880, Edith comprese quanto amasse quel suo
compagno di giochi che condivideva con lei la boscosa Norwich
(Connecticut), the Rose of New England. Nello stesso tempo realizzò che
non avrebbe mai potuto coronare il suo sogno d'amore e questo la addolorò
alquanto.
La vita però è una ruota che gira incessantemente e nel 1886
Miss Kermit Carow si ritrovò a dire yes I do e divenire in tal modo Mrs.
Roosevelt. E per un analogo gioco del destino arrivò ad occupare il ruolo
di prima signora d'America.
Infatti l'assassinio del Presidente
McKinley nel 1901 consegnò al marito le chiavi della stanza ovale e lei,
pur timida e riservata, si ritrovò a gestire una improvvisa e non
desiderata notorietà.
Certamente nel corso della campagna
elettorale aveva seguito il marito in giro per gli Stati Uniti e aveva
fatto del suo meglio per aiutare il Partito Repubblicano a vincere le
presidenziali.
Quanta fatica, ma anche quanti bei momenti! Edith
guardava il suo Paese con lo sguardo dell'amore, così come era rimasta
estasiata dall'Europa durante la luna di miele.
Rivedeva con gli occhi
del cuore Londra, Parigi e Roma, e soprattutto rivedeva suo marito, un
giovane uomo innamorato della sua sposa.
In particolare le era rimasto
nell'anima il piccolo principato di Monaco, la sua Rocca e il suo mare
blu. L'ospitalità del principe Carlo III e della moglie la principessa
Antoinette de Mérode si era dimostrata perfetta e degna di una coppia di
sovrani, e non di americani provenienti dalla Nuova Inghilterra.
Le
cene e i balli nel Palazzo che sovrasta il mare, le partite a carte nel
Casinò e le passeggiate sulla spiaggia, con un ombrellino di prezioso
pizzo fiammingo dono della belga principessa Antoinette, a proteggere la
pelle di porcellana di Mrs. Edith. La belle époque era al suo apice e
celebrava se stessa nel piccolo principato sito nel Mediterraneo
occidentale. E dopo essere stati nel sud della Francia, i coniugi
Roosevelt si spostarono nel sud Italia.
La Sicilia li attendeva con il
suo sole e i suoi agrumi.
Prima tappa Palermo, e poi Trapani, le Egadi
e Siracusa.
Fu soprattutto sulla piccola isola di Marettimo che Edith e
Theodore poterono godere del mare e dell'ospitalità dei pescatori, unici
abitanti della piccola isola.
Quanti bei ricordi che si affacciavano
alla memoria di Mrs. Roosevelt, ora che si inebriava del profumo delle
peonie in fiore nei giardini della White House.
"Theodore raggiungimi
un attimo qui in giardino", disse Edith dopo aver intravisto il marito
affacciarsi da una finestra del primo piano.
"Vieni a guardare questa
meraviglia della Natura e a inebriarti del sole di Primavera". Mr.
Roosevelt nel sentire la moglie rientrò nella villa, percorse i corridoi
facendo scricchiolare l'antico parquet in mogano ed uscì all'esterno.
Il sole di Maggio lo abbagliò, come se fosse riemerso dalla caverna
platonica, attraversò il prato e raggiunse Edith. La abbracciò e la
strinse a se', ed ella si lasciò accarezzare e pervadere da una sensazione
di sicurezza. Il sole illuminava i due innamorati e un lungo bacio
suggellò quel pomeriggio di inizio Primavera.
"Che bello esserti
accanto, mia amata", sussurrò Theodore all'orecchio della moglie,
scostandole una ciocca dei capelli castani.
"Grazie amore mio. Anch'io
penso di essere davvero fortunata ad averti sposato".
"E ora, per
favore, aiutami a scegliere i fiori per stasera".
Tutta la creme de la
creme di Washington D.C. era seduta attorno al grande tavolo nella sala da
pranzo al 1600 di Pennsylvania Av e attendeva l'arrivo della First Lady. I
candelabri in argento ardevano e illuminavano di calda luce ambrata il
tavolo in noce, l'argenteria, il vasellame in porcellana francese e le
peonie, le rose e le camelie che profumavano e abbellivano la stanza. Alle
20.30 in punto la grande pendola batté l'ora e fece il suo ingresso Mrs.
Edith Roosevelt. Tutti si alzarono in piedi e lei, splendida nel suo abito
blu da sera, ornata solamente da una lunga collana di candide perle e da
una peonia rosa fra i capelli raccolti e tenuti fermi da un piccolo
fermaglio, incantò tutti i presenti dando di se' l'immagine di una
principessa europea, della più bella principessa del vecchio continente.
Addirittura ci fu chi per dignità e portamento la paragonò all'imperatrice
Sissi.
Edith visse quella sera il suo trionfo, in quella monarchia
repubblicana che sono gli Stati Uniti d'America.
Dopo la cena tutti gli
invitati si spostarono nella sala della musica e Mr. e Mrs. Roosevelt
aprirono le danze. Il valzer inebriava e stregava signori e signore,
conducendo tutti in terre lontane.
Le porte finestre delle terrazze
erano aperte, l'aria della Primavera faceva piacevolmente tremare le
fiammelle delle candele e il firmamento con le sue miliardi di stelle era
un palcoscenico che ammirava in silenzio Edith, ora che anche la luna si
era ritirata dalla impari lotta.
FINE
Bisanzio Velata