HOME       CERCA NEL SITO       CONTATTI      COOKIE POLICY

1
RACCONTI

1

Bisanzio Velata
White Bandages 






 


Colonia del Capo, Lambert's Bay, Africa del Sud, ottobre 1902

Elizabeth guardava stendersi l'oceano di fronte a sé e pensava al suo Paese, a ciò che stava divenendo la terra dove era nata. Una terra imbevuta del sangue di migliaia di giovani britannici e boeri che si massacravano in guerra. La giovane guardò ancora una volta l'orizzonte e poi volse le spalle e fece ritorno a casa.
Lady Elizabeth Somerset discendeva da Lord Charles Somerset, governatore della colonia nel diciottesimo secolo e poi stanziatosi definitivamente in quella terra così lontana dall'Inghilterra, sperando di accrescere la sua fortuna. Lei era nata e cresciuta in terra d'Africa e sebbene fosse stata varie volte in Gran Bretagna si sentiva fortemente legata alla magia di quel continente. Amava il cielo africano incendiato da magici tramonti, adorava il mare in tempesta e le lunghe giornate piovose. E su tutto non poteva fare a meno del sole d'Africa che la riscaldava nei giorni ventosi.

Ancora sopra pensiero la giovane attraversò il giardino ed entrò in casa. Una grande e solida casa in stile coloniale, molto elegante con la sua facciata bianca e le sue colonne neoclassiche .
Andò direttamente in camera, si fece aiutare dalla cameriera a spogliarsi e si immerse in un bagno caldo e rigenerante.
In quei giorni Elizabeth era sola a casa, suo padre infatti stava organizzando la repressione della guerriglia boera ed era impegnato al fronte. Così libera da impegni mondani e di cortesia la giovane poteva godersi la tranquillità della veranda sorseggiando una fumante tazza di tè caldo e assaporando i suoi adorati scons con la marmellata di ciliegie e il burro salato. Certo un po' di ansia e di apprensione impensierivano Elizabeth, il padre si esponeva a rischi mortali per il suo Paese e il suo Re. Però Lord Somerset era sempre stato un valido ufficiale per cui se la sarebbe cavata egregiamente anche questa volta. La giovane aveva oramai compiuto venti anni e da quando era scomparsa la madre svolgeva con eleganza e preparazione il ruolo di perfetta padrona di casa. Presto si sarebbe anche sposata, con un qualche ricco proprietario terriero di origine anglosassone. Bisognava solamente attendere che il padre scegliesse il partito migliore per la sua unica e adorata figlia.

Mentre guardava scendere una bianca goccia di latte nella tazza rococò un pensiero improvviso e pervasivo si intrufolò nella mente della giovane Lady. Che fine aveva fatto la sua copia di Pride and Prejudice? La stava leggendo proprio quando era stata chiamata per una commissione....ma certo, pensò Elizabeth, doveva essere nella serra. Del resto si era recata giusto in quel luogo con il libro in mano quella mattina. E così, come spinta da un bisogno irrefrenabile, si recò nella magnifica orangerie.
Quando entrò fece un giro fra le piante, cercando il capolavoro di Jane Austen, e improvvisamente vide un giovane uomo, tutto coperto di sangue e di ferite e privo di conoscenza. Non si perse d'animo e anzi si fece coraggio cercando di mettere in pratica gli insegnamenti appresi al corso per crocerossine. La Colonia del Capo del resto era un paese in guerra e le donne, come gli uomini, erano chiamate a dare il loro contributo. Strappò l'orlo della sua gonna e con questo cercò di tamponare le ferite e si tolse lo scialle avvolgendovi il giovane uomo. Dopo di che corse a chiamare la sua cameriera. " Presto Amba, vieni c'è un uomo ferito nella serra". La donna rimase perplessa nel sentire quella richiesta, ma non fece domande e seguì in fretta Elizabeth.

Arrivate nella serra constatarono che l'uomo era ancora vivo e a gran fatica lo portarono in una camera da letto nella magione. "Amba vai a prendere dell'acqua calda, degli asciugamani puliti e delle bende", "certo milady" rispose la cameriera. "E non dire nulla a nessuno", aggiunse la giovane. Un presentimento l'aveva raggiunta, come se quello dovesse essere un segreto. Del resto non poteva essere un caso se nessuno del numeroso personale di servizio operante alla villa aveva notato la giovane padrona, e la sua fidata cameriera personale, portare in casa un uomo ferito.
In attesa che la donna ritornasse con l'occorrente, Elizabeth iniziò a togliere la camicia, o meglio quello che ne rimaneva, al giovane uomo, scoprendo una ferita d'arma da fuoco alla spalla e una all'altezza delle costole. "Ecco milady, asciugamani, acqua calda e bende bianche". "Grazie Amba, vai a prendere anche del whisky. Se dovesse rinvenire glielo faremo bere. Qui bisogna intervenire per togliere le pallottole". A quel punto la giovane lady rivolse lo sguardo alle gambe dell'uomo e vide che anche lì era presente una ferita, probabilmente causata da una caduta. Si piegò e tolse i pantaloni al ferito, rivelandolo in tutta la sua nudità.

Elizabeth aveva fatto un corso da infermiera e aveva anche fatto pratica in ospedale durante la seconda guerra Anglo-boera, però non aveva mai visto un uomo nudo in vita sua. Infatti Elizabeth non era stata un'infermiera in servizio in prima linea e ai malati si era limitata a somministrare delle medicine o a leggere dei libri o a scrivere lettere sotto dettatura per le loro mogli o fidanzate. Quella vista dunque la turbò, anche solamente per pochi attimi, poi però il sangue freddo le tornò, e così pure Amba con il wishky. Lady Somerset ne prese un bicchiere e lo ingoiò rapidamente, lasciando un po’ perplessa la cameriera, e iniziò la difficile operazione di rimozione delle pallottole. Quando ebbe finito lavò tutto il corpo dell'uomo e poi bendò le ferite usando le candide bende. Cambiò le lenzuola sporche di sangue con un paio fresco e profumato di bucato. Dopo di che lasciò il giovane uomo al suo sonno, mai interrotto fino a quel momento.
Stremata Elizabeth si recò in bagno e si abbandonò ad un lungo e ristoratore bagno caldo. Non appena fu immersa nell'acqua chiuse gli occhi e rivide i forti muscoli di quell'uomo, le sue forti braccia, le sue gambe muscolose e le sue natiche possenti. "Ma cosa vado fantasticando", pensò la giovane. Si alzò e uscì dall'acqua. Non aspettò nemmeno Amba, si rivestì e uscì in direzione dell'Oceano, l'unico in grado di calmarla in assenza del padre. Continuava a dirsi che non poteva abbandonarsi a stupide fantasticherie, non sapeva nemmeno chi fosse quell'uomo, poteva essere un criminale o peggio ancora.....un boero! Certo, ora era tutto chiaro. Sarebbe tornata a casa e avrebbe mandato Amba a chiamare lo sceriffo.

Con questa convinzione rientrò nella sua villa e prima di mettere in pratica i suoi propositi decise di andare a vedere come stava l'uomo. Entrò senza fare rumore per non svegliarlo e lo guardò. Controllò le fasciature, da bianche erano divenute rosse. Non poteva chiamare lo sceriffo ed esporre al pericolo di uno spostamento quell'uomo così gravemente ferito, anche se fosse stato un pericoloso criminale. Allora decise che avrebbe comunicato alle forze dell'ordine l'accaduto l'indomani. Scese in salotto e convocò la cameriera. " Amba, io non so chi sia l'uomo che dorme al piano di sopra. Per ora non diciamo nulla e domani vedremo il da farsi. Nel frattempo questa notte dormi tranquilla, tanto non credo che possa farci del male ridotto come è". "Certo milady".
Alle sette come di consuetudine Elizabeth cenò, sola e immersa nei suoi pensieri. La grande sala da pranzo sembrava riecheggiare le sue paure e le sue ansie, ma anche i suoi desideri. Le ampie finestre aperte sulla notte africana, lasciavano entrare l'aria dell'Oceano Atlantico e della foresta, con le sue voci, le sue speranze, le sue ricchezze, ma anche le sue miserie. Dopo aver consumato una cena leggera decise di andare a controllare il ferito e di cambiargli le bende. Si avvicinò al letto, scostò le lenzuola e tolse i bendaggi macchiati di sangue e li sostituì con bianche bende profumate di lavanda. Mentre lo faceva non poteva non perdersi fra quei muscoli. Un magnifico corpo glabro, eccezion fatta per i riccioli biondi del pube. Elizabeth si scostò da quei pensieri, terminò il lavoro, coprì nuovamente quel magnifico corpo con una candida coperta e si ritirò nelle sue stanze.
Nella notte William, questo il nome del giovane uomo ferito, si svegliò ed ebbe la sensazione di rianimarsi dopo un lungo letargo. Si guardò attorno, la luna illuminava la stanza e poté constatare che era vivo, nudo sotto le coperte e avvolto da bianche bende là dove era stato colpito dai proiettili del soldato britannico. Ma dove era? Pensava l'ufficiale boero.

Non ricordava nulla, se non che era fuggito dopo aver compiuto un'imboscata ad alcuni soldati inglesi e si era rifugiato in una casa. E ora? Cosa sarebbe stato di lui? Ma, forse per la stanchezza, o forse per il dolore delle ferite, il giovane William ricadde addormentato.
La mattina Elizabeth si svegliò presto e andò subito a trovare il giovane uomo. Entrò piano piano nella stanza e si accostò al letto. Improvvisamente l'uomo aprì gli occhi ed afferrò il braccio della giovane lady. "Chi siete?" domandò William. "Ma chi siete voi? Piuttosto!" Rispose Elizabeth. " siete entrato in casa mia, vi sto curando e non vi ho ancora denunciato! E dovrei darvi spiegazioni, io?!". Detto ciò la giovane si volse e fece per andarsene. Ma William si alzò e con grande sforzo cercò di raggiungerla, afferrandola nuovamente. I due giovani si guardarono e solo allora l'uomo si ricordò di essere nudo e, nonostante le ferite, decisamente eccitato. Elizabeth arrossì e si girò dall'altra parte, mentre l'uomo si coprì l'abbondante erezione con le mani, si girò mostrando le sue natiche, sode, invitanti come pesche, e glabre, eccezion fatta per una leggera e quasi impercettibile peluria bionda, e tornò a letto. " Mi perdoni, se può" sussurrò William. " Le devo delle spiegazioni. Si sieda e mi ascolti se ha tempo. Per favore". Elizabeth allora fece un respiro profondo e disse:" l'ascolterò volentieri e con interesse. Però davanti ad una abbondante colazione, per lei e per me. Immagino che avrà fame, dal momento che, come minimo è da ieri che non tocca cibo". L'uomo annuì sorridendo e la giovane donna chiamò Amba e le chiese di portare tè, latte, burro, marmellata e pane. Dopo di che si mise in ascolto.
L'uomo iniziò a raccontare e solo in quel momento Elizabeth notò che parlava inglese con un accento afrikaans, e allora comprese.

" Il mio nome è William e sono nato e cresciuto nella Repubblica dell'Orange. La mia famiglia possiede una tenuta agricola da generazioni, e precisamente dal 1645 quando i miei antenati arrivarono in Sud Africa dall'Olanda. Pertanto sono quello che voi inglesi chiamate un boero". Elizabeth ascoltava, impietrita dallo stupore e dalla paura, ma nello stesso tempo affascinata dalla voce di quell'uomo e dalle sue parole. E William proseguì:" Quando i Britannici hanno attaccato la mia terra in questa seconda guerra, non ho esitato e mi sono arruolato per difendere tutto ciò in cui credo. E ieri ho partecipato ad un'imboscata, ad un'azione di guerriglia contro un commando inglese". La giovane lady lo interruppe, pensando al padre in guerra. " Ma questo non è il fronte, qui siamo lontano dalla Repubblica dell'Orange. Perché siete giunto fino a qua?". " Ve l'ho detto, era un'azione di guerriglia. Ma sono stato colpito e sono fuggito trovando riparo qui, presso di voi". William si interruppe, stanco per lo sforzo di parlare e di ricordare. Fece una breve pausa e poi aggiunse:" Bene, ora sapete tutta la verità. Se lo riterrete opportuno potrete denunciarmi". Detto ciò si accasciò sui cuscini prostrato dalla stanchezza. Allora Elizabeth gli guardò le ferite e vide le bende nuovamente rosse, così ne prese delle nuove, bianche, candide e profumate, disinfettò le ferite e cambiò la medicazione. Per un istante gli occhi dei due giovani si incrociarono, ma subito Elizabeth si alzò e turbata lasciò la stanza. Un giovane uomo, ferito e nudo in casa sua, e per di più pure boero. A questo pensava la giovane mentre si recava sulla spiaggia a cercare consiglio. Cosa fare? Denunciare William? Eppure i suoi occhi erano onesti, proprio come gli occhi di un agricoltore del sud, amante della sua terra e pronto a dare la vita per lei.

Quando si fu calmata Lady Somerset rientrò in casa e chiese ad Amba di preparare un pranzo leggero per l'uomo ferito, intanto che lei stessa pranzava. Quando ebbe terminato, decise di portare il pranzo a William e rifiutò la proposta d'aiuto fattale dalla cameriera. Prese il vassoio in argento e salì le scale. Bussò ed entrò. In quel momento il giovane uomo era fuori dal letto completamente nudo e cercava qualche cosa da mettersi. " Cosa state facendo?!", domandò Elizabeth. " Cerco dei pantaloni", " e perché? Cosa vi servono i vestiti? Avete freddo sotto le coperte?". "No, voglio andare via di qui, prima che voi mi denunciate. Tolgo il disturbo". A sentire quelle parole, la giovane lady si indispettì ed esclamò:" Voi, mio caro signor boero, non andrete da nessuna parte, fino a quando non vi sarete ristabilito completamente". E nel dire ciò si avvicinò all'uomo, il quale la prese fra le sue braccia e la gettò sul letto. "Vedete come sto bene?!", le sussurrò ad un orecchio William, provocando una scossa di piacere in Elizabeth. Istintivamente lui la baciò appassionatamente, esplorando con la lingua tutta la sua umida bocca e cercando con la sua frenetica mano la sua pussy. Una volta che l'ebbe trovata la solleticò con le dita, la allargò inserendovene due e fu pronto a penetrarla con il suo possente e duro pene. Elizabeth ansimava e apriva le gambe, in preda ad un grande desiderio, e attirava a sé William, stringendo le sue natiche per farlo aderire ancora di più al suo corpo e permettere una penetrazione ancora più profonda. Nonostante le ferite l'uomo la possedette proprio come uno stallone monta la sua giumenta; si amarono con ardore e passione e giunsero assieme all'apice del piacere abbandonandosi ad un orgasmo impetuoso.

Una volta appagati i sensi i due giovani rimasero abbracciati ed Elizabeth, facendo attenzione a non toccare accidentalmente le ferite, si addormentò fra le braccia del suo agricoltore boero. William rimase a guardarla come incantato da tanta bellezza e si accorse dal rosso che ora macchiava le bianche lenzuola che la giovane inglese era vergine. La abbraccio forte a sé fino a quando anche lui fu vinto dal sonno e si abbandonò fra le braccia di Morfeo. Quando la luce del pomeriggio iniziò a lasciare spazio alle tenebre della sera Lady Somerset si ridestò e realizzò pienamente quanto fosse accaduto in quella stanza. Si alzò facendo attenzione a non svegliare William, si rivestì e scese in soggiorno. Come aveva potuto lasciarsi andare in quel modo? Pensava di sé la giovane donna. Proprio come una prostituta di Cape Town, continuava a dirsi. Incurante di quanto le stesse dicendo Amba corse fuori in direzione dell'Oceano. Si era concessa ad un boero!!! Ma quanto le era piaciuto!! Questo non le dava pace, proprio il piacere provato fra le braccia di quell'uomo ferito, eppur pieno di ardore e di forza. Quanto desiderava ancora sentire il suo grosso pene dentro di sé, sentire la sua lingua esplorare le zone più recondite della sua femminilità e le sue dita strizzarle i capezzoli. Elizabeth persa in quei pensieri non si accorse nemmeno di essere tutta bagna ed eccitata. Giunta in spiaggia l'Atlantico come sempre la seppe calmare, la riportò alla lucidità dei suoi pensieri, e le fu chiaro ciò che avrebbe fatto da ora in poi. Avrebbe continuato a curare William e poi lo avrebbe lasciato andare, al suo destino, un destino lontano da lei e da ciò che lei era: una lady britannica, seppur nata in terra d’Africa.

Tornò a casa, e diede disposizioni ad Amba per la cena e dopo salì in camera del giovane boero. Entrò, lui era svegliò e guardava fuori dalla finestra la notte africana che ricopriva di oscurità tutto il mondo attorno a sé. Elizabeth non disse nulla, si avvicinò e controllò le ferite, le disinfettò e sostituì le bende sporche di sangue con delle altre, candide come le nuvole d'Africa in primavera. William la lasciò fare, comprendendo l'imbarazzo e i pensieri che stavano passando nella mente della giovane donna. Quando Elizabeth ebbe finito fece per voltarsi, ma William la trattenne. Lei si voltò e si perse negli occhi dell'uomo. Allora lui, quasi timidamente disse:" non mi avete detto come vi chiamate!". " Elizabeth, questo è il mio nome". "Il nome di una regina", commentò lui. " A breve vi porterò la cena", cambiò bruscamente discorso lei.
Quella sera però la cena non la portò Lady Somerset, bensì la cameriera Amba, che si occupò anche del bendaggio. William comprese benissimo che quanto era accaduto nel pomeriggio era qualche cosa di inammissibile per una lady inglese e gli dispiacque essere stato la causa di un così grave turbamento nella giovane Elizabeth.

Lady Somerset intanto si struggeva in biblioteca, cercando di mantenere un comportamento normale e consono alla sua persona e al suo rango sociale. Nella villa infatti era presente altro personale di servizio e la giovane, in accordo con la fidata cameriera Amba, aveva cercato di tenere nascosta la presenza dell'uomo. Ad un certo punto però non resistette più e decise di salire in camera per controllare come stesse ed eventualmente cambiare le medicazioni. Ovviamente era il desiderio a guidarla, ma Elizabeth non voleva e non poteva ammetterlo. Entrò, William era svegliò e la stava aspettando. Lei si diresse verso il letto, scostò le coperte rivelando tutto lo splendore della nudità di quell'uomo, nemico del suo popolo. Senza dire nulla lasciò cadere la sua leggera e candida veste da casa e si chinò sul turgido sesso del boero. Lo accarezzò prima con le dita e poi con la sua delicata lingua e infine quasi lo inghiottì dal desiderio. Lo assaporò in tutta la sua lunghezza, solleticandone i sodi e tormentosi testicoli. Quando fu appagata si sedette sopra a William e lasciò che il suo pene la penetrasse con ardore. Fu una notte indimenticabile per entrambi, assieme raggiunsero gli Champ-élisèe del piacere più volte e a stento e con difficoltà riuscirono a fare ritorno in questo mondo.
La mattina il sole sorse, ma i suoi raggi illuminarono un solo corpo nudo fra le lenzuola ancora umide degli umori della notte di piacere.
William se ne era andato, improvvisamente come era arrivato.







FINE



Bisanzio Velata


 





 
 
 



Il racconto è frutto di fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale..
© All rights reserved
https://twitter.com/BisanzioV
bisanzio.velata@gmail.com
TUTTI I RACCONTI DI BISANZIO VELATA
Photo     Margarita Kareva

© Bisanzio Velata - Tutti i diritti riservati
Il presente racconto è tutelato dai diritti d'autore.
L'utilizzo è limitato ad un ambito esclusivamente personale.
Ne è vietata la riproduzione, in qualsiasi forma, senza il consenso dell'autore


 

1

1

 


SEGUI LIBERAEVA SU

1 1 1

 

 

Tutte le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi autori.
Qualora l'autore ritenesse improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione verrà ritirata immediatamente.
( All images and materials are copyright protected and are the property of their respective authors.
If the author deems improper use, they will be deleted from our site upon notification.) Scrivi a liberaeva@libero.it

Questo sito non utilizza cookies a scopo di tracciamento o di profilazione. L'utilizzo dei cookies ha fini strettamente tecnici.
 COOKIE POLICY


 

1

TORNA SU (TOP)

 LiberaEva Magazine Tutti i diritti Riservati  Contatti


1