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Adamo Bencivenga
VITA
DA SINGLE
11
Mens xanax in corpore tavor
Ormai passavo le mie
giornate interamente a casa e mi ripetevo quanto non fosse
assolutamente vero che lo stare da soli provoca problemi
mentali, però poi quando il frigorifero non fu dello stesso
parere iniziai a preoccuparmi. Vivevo nel mio tunnel mentale e
mi sentivo come in un cul de sac senza via di uscita, ma
Gilberto immediatamente mi rispose: "Hai ragione e per uscire ci
vorrà un sac di cul!" Aggiungendo che la felicità è
un’invenzione dell’infelicità per farti sentire ancora peggio.
Meraviglioso il mio amico sempre pronto a darmi utili consigli.
Certo ormai mi ripetevo che era giunto il momento di
prendere una posizione. Allora mi accomodai sul divano
riflettendo sulla frase “Fatti non foste a viver come bruti ma
vi siete adattati alla grande!”
A proposito di frasi
romantiche, un giorno in un locale ascoltai involontariamente un
ragazzo dire alla sua compagna: "Amore, se ti portassi in un
campo di patate giuro che guarderei solo la tua.”
Nulla da
eccepire sul suo romanticismo e del resto il mondo di un uomo,
poggiava su tre grandi quesiti:
– Che si mangia stasera?
–
Me la darà?
– Era veramente rigore?
Poi consolandomi
mi convinsi che ero stato molto precoce con le donne, visto che
a 14 anni già non le capivo. Certo i tempi erano cambiati ed ora
mi sarebbe mancata la cornetta da sbattere alla fine di una
litigata telefonica. Ma ormai era acqua passata e mi ripetevo:
“Se sei in tempesta non puoi permetterti di scegliere il porto”
al punto che mi ero messo l’anima gemella in pace e purtroppo
pensai: “Tu mi completi” finora me lo aveva detto solo il
cruciverba.
Gilberto per consolarmi mi disse: “Guarda che
per capire la differenza tra uomo e donna, basta pensare agli
scacchi. Il re può muoversi solo di una casella, la regina fa
quel che cazzo vuole!” E poi: “Le cose non sempre vanno come
dovrebbero andarsene.” Aggiungendo: “Non puoi vivere una favola
se ti manca il coraggio di entrare nel bosco.” Certo che a forza
di sperare di essere il sogno di qualcuna alla fine avevo
passato la vita dentro un cassetto! Tentai la fortuna con un
gratta&vinci e dopo aver grattato uscì la scritta: “Il bello è
che non sei fortunato neanche in amore!” Aveva ragione da
vendere!
Mi annoiavo, sì, allo stesso modo di Dio quando
decise di mettere i peli intorno ai kiwi. Però allo specchio
dimostravo meno danni di quanti ne avessi realmente. A proposito
di specchi, per rimanere occupato decisi di pulire tutti gli
specchi su cui avevo cercato di arrampicarmi e per sollevarmi mi
resi conto che in fin dei conti avevo risposte bellissime per
tutte le domande che nessuno mi aveva mai fatto!
Gilberto
non si lasciò scappare l’occasione e sentenziò: “La persona
giusta riesce a farti innamorare due volte. Prima di lei e poi
di te stesso e poi ricordati sempre che la donna giusta è quella
che prima di portarla a letto, desideri portarla ovunque.” Ed io
mi ricordai la volta che in fila alla Posta conobbi una strafica
bionda, alta un metro ottanta, con la quarta di tette,
sorridente e affabile, ricordo che mi chiese anche di scambiarci
i numeri. Prima ero il 4 e dopo il 57.
Gilberto per
rassicurarmi la buttò sul tempo e la vecchiaia:
“A 20 anni:
bicipiti.
A 40 anni: tricipiti.
A 60 anni: precipiti.”
Sulla quarta di copertina di un libro di autostima maschile
c’era scritto: “Quello che le donne non dicono è niente rispetto
a quello che gli uomini non capiscono.” Del resto anche nella
realtà non era diverso, ricordavo quando avevo detto alla mia
ultima fiamma:
-Provi qualcosa per me?
-Ma non abbiamo la
stessa taglia!
Ero davvero depresso, mi chiudevo a riccio
ma le spine erano tutte dentro e mi ripetevo che se Leopardi mi
avesse letto sarebbe sicuramente tornato ottimista. Anch’io
avevo ancora qualche grammo di ottimismo, ma era per uso
personale. “Tutto è impossibile.” Mi ripetevo. “Basta volerlo!”
Ormai il mio passatempo preferito era unire i disappunti, ma
usciva fuori sempre un disdegno chiedendomi ogni volta se sul
carro dei vincitori salisse o meno il controllore.
Gilberto mi calmò: “I periodi migliori credo siano quelli in
cui, se togli le cuffie, continui a sentire la musica.” Eppure
continuavo a pensare che la foto più bella che avrei fatto
sarebbe stata quella che non avrei fatto in tempo a scattare,
perché sarei stato troppo felice. Gilberto chiosò: “Se ti affidi
al vento, non pensare ai capelli. E ricorda che se ti danno per
scontato tu raddoppia il prezzo!”
Geniale il mio amico, ma io ancora mi domandavo con
quanti CiufCiuf fosse scritto un codice binario. E
Gilberto prontamente mi disse: “Verba volant,
congiuntiva manco
decollant.” Forse la soluzione era dietro l’angolo ma io
ero dentro una rotatoria!
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Photo Lesia Kapinosova
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PRESI DALLA RETE. SI RINGRAZIANO TUTTI GLI AUTORI
COMPRESO IL SOTTOSCRITTO
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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