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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
Il gioco della seduzione
 


 
 

INTERNO GIORNO
TEATRO DELLE MASCHERE
Rosye: l’attrice
Marc: Il regista

Una donna bionda, bella ed appariscente attraversa tutta la platea vuota del teatro ed entra senza bussare nel piccolo studio del regista alla destra del palcoscenico.
Rosye: Disturbo?
Marc: Buongiorno Madame come posso esserle di aiuto?

Davanti all’uomo compare una meravigliosa creatura. I suoi occhi sono grandi di un azzurro cielo, le sue grandi labbra rosse ispirano sensualità e passione. Indossa un vestito rosso con una profonda scollatura e un paio di stivali neri di pelle fino a metà coscia.
Rosye: Oh buongiorno mi scusi per il ritardo…

La donna piuttosto trafelata si toglie il soprabito e lo poggia sulla sedia vuota. Da una piccola finestra si intravede la grande sala del teatro e le poltroncine rosse della platea. Ancora sorpreso e imbambolato per la visita il regista si alza in piedi per porgerle la mano. La donna non se ne accorge.
Marc: Mi scusi, lei è un’attrice?
Rosye: Perché non si vede?

La donna fa una giravolta a trecentosessanta gradi e allargando le braccia fa una ruota perfetta con la gonna.
Marc: Beh non intendevo questo. Non cerchiamo ballerine per questo spettacolo.
Rosye: Io sono un’attrice! E il sapersi muovere con grazia sulla scena non guasta mai.
Marc: Il suo nome?
Rosye: Rosalie de Rohan, ma tutti mi conoscono come Rosye.
Marc: Beh io non la conosco.

L’uomo consulta il suo tablet.
Marc: Aveva un appuntamento per questa audizione?
Rosye: Oh sì, credo... Aspetti dovrei avere nella borsa la email di conferma…

La donna fruga nella borsa e tira fuori, invadendo la scrivania del regista, una serie infinita di rossetti e trucchi, un pacco di assorbenti, un accendino, un paio di calze di seta nera, un portaocchiali ecc. L’uomo è piuttosto infastidito.
Marc: A me non risulta.
Rosye: Vabbè che importanza ha ora?
Marc: Mi spiace… Rosalie, ma noi facciamo audizioni solo su richiesta, nel senso che individuiamo le persone adatte per la parte per poi passare alla selezione diretta.

La donna sembra non ascoltarlo.
Rosye: Che dice sono adatta per questa parte?

Così dicendo fa tre passi verso il centro della stanza, poggia le mani suoi fianchi e poi con una posa teatrale si accascia tirando indietro la folta chioma bionda.
Marc: Lei sa di cosa si tratta?
Rosye: Veramente no, per questo glielo chiedevo…
Marc: Da questo si intuisce che non ha ricevuto nessun invito da parte nostra.
Rosye: Ma che formalità! Mi sembra di essere entrata in un Ministero Sovietico!
Marc: È una questione di regole e di correttezza!
Rosye: Lo sa vero che lei è un tipo piuttosto noioso?

L’uomo scuote la testa.
Marc: Si tratta di una pièce con due soli attori sulla scena, un signore distinto e una signora affascinante che si incontrano nella hall di un albergo, mentre i rispettivi coniugi sono nelle loro rispettive stanze…
Rosye: Piuttosto banale.
Marc: Mica pretenderà che le legga tutto il copione…
Rosye: Lei è l'autore?
Marc: Sono l’autore e il regista…
Rosye: Oh che gaffe… mi scusi, ma ne faccio molte, non sarà sicuramente l’ultima di questa giornata!
Marc: Tranquilla, non sono permaloso e poi spiegata così anche a me sembra una banalità. Comunque signorina, il suo nome non è nell’elenco delle audizioni, mi dispiace.

La donna finalmente si siede. Di colpo il suo bel viso assume un’aria tragica.
Rosye: Oh la prego guardi bene, è importante per me lavorare…
Marc: Signorina questa è Arte, non è lavoro!
Rosye: Secondo lei non vado bene per la parte?
Marc: Se avesse letto il copione sarebbe in grado di rispondere da sola.
Rosye: Quindi è no?
Marc: Cerchiamo una figura diversa per questa parte.
Rosye: Sono troppo vecchia dice?
Marc: Ma nooo, l’età può essere quella giusta. E poi lei è una donna molto attraente, ma mi sembra più adatta per commedie brillanti stile Maryln…
Rosye: Ohhhh credo sia un complimento, la ringrazio…
Marc: Del resto ha i capelli biondi e mossi, un seno prorompente, un’aria un po’ svenevole… La terrò a mente quando metterò in scena il rifacimento di “Gli uomini preferiscono le bionde.”
Rosye: Quindi non sono adatta… Mi sta scaricando?

La donna si alza di nuovo e si avvicina al regista con l’intenzione di farsi ammirare più da vicino…
Marc: Cercavamo un altro tipo di attrice, una persona... come dire…
Rosye: Ok, ok, ho capito, ha già dato la parte a qualcun’altra, è questo il punto?
Marc: Ancora non abbiamo scelto la protagonista femminile.
Rosye: Mi dica un po’, è la sua amante o qualcuna che glie l’ha promessa?
Marc: Così mi offende…
Rosye: Allora mi guardi, lasci perdere il tablet! Guardi il mio seno, la scollatura è poco profonda per i suoi gusti? Se vuole posso fare di meglio…

Poi si volta con fare accattivante.
Rosye: Non gli piace il mio sedere?
Marc: La protagonista nella commedia è sempre seduta non serve avere un bel culo.

La donna si accarezza i fianchi…
Rosye: Ma lei lo apprezza?
Marc: È un piacere per gli occhi…
Rosye: Beh così mi offende lei…
Marc: Mi sta dicendo di usare qualche altro senso?
Rosye: Oh sia mai… ma visto che è l’autore e il regista potrebbe adattare il testo…
Marc: In scena vorrebbe passeggiare su e giù per il palco e farsi ammirare dagli spettatori? Vuole che affitti un lampione?

Marc ride.
Rosye: Non rida era solo un suggerimento, per fargli capire che con me la sua creatività potrebbe spaziare oltre…
Marc: Come vede ho già pensato ad un lampione, una strada di notte…
Rosye: Non sono una passeggiatrice!
Marc: Capisco, ma non mi sembra il caso… Il testo non è adatto.
Rosye: Vi conosco voi artisti, siete così vanitosi che credete di scrivere solo opere d’arte intoccabili vita natural durante!
Marc: Non so se sia un’opera d’arte, ma sicuramente non è adatta ad un’attrice brillante.
Rosye: Quindi già mi ha classificata come attrice leggera. Allora la stupirò, mi dia un testo, so anche commuovere, urlare, singhiozzare e soprattutto piangere.
Marc: Sarebbe un’attrice brillante che piange… Ripeto cerchiamo altro…

L’uomo guarda fisso il suo tablet, la donna si rimette di nuovo seduta.
Rosye: Lei è un bell’uomo sa, il suo profilo è incantevole. Fa anche l’attore?
Marc: Non ci penso proprio…
Rosye: Allora si perde un’occasione per baciarmi… Perché i due si baciano vero?
Marc: Non si baciano, ma lei ha delle bellissime labbra…
Rosye: Quindi cambierebbe qualcosa?
Marc: Se fossi anche l’attore supplicherei il regista di metterci dentro un bacio alla Clark Gable e Vivien Leigh…

Lui sorride.
Rosye: Mi sta dicendo che sarebbe disposto a macchiare la sua meravigliosa opera d’arte per un bacio?
Marc: Non sono l’attore.
Rosye: Peccato davvero!
Marc: Comunque Madame era un complimento!
Rosye: Ma mio caro regista… allora non mi dica che ci sta provando… ovviamente non per offrirmi la parte, ma per un qualcosa che sa molto di sveltina…
Marc: Io credo che lei sia una persona molto spiritosa…
Rosye: Dice puttana vero?
Marc: Non sapevo che le puttane fossero spiritose…
Rosye: Ma leggere sì!

La pausa è teatrale…
Rosye: A proposito di puttane, mi parli della protagonista. Voi grandi autori gira che ti rigira finite sempre lì.
Marc: Lei davvero crede che parliamo solo di quello?
Rosye: È un chiodo fisso! E poi, mio caro, se non sono puttane sono sante…
Marc: Comunque la protagonista non è una puttana e tanto meno una santa.
Rosye: Ecco! Immagino che debba sedurre l’uomo o qualcosa di simile… Mi dica com’è lei?
Marc: E’ colta, diciamo una donna intellettuale e infedele…
Rosye: Allora è per questo che dice che non sono adatta...
Marc: Perché lei è fedele?
Rosye: Non so cosa sia l'infedeltà.
Marc: Nella pièce la donna è sposata, lei è sposata?
Rosye: Sì lo sono, ma cosa c’entra?
Marc: Curiosità.
Rosye: A lei non lo chiedo visto che porta la fede.

L’uomo sbuffa e gira l’anello a fatica come fosse un peso.
Marc: Ok, torniamo ai due signori seduti al tavolo. Anche lui è sposato, ma è anche innamorato pazzo di questa donna al punto che quel pomeriggio le confessa il suo amore…
Rosye: Ma i due si conoscono?
Marc: Si sono conosciuti il giorno prima ad una cena di beneficienza.
Rosye: Mi scusi si conoscono appena e lui ne è già innamorato e le dichiara il suo amore?
Marc: A volte succede, mi creda…
Rosye: Sta pensando a me?
Marc: Perché?
Rosye: Mi sta fissando… mi perdoni conosco molto bene quel tipo di sguardo…
Marc: E come sarebbe il mio sguardo?
Rosye: Lasciamo stare…
Marc: Le ho già detto che lei è una donna molto affascinante…
Rosye: E la bella signora come reagisce a quella confessione?
Marc: A questo punto credo che lei debba leggere il copione…
Rosye: Lo ha a portata di mano?

L’uomo apre un cassetto della scrivania.
Marc: Eccolo.
Rosye: Dio che onore! Allora non è tutto perso ancora…

La donna stringe i fogli di carta sul suo seno…
Rosye: Ci spostiamo in palcoscenico?
Marc: Due grandi attori, ovunque siano, sono sempre sul palcoscenico.
Rosye: Touché!
Poi però l’uomo si alza e precede la donna. Prende posto sul palco e la invita a sedersi davanti a lui. La scena è scarna solo un tavolo e due sedie contro un fondale di specchi, luci e divani dal sapore primi novecento. Sul tavolo un posacenere, un piccolo vaso di vetro con delle violette e un bicchiere di anisette.

Lei si schiarisce la voce, l’uomo la guarda estasiato.
Rosye: La prego, non mi guardi così!
Marc: Mi sto semplicemente calando nella parte.
Rosye: Sarà… Forse non conosco bene l’Arte, ma, le assicuro, di uomini ne capisco…
Marc: Iniziamo?

I due leggono rispettivamente le parti di Karl e Charlotte, due amanti che si incontrano nell’hall di un albergo e disquisiscono sul gioco dell’attesa e il potere della seduzione. Decisi a non consumare materialmente il loro amore che in qualche modo attenuerebbe la loro passione s’impegnano a firmare un contratto in cui è scritto a chiare lettere che ci sarà l’obbligo da parte di lui di scrivere ogni giorno le sensazioni dettagliate dell’attesa e da parte di lei l’obbligo di non spegnere mai quell’attesa, mantenendo vivo il fuoco del desiderio. I due si guardano intensamente negli occhi e si lasciano andare ad un bacio asincrono quando Charlotte poggia le sue labbra sensuali sul bicchiere dove prima Karl aveva bevuto l’anisette. Il gioco si fa più intenso, ma ad un certo punto la trama si interrompe lasciando in sospeso la vicenda.

Dopo la lettura Rosye e Marc rimangono in silenzio, la donna guarda le pagine vuote del copione. Sembra perplessa.

Rosye: Ora però sono curiosa. Come andrà a finire? Riusciranno a consumare la loro passione?
Marc: Questo dipende solo da lei e non da me.
Rosye: Mi scusi, perché dipende da me? Non capisco…
Marc: L’attrice ci mette sempre del suo…
Rosye: Mi spiace ho le mani legate, dipende soprattutto da Charlotte, è lei la protagonista.
Marc: L’attrice e la protagonista ad un certo punto si fondono…
Rosye: Allora avevo ragione che vuole portarmi a letto! Voi intellettuali siete fatti tutti con lo stampino, girate, girate, parlate di attesa, seduzione e balle del genere, ma poi il fine ultimo è il letto.

La donna si guarda intorno.
Rosye: Dov’è il letto?
Marc: Non c’è nessun letto… La scena non lo prevede…
Rosye: E mi scusi, ma lei dove porta le sue attricette?
Marc: Qui sul palco a recitare…
Rosye: Grazie per l’anisette…
Marc: Grazie a lei per averla bevuta nel mio bicchiere.
Rosye: Più che di sapore sottratto sapeva d’acqua… eppure calda!
Marc: Era acqua!
Rosye: Mi viene da dire che lei non sarà mai al sicuro nelle mani di una donna. Mi dica sul serio, l’ha scritto lei questo testo?
Marc: L’idea della sofferenza e dell’attesa è vecchia quanto il mondo.
Rosye: Se è per questo anche quella dell’amore!
Marc: Io vorrei che l’uomo e la donna fossero sempre imprigionati dal loro stesso desiderio, in ogni istante anche quando credono di essere lontani.
Rosye: Ma lei non vuole l’amore…
Marc: Oh no, non ho detto questo. L’amore è un sentimento volubile quindi è un elemento essenziale per l’attesa, quella precaria, quella che tormenta.
Rosye: Lei è disposto a tutto per realizzare il suo sogno.
Marc: Dice quello di rappresentare la commedia?
Rosye: Oh no, non faccia l’idiota ora.

La donna guarda l’uomo con tenerezza. Prende la sua borsa, si rimette il soprabito e fa per uscire.
Rosye: Mi ascolti Marc, lei ha ragione, mentre recitavo la parte di Charlotte mi sono resa conto di non essere adatta per questa parte…
Marc: Mi spiace…
Rosye: Lei davvero ha bisogno di un’attrice che si presti al gioco effimero della seduzione. Io al contrario sono pane al pane.
Marc: Non se ne vada… la prego.
Rosye: E perché non dovrei?
Marc: Lei è adattissima invece.
Rosye: Oh bella questa, ci ha ripensato? E da dove viene questo pensiero?
Marc: Mi sono accorto mentre la sentivo recitare che questo racconto ha bisogno anche della sua vena dissacrante.
Rosye: Sicuro? Non è che le è piaciuto il mio seno… anche se è un po’ più scoperto di quello di Charlotte?
Marc: La sto giudicando come attrice!
Rosye: Allora mi supplichi.
Marc: L’ho supplicata per tutto il racconto.
Rosye: Ah sì vero, a voi artisti piace confondere la realtà con la finzione. Ci sguazzate dentro. Del resto è un modo per tirarvi indietro al momento opportuno e non assumervi responsabilità.
Marc: Cioè?
Rosye: Con la scusa della parte mi porta a letto e poi sempre con la stessa scusa mi dice che era solo una recita.
Marc: Rosye adoro questo suo pragmatismo… lei è bellissima!
Rosye: Marc lei non mi incanta… Non ci vengo a letto con lei!
Marc: Lei è davvero una Dea!
Rosye: Non ci vengo a letto con lei!
Marc: Per Dio! Non le sto chiedendo questo!
Rosye: Non si arrabbi. Non sopporto gli uomini che urlano.
Marc: Le chiedo scusa, mi spiace, ma è lei che mi fa perdere le staffe!

La donna si rimette seduta.
Rosye: Dov’è il secondo atto? Lo tiri fuori.
Marc: Non l’ho ancora scritto…
Rosye: Allora era tutta una messinscena…
Marc: Parola adattissima in questo contesto non crede?
Rosye: E quando lo scriverà?
Marc: Lo stiamo già scrivendo, non le pare?
Rosye: Questa non è una recita.
Marc: La potrebbe diventare.
Rosye: Così a braccio?
Marc: Siamo tutti e due nella parte.
Rosye: E cosa dovrei fare ora? Allargare le cosce? Oppure inginocchiarmi davanti a lei?
Marc: Questo vanificherebbe il potere dell’attesa.
Rosye: Ne è sicuro? Non mi fido!
Marc: Questo è quello che ho scritto, ma la realtà potrebbe essere diversa…
Rosye: Ecco lo immaginavo… Allora ascolti…

La donna fruga ancora nella borsa, spazientita rovescia di nuovo tutto il contenuto sul tavolo. Alla fine spuntano fuori dei fogli di carta.
Rosye: Ok allora, ecco il contratto di cui parlava Charlotte…

L’uomo legge in fretta, è sbalordito.
Rosye: Quando inizio qualcosa la porto fino in fondo…
Marc: Ma…
Rosye: Niente ma, deve solo firmare…
Marc: Lei già sapeva che avrebbe fatto questa audizione, che io avrei acconsentito a farle recitare la parte di Charlotte ed io quella di Karl…
Rosye: Lei sottovaluta le potenzialità di una donna!

L’uomo continua a divorare i fogli.
Marc: Ma è lo stesso contratto di Charlotte!
Rosye: Se intende le regole certe, allora sì!
Marc: Non capisco… il testo l’ho scritto io. Non l’ho ancora finito… Nessuno l’ha mai letto…
Rosye: Tra le regole mi sono permessa di aggiungere la scena in cui lei saluta il suo amante senza aver consumato alcunché tranne l’anisette.
Marc: Lei non poteva sapere…
Rosye: Cosa non so? Crede davvero che non conosca il gioco della seduzione? E soprattutto quello dell’attricetta frivola che per avere la parte si concede al regista burbero?
Marc: Sul suo potere seduttivo non ho mai avuto dubbi sin da quando ha messo piede in questo teatro.
Rosye: E allora cosa non sa? Che si è capovolta la situazione ed avendo previsto come sarebbe finita non ho acconsentito di recitare la parte non scritta?

L’uomo continua a leggere quei fogli spiegazzati. È incredulo, scuote la testa e non si dà pace.
Marc: Ma…. Sono stato io ad iniziare… a permetterle di recitare, a concederle il provino… ed ultimo ad offrirle la parte!
Rosye: Lei crede?
 







Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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