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RADIO REPORTAGE

 
Rosa Fumetto
“Il cappello sulle ventitré”
Rosa, ballerina del Crazy Horse, fu la prima soubrette
ad esibirsi in un nudo integrale nella televisione italiana.
Il cappello sulle ventitré fu un programma di varietà
di seconda serata del sabato con un taglio decisamente
 erotico andato in onda su Rai 2 dal 1983 al 1986




(1983)


 

 

Adamo mi parli della trasmissione Il cappello sulle ventitré?
Era un programma televisivo di varietà di seconda serata del sabato con un taglio decisamente erotico andato in onda su Rai 2 dal 1º gennaio 1983 al 27 settembre 1986.

Come funzionava?
Lo spettacolo era prevalentemente a carattere musicale, con ospiti italiani e internazionali e qualche concessione ad atmosfere da night club. I primi conduttori, furono Gino Paoli e Ombretta Colli. Nella seconda edizione la conduzione passò al solo Paolo Mosca con la partecipazione della cabarettista Livia Cerini nei panni dell'improbabile seduttrice "Sex Symbol”. Nella quarta stagione venne accolta a bordo Rosa Fumetto.

Cosa aveva di diverso?
Ricostruiva l'atmosfera dei night club dell'epoca ed era caratterizzato da un alto contenuto di erotismo. Oltre a numeri musicali, di danza e di prestidigitazione, ospitava, infatti, diversi striptease, che, pur nei limiti di una presentazione molto elegante, arrivavano al nudo integrale. Le spogliarelliste più note del programma furono tra le altre Serena Grandi, Anna Maria Rizzoli e Pamela Prati, tra le italiane, e le Crazy Girls: Rosa Fumetto, Trucula Bon Bon, Olga Waterproof e Diva Terminus.

Perché il cappello sulle 23?
Il titolo del programma giocava con il richiamo all'orario della trasmissione, ma in realtà con l'espressione "portare il cappello sulle 23" s'intendeva descrivere un modo un po' scanzonato di sfoggiare un copricapo, tenendolo appoggiato più su un lato della testa, quasi tendente a cadere. Quindi stava ad indicare una trasmissione smaliziata e fortemente trasgressiva.

La protagonista principale di questa trasmissione fu Rosa Fumetto…
Rosa, il cui nome vero era Patrizia Novarini, era nata a Torino nel 1946, figlia di una ballerina aveva lavorato per nove anni come soubrette al Crazy Horse. Fu la prima italiana ad esibirsi negli spogliarelli di quel locale parigino. Era avvenuto tutto per caso, lei era fidanzata con un uomo benestante che avrebbe voluto sposarla, ma lei non si sentiva pronta per il matrimonio e per caso una sera in un ristorante di Torino incontrò Alain Bernardin il padrone del Crazy Horse. Lui cercava un’italiana da inserire nel cast del suo locale, una specie di scugnizza che doveva perdersi dentro il Vesuvio. Beh Rosa era così bella e sensuale che Alain le fece immediatamente un’offerta alla quale lei non avrebbe mai potuto dire di no e il giorno dopo si ritrovò a Parigi, da sola, vergine e con diecimila lire in tasca, in quel locale di lusso per gente ricca e dal palato fine diventandone rapidamente la vedette di punta e rimanendovi con grande successo per nove anni.

Come ci riuscì?
Alain Bernardin era un genio, un grande innovatore dello spettacolo, un po’ dadaista e un po’ futurista. Rigoroso e severo controllava anche il peso delle sue ballerine, non più di 54 kg e non meno di 50, oltre che i capezzoli, il caschetto e le dimensioni del pube, un triangolo equilatero di 12 centimetri, rigorosamente nero. E Rosa si dimostrò una perfetta allieva, per mantenere la linea si ficcava due dita in gola, si faceva clisteri e si riempiva di diuretici. Poi quando esagerava riusciva a mettere su anche quattro chili in poche ore. Mangiava anche il cibo per gatti!

Come finì in Rai?
Si era stancata di Parigi e dei francesi e allora la chiamò Paolo Mosca, il quale insieme a Mario Landi, il regista, desiderava dare un taglio più trasgressivo al programma. E così, tramite le meravigliose fattezze di Rosa, presentata come la regina del Crazy Horse, per la prima volta venne mostrato in Rai un nudo integrale.

Perché in Rai la chiamavano Bostik?
Perché in una puntata doveva indossare un vestito rosso attillatissimo e scollato sulla schiena fino all’attaccatura della natiche, impossibile da mettere. In camerino in preda all’ansia stracciò l’abito. Ormai mancavano pochi minuti all’esibizione per cui Rosa prese del bostik e si incollò i pezzi stracciati del vestito addosso. Era perfetta. Ovviamente per toglierli fu una vera e propria tortura.

Quindi diventò famosa anche in Italia.
Dopo il cappello sulle ventitré si dedicò al cinema con il film erotico Les tentations de Marianne e successivamente recitando in diverse pellicole fra cui La Lune dans le caniveau del 1983, interpretato da Gérard Depardieu e Nastassja Kinski, senza però avere molta fortuna. Poi posò per Playmen, nuda, tra veli trasparenti e fiocchi rosa, tutta carne, vezzo e caschetto e nonostante fosse prossima alla quarantina, il suo sedere, era considerato uno dei più perfetti dell'epoca e venne scelto, battendo quello di Nadia Cassini, come testimonial dello slip Roberta in una celebre pubblicità degli anni 80, focalizzata esclusivamente sul fondoschiena dell'attrice coperto da uno slip di cotone bianco e da una lunga treccia bionda posticcia. Lo slogan era: Lo slip dei vent'anni.




Il cappello sulle ventitré
Anno 1983 - 1986
Genere varietà, erotico
Edizioni 4
Conduttore Paolo Mosca, Federico Monti Arduini, Rosa Fumetto
Regia Fernanda Turvani, Mauro Macario,
Mario Landi, Angelo Zito, Raoul Morales
Produttore Alberto Argentini
Rete televisiva Rai 2


 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:


https://it.wikipedia.org/wiki/Il_cappello_sulle_ventitr%C3%A9
https://saper.altervista.org/rosa-fumetto-la-prima-ballerina-italiana-ad-esibirsi-negli-spogliarelli-al-crazy-horse/
https://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_Fumetto
https://www.lastampa.it/2007/05/01/societa/mi-spogliavo-per-pudore-vraImJqSEAPSEVg6L18W0O/pagina.html






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