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MUSICA PASSIONE
La storia delle canzoni di Sanremo







Nessuno mi può giudicare
"La verità ti fa male, lo so…"
(Caterina Caselli, 1966)
"Ognuno ha il diritto di vivere come può
Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu"








Era il 1966 quando una ragazzina con un casco biondo salì sul palco di Sanremo e spiazzò tutti eseguendo un brano scatenatissimo dal contenuto rivoluzionario

 

 

Adamo mi parli della canzone “Nessuno mi può giudicare”?
È stato il terzo singolo della cantante Caterina Caselli e pubblicato dalla casa discografica CGD nel gennaio del 1966

Un successo vero?
Presentato al Festival di Sanremo in poche settimane balzò al primo posto della classifica dei 45 giri più venduti, occupandolo per nove settimane consecutive. Nei primi giorni arrivò addirittura a vendere circa diecimila copie al giorno e cedette il primato solo a Michelle dei Beatles. Nella TopTen ci rimase fino a maggio dello stesso anno. A fine anno risultò il sesto singolo più venduto del 1966.

Mi parli un po’ della storia di questa canzone?
Era il 27 gennaio del 1966, quando al Salone delle Feste del Casinò Municipale di Sanremo andò in scena la prima delle tre serate, che vide in concorso una ragazza emiliana neppure ventenne. Inizialmente la canzone era destinata ad Adriano Celentano, che ne incise un provino, ma poi al Festival scelse di cantare un suo brano, ossia “Il ragazzo delle via Gluck” per cui, evidentemente non convinto del pezzo, l’abbandonò definitivamente. A quel punto gli autori della canzone l’affidarono ad una ancora poco conosciuta Caterina Caselli.

Chi era Caterina Caselli?
Una ragazza di Modena che si esibiva nelle balere emiliane cantando e suonando il basso. Finora aveva partecipato al Cantagiro e inciso qualche disco senza particolare successo.

Poi al Festival nacque Casco d’oro…
Infatti è in quell'occasione che Caterina Caselli si presentò con un'acconciatura bionda a caschetto, ideata appositamente per lei dagli stilisti Vergottini. Salì sul palco e spiazzò subito tutti, eseguendo quel brano scatenatissimo con freschezza e grinta davvero notevoli. Comunque il Festival in quell’edizione venne vinto da Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti con il brano “Dio, come ti amo”, ma le maggiori vendite di dischi vennero fatte registrare proprio da Celentano e Caterina Caselli, con più di un milione di copie, mentre la canzone vincitrice si fermò a 300.000 copie.

Come andò l’esibizione sanremese?
Trascinata dalla carica beat della cantante, la canzone raggiunse il secondo posto nella classifica finale eseguita in coppia con Gene Pitney. Immediatamente, per sfruttare l’onda del successo, Caterina incise la canzone in francese dal titolo “Baisse un peu la radio” e in spagnolo con un titolo più fedele: “Ninguno me puede juzgar”. Poi fu fatto anche un film di genere sentimentale con la regia di Ettore Maria Fizzarotti, del quale la cantante modenese ne fu protagonista insieme a Laura Efrikian, Nino Taranto e Gino Bramieri.

Il testo?
Innovativo e addirittura sconvolgente per l'epoca, anticipa argomenti femministi rivendicando per la donna la possibilità di scegliere tra più partner. La fortuna fu che il testo, ideato per un interprete maschile, appunto Celentano, mantenne lo stesso contenuto al femminile. Per cui nella nuova versione era una donna ad essere la traditrice consapevole, dimostrando di avere in mano il futuro della coppia potendo scegliere tra un partner e l'altro. Infatti il brano racconta la vicenda di una donna che, invaghitasi di un altro uomo, che ovviamente non era il suo compagno, decide di ritornare sui suoi passi, ma senza voler essere giudicata. Come detto una pretesa piuttosto significativa per una società dove al tempo la parità fra i sessi era una conquista ancora lontana. Pensa che nel Gay Pride del 2000 la canzone diventò l’inno della manifestazione di Roma a causa del verso: «Ognuno ha il diritto di vivere come può».

Vagiti di un ’68 ancora da venire…
Divenne senz’altro una sorta di inno di una generazione affamata di nuovi miti, tra minigonne, capelli lunghi e una voglia di vivere la vita senza condizionamenti e restrizioni. Caterina Caselli si rivelò adatta a queste esigenze, il suo amore non faceva rima col cuore, ballava lo shake, andava controcorrente ed eseguiva il suo brano con un ritmo decisamente beat coniugato al femminile.

Gli autori?
Furono decisamente tanti. Per la musica collaborarono Luciano Beretta e Michi Del Prete ovvero gli autori di Celentano, i quali avevano composto il brano pensando ad un tango sicuramente più adatto a Celentano. Per le parole diedero le loro pennellate poetiche Daniele Pace, Mario Panzeri e Lorenzo Pilat. Quest’ultimo, anni dopo, ammise l'identità delle prime battute del pezzo con il classico della canzone napoletana Fenesta ca lucive, ma sostanzialmente la composizione mantiene una sua ritmica originale.

Come andò il Festival quell’anno?
La XVI edizione si svolse dal 27 al 29 gennaio del 1966 nella sede del Casinò di Sanremo. Venne presentato da Mike Bongiorno affiancato da Paola Penni e Carla Maria Puccini. Fu trasmesso in diretta sia dalla radio che dalla tv.

Chi partecipò?
47 cantanti e 26 brani in gara, come detto vinse Dio come ti amo eseguita da Domenico Modugno (alla sua quarta vittoria in nove edizioni) e Gigliola Cinquetti (ancora minorenne e vincitrice per la seconda volta dopo l'exploit di due anni prima). Al secondo Nessuno mi può giudicare cantata da Caterina Caselli e Gene Pitney e al terzo si classificarono Wilma Goich e les Surfs con un brano di Mogol: In un fiore. Tra gli esordienti al Festival si esibirono: Anna Identici, Caterina Caselli, Equipe 84, Françoise Hardy, I Ribelli, Lucio Dalla, Orietta Berti, Sergio Endrigo.

Quali furono le canzoni più ascoltate e vendute?
Oltre a quelle citate ebbero un discreto seguito Una casa in cima al mondo di Pino Donaggio, Io ti darò di più della coppia Orietta Berti - Ornella Vanoni e Adesso sì di Sergio Endrigo.

Novità di quell’edizione?
Nel 1966 il fenomeno beat "la musica dei capelloni”, l’onda d’urto provocata dal successo dei Beatles non si poteva proprio ignorare e alcuni complessi arrivarono sul palco del Festival: I Ribelli, L'Equipe 84 e i Renegades, gli Yardbirds. Debuttò Lucio Dalla ma fu subito eliminato.

Note di colore?
La presentatrice Carla Puccini, finse di svenire, cadendo come una "pera matura" sul palco del Casinò, la messinscena poi si seppe che le fu consigliata da due personaggi, che dopo qualche anno sfondarono nel mondo dello spettacolo e della musica, Gianni Boncompagni e Renzo Arbore.
Come forma di protesta per l’eliminazione del Ragazzo di Via Gluck di Celentano, i Ribelli gruppo del Clan dopo l’esibizione della loro canzone rimangono sul palco e impediscono alla prossima cantante Iva Zanicchi di esibirsi. Per consentire allo spettacolo di continuare dovette addirittura intervenire la polizia. Ne nacuqe un tafferuglio con la seguente sospensione della diretta televisiva.

Come andarono le vendite dei dischi?
Come detto per le canzoni di Sanremo troviamo ai primi posti solo le canzoni della Caselli e di Celentano che dovettero scontrarsi con brani epici di cover, successi italiani e internazionali tra cuiu: Strangers in the night di Frank Sinatra, La Fisarmonica di Gianni Morandi, Riderà di Little Tony, Bang bang e Io ho in mente te degli Equipe 84, Notte di ferragosto di Gianni Morandi, Michelle dei Beatles, E' la pioggia che va e Che colpa abbiamo noi dei Rokes, Tema e Una Ragazza in due dei Giganti, Sognando la California dei Dik Dik, - Perdono di Caterina Caselli, Paint it black dei Rolling Stones, Qui ritornerà di Rita Pavone e tante altre.








Su Youtube ci sono varie versioni...
https://www.youtube.com/watch?v=R8XAHNbyWIs
https://www.youtube.com/watch?v=sEofBqq0seQ










Il testo
Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu
(la verità ti fa male, lo so)
Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più
(la verità ti fa male, lo so)
Dovresti pensare a me
e stare più attento a te
C'è già tanta gente che
ce l'ha su con me, chi lo sa perché?

Ognuno ha il diritto di vivere come può
(la verità ti fa male, lo so)
Per questo una cosa mi piace e quell'altra no
(la verità ti fa male, lo so)
Se sono tornata a te,
ti basta sapere che
ho visto la differenza tra lui e te
ed ho scelto te

Se ho sbagliato un giorno ora capisco che
l'ho pagata cara la verità,
io ti chiedo scusa, e sai perché?
Sta di casa qui la felicità.
Molto, molto più di prima io t'amerò
in confronto all'altro sei meglio tu
e d'ora in avanti prometto che
quel che ho fatto un dì non farò mai più
Ognuno ha il diritto di vivere come può
(la verità ti fa male, lo so)
Per questo una cosa mi piace e quell'altra no
(la verità ti fa male, lo so)
Se sono tornata a te,
ti basta sapere che
ho visto la differenza tra lui e te
ed ho scelto te
Se ho sbagliato un giorno ora capisco che
l'ho pagata cara la verità,
io ti chiedo scusa, e sai perché?
Sta di casa qui la felicità.
Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu!










Lato A:Nessuno mi può giudicare
Lato B: Se lo dici tu
Artista: Caterina Caselli
Singolo 45 giri
Pubblicazione: gennaio 1966
Genere: Beat
Etichetta: CGD
Registrazione: mono




















 


 

 
 
 
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L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:

https://testo-canzoni.blogspot.com/2013/04/Testo-significato-Nessuno-mi-puo-giudicare-Caterina-Caselli.html
https://music.fanpage.it/caterina-caselli-la-sua-nessuno-mi-puo-giudicare-compie-cinquant-anni/
https://it.wikipedia.org/wiki/Nessuno_mi_pu%C3%B2_giudicare/Se_lo_dici_tu
https://www.globalist.it/culture/2016/05/08/nessuno-mi-puo-giudicare-50-anni-di-un-successo-84480.html
https://www.hitparadeitalia.it/hp_yends/hpe1966.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Festival_di_Sanremo_1966
https://www.sorrisi.com/musica/festival-di-sanremo-1966/
https://www.italiacanora.net/t1363-festival-di-sanremo-1966-i-cantanti-le-canzoni-i-testi



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