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MUSE ISPIRATRICI

La Divina Imperia
Imperia Corgnati, la grande cortigiana
Poetessa e musa alla corte del Papa fu una delle
donne più adulate della città eterna, non solo per la sua
incredibile bellezza, ma anche per la sua cultura. Si avvelenò per
amore. La salma venne benedetta da Papa Giulio II. Lasciò tutti i
suoi averi a sua figlia Lucrezia che faceva educare in un convento
Madame dicono fosse molto bella. Non faccio per
vantarmi ma molti cardinali si contendevano le mie
grazie e… non solo loro, pensi che l’ambasciatore
estense a Roma in una lettera del 1506 mi presentò al
duca Alfonso come la donna più bella di Roma.
Il suo vero nome madame? Il mio nome vero è
Lucrezia e sono nata a Roma il 3 agosto 1481 nella casa
di Via Alessandrina nel quartiere di Borgo. I miei
genitori furono Diana Corgnati e Paris de Grassis. Mia
madre era una cortigiana come me, ma di basso rango,
mentre mio padre era un maestro di cerimonie della corte
pontificia. Non erano sposati, io presi il nome di mia
madre e crebbi nella casa paterna di piazza
Scossacavalli. Studiai scienze umanistiche con il
letterato Niccolò Campani e successivamente venni
destinata al salotto della cortigiana Lucrezia la quale
mi introdusse all'amore.
Perché cambiò nome da
Lucrezia ad Imperia? Lo imponeva la professione,
tradizionalmente le cortigiane utilizzavano un
soprannome per cui adottai il nome di Imperia. Come era
usanza per le cortigiane, trascorrevo le mie giornate
affacciata alla finestra, mostrando le mie grazie ai
passanti. Ben presto però iniziai a frequentare i
salotti romani ed altolocati dei Borgia. Le mie
intenzioni erano quelle di rimanere esclusiva e
accettare solo pochi clienti.
In quel periodo
abitava a Borgo vero? Avevo una bella casa adornata
con finissimi tappeti, tappezzerie e mobili di valore.
Nelle mie stanze non mancavano liuti, cetre e parecchi
libretti volgari e latini riccamente adornati. Quegli
oggetti preziosi erano frutto di regali da parte dei
miei amici i quali come del resto: guanti di velluto,
anelli, vesti greche, pantofole d'oro, lini, profumi
ecc.
Piano piano si fece conoscere e i suoi
clienti diventarono d’alto rango… Certo! Tutte
persone legate al potere e alla cultura come ad esempio
il bibliotecario del papa, Tommaso Inghirami, i canonici
di San Pietro; il poeta licenzioso Bernardino Cappella,
il cardinale vescovo Giacomo Sadoleto e l'umanista
Angelo Colocci. Da quella cerchia nacque l’appellativo
la Divina, come simbolo regale di bellezza e da quel
momento venni chiamata Imperia la Divina. Qualcuno coniò
anche il detto: “Marte diede loro l'Imperium Romanum
mentre Venere diede loro l'imperia.”
Chi erano i
canonici di San Pietro? Erano i cortigiani delle
corte papale, essendo chierici non potevano sposarsi
però era concesso loro di accompagnarsi con donne
istruite. Ovviamente dovevano conoscere il galateo per
poter conversare e partecipare alla vita formale dei
salotti. Da qui sorse e si sviluppò di una nuova classe
di prostitute nella Roma cristiana.
Lei però
oltre a frequentare i canonici aveva un amore segreto…
Il mio grande amore era il patrizio romano Angelo del
Bufalo, ma lui apparteneva ad una famiglia in vista e
non volle compromettersi più di tanto. Spontaneamente si
fece da parte quando tra la mia cerchia iniziai a
frequentare il ricco banchiere Agostino Chigi. Veniva
considerato uno degli uomini più ricchi d’Europa e
possedeva un palazzo al centro di Roma e una villa di
campagna fuori città. Ci frequentammo e divenne il mio
protettore amante dal 1508.
Quindi lei
proseguiva l’attività… Non lasciai mai i miei clienti
perché nonostante il cuore la mia libertà personale era
fuori discussione. Al tempo abitavo in un palazzetto in
via Giulia, anche se spesso risiedevo nella villa di
Agostino, il mio amante ufficiale, alla Lungara.
In quel periodo conobbe Raffaello vero? Mi ritrasse
nei panni della Venere e poi ancora negli affreschi
della Farnesina. Lui si invaghì di me e mi bramò così
tanto da minacciare di lasciare incompiuto l’affresco
del Trionfo di Galatea, se Agostino non mi avesse
concesso come modella e protagonista della fiaba
ermetica Amore e Psiche.
In questo periodo lei è
il personaggio più famoso della "Dolce vita" romana, ma
non era felice, vero? La liaison con Agostino Chigi
continuava, ma lui era sposato con Margherita Saracini,
da cui non ebbe figli. Aveva anche un’altra amante la
bellissima cortigiana Francesca Ordeaschi, che aveva
conosciuto a Venezia. Dopo la morte della moglie,
Agostino la fece entrare ufficialmente nella splendida
Villa Chigi con l’intenzione di sposarla.
E lei?
Ovviamente mi sentii messa da parte, caddi in
depressione e il 13 agosto 1512 tentai di avvelenarmi.
Agostino, appena lo venne a sapere, mi mandò due abili
medici per tentare di salvarmi.
Imperia
sopravvisse due giorni e dopo sofferenze atroci si
spense il 15 agosto 1512 con tutti sacramenti e perfino
con la benedizione di Giulio II. Numerosi furono gli
epigrammi scritti in sua gloria. Agostino Chigi finanziò
un maestoso funerale mai visto a Roma per una
prostituta. Venne sepolta a San Gregorio al Celio in una
tomba fatta costruire da Agostino Chigi. Nella stessa
tomba, un secolo dopo, verrà sepolto il canonico di
Santa Maria Maggiore, Lelio Guidiccioni, e in pratica di
Imperia, la Divina verrà cancellata ogni traccia. Di
lei ci resta solo il ricordo di un’elegante iscrizione
latina che suonava pressappoco così: “Imperia,
cortigiana romana che, degna di così gran nome, offrì un
esempio di bellezza raro per il genere umano.” Un
congedo degno del suo nome, nulla a che vedere con le
cortigiane povere, quelle “da lume”. Di loro sono
rimaste poche tracce nelle squallide sepolture vicino al
Muro Torto (presso la porta Flaminia detta del Popolo),
una fossa comune dove venivano sotterrate quando
morivano se riconosciute come prostitute chiamata dai
romani: “Il cimitero delle puttane.”
Imperia
all'età di 14 anni aveva dato alla luce la figlia
Lucrezia. La paternità della bimba è sempre rimasta
ignota, ma molti storici suppongono che Agostino Chigi
sia il padre di Lucrezia. Nel testamento di Imperia del
1512, Lucrezia "virginem castam et pudicam", venne
nominata erede universale. L'esistenza di una ipotetica
seconda figlia di Imperia e Agostino Chigi, di nome
Margherita, non fu mai suffragata dai documenti
ufficiali. Agostino Chigi organizzò il matrimonio di
Lucrezia, la quale, cresciuta nel convento delle monache
di Santa Maria in Campo Marzio, conduceva una vita
protetta. Sposò Arcangelo Colonna e ebbe due figli. Il 9
gennaio 1522, Lucrezia si avvelenò come unico modo per
respingere le avances del cardinale Raffaele Petrucci.
Sopravvisse al tentativo di suicidio e fu considerata
una donna ancora più virtuosa. Nel 2005 è rivissuta
in un film di Pier Francesco Pingitore nell' attrice
Manuela Arcuri.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://en.wikipedia.org/wiki/Imperia_Cognati
http://www.treccani.it/enciclopedia/imperia-cognati_/
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/imperia/
https://it.wikipedia.org/wiki/Imperia,_la_grande_cortigiana
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/
2009/05/14/la-divina-imperia-cortigiana-musa-della-corte.html


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