Adamo oggi ricorre il cinquantesimo
anniversario dello sbarco sulla luna, ma l’uomo è
veramente stato sulla luna?
Cinquant'anni fa, il 21 luglio del 1969, gli
astronauti Neil Armstrong ed Edwin Buzz Aldrin
misero piede sulla Luna, ma non mancano coloro che
guardano con diffidenza al grande evento storico. E
non sarebbero nemmeno così pochi, se teniamo per
buoni i sondaggi in materia, in base a quali uno
statunitense su dieci dubita seriamente che un uomo
abbia mai davvero messo piede sulla luna.
Qualcuno afferma che le riprese siano state
realizzate in un set cinematografico…
È
proprio così! I teorici del complotto sostengono che
lo sbarco sia stato simulato in uno studio
cinematografico in California alla Norton Air Force
Base di San Bernardino. L'incaricato a girare i
filmati della missione sarebbe stato il regista
Stanley Kubrick, già famoso per gli effetti speciali
nel suo film 2001: Odissea nello spazio che aveva
appena finito di girare.
Quindi non
siamo mai andati sulla Luna?
La teoria
del complotto afferma che le missioni del programma
Apollo non avrebbero realmente trasportato gli
astronauti sulla Luna, e le prove degli allunaggi
sarebbero state falsificate dalla NASA, con la
collaborazione del governo degli Stati Uniti, in
competizione con l'URSS per il primato sulla
conquista dello spazio nel panorama generale della
guerra fredda. Da ricordare che le prime tappe di
questa corsa erano state vinte dall'Unione
Sovietica, che era riuscita a mandare in orbita il
primo satellite artificiale, a fotografare l'altra
faccia della Luna e a portare il primo uomo nello
spazio. Gli americani avrebbero quindi inscenato la
conquista della Luna per potersi fregiare di questo
prestigioso successo.
Da dove nasce
questa ipotesi?
Soprattutto dal fatto
che la tecnologia degli anni sessanta non sarebbe
stata sufficientemente avanzata da permettere un
allunaggio con equipaggio. Siamo nel 1969 sulla
terra non ci sono ancora i computer, i conti si
facevano con carta e penna, perché non c’erano
ancora le calcolatrici cosiddette “elettroniche”. E
quindi una nave spaziale, dotata di un computer
simile alle potenzialità di un telefonino Nokia di
prima generazione, con 3 astronauti a bordo che esce
dall’orbita terrestre e percorrendo quasi mezzo
milione di chilometri per entrare nell’orbita lunare
fa effettivamente pensare.
Ma non è
tutto!
Assolutamente no! Perché come in
qualsiasi film di fantascienza a quel punto
dall’astronave madre si stacca il modulo “Eagle” con
due astronauti mentre l’altro rimane tranquillo in
orbita attorno alla luna. Il modulo atterra
dolcemente sulla luna ed i due astronauti escono e
calpestano il suolo lunare! Vi rimangono per 75
ore!! Poi ripartono raggiungono l’astronave madre e
fanno tutti allegramente ritorno sulla terra!
Ma la teoria del complotto dove nasce?
Dalle evidenti contraddizioni dei filmati e delle
fotografie a supporto della missione. Quindi altri
teorie affermano che lo sbarco sulla Luna ci sia
stato veramente, ma le vere scoperte fatte dagli
astronauti siano state tenute nascoste quindi la
NASA avrebbe diffuso falsi documenti per evitare che
altre nazioni potessero trarre beneficio dalle
informazioni scientifiche deducibili dalle vere
fotografie.
Ripercorriamo insieme
queste contraddizioni?
Ok.
La bandiera degli Stati Uniti tesa che
sventola.
Sulla luna non c’è aria
quindi non può sventolare! Effettivamente, un
bandiera sulla Luna non potrebbe essere tesa e non
dovrebbe sventolare, vista la microgravità dovrebbe
restare adagiata sul palo, eppure quella posizionata
dagli astronauti americani si muove e resta in aria.
L’impronta fasulla e troppo nitida.
La forma della suola delle scarpe della
tuta spaziale non corrisponde alle impronte lasciate
dagli astronauti che, tra l’altro, sono troppo
nitide per essere vere perché basta semplicemente
andare su un spiaggia e camminare per rendersi conto
che il segno lasciato è appena accennato.
Riprese dall’esterno.
Ma se
Armstrong è il primo uomo ad aver messo piede sulla
Luna, com’è possibile che ci siano immagini di lui
dall’esterno mentre si sposta sul suolo lunare?
C’era qualcuno con una cinepresa a riprenderlo
proprio come se fosse in un set?
Non
si vedono le stelle.
Il cielo dietro gli
astronauti è completamente nero, non si vede neanche
una stella, quindi quello che vediamo è un semplice
telo che fa parte della scenografia architettata
dalla NASA che si è dimenticata di chiedere allo
scenografo di pensare a delle finte luci per
inscenare le stelle.
Mancanza di
cratere da impatto del modulo lunare in fase di
allunaggio.
Nelle fotografie del modulo
che è allunato non ci sono quei segni che ci si
aspetterebbe. Non c’è il cratere causato dalla
pesantezza dei motori che avrebbero dovuto
rallentare la discesa sulla superficie. Troppo
pulita la scena, quasi come se il modulo fosse
semplicemente posizionato lì sopra senza aver
prodotto alcuna forza. La superficie della luna è
coperta di fine polvere lunare, come evidenziato
dalle orme degli astronauti, ma il modulo lunare non
lascia alcuna impronta. Segno evidente di una
ricostruzione in studio.
Fotografie
troppo nitide!
Le fotografie sono troppo
belle e tecnicamente perfette per essere state
scattate in condizioni così critiche. Quelle rese
pubbliche dalla Nasa negli anni successivi le
missioni dell'Apollo sono splendide, ben esposte e
con inquadrature degne di fotografi professionisti
più che di astronauti.
Immagini
strane.
Esistono alcune foto in cui un
astronauta è riflesso nel casco dell'altro e nessuno
dei due ha una macchina fotografica in mano!
Le ombre!
Sulla luna esiste una
sola e fortissima sorgente di luce: il sole. E’
corretto quindi ipotizzare che tutte le ombre si
muovano contemporaneamente in base al ruotare dei
due pianeti. Questo però non è il caso delle ombre
fotografate sulla luna, che si proiettano con
prospettiva diversa. Quindi le sorgenti di luce
dovevano essere obbligatoriamente più d’una.