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RACCONTI 
Adamo Bencivenga
Il padre di Aron

Photo Dmitriy
Tikhomirov
LUGLIO 1960. NEW PORTLAND
ORE 11,20 A.M. UFFICIO DELLA “PRIVATE INVESTIGATIONS
LTD”.
Clara Marlowe con un vistoso cappello
fucsia sale di corsa la scala di legno a vista che porta
nel piccolo ufficio dell’investigatore privato Sebastian
Coen. Impaziente bussa due volte contro la porta a
vetri, aspetta qualche secondo e poi bussa ancora. Dopo
circa tre minuti Sebastian apre, sulla sua faccia
insonnolita si materializza un’espressione a dir poco
sorpresa.
CLARA: Ma si dorme a quest’ora?
SEBASTIAN: Oh mia dolce Clara, solo un pisolino di mezza
mattina. Come stai? CLARA: Oh bene grazie… ma potrei
stare meglio SEBASTIAN: Dai entra, come va in
ospedale? CLARA: Come al solito turni massacranti al
limite dello sfinimento, ma il lavoro di infermiera mi
gratifica molto. SEBASTIAN: Quasi non ti riconoscevo
con quel cappello… CLARA: Ti piace? SEBASTIAN:
Cappello o non cappello devo dire che rimani sempre un
bocconcino prelibato mia cara signora. Quale buon vento
ti porta da queste parti? Sono secoli che non ci
vediamo… CLARA: Passavo di qui e mi sono detta:
“Perché non andare a salutare il vecchio Seb?”
SEBASTIAN GUARDA LA DONNA DI TRAVERSO. SEBASTIAN: Non
ci credo e fingi pure male. Ma a chi la vuoi dare a
bere? CLARA: A parte gli scherzi, ho una cosa seria
da dirti. SEBASTIAN: Lo immaginavo… Dai sputa l’osso.
CLARA: Non mi fai sedere? SEBASTIAN: Accomodati pure
mia cara signora. Vuoi un drink? CLARA: A quest’ora
non bevo. SEBASTIAN: Come sta Jack? CLARA: Mio
marito sta bene grazie.
CLARA SI SIEDE E POGGIA
BORSA E CAPPELLO SULLA SEDIA VUOTA. SEBASTIAN:
Allora? Cos’è sta cosa seria? CLARA: È qualcosa che
ti riguarda in prima persona. SEBASTIAN: Ora mi
incuriosisci… CLARA: Sai l’altro giorno ho ritirato
le analisi del piccolo Aron, credevo ci fosse un errore
perché nel suo gruppo sanguigno, c’era scritto A
positivo. SEBASTIAN: Sei tu del mestiere, io non ci
capisco nulla. E allora? CLARA: E allora non è
possibile perché io e mio marito siamo A negativo, è una
legge genetica. Per cui gliel’ho fatte rifare.
SEBASTIAN: E quindi? CLARA: Purtroppo non c’è stato
alcun errore, stesso risultato, allora mi sono chiesta
se Jack avesse un gruppo diverso da quello che pensasse,
sono andata subito a vedere la sua cartella clinica, ma
purtroppo è A negativo. SEBASTIAN: Gliel’hai detto?
CLARA: No, non gli ho detto nulla. SEBASTIAN: Di
cosa hai paura?
CLARA SI SPAZIENTISCE, SOSPIRA,
APRE LA BORSA E SI ACCENDE UNA SIGARETTA. SEBASTIAN:
Cazzo no, lo sai che non sopporto il fumo!
SEBASTIAN VA VERSO LA FINESTRA. LA APRE E AFFACCIANDOSI
SCORGE LA MACCHINA GIALLA DI JACK, IL MARITO DI CLARA.
CLARA: È possibile che non capisci? Secondo te
dovrei andare da mio marito e dirgli: “Sai caro ho
ritirato le analisi del sangue di nostro figlio e molto
probabilmente non sei padre del tuo unico figlio?”
SEBASTIAN: E qual è il problema? Un uccellino qualche
giorno fa è passato di qui e mi ha detto che tra voi le
cose non vanno bene. CLARA: Deformazione
professionale? SEBASTIAN: È il mio pane quotidiano…
Se non ficco il naso da qualche parte non mangio.
CLARA: Beh sì, vedo che sei bene informato, mi tradisce
e so anche con chi… SEBASTIAN: Ah sì lo so anch’io e
non credo ti faccia piacere la cosa… CLARA: Seb ci
sto pensando sai… SEBASTIAN: Al divorzio? CLARA:
Tra noi le cose non vanno da tempo immemorabile e tu lo
sai… Ha perso pure il lavoro ed abbiamo serie
difficoltà. SEBASTIAN: Ah certo che lo so… Tra le
altre cose il tuo stipendio da infermiera non è un
granché. Quindi fammi capire sei qui perché vuoi sapere
il mio gruppo sanguigno immagino… o più semplicemente
vuoi che faccia qualche foto al tuo maritino. Se vuoi
possiamo coglierlo sul fatto mentre si scopa la sua
ennesima fiamma… CLARA: No no niente foto. Sono qui
per Aron, la notizia mi ha sconvolta. SEBASTIAN: E
dimmi un po’… Stai facendo il giro degli aspiranti padri
o sei venuta solo da me? CLARA: Sei uno stronzo Seb,
te l’hanno mai detto?
SEBASTIAN RIDE, SI ALZA DI
NUOVO, GUARDA DALLA FINESTRA E SI VERSA MEZZO BICCHIERE
DI WHISKY. CLARA: Non è esagerato bere a quest’ora?
SEBASTIAN: Non lo faccio mai, ma tu mi emozioni sempre.
CLARA: Smettila ti prego, riesci ad essere serio per
cinque minuti? SEBASTIAN: Scusa, ma a te cosa importa
sapere chi è il padre di Aron? Assodato che non è tuo
marito, cosa cambierebbe se fossi io il padre? Tra
l’altro mi dici che vuoi pure divorziare… CLARA: Non
ho detto che voglio divorziare, ma che ci sto pensando e
poi credo che Aron abbia tutto il diritto di sapere chi
sia suo padre. SEBASTIAN: … anche tuo marito ha tutto
il diritto di sapere se ha o meno un figlio… CLARA:
Non essere sarcastico come al solito. Se devo divorziare
è ovvio che mio marito non deve sapere… per mille
ragioni direi… SEBASTIAN: … Soprattutto per quella
casa dove abitate immagino… In caso di separazione
dovrebbe rimanere a te, ma se vuoi essere sicura
possiamo incastrarlo con qualche foto compromettente… So
dove se la spassa. CLARA: E secondo te il giudice
Lynn tra qualche foto mossa e la prova provata che Aron
non è suo figlio a chi darebbe ragione? SEBASTIAN:
Beh appunto meglio tenere tutto nascosto. CLARA: Ma
io sto parlando con te e in caso lo sappiamo solo noi
due.
SEBASTIAN CHIUDE LA FINESTRA E SI RIMETTE
SEDUTO. SEBASTIAN: Beh senti io non mi sottopongo a
nessuna analisi, al momento accontentati della
situazione così com’è, ovvero di sapere che tuo figlio
non è figlio di suo padre. È già qualcosa no? CLARA:
Ma potrebbe essere il tuo… basterebbe sapere il tuo
gruppo sanguigno e quindi andare per esclusione, se non
è di mio marito può essere solo tuo no? È questione di
logica cavolo! SEBASTIAN: Ripeto a me avere un figlio
dopo una notte di sesso non mi fa né caldo e né freddo.
Se dovessi preoccuparmi di tutte le volte che ho
scopato… E comunque di sicuro non l’abbiamo voluto.
CLARA: Sì ovvio, ma è successo. SEBASTIAN: Ma quello
non è stato amore, in caso un semplice contrattempo…
CLARA: Ero ubriaca… SEBASTIAN: Appunto, dopo quella
notte ci siamo frequentati per tre mesi appena senza più
fare l’amore completo e poi di punto in bianco non hai
voluto sapere più niente di me, vuoi che mi interessino
i tuoi problemi ora? CLARA: Sei un mostro, sappi che
c’è in gioco la vita di un ragazzino innocente.
SEBASTIAN: Ma non credo che al momento la vita di tuo
figlio sia in pericolo. E se putacaso fossi davvero il
padre cosa intenderesti fare? CLARA: Metterlo al
corrente a tempo debito e comunque tu lo sapresti.
SEBASTIAN: E in questo periodo? Riusciresti a vivere con
questo segreto? CLARA: Meglio vivere nel segreto che
nel dubbio. SEBASTIAN: Secondo me è un lusso che ora
non puoi permetterti. CLARA: Tu come ti
comporteresti? Sentiamo… SEBASTIAN: Direi tutta la
verità come è giusto che sia… CLARA: Quindi? Dovrei
andare da mio marito e confessargli che siamo stati
insieme? SEBASTIAN: Non esagerare tra noi non c’è
stata alcuna relazione, solo una magnifica notte piena
di stelle. CLARA: Prima hai detto tre mesi… Comunque
le stelle io non le ho viste. SEBASTIAN: In quel
motel c’era un’ampia vetrata, ma tu eri intenta a fare
altro. Visto che vuoi essere sincera dovresti dirglielo,
che male c’è confessare una scappatella? Tanto più che
tuo marito come sai non è uno stinco di santo.
CLARA: Ah ho capito, quindi dovrei dirgli: “Sai caro
quella notte quando ti ho detto che ero al capezzale di
mia madre malata non era vero perché mi sono fatta
scopare dal nostro dirimpettaio, l’ex marito della mia
amica Sarah.” SEBASTIAN: È la verità, non riuscirei a
condirla diversamente, del resto quello è successo.
CLARA: Mi prendi per cogliona? Di sicuro correrebbe dal
suo avvocato per dirgli di allegare il suo gruppo
sanguigno e quello di Aron alla richiesta di
separazione. SEBASTIAN: Beh potrebbe essere
un’opportunità, non credi? CLARA: Ossia?
SEBASTIAN: Io e te potremmo riallacciare vecchi
discorsi… CLARA: Con te? Ma sei matto? Già non ti
sopportavo quando stavi con Sarah figurati ora che sei
vedovo. SEBASTIAN: In fin dei conti ti era piaciuto…
CLARA: Ti ho detto che ero ubriaca. SEBASTIAN: E
allora mia cara, mantieni il segreto e lascia che il
mondo vada come deve andare. CLARA: E se crescendo ti
assomigliasse? SEBASTIAN: Non essere pessimista
potrebbe somigliare a te. CLARA: Non saresti fiero di
accompagnare tuo figlio agli allenamenti di baseball?
SEBASTIAN: Smettila stai andando oltre. Su che canale
danno questo film? CLARA: Quindi non ti interessa
sapere che hai un figlio. SEBASTIAN: Ehi calma calma,
io non ho nessun figlio. Vivo la mia vita da
affascinante scapolo cinquantenne e con un buon gruzzolo
in banca. CLARA: Lo so che sei ricco, ma ti manca
una donna come me e credo davvero che tu non mi abbia
dimenticata… SEBASTIAN: Donne come te ce ne sono
poche sulla faccia della terra, diciamo che mi
accontento... CLARA: Questo mi fa piacere, ma essere
belle significa anche sopportare la gelosia del proprio
marito. Ad esempio se sapesse che oggi sono venuta qui
nel tuo ufficio sarebbe un disastro. SEBASTIAN:
Secondo me lo sa, visto che prima mentre aprivo la
finestra ho visto la sua inconfondibile auto gialla.
CLARA: Non credo proprio che sia da queste parti, di
sicuro ti sei sbagliato. Oggi aveva un colloquio di
lavoro e comunque vedi? Mi segue perché non è sicuro di
me. SEBASTIAN: Marito infedele, geloso, cornuto e
padre senza figlio, la questione si mette molto male.
CLARA: Non sarei venuta da te… SEBASTIAN: Non saprei
come aiutarti Clara, del resto se facessi quell’analisi
sono certo che peggiorerei la situazione. CLARA:
Perché mai? Ci basterebbe sapere il tuo gruppo
sanguigno. SEBASTIAN: Lo saprai… anzi forse già lo
sai, ma questo non significa nulla.
ENTRAMBI
RIMANGO PER ALCUNI MINUTI IN SILENZIO. CLARA: Seb a
me dispiace che mio figlio cresca senza il suo padre
vero, questa cosa non la tollero e non ci dormo di
notte. Col tempo potrei dirlo a mio marito e tu potresti
riconoscerlo. Avresti problemi? SEBASTIAN: Sei tu che
ti stai creando solo problemi inutili. CLARA: Dici?
SEBASTIAN: Dico, ma se tu davvero vuoi che io frequenti
tuo figlio, dobbiamo ricominciare a frequentarci.
CLARA: Mi stai ricattando Seb? SEBASTIAN: Per stare
con te mi inventerei di tutto. CLARA: Seb non ha
funzionato tra noi. SEBASTIAN: Come fai a dirlo?
Troppo poco tempo, sei stata solo una meteora. E poi al
tempo ero ancora impegnato. CLARA: Non è stato
facile tradire la mia migliore amica per questo sono
fuggita. SEBASTIAN: Poverina, lasciala riposare in
pace, per me è stata davvero una grave perdita. Comunque
non ti sto chiedendo una relazione fissa, ma di
frequentarci per una reciproca soddisfazione. CLARA:
Anche io non ti ho mai dimenticato, ma dici che
funzionerà, che potremmo essere una vera famiglia?
SEBASTIAN: Ora non pensarci. Anche perché non credo che
tuo marito abbia intenzione di separarsi. Quella che
frequenta è solo una ragazzina di diciannove anni.
CLARA: Che stupida che sono stata a venire qui…
SEBASTIAN: Perché? CLARA: Perché in fin dei conti hai
ragione io non posso pretendere nulla da te. Quel
bambino è solo mio e non ho nessun diritto di
affibbiarti un figlio. SEBASTIAN: E quindi?
CLARA: Volevo solo comunicarti che Aron non è figlio di
mio marito. E se in caso la cosa ti avesse fatto piacere
sarebbe stata sufficiente una semplice analisi del
sangue. SEBASTIAN: Non correre… Inizia a fare la
carina con me… poi ci metteremo d’accordo…
SEBASTIAN VA VERSO LA PORTA E CHIUDE A CHIAVE. CLARA:
Ma sei pazzo? SEBASTIAN: Tranquilla questa mattina
non aspetto visite, a meno che tuo marito non si sia
stancato di fare il giro dell’isolato e decida di farci
una sorpresa. CLARA: Tranquillo lui è l’ultimo dei
miei problemi ora. SEBASTIAN: Ti sta molto bene quel
vestito così aderente, ti fa due tette da paura.
CLARA: Non sono più tue. SEBASTIAN: Lo so che non
sono mie. Tuo marito le apprezza ancora? CLARA: Come
sai ha altre tette a cui badare. SEBASTIAN: Oh
tranquilla, la ragazzina ha due tette grandi come due
semi di anguria.
LUI LA PRENDE PER MANO E LA
CONDUCE SUL DIVANO DEL PICCOLA SALA RIUNIONI.
SEBASTIAN: Ora mettiti comoda… Qui non ci disturba
nessuno… CLARA: Sono ancora una donna sposata, Seb.
SEBASTIAN: Adoro le donne sposate… sono più calde e
disponibili.
LEI NON FA IN TEMPO A SEDERSI CHE
LUI LE SLACCIA IL VESTITO E POI LA BACIA. SEBASTIAN:
Sei fantastica Clara, questo tuo odore di femmina mi
sconvolge e poi ti confesso che in tutto questo tempo
non ho mai dimenticato le tue labbra. Dio come sono
morbide. CLARA: Che vuoi fare Seb? Ti avverto che
sono indisposta. SEBASTIAN: E che problema c’è? Dai
dammi almeno un antipasto, poi ci vedremo con calma.
CLARA: Ok Seb, ma non altro. SEBASTIAN: Dai come ai
vecchi tempi, quando scappavi da tuo marito per venire
da me. CLARA: Quelli sì che erano bei tempi!
LUI SI SIEDE SUL DIVANO E SI SBOTTONA I PANTALONI, LEI
SI INGINOCCHIA DAVANTI A LUI. SEBASTIAN: Dai ti prego
fammi impazzire. CLARA: Seb lo hai promesso, non
chiedermi altro. SEBASTIAN: No, no piccola ora
desidero solo la tua bocca. CLARA: Farò del mio
meglio, ma poi parliamo ok? SEBASTIAN: Eccole queste
labbra morbide tanto desiderate, sei fantastica Clara.
Dai affonda, avvolgilo, non rimanere in superficie.
CLARA: Dai tesoro facciamo presto. SEBASTIAN: È
sempre stato tuo, lo sai vero? Sì così brava, sei
stupenda… Tu mi sconvolgi, non resisto… LEI NON PUO’
PARLARE. SEBASTIAN: Ora più veloce, stringilo, dai
che ci sono. Sei meravigliosamente esperta. Ancora,
ancora, eccomiiiiiiiiiiiiiiii.
CLARA SI RIALZA E
SI SIEDE SUL DIVANO ACCANTO A SEBASTIAN. SEBASTIAN:
Dio mio, sono venuto in meno di un minuto come i
ragazzini. CLARA: Evidentemente sono stata brava, che
dici? SEBASTIAN: Più che brava tesoro. E devo dire
anche allenata. Mi sa che tuo marito non ti disdegna
affatto nonostante la ragazzina. CLARA: Scemo.
SI GUARDANO, LEI SORRIDE. CLARA: Sei geloso Seb?
SEBASTIAN: Quando mi hai lasciato impazzivo al pensiero
che non avrei avuto più le tue labbra. Sono davvero
morbide. Fortunato lui! CLARA: Oggi le hai avute e
sono contenta che ti siano piaciute ancora.
SEBASTIAN: Sai quando ho visto la macchina gialla di
Jack mi sono chiesto perché oggi fossi venuta qui da me.
Ti ha accompagnata vero? CLARA: Seb ripeto non era la
sua macchina. Comunque sono venuta da te perché
considerando i tempi solo tu puoi essere il padre di
Aron. SEBASTIAN: E come fai ad essere sicura?
CLARA: Visto che non è Jack, chi mai potrebbe essere?
SEBASTIAN: Quindi non hai avuto altri uomini in quel
periodo? CLARA: Ma sei matto? Oltre che con lui io
sono stata solo con te. Te lo giuro su mio figlio!
SEBASTIAN: Allora le cose si complicano tremendamente.
CLARA: Perché?
SEBASTIAN CI PENSA UN ATTIMO.
SEBASTIAN: Sicura che tuo marito non sappia niente?
Dimmi la verità! CLARA: Cosa c’entra lui adesso? Mi
hai promesso che avremmo parlato di noi. SEBASTIAN:
Lo sto facendo, ma qualcosa non mi quadra in questa
storia. Non ti dimenticare che è il mio mestiere…
CLARA: Sei sempre sospettoso, io sono stata sincera e
disponibile con te. SEBASTIAN: Avete bisogno di soldi
vero? CLARA: Perché mi dici questo? SEBASTIAN:
Perché mi hai detto prima che tuo marito naviga in
brutte acque. CLARA: E cosa c’entra con la paternità
di Aron? SEBASTIAN: Se fossi suo padre, sarei colui
che elargirebbe una bella retta mensile. CLARA: I
padri si assumono onori e oneri. Ovvio sì anche il
mantenimento, ma tu sei ricco che problemi avresti?
SEBASTIAN: E tuo marito rinuncerebbe alla paternità?
CLARA: Lui per ora non sa niente e poi lui non è il
padre, quindi a cosa dovrebbe rinunciare. SEBASTIAN:
Sai tesoro non sono sicuro che non lo sia... Posso farti
una domanda? CLARA: Dimmi. SEBASTIAN: Tu sapevi il
mio gruppo sanguigno vero? CLARA: Ma che dici? Come
faccio a saperlo? SEBASTIAN: Visto che fai
l’infermiera in quell’ospedale dove tra l’altro sono
stato operato due volte di sicuro potresti accedere alle
mie informazioni personali e quindi sapere che sono A
positivo. CLARA: Quindi lo sei? SEBASTIAN: Certo
che lo sono e mi viene il dubbio che se non fossi stato
A positivo tu non saresti venuta qui. Anzi ti dico di
più, dato che hai giurato di non essere stata con altri
uomini, penso che anche tuo marito lo sia. CLARA:
Continuo a non capirti. SEBASTIAN: Tu volevi solo che
mi accollassi tuo figlio e penso che anche tuo marito
sia d’accordo. Rinuncerebbe alla paternità per qualche
centinaio di dollari al mese! Sinceramente mi sembra una
mossa alla canna del gas. CLARA: Ma tu sei pazzo! Ma
cosa dici? SEBASTIAN: Pazzo sì, ma non coglione.
Senti Clara, il piano è perfetto, sicuramente lo avete
studiato nei minimi particolari ed avete anche
concordato questa scappatella con annesso un
meraviglioso bacio alla francese mentre lui è qui sotto
che aspetta. Però mia cara, entrambi avete commesso un
grave errore tesoro, ossia quello di non chiedervi come
mai io e Sarah non abbiamo avuto figli. Ovviamente
un’informazione che non è scritta da nessuna parte.
CLARA: Lei mi ha sempre detto che voi due non volevate
bambini. SEBASTIAN: Sarah è stata una grande moglie e
di certo non andava in giro a spiattellare il vero
motivo. CLARA: Cosa vuoi dire? SEBASTIAN: Sono
sterile.
FINE |

Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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