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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
La partita di golf
Dialogo tra moglie e marito
 


 

Roma. Villa sull’Appia Antica, sono le sei di un pomeriggio estivo. Serena e Gabriele sono nella loro bella veranda. In casa c’è solo la cameriera polacca che sta preparando la cena. Lui, seduto sulla sua comoda sedia a dondolo, sta leggendo l’ultimo giallo di John Grisham “L'avvocato degli innocenti”, lei in piedi sta potando le sue belle rose di Damasco color fucsia. Poi si siede.

SERENA: Ti disturbo?
GABRIELE: Lo sai che quando leggo Grisham stacco la spina col mondo.
SERENA: Hai qualche minuto per me?
GABRIELE: Sentiamo…
SERENA: Caro ti devo dire una cosa, ma non so se sia il momento… Ho paura di pentirmene subito dopo…
GABRIELE: Dai non fare come al solito o me la dici o altrimenti mi lasci in pace e continuo a leggere.
SERENA: Devo dirti una cosa importante… ma non so da dove cominciare…
GABRIELE: Tranquilla, le tue cose sono tutte importanti, il problema è che vuoi solo essere al centro dell’attenzione e per questa ragione detesti il silenzio. Hai finito di potare le rose?
SERENA: Tesoro ascoltami, questa volta è davvero importante. Da un po’ di tempo le cose sono cambiate tra noi e tu fingi di non accorgerti!
GABRIELE: Di cosa mi dovrei accorgere?
SERENA: Senti io ho deciso di dirtelo, ma premetto che il vero motivo non riguarda me direttamente. Sinceramente ne avrei fatto a meno!
GABRIELE: Ok questa è la premessa, adesso dimmi quello che mi devi dire…
SERENA: È successo circa un anno e mezzo fa. Era la vigilia di Natale. Ti dissi che dovevo andare a comprare gli ultimi regali, ma non era vero. Andavo ad incontrare una persona, per la prima volta da soli.
GABRIELE: Di chi stai parlando, non capisco. Chi è questa persona?
SERENA: Non so se ricordi il particolare dei tacchi alti. Quel giorno mentre stavo uscendo mi hai detto che per fare shopping sarebbe stato meglio che mettessi un paio di scarpe più comode. Avevi ragione, ma io non dovevo fare tanta strada e non dovevo girare per negozi, ma scendere in box, prendere l’auto e parcheggiare davanti ad un Motel.
GABRIELE: Serena mi stai dicendo che hai un amante per caso?
SERENA: Sì.
GABRIELE: E me lo dici così?
SERENA: Come dovrei dirtelo?
GABRIELE: Chi è?
SERENA: Aspetta fammi parlare! Comunque è un tuo collega, lavorate nello stesso studio, avete anche giocato a golf insieme, ma è anche il mio maestro e compagno di tango.
GABRIELE: Allora è Fabrizio! Davvero hai una storia con quel ragazzino? E da quanto dura?
SERENA: Te l’ho detto… da circa un anno e mezzo. Sarebbe facile ora dirti che avevo solo bisogno di considerazione, tu non mi guardavi, e ora come allora mai una piccola attenzione.
GABRIELE: Questo è un classico! Si dice sempre così per giustificare un tradimento, in realtà siete tutte, più o meno, delle mignotte!
SERENA: Ti prego aspetta, non rendere tutto così volgare... Con Fabrizio abbiamo ballato per anni insieme e tra noi si era instaurata una certa piacevole confidenza. Dio sa quante volte ci ha provato, ma lo vedevo come un ragazzo, troppo giovane per me, ed ogni volta rifiutavo le sue avances, ma giuro, ogni volta che mi guidava e le sue mani arrivavano a contatto con i miei fianchi, io fremevo, sudavo, diventavo rossa. Lui si accorgeva del mio rossore, mi guardava fisso negli occhi ed io mi sentivo nuda.
GABRIELE: Quindi?
SERENA: Ma ho resistito sai e combattevo contro la mia astinenza… tu sai perché, il mio desiderio di donna. Ogni volta quando tornavo a casa in macchina mi convincevo e ripetevo che ero solo una povera scema, che con quei venti anni di differenza non poteva certo funzionare. Ogni volta quando scivolavo tra le lenzuola speravo che tu fossi sveglio, ma è stata per anni solo una vana speranza!
GABRIELE: Ok, so come funziona, tu ti scopi quel ragazzo e la colpa è mia!
SERENA: Non essere sarcastico, aspetta! Fammi dire.
GABRIELE: Non mi interessano le tue considerazioni! Dimmi come e quando è successo!
SERENA: Una sera, durante una pausa del ballo, ha iniziato a fare discorsi strani e mi ha fatto capire che non provava alcun sentimento per me, ma che provava una forte passione, insomma desiderio di sesso puro. Mi vedeva come una donna grande, disponibile, che strabordava di sensualità…
GABRIELE: Molto singolare come approccio. Comunque è stato sincero… E tu cosa gli hai risposto?
SERENA: Mi ha sorpresa, non era mai stato così diretto e soprattutto non lo avevo mai visto come un potenziale amante, te lo giuro, ma quella spiegazione, invece di deludermi, mi aveva provocato ancora più conflitti interiori. Se ci fossi andata a letto non avrei avuto neanche quel pretesto che poi, in realtà, vista la nostra situazione, era il motivo non confessato per il quale avrei fatto il grande passo. Ho iniziato a fare strani sogni e le mie notti erano piene di lui.
GABRIELE: Serena lascia stare sogni e poesia, io non ci vedo nulla di poetico quando una donna apre le cosce. Poi?
SERENA: So che la ritieni solo una giustificazione, ma per me è importante! Io e te non facciamo l’amore da oltre due anni, ancora non mi rendo conto come sia potuto passare così tanto tempo. Ti ricordi vero? Anche se per me non era sufficiente, lo facevamo comunque e regolarmente ogni settimana, poi ad un tratto, dopo una noiosissima influenza che mi ha debilitato per tre settimane, tutto si è dissolto e nessuno dei due ha preso più l’iniziativa.
GABRIELE: Succede tra moglie e marito avere un calo di passione, no?
SERENA: Io non lo chiamerei un calo di passione! Tuttavia non mi interessa sapere i motivi anche se per molto tempo mi sono arrovellata il cervello pensando a come tu faccia a soddisfarti. Perché è ovvio che lo fai! Mi sono chiesta più volte se ci potesse essere un’amante oppure qualche amore comprato…
GABRIELE: Mia cara noi uomini siamo diversi, non abbiamo bisogno di innamorarci per andare a letto con una donna e soprattutto non abbiamo bisogno di un’amante fissa per sfogare le nostre pulsioni. Comunque ora a me interessa sapere della tua relazione… Continua!
SERENA: Oddio, ho perso il filo…
GABRIELE: Stavi parlando della lezione di tango…
SERENA: Ah sì… di quando lui in quella pausa della lezione, dopo avermi confessato candidamente le sue intenzioni, mi ha trascinato con le sole parole nell’oblio.
GABRIELE: Addirittura!
SERENA: Secondo me la domanda lecita ora sarebbe, perché ho deciso dopo tante resistenze…
GABRIELE: Ok fai tutto tu, fai le domande e ti rispondi. Cosa vuoi che faccia io?
SERENA: Mi devi ascoltare.
GABRIELE: Lo sto facendo.
SERENA: Ebbene io non ho deciso nulla, alle volte credo ciecamente nel destino o come dici tu spesso nell’ineluttabilità delle cose.
GABRIELE: Anche una mia citazione ora… Vai avanti!
SERENA: Ok, ok vado avanti e cerco di non dilungarmi troppo. Ad un tratto mi sono ritrovata dentro uno stanzino al buio, il ripostiglio del bar, sai di quelli pieni di scatole di birra e vino e confezioni varie. Non so per quale motivo la luce non funzionasse…
GABRIELE: E ti pareva…
SERENA: So solo che quel buio mi ha aiutata a superare il primo impatto, i primi sapori e odori diversi. Comunque ci siamo baciati, lui ha appoggiato le sue labbra sulle mie ed io non ho fatto resistenza. È stato un bacio interminabile, almeno cinque minuti o forse più, con lui che premeva ed io attraverso i vestiti sentivo il suo corpo al culmine della passione. Lo sentivo impaziente, eccitato mi ha spinto contro le cassette di birra e la sua mano risalendo mi accarezzava la calza fino dove puoi immaginare… Sentivo le sue dita, mi afferrava come un pirata che aveva scovato il tesoro, ero in estasi.
GABRIELE: Non mi dire che lo avete fatto lì…
SERENA: Secondo te come può reagire una donna in astinenza? Comunque sì, non mi vergogno a dirlo, mi sarei volentieri abbandonata, ma un rumore ci ha fatto sobbalzare e allora siamo usciti quatti quatti riprendendo a fatica la lezione.
GABRIELE: Quindi hai avuto tempo anche di ripensarci…
SERENA: Sì vero, di tempo ne ho avuto, ma quel bacio e tutto il resto è rimasto nella mia bocca per giorni e giorni. Ci incontravamo il giovedì sera a lezione, ma lui mi evitava deliberatamente, oggi credo che fosse solo una tattica. Pensa che addirittura chiese al maestro di cambiare partner. Io ci rimasi molto male, mi chiedevo cosa non andasse in me, dove avevo sbagliato, tornavo a casa depressa, ma tu non te ne accorgevi.
GABRIELE: Ok, ho capito, pur non sapendo nulla, sono stato l’artefice di tutto. E poi?
SERENA: Ti prego non avercela con me! Non credere che non ci abbia pensato, forse sarebbe bastata una tua parola, una piccola attenzione, invece niente. Qualche giorno dopo ho ricevuto un suo messaggio, scarno e diretto al cellulare. Mi stava aspettando in un Motel sulla via Nettunense, poco fuori città. Mi dava un’ora di tempo, poi se ne sarebbe andato. Niente invito a cena, niente serata romantica, niente mazzi di rose, ma solo un motel dove si incontrano coppie clandestine, dove si fa solo sesso. Insomma se non lo avessi ancora capito lui non voleva altro che fare l’amore con me.
GABRIELE: E cosa hai pensato?
SERENA: Non ho pensato a nulla, ero solo delusa e incazzata. Per fare quel grande passo avevo bisogno di un pretesto, non sapevo cosa fare e come prima cosa chiamai Valeria…
GABRIELE: Valeria chi? Quella tua amica che a cinquant’anni sogna ancora il principe azzurro?
SERENA: Sì proprio lei. Con lei mi sono sempre confidata e sapeva tutto di noi due. Mi ha detto di guardare il bicchiere mezzo pieno, di essere positiva e di apprezzare almeno la spontaneità e quel desiderio di vedermi e fare l’amore con me. Secondo lei dovevo esserne fiera e orgogliosa, visto che, essendo un bel ragazzo, avrebbe potuto scegliere altre donne o quanto meno sue coetanee.
GABRIELE: Ecco ci mancava solo il consiglio di Valeria.
SERENA: Insomma lei mi ha convinto, ma io ero nel panico, mi guardavo allo specchio, ero per lo meno impresentabile! Troppo poco tempo, non sarei potuta andare dal parrucchiere. Comunque mi sono preparata in fretta cercando di indovinare i suoi gusti. Era la vigilia di Natale, sono uscita dal bagno è mi sono inventata lì per lì una scusa al volo, dicendoti che mi ero dimenticata il regalo per una mia amica. Ricordi?
GABRIELE: Ricordo che balbettavi ed eri nervosa.
SERENA: Non sapevo praticamente quanto tempo ci avrei impiegato e quanto tempo durasse un incontro d’amore in un motel. Quanto avrei voluto in quel momento che tu mi avessi fatto il terzo grado, fino a farmi confessare la tresca, ma purtroppo non è andata così. A parte l'accenno alle scarpe non hai pronunciato altro... Mi hai guardata con aria di sufficienza e poi hai continuato a leggere. Ecco in quel momento ho avuto la stessa sensazione di tutte le volte che scivolavo tra le lenzuola e ti sentivo russare…
GABRIELE: Quindi sei andata dal tuo amante…
SERENA: Sono uscita di fretta. Come al solito, nonostante il navigatore, ho sbagliato per due volte la strada. C'era un traffico pazzesco. Con il cuore in gola e tutta sudata mi sono presentata all’incontro tutta trafelata. Il motel era immerso in una grande parco di abeti e cedri del Libano, davvero sembrava di essere in un paradiso. Il cuore mi batteva a mille, ma lui mi ha accolto nella veranda dell’albergo con una insolita grazia e devo dire che è stato meraviglioso, forse avvertiva il mio disagio.
GABRIELE: Più che disagio secondo me aveva solo voglia di portarti a letto…
SERENA: Sarà, ma quella cortesia, quell’accortezza, finta o vera che fosse, mi ha dato una mano, mi ha aiutata a tradirti senza che da quel momento mi assalissero più sensi di colpa. Abbiamo preso un aperitivo e poi siamo saliti al primo piano. E…
GABRIELE: Oh no mia cara, ora basta, me ne hai già detti molti di dettagli.
SERENA: Ma sei tu che hai voluto che raccontassi.
GABRIELE: C’è modo e modo di raccontare, comunque non credo sia finita lì, altrimenti non avrebbe alcun senso questa confessione.
SERENA: No infatti, da quel giorno ci siamo visti regolarmente ogni qualvolta c’era la lezione lunga di tango, che naturalmente non facevamo. Perché a lui un’ora e mezza non basta e soprattutto odia farlo in fretta.
GABRIELE: Vedo che ti sei scelta un ragazzo molto esigente…
SERENA: L’amore con lui è molto diverso da come lo facevo con te. A lui piace osservarmi per lungo tempo, apprezzare come sono vestita, spogliarmi lentamente… Adora la grazia, la femminilità, la sensualità della mia lingerie.
GABRIELE: Quindi ti sei scelta un perfetto amante?
SERENA: Sei insopportabile Gabriele! Ti sto raccontando che tua moglie si fa scopare da un altro e tu reagisci solo con questa stupida ironia... Lo vuoi capire che ti tradisco da quasi diciotto mesi, a cadenze regolari, circa una volta a settimana, ti tradisco per tre ore, tornando a casa piena di sensi e d’altro, senza contare le altre volte che mi invento una scusa tornando tardi la sera!
GABRIELE: Reagisco così perché per me non è una novità.
SERENA: Che significa? Cosa vuoi dire?
GABRIELE: Che da diciotto mesi in questa casa regna una serenità paradisiaca, galleggiamo in un mare di tranquillità… tu non sei più nervosa, non ti lasci andare a improbabili cambiamenti di umore, non alzi più la voce, non hai più l’ansia e credi che un marito non se ne accorga? Ovvio che abbia fatto uno più uno.
SERENA: Dunque, cosa mi stati dicendo? Che lo sapevi?
GABRIELE: Avverto un rilassante benessere, ma ovviamente perché dirlo? Non voglio rovinare questo meraviglioso equilibrio che si è creato tra noi.
SERENA: Beh il merito non è il tuo!
GABRIELE: Sarà tutto merito di Fabrizio, ma l’importante è stare bene io e te, non credi?
SERENA: Gabriele mi sconvolgi! Ma non senti un minimo di gelosia?
GABRIELE: Tesoro ci conosciamo da quasi trent’anni, in fin dei conti è come se andassi a prendere il thè con le amiche…
SERENA: Ma con le amiche non ci scopo!
GABRIELE: Questo è solo un dettaglio trascurabile.
SERENA: Allora hai un’amante anche tu?
GABRIELE: Te l’ho detto, l’uomo vive d’altro e soprattutto evita di complicarsi la vita.
SERENA: Mi reputi una persona cervellotica?
GABRIELE: Serena sei una donna, è nella tua natura. Dai, adesso tira fuori il vero motivo di questa confessione, ma ti prego evita enfasi e tragedia, se ci riesci…
SERENA: Il motivo vero è che me ne sono innamorata, ovvio no?
GABRIELE: No, non è ovvio, viste le premesse. È ovvio il fatto che tu lo creda per non giudicarti male. Comunque cosa vuoi fare? Andare a vivere con lui?
SERENA: Aspetta non essere precipitoso. Da un po’ di tempo tra me e lui qualcosa si è bloccato, gli incontri si sono diradati, bisticciamo spesso anche per banalità e le volte che ci vediamo le sue prestazioni lasciano a desiderare.
GABRIELE: Non mi dire che ha fatto cilecca!
SERENA: Non è questo il punto, diciamo che è distratto, evasivo, distante, i suoi pensieri volano altrove ed ho la maledetta paura che stia pensando ad altre soprattutto in quei momenti. Ma io ho bisogno di lui, un pomeriggio l’ho incalzato e costretto a parlare e lui mi ha detto che l’effetto di fare l’amore con una donna sposata non gli dava più le stesse profonde sensazioni.
GABRIELE: Quindi fammi capire viene con te unicamente perché sei sposata?
SERENA: Tu non puoi capire, lui non è come te, lui è un uomo molto cerebrale, adora la trasgressione, le sue eccitazioni sono più mentali che fisiche.
GABRIELE: Vuoi dire che ti scopa pensando a situazioni improbabili?
SERENA: Rimpiango i tempi quando sulle ali della sua fantasia impazzivamo di piacere, come quella volta che ti telefonai, fingendo un contrattempo, ma in realtà ero nel letto con lui, o le volte che tornavo a casa con un paio di calze diverse da quelle con le quali ero uscita in modo da infonderti qualche sospetto. Nulla. Oppure le volte quando tornando a casa cercavo la tua bocca per farti sentire l’odore, sicuramente non fresco, non mio, sicuramente d’amore. Naturalmente tu eri e sei sordo e cieco o quanto meno facevi finta di esserlo.
GABRIELE: Te lo diceva lui di baciarmi?
SERENA: Sì.
GABRIELE: Allora più che cerebrale mi sembra un vero porco!
SERENA: Gabriele ti sto dicendo tutto senza tralasciare nulla perché vorrei davvero che tu mi capissi e se come hai detto anche tu, il nostro rapporto da un anno e mezzo è migliorato, credo sia anche interesse tuo aiutarmi.
GABRIELE: E come potrei aiutarti?
SERENA: Vabbè te lo dico così come mi viene, lui vuole in qualche modo che tu sia partecipe. Oddio non fraintendere niente menage a trois, nulla di tutto questo. Vuole che tu sia partecipe emotivamente. Desidera che tu mi pensi quando sono con lui. Capisci l’assurdità della cosa?
GABRIELE: Cioè? Spiegami dovrei essere al corrente dei vostri incontri e pensarvi mentre fare l’amore?
SERENA: Mi ripete spesso che solo un marito consenziente può rinvigorire un rapporto di moglie ed amante! Capisci? Esattamente l’opposto delle mie convinzioni. Fino a ieri credevo che due amanti trovassero la linfa nella segretezza, nel proibito, nella clandestinità… ma evidentemente mi sbagliavo.
GABRIELE: La penso anche io come te, ti sei scelta davvero un amante maiale per non dire altro.
SERENA: Mi ripete spesso che fare l’amore con me non ha senso se tu non sai o fai finta di non sapere. Lui ha bisogno del tuo consenso ed io del suo vigore… ed ecco perché ti ho detto tutto, insolla vuole che tu sappia.
GABRIELE: Quindi non sei pentita? Vuoi solo che io sia al corrente in modo che lui ti allarghi le cosce e provi piacere a farlo.
SERENA: Non essere volgare ti prego! Mi rendo conto dell’assurdità della mia richiesta, ma non voglio perderlo!
GABRIELE: Quindi anche questa confessione fa parte del suo gioco, sbaglio?
SERENA: Non sbagli, sono le sue condizioni, il suo modo strano di amarmi e quanto meno della sua voglia di potere che non si limita a possedere una moglie. Ogni volta che è dentro di me mi ripete: “Pensa che bello se tuo marito sapesse che ti sto facendo urlare di piacere…”
GABRIELE: E se non stessi al suo gioco?
SERENA: Tutto tornerebbe come prima e credo nessuno di noi due vorrebbe.
GABRIELE: Già sarebbe davvero una disgrazia. E scusa cosa dovrei fare praticamente?
SERENA: Nulla di compromettente dovresti semplicemente chiamarlo per la quiete di entrambi e dirgli che hai voglia di fare una partita a golf. Lui non chiede altro… non ci chiede altro. In questo modo lui saprà che sai, non occorre dire altro. Basta questo.
GABRIELE: Praticamente cornuto e felice?
SERENA: Beh in effetti lo sei… Lo farai?
GABRIELE: Non se ne parla mia cara, che tu abbia un amante non mi fa né caldo e né freddo, ma non voglio essere ridicolizzato dal ragazzino.
SERENA: Non è solo un amante, è l’ancora della nostra salvezza.

Gabriele scuote la testa, si alza, entra in casa, poi torna con due calici e una bottiglia di Prosecco. Si rimette seduto. Serena lo segue con gli occhi. Lui versa lo spumante nei calici.
GABRIELE: Brindiamo?
SERENA: Non mi sembra che ci sia qualcosa per il quale da brindare…
GABRIELE: E invece sì… Sai cosa stavo pensando? Che è molto tempo che non gioco e una bella partita a golf mi rilasserebbe davvero.
SERENA: Grazie.


FINE






Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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