La vita notturna di Kiev è colorata e vivace, ci sono tanti locali dediti
esclusivamente al divertimento e con prezzi modici, un’industria
dell’intrattenimento per adulti molto matura, con i suoi club di lap
dance, sale massaggi e strip club in abbondanza. Mi rendo conto come non
facciano grandi sforzi per nascondere le loro vere attività, anche perché
le autorità sembrano tollerare in maniera bonaria la prostituzione.
Nei
locali l’alcol scorre a fiumi e non a caso gli ucraini sono tutti grandi
bevitori e studi recenti suggeriscono che ogni ucraino di età superiore ai
quindici anni beve almeno 15 litri di alcolici all’anno. Praticamente un
litro in più degli irlandesi e due litri in più dei norvegesi.
Incontro Irina, una bellissima ragazza bionda di 23 anni, occhi chiari e
fisico da modella, seduta in uno dei tanti bar di Kiev aperti di notte.
Appena realizza che sono straniero diventa subito socievole e disponibile.
Mi fa sedere, si accende una sigaretta e inizia a parlare con un discreto
inglese, ma faccio fatica a presentarmi come giornalista. Alla fine tolto
l’equivoco del cliente vuole comunque essere pagata al prezzo standard di
30 euro senza annessi e connessi e prezzo della stanza escluso.
Finiamo le nostre birre e con aria maliziosa mi dice di seguirla, facciamo
circa trecento metri a piedi, lei cammina a fatica col suo tacco 12.
Arrivati finalmente sul posto, mi rendo conto che non si tratta di una
pensione, ma di una casa privata dove si affittano stanze ad ore o per
tutta la notte. La camera comunque è pulita, l’arredamento essenziale, ma
il bagno è in corridoio.
Ci accomodiamo sul piccolo divano di
fronte al letto e cortesemente declina la mia richiesta a farle qualche
foto. Mi dice, come per scusarsi, che in alcune zone rurali del paese la
povertà è tale che per molte donne il sesso a pagamento è l'unica forma di
reddito possibile e come la maggior parte di loro anche lei mantiene i
suoi genitori che vivono in una piccola città fuori da Kiev. Quando ha
iniziato al suo paese guadagnava si e no 30 euro perché fisicamente non
riusciva a sopportare più di due clienti a notte. Adesso invece si è
stabilita a Kiev e riesce a guadagnare quanto un lavoratore medio ucraino,
anche se la vita è molto più cara e fa degli sforzi enormi a risparmiare.
Le chiedo della situazione economica del paese e lei mi risponde
che, come per la maggior parte dei Paesi ex sovietici, l’Ucraina è uscita,
dopo la dissoluzione dell’URSS, con un’economia distrutta. Ampie fasce
della popolazione sono ridotte in estrema povertà. Per sopravvivere, molte
donne ucraine finiscono per imboccare la via della prostituzione, dentro e
fuori dal Paese. Negli ultimi anni, inoltre, molti turisti occidentali
hanno iniziato a visitare il Paese in cerca di sesso, o addirittura di una
moglie, dato che molte ucraine sono disposte a tutto, perfino a sposare
uno straniero conosciuto su Internet, o tramite un’agenzia, pur di cercare
una vita migliore fuori dalla madrepatria.
Le chiedo se lei
accetterebbe, lui mi guarda, sorride e risponde: “Se me lo chiedi tu, ci
faccio un pensierino.” Lei sta studiando economia all’Università, ma gli
esami vanno a rilento. Deve badare ai genitori anziani, fare i servizi
essenziali quando torna a casa settimanalmente e cinque notti su sette
lavorare fino all’alba. La maggior parte delle sue coetanee sono
disoccupate e la prostituzione è l’unica attività piuttosto remunerativa.
I conti sono presto fatti, mi dice, in Ucraina uno stipendio medio si
attesta attorno ai 300 euro, il costo di una prestazione sessuale parte
dai 40 euro. Purtroppo mi dice che c’è troppa concorrenza. Infatti il
dilagare del fenomeno ha portato sulla strada e nei locali circa 80 mila
donne comprese tra i 15 e i 49 anni, solo le minorenni sarebbero almeno 15
mila raggiungendo il record tra i paesi europei dell’l’1,5% della
popolazione dedita alla prostituzione.
Alcune sue coetanee invece
hanno preferito emigrare, tramite delle agenzie specializzate vengono
iniziate direttamente in patria e poi indirizzare in Russia, Turchia,
Cipro e Polonia. Sembra che anche lo Stato favorisca questo commercio, in
un opuscolo consegnato in una scuola di Nikolaev sui pericoli dell’Aids
riportava diversi consigli pratici per le aspiranti escort, tra cui:
“Riscuoti il pagamento prima della prestazione”, “Evita i clienti
ubriachi”, “Non farlo mai senza preservativo”, "Stabilisci prima il tipo
di prestazione e la durata", "Evita di servire più clienti da sola" e così
via. Insomma consigli pratici per le ragazze che volevano entrare
nell'industria del sesso con tanto di dicitura iniziale: "Se sei dentro il
sex business allora questo opuscolo fa per te".
Irina mi chiede se
può togliersi il vestito, in effetti dentro questa stanza fa caldo, ma non
credo sia questo il motivo principale. Poi mi dice di spegnere la luce,
qui la polizia entra nelle case, anche se la prostituzione individuale non
è un reato, ma un illecito amministrativo e le lavoratrici del sesso come
lei possono venire multate ed essere sottoposte a controlli pesanti.
Mi dice che a Kiev la polizia non è per niente tollerante, se non
dovesse mantenere i suoi genitori andrebbe a Kharkiv o a Odessa. Le due
città a luci rosse, dove l’esplosione degli ultimi anni è stata più che
tollerata dalle autorità, tanto che attualmente, in un sistema tra i più
corrotti al mondo, si può tranquillamente aprire un bordello illegale
senza che nessuna autorità intervenga. Kharkiv, città universitaria con
oltre un milione di abitanti al confine con la Russia, è diventata la vera
capitale del sesso dove molte studentesse pare abbiano l’abitudine di
arrotondare per pagarsi gli studi. Odessa invece, sul Mar Nero, è la meta
indiscussa per gli stranieri a caccia di avventure bollenti.
Le
chiedo dei rischi che corre e delle malattie, mi risponde che conosce
alcune sue colleghe infettate dal virus dell’Hiv. La diffusione di questa
pratica ha portato a grossi problemi sanitari. L’Aids è molto diffuso
anche tra la popolazione minorile ed oltre mezzo milione di persone ne è
stato infettato (l’1,63% della popolazione, la quota più elevata in
Europa).
Ormai solo le due del mattino ed io ho concluso la mia
intervista. Le consegno la cifra pattuita e mentre faccio per alzarmi
Irina mi dice che se per caso non avessi un posto prenotato per la notte
potrei tranquillamente dormire lì: “Del resto la stanza è affittata fino a
domattina.”
Guardo l’ora in effetti è tardi ed allora acconsento. Lei
a quel punto si riveste, e mi dice: “Proprio non ti piacciono le ragazze
ucraine vero?” Rispondo che non adoro il sesso a pagamento. E lei: “Ma tu
hai già pagato per l’intervista!” A quel punto mi dà la chiave della
stanza ed aggiunge: “Io adesso devo andare a lavorare, se in caso faccio
presto torno.” Mi dà un bacio e mi augura la buonanotte.”
“Buonanotte.”
FINE