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AMARSI? CHE CASINO!
VIAGGIO NEL PIACERE

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IL MESTIERE ANTICO
Sonagachi
Il più grande bordello dell’Asia


 
 


 
Cammino tra le vie di fango di Sonagachi, il quartiere a nord di Calcutta famoso per i suoi numerosi bordelli. Di fatto è il più grande quartiere a luci rosse di tutta l’Asia con diverse centinaia di bordelli a più piani costruiti nei vicoli tortuosi con circa 7.000 prostitute mentre in tutta la zona il numero delle prostitute raddoppia a oltre 13.000 donne. Pare che esista da oltre tre secoli.

In bengalese Sona Gachi significa "Albero d'oro" e secondo la leggenda, in questa zona abitava un certo brigante di nome Sanaullah. Alla sua morte sua madre in lutto abbia sentito una voce: “Madre, non piangere. Sono diventato un albero”, e così è iniziata la leggenda di Sona Gazi.

Il quartiere si affaccia su un lungo vialone principale. Strade fangose e piene di rifiuti. Palazzi divorati dall'umidità e dall'incuria. Un forte odore di verdure marce, misto a quello di urina. Agli angoli, donne e ragazze vestite con il saari attendono clienti. La prostituzione in India è legale; mentre tutta la serie di attività correlate, tra cui l'adescamento in luogo pubblico e la sosta lungo i marciapiedi, oltre alla gestione di case di tolleranza e lo sfruttamento della prostituzione rimangono crimini perseguiti penalmente.

Si stima che circa il 5% delle 13.000 prostitute di Sonagachi siano sieropositive, tasso tra l’altro molto vicino a quello medio nazionale di HIV in India. Molte delle prostitute non sono informate sulla malattia e non prendono precauzioni contro l’infezione. Si calcola che il 3 clienti su quattro si rifiutano di usare il preservativo anche perché la concorrenza è spietata e le donne sono tante per cui sono costrette a lavorare senza protezione per paura di perdere il cliente.

Durante la nostra visita tra i vicoli stretti ci si avvicina un giovane con la barba e camicia bianca. Si presenta come broker, un termine che in India può significare parecchie cose, da agente immobiliare a protettore. Ovviamente non è un agente immobiliare. Mi chiede cosa ci faccio da queste parti e quando gli dico che sono un giornalista mi chiede se sono in cerca di ragazze e che può procurarmene una di alta qualità nel giro di due minuti al prezzo di 10000 rupie circa 100 euro per tutta la notte. “Amico niente a che vedere con queste puttane da bordello.” Ovviamente rifiuto e continuo il mio giro. Devo incontrare Shaila una ragazza del posto che, tramite internet, mi ha promesso di raccontarmi la sua storia.

Finalmente individuo la casa di Shaila. È diventata famosa per aver fatto la comparsa bambina nel film documentario americano "Born into Brothels: Calcutta's Red Light Kids" che vinse l'Oscar per il documentario nel 2004. Ci ospita nella sua casa, praticamente una stanza dove mangia, si lava, dorme e ci fa l’amore. Mi dice che il suo nome significa figlia della collina essendo nata in una zona collinare vicino alla frontiera col Bangladesh.

La sua storia è comune a quelle di tante altre. A dieci anni un uomo si è presentato nella sua casa ed ha convinto i suoi genitori a venderla per un prezzo irrisorio dicendo che sotto le sue cure sarebbe diventata una meravigliosa ragazza e che sicuramente avrebbe sposato un principe. Invece del castello e del principe a Calcutta ha trovato un bordello, uno dei più sporchi di tutta Sonagachi.

È stata affidata ad una donna che si faceva chiamare zia. Dopo tre giorni ha scoperto l’inganno, non doveva andare sposa a nessun principe, ma essere gentile e disponibile a degli uomini che frequentavano la casa. A quel punto ha cercato di scappare ma appena fuori dal bordello ha incontrato un poliziotto e dopo che gli ha raccontato la sua storia lui le ha promesso di aiutarla, ma la sera insieme a tre amici è stata violentata. E a Shaila non è rimasto che tornare nel bordello.

Nel corso degli anni è passata da un protettore all’altro, ora Shaila ha ventisei anni e lavora per un magnaccia donna che chiama Signora. Lei la cura, la veste, ma è molto esigente nel lavoro.

La casa dove vive costa 5000 rupie a settimana, circa 56 euro. La signora le assicura tre clienti al giorno, ma il resto deve farlo da sola. Lavora a tariffa fissa per 500 rupie per cliente per un'ora, ma il 50 percento del denaro guadagnato da ogni cliente va alla Signora. Mi dice che prima di questo sistema la sua tariffa era dalle 1000 alle 1500 rupie, ma che c’erano molti rischi visto che era senza protezione e poi non aveva la sicurezza dei tre clienti fissi.

La maggior parte della sua clientela è formata da impiegati, commercianti, avvocati e tassisti, tutti per lo più sposati. Una volta al mese la polizia fa irruzione nella casa, ma è tutto finto, dopo un veloce controllo se ne vanno con le tasche gonfie, una sostanziosa mancia pattuita in precedenza e uguale per tutte le prostitute.

Quando parla del suo futuro Shaila si rabbuia. Sa che la signora non la lascerà mai, ma poi se potesse sarebbe difficile farsi una vita. “Per la società sarò sempre una puttana e da queste parti, dice, gli uomini si sentono in dovere di violentarci.” Poi aggiunge: “ Anche se per assurdo domani sposerò un principe e indosso costosi sari la gente continuerà a pensare che sono una prostituta. Non posso cambiarlo. Qui è così.”

Ma poi quando le chiedo se ha un fidanzato, si scioglie, mi fissa con i suoi occhioni grandi e mi dice: “Ho un amante segreto ed è uno dei miei clienti abituali. Lui è un tassista e stiamo progettando di sposarci. Così potrò andare via da qui e farò in modo che mia figlia non nasca mai a Sonagachi. Ma tu non dirlo alla Signora, mi raccomando!”


 


FINE

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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
WEB REPORTAGE
© All rights reserved
FONTI
https://www.unodc.org/
https://en.wikipedia.org/
https://www.lastampa.it/
www .trendylife .it/


FOTO GOOGLE IMAGE


 
















 
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