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AMARSI? CHE CASINO!
GIALLO PASSIONE


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L’assassinio di Laura Bigoni
Il triangolo pericoloso
1° agosto 1993: Laura venne trovata accoltellata a morte nella sua casa di Clusone a Bergamo. Le indagini svelarono un pericoloso triangolo d'amore che non permise di individuare il vero assassino





 
Corso Porta Romana, Milano, estate del 1993. Dagli stereo delle auto Raf urla il suo Battito animale e gli Haddaway la famosissima What is love. È il primo giorno di agosto, Milano è quasi deserta, pochi negozi aperti e tanto caldo, ma al civico 132, nello stabile dove abitano anche Dario Fo e Franca Rame, la polizia tiene a bada i tanti curiosi. Sulla vetrata della portineria è appicciato in bella mostra un foglio di carta con scritto: “Chiuso per lutto”.


Qui lavora come portiere Angiolino Bigoni e proprio quella notte sua figlia Laura è stata accoltellata a morte e data alle fiamme nel letto della casa di famiglia a Clusone. Angiolino disperato non si dà pace e chiede insistentemente notizie ai poliziotti.

Laura Bigoni è una giovane e bella ragazza di 23 anni che vive e lavora a Milano, dove fa l’addetta alle pulizie al Comune di Milano con il sogno nel cassetto di diventare un’estetista e gestire un salone tutto per sé.

È fidanzata con Gimmy, un giovane elettricista e pompiere volontario. Anche lui ha un sogno nel cassetto ovvero quello di diventare un vigile del fuoco professionista. Lui ha due anni più di lei, è decisamente un bel ragazzo con un fisico atletico. Laura lo ha conosciuto in un salone di bellezza dove lei fa apprendistato. Lui però ha un grosso difetto, è fidanzato ufficialmente con una certa Vanna, ma a Laura non dice nulla.

Comunque iniziano a frequentarsi, stanno bene insieme, si fidanzano ufficialmente e la passione li travolge, ma la storia tra i due è piuttosto tormentata. Suo padre ne è al corrente, ma mette in guardia sua figlia, le dice di non fidarsi, di lasciarlo, del resto quel giovane non gli è mai piaciuto. C’è qualcosa di ambiguo e sfuggente nel suo comportamento. E alla fine lei scopre che quel ragazzo bello e taciturno ha una seconda e stabile relazione, appunto con Vanna, un’assistente odontotecnica, sua coetanea. Laura non ci crede, vuole essere lasciata libera, inveisce contro suo padre, ma poi è costretta a ricredersi e scopre tra le altre cose che i due sono addirittura in procinto di sposarsi. A quel punto si infuria, affronta il ragazzo, litigano di brutto, lei si sente tradita nell’anima e minaccia di lasciarlo e lui, per la paura di perderla, confessa, ma le promette che lascerà Vanna, proponendole addirittura di andare a vivere insieme.

Contro il parere dei genitori Laura ci crede, non lo lascia e continua a frequentare Gimmy, ma qualche mese dopo scopre che la relazione del suo fidanzato con Vanna non si è mai interrotta. A quel punto è chiaro che quel bel pompiere non ha intenzione di rinunciare a nessuna delle due fidanzate e che soprattutto non vuole perdere Laura verso la quale nutre una gelosia morbosa.

Dopo la traumatica seconda scoperta, per farla distrarre, Angiolino convince sua figlia a prendersi un periodo di vacanza e ad andare per qualche tempo nella loro casa di Clusone, in provincia di Bergamo. Laura si convince, vuole stare sola e schiarirsi le idee e allora parte per Clusone, ma Gimmy non ne vuole sapere, è agitato, sa che quella distanza potrebbe mettere fine alla loro relazione per cui quel 31 luglio raggiunge la fidanzata nel tentativo di farsi perdonare. Passano il giorno insieme, fanno l’amore, vanno a prendere il sole in montagna, progettano di fare una vacanza insieme all’estero, ma alle sette di sera lui le dice che deve assolutamente tornare a casa a Milano.

Non sappiamo cosa sia successo davvero in quei minuti, ma sicuramente Laura non la prende bene, pensa che Gimmy torni in città per incontrare l'altra, insomma sa che è una scusa, che quel ragazzo continua ostinatamente a dirle bugie, comunque di certo sappiamo solo che alle 19 dello stesso giorno Gimmy riprende la sua auto e torna a Milano. Dopo che Laura, furiosa e stanca di quella relazione a tre, gli urla che non passerà la serata da sola, anzi uscirà e andrà in discoteca minacciandolo di accettare la corte del primo ragazzo che le farà il filo.

Forse per la rabbia, forse perché si sente trascurata, forse per la voglia di riscattarsi perché tradita, o forse perché si sente bella da morire, sta di fatto che quella sera decide davvero di uscire e di divertirsi. Allora esce e chiede un passaggio a un vicino e in discoteca incontra Marco, un suo coetaneo, di un paese vicino. Lui è biondo, è allegro e simpatico, tutto l’opposto del suo ragazzo, insomma Laura si sente leggera, allora accetta quella compagnia con l’intenzione di dimenticare Gimmy almeno per una sera. I due bevono qualcosa, ballano, ridono e poi alle 2.40 lasciano la discoteca e tornano insieme a casa di lei, però non entrano perché si accorgono dalle luci accese che qualcuno è in casa. A quel punto decidono di andare in pineta, si intrattengono dentro l’auto di lui, si baciano, si toccano e carezza dopo carezza lei si abbandona ed hanno un rapporto sessuale. Poi finito l'amore tornano verso casa.

La luce della casa di Laura è ancora accesa. Sono circa le 4 del mattino. Lei dice a Marco: «Voglio accertarmi che in casa non ci sia nessuno. Io salgo da sola, tu aspetta qui, tra cinque minuti citofona, se non ti apro vuol dire che non sono sola».
Come da istruzioni della ragazza Marco attende in strada, poi le citofona, ma lei non risponde e a quel punto va via. Laura intanto entra in casa, sente il citofono, ma evidentemente non può rispondere ed è proprio in quel momento che viene trafitta da nove coltellate, una delle quali la colpisce al collo, altre al polmone, e l'ultima le squarcia i genitali.

Il giorno dopo, domenica 1° agosto, alle 8 del mattino gli zii di Laura scoprono il cadavere della nipote. Danno subito l’allarme. Laura è distesa sul letto priva di vita, ha indosso la maglietta e il giubbotto di strass che portava in discoteca la sera prima. Non ha le mutandine, che sono stese in bagno ad asciugare. Chi le ha lavate? Ovviamente Gimmy finisce subito nella lista dei sospettati ed i carabinieri lo rintracciamo in compagnia dell’altra fidanzata Vanna durante una gita al lago.

Le indagini partono da quel rapporto malato e dalle ultime ore di Laura, nonché da quel terzo colpo ai genitali che induce gli investigatori a pensare ad un omicidio passionale. Gimmy sotto torchio ammette di aver incontrato la fidanzata la sera prima. Sembra un caso davvero elementare e gli inquirenti si concentrano su quell’unica pista che porta a Gimmy trascurando invece altri elementi che forse sarebbero stati ultili per le indagini e per fare chiarezza sull'accaduto.

Dicevamo tutti gli indizi portano a Gimmy prima di tutto perché il letto era stato dato alle fiamme usando come propellente una bomboletta di lacca e solo un esperto pompiere poteva conoscere quell’espediente. Secondo indizio, solo lui poteva sapere che la famiglia Bigoni teneva le chiavi fuori dalla porta dentro il contatore del metano. Il terzo indizio è il chiaro movente passionale. Gli investigatori non hanno dubbi: Gimmy era tornato a casa per controllare se la ragazza avesse messo in atto quella velata minaccia, non trovandola in casa, avrebbe aspettato il suo ritorno per poi consumare la sua vendetta.

Ma Gimmy ha un alibi! Interrogato dice di essere tornato a Milano e quella sera di essere andato al cinema con la sua fidanzata Vanna e poi di aver dormito da lei. Vanna conferma questa versione. Ma nonostante questo, Gimmy viene rinviato a giudizio come autore materiale del delitto, Vanna per favoreggiamento. In primo grado lui viene condannato a 24 anni di reclusione, Vanna ad un anno e mezzo, ma alla fine del processo, vista l’inconsistenza degli indizi, i giudici di appello non si persuadono e Gimmy viene assolto per non aver commesso il fatto. Sulla sua innocenza i giudici non hanno dubbi. La Cassazione confermerà il verdetto di innocenza.
Ma allora, chi ha ucciso Laura?

Addirittura trent’anni dopo spunta una nuova pista, si tratta di una testimone, amica e collega di Laura, che al tempo lavorava come addetta alle pulizie al comune di Milano. Afferma di essersi licenziata perché minacciata da un uomo che più di una volta avrebbe tentato di molestarla. Lei ne è sicura, punta il dito su quell’uomo e ne fa nome e cognome. Nel suo racconto ci sono diverse e strane coincidenze che avrebbero bisogno di un’attenta verifica se venisse riaperto il caso. La morte di Laura al tempo fece molto rumore in città e non è possibile che questa testimone, tra l’altro ex collega di Laura, non ne fosse venuta a conoscenza, per cui la domanda sorge spontanea: “Perché dopo trent’anni?”


 





 





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FONTI:
https://www.fanpage.it/attualita/
https://velvetgossip.it/2018/08/22/
https://www.corriere.it/cronache/21_agosto_01/
https://www.bergamonews.it/2018/08/22/

FOTO GOOGLE IMAGE


 


















 
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