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RACCONTI
 




 

Adamo Bencivenga
Il sabato mattina delle amanti






Photo Yvette de Beer




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..SABATO 10 MARZO 2018. ORE 11:00 A.M.


Elisabeth e Mark lavorano nella stessa filiale della JP Morgan, si sono conosciuti qualche mese fa, quando lui ha preso il posto del vecchio direttore andato in pensione. Sono coetanei e dopo le prime uscite insieme tra loro è esploso il fuoco della passione e sono diventati amanti. Entrambi sposati finora si sono ritagliati qualche ora dopo l’orario di ufficio, ora per la prima volta hanno deciso di vedersi un sabato mattina.

Trendy Store sulla Statale 18 all’altezza di Mead Avenue. Come ogni sabato mattina il grande parcheggio del megastore è gremito di gente e di carrelli stracolmi.
Elisabeth sta aspettando da dieci minuti. Nella sua auto sta ripassando nello specchietto retrovisore le sue labbra di rosso scarlatto. Le ha sbordate oltre il contorno regolare della bocca, forse pensa di aver esagerato ed essere troppo provocante, ma per nessuna ragione al mondo ora tornerebbe indietro. I suoi pensieri corrono, è agitata, spera di non incontrare nessuno dei suoi conoscenti e pensa che forse sia stato uno sbaglio incontrarsi in quel posto così affollato. Accende la radio, ascolta una vecchia canzone dei Creedence Clearwater Revival, la riconosce, ma non ricorda il titolo, forse Proud Mary.

Dopo qualche minuto si affianca una BMW nera. È quella di Mark. Si salutano dal finestrino, lui le sorride, lei raccoglie le sue cose, scende e sale rapidamente sull’auto di Mark.

Elisabeth: Ciao caro, come stai?
Mark: Bene grazie e tu?
Elisabeth: Che strano vederti senza cravatta!
Mark: Non ti piaccio?
Elisabeth: Oh sì tanto… ma sei strano senza i vestiti da Direttore di Banca, non sono abituata a vederti così sportivo…
Mark: Ma tesoro è sabato e poi non volevo dare nell’occhio…

Elisabeth si toglie il soprabito. Si adagia sullo schienale comodo ed accavalla le gambe, l’orlo del vestito maliziosamente si alza quel poco da scoprire il bordo di pizzo della sua calza. Mark la guarda rapito.
Elisabeth: Ma che comoda è la tua macchina…
Mark: Invece tu sei estremamente elegante.
Elisabeth: Dici?
Mark: Dico!
Elisabeth: Ho esagerato?
Mark: Tu non esageri mai, mi piaci così provocante.
Elisabeth: Oh lo so, fin dal primo giorno, da come mi guardavi, ho sospettato di essere il tuo tipo. Non avevo torto vero?
Mark: Sei stupenda!

L’uomo si guarda intorno…
Elisabeth: Ti vedo sospettoso. Problemi?
Mark: Vorrei uscire al più presto da qui.
Elisabeth: Con queste siepi alte sembra un parking love per amanti clandestini. Beh adatto a noi no?
Mark: Appunto meglio andare in un posto più tranquillo e che dia meno sospetti.

Mark avvia la sua auto e si districa tra le macchine del parcheggio e i clienti con i carrelli.
Elisabeth: Dove mi porti?
Mark: Sarà una sorpresa.
Elisabeth: Hai portato i ragazzi in piscina?
Mark: Sì tutto come previsto… Tesoro abbiamo quasi due ore di tempo per noi, sai?
Elisabeth: Magnifico allora!
Mark: È stata un’idea fantastica incontrarci di sabato. Ti sento ancora più vicina…
Elisabeth: Mi hai detto che sono provocante, ma non mi hai detto se ti piaccio?

L’uomo alle prese con i vialetti del parcheggio continua a guardarla. Lei porta un vestito avorio dello stesso colore del cappello. Un filo di perle e quel rossetto scarlatto che contrasta piacevolmente con la sua pelle diafana, chiara del viso.
Mark: Non potevi fare di meglio… Quel rossetto è tutto un programma.
Elisabeth: Grazie. Desideravo tanto che lo notassi.
Mark: Come avrei potuto non notarlo? Per quanto è sensuale mi asterrei perfino dal baciarti.
Elisabeth: Oh no, questo no!
Mark: Meglio andare altrimenti faccio una pazzia ora!
Elisabeth: Che mi faresti?
Mark: Ti sgualcirei tutta.
Elisabeth: Sono felice sai… Allora dove andiamo? Non resisto alle sorprese…
Mark: C’è un Park Motel a poche miglia da qui… Casette graziose e indipendenti come quelle dei Puffi. Lì possiamo stare tranquilli…
Elisabeth: Perfetto! Ho sempre detto che sei un uomo dalle mille risorse.

Ma il diavolo fa le pentole e si dimentica spesso i coperchi! Proprio in quel momento, quando ormai sono nei pressi dell’uscita, davanti alla loro auto, si materializza una donna. Anche lei quarantenne, piuttosto piacente, indossa un tubino verde. Sta attraversando la stradina e spinge con difficoltà un carrello colmo di merce. Distrattamente guarda nell’auto, poi, cercando di mettere a fuoco i suoi occhiali, si ferma per un istante.
La BMW nera rallenta per far passare la donna ma il viso di Mark sbianca di colpo per poi assumere in pochi istanti tutti i colori dell’arcobaleno ed oltre.

Elisabeth: Mark cosa c’è?
Mark: Me lo sentivo cazzo che non sarebbe stato un posto sicuro questo. Che sfiga porca troia!
Elisabeth: Che c’è tesoro? Conosci quella donna?
Mark: È la signora Hernandez, purtroppo la conosco benissimo. È una nostra vicina di casa e penso mi abbia riconosciuto.
Elisabeth: Mannaggia. Dici che potrebbe riferire tutto a tua moglie?
Mark: Loro due sono in estrema confidenza. Alle volte ci fa il favore di badare ai ragazzi quando usciamo la sera.
Elisabeth: Conosce la tua macchina?
Mark: Altro che…

Schivata la donna la macchina ora sta uscendo dal parcheggio, Mark sbircia attraverso lo specchietto retrovisore. Flora Hernandez si è fermata e continua a guardare in direzione dell’auto nera che ora accelera e prende la statale. Mark non dice altro e soprattutto non dice che lei è sposata, non ha figli e col marito è stata più volte sul punto di separarsi. Quasi sempre sola si è confidata più volte con Katya, la moglie di Mark, ma non avrebbe per nulla disdegnato qualche attenzione da parte di Mark. Tanto che mesi prima, esattamente nel periodo in cui iniziava a flirtare con Elisabeth, tra loro c’è stato un approccio, un’avance piuttosto eloquente da parte di lei troncata sul nascere da Mark. Lui era troppo preso dalla nuova conquista ed ha lasciato morire la cosa, ma Flora c’è rimasta molto male tanto da non frequentare più la sua casa per alcune settimane.
Elisabeth: Dai tesoro calmati, forse non ci ha visto.
Mark: Non so… comunque si è fermata ed ha guardato dentro la macchina.
Elisabeth: Con il riflesso del sole e i vetri oscurati non si notato i visi dei passeggeri.
Mark: Dopo che siamo passati ha continuato a guardare.
Elisabeth: Ecco vedi? Non era sicura!
Mark: Speriamo. Purtroppo la conosco molto bene e questo incontro non ci voleva proprio.
Elisabeth: Colpa mia tesoro, mi dispiace.
Mark: Ma che dici! Non è tua la colpa!
Elisabeth: Sì! Sono stata io a scegliere questo parcheggio infernale, non immaginavo che il sabato mattina fosse così stracolmo di gente.
Mark: Va bene dai è successo. Non ci pensiamo più.
Elisabeth: Sì amore pensiamo a noi.
Mark: Cosa hai detto a tuo marito?
Elisabeth: Temi un altro incontro spacca cuore?
Mark: Qui siamo distanti da dove abiti tu e questa strada non è molto trafficata.
Elisabeth: Ho detto che andavo a fare delle spese al centro commerciale, per cui dopo quando mi riporti alla mia auto, farò un salto dentro e comprerò qualcosa per avere un minimo di scusa.
Mark: Non ti ha notata quando sei uscita di casa?
Elisabeth: Perché me lo chiedi?
Mark: Sei bellissima tesoro e soprattutto non mi sembra un abbigliamento e un trucco da shopping in un centro commerciale.
Elisabeth: Ho rischiato un po’ sì… Ma per un incontro con te non avrei certo indossato un paio di jeans…
Mark: Ma ti ha visto?
Elisabeth: Sì che mi ha vista, ma quando mi guarda mi sembra di essere trasparente ai suoi occhi. Sai ho sempre pensato di non essere il suo tipo.
Mark: Perché?
Elisabeth: Non so, anche quando eravamo fidanzati e passeggiavamo lui si voltava a guardare un altro tipo di donna.
Mark: Ossia?
Elisabeth: Lui adora le formose, non tanto alte, con i seni enormi.
Mark: Enormi quanto?
Elisabeth: Sotto la quinta dice che le donne sono piatte. A te piace la mia misura vero?
Mark: Tuo marito è un perverso e tu sei un amore!
Elisabeth: No, forse non è un perverso, è solo attaccato in maniera morbosa alla madre…
Mark: Vuoi dire che il seno grande sazia gli istinti materni?
Elisabeth: Così dicono…
Mark: Ma tu sei bellissima e poi non hai un seno piccolo, anzi…
Elisabeth: Tesoro ho appena una seconda! Sei tu che sei innamorato e mi fai sentire bella.
Mark: Rimane il fatto che è un pazzo da legare se non ti guarda! Devo confessarti che dal primo momento che ti ho visto ho desiderato fare sesso con te.
Elisabeth: … E toccarmi le mie tette…
Mark: Quello è stato il primo pensiero!
Elisabeth: Non posso crederci! Sei stato molto gentile quando la prima volta mi hai invitata a pranzo e non davi certo l’idea di essere un tombeur de femmes.
Mark: L’apparenza inganna…
Elisabeth: Non si direbbe… eri così impacciato.
Mark: Delusa per la confessione?
Elisabeth: Oh no, sia mai, questo è pane per i miei denti.
Mark: È meraviglioso svelarci i nostri segreti intimi.
Elisabeth: Allora spero ce ne siano altri, m’intriga la cosa…
Mark: Anche a me e non sai quanto!
Elisabeth: E mi dica Signor Mailer voleva portarmi subito a letto?
Mark: Subito no, magari dopo dieci minuti…
Elisabeth: Nella toilette del ristorante?
Mark: E perché no?

I due ridono, lui toglie la mano dal volante ed accarezza la gamba sinistra di lei.
Mark: Le tue gambe sono di seta!
Elisabeth: Di seta sì, ma tue, puoi stropicciarle come vuoi… Ormai credo abbiano fornito l’effetto desiderato.
Mark: Aspetta a dirlo.
Elisabeth: Mi aspetto grandi cose amore.

I due arrivano a destinazione. Come aveva detto Mark il motel è immerso nel verde. La struttura centrale è in stile classico con due grandi colonne bianche. Le stanze hanno tutte l’entrata indipendente, ciascuna con un vialetto e una graziosa aiuola da dove spuntano dei bellissimi tulipani colorati.
La macchina nera di Mark si ferma nel parcheggio accanto a due auto di grossa cilindrata. Tutto intorno un silenzio irreale.

Elisabeth: Ohi, ma che lusso! Sono sconvolta, ma è vero questo posto?
Mark: Benvenuta nel regno delle fate!
Elisabeth: Ma tu non badi a spese!
Mark: Tesoro mio… Io voglio darti il meglio in ogni situazione.
Elisabeth: Mi fai sentire una regina sai.
Mark: Lo sei…
Elisabeth: Dici che quelle due macchine sono di amanti clandestini?
Mark: Oh tesoro non penserai che qui vengano turisti…
Elisabeth: Si lo immaginavo, ma non potrebbero essere coppie regolari?
Mark: Se lo fossero me ne domanderei il motivo.
Elisabeth: Per rinvigorire il loro rapporto… Tu non ci porteresti tua moglie?
Mark: Perché hai intenzione di sposarmi?
Elisabeth: Scemo!
Mark: Ma sai, anche se fossimo sposati non avremmo bisogno di certi mezzucci, basti tu per rinvigorire il tutto.
Elisabeth: Oh grazie sei davvero in vena di complimenti oggi.
Mark: Tesoro mio, sono coppie regolari quanto lo siamo noi.
Elisabeth: E quindi ora sono in una di quelle stanze e si stanno amando segretamente?
Mark: Non vedo cosa si possa fare altrimenti…
Elisabeth: … e i rispettivi coniugi non sanno nulla?
Mark: Come i nostri del resto…
Elisabeth: Amore grazie! Tu mi hai fatto entrare in un mondo sconosciuto, un mondo romantico, coinvolgente, passionale. Inizia a piacermi questa complicità sai?
Mark: Anche a me tesoro. Ti ho aspettata per una vita.
Elisabeth: Beh non credere che sia stato facile per me accettare la tua corte.
Mark: Non lo credo affatto!
Elisabeth: Ci ho messo un po’ ad ingranare, ma ora penso che sarebbe stato un peccato rinunciarci. Comunque non immaginare che io sia una suora se mi sorprendo così.
Mark: Io penso solo che tu sia stupenda.
Elisabeth: Questa vita segreta ha un lato affascinante sai, seppure in cattività ha un gustoso sapore di libertà. Non so come spiegarti…
Mark: Le sensazioni non si spiegano.
Elisabeth: Eh già sarebbe un delitto farlo.
Mark: Sono solo immensamente felice di averti presa per mano e condotta nei misteri più succosi della vita.
Elisabeth: Ci riflettevo stanotte quando pensavo cosa indossare per te. La mia mente e il mio corpo si stanno aprendo a scenari fantastici. Finora credevo che il sesso fosse solo un’attività fisica tipo il trekking oppure qualcosa di squallido da consumare in fretta.
Mark: Se scolleghiamo la mente rimane quello che hai detto.
Elisabeth: Oddio tesoro amo questa complicità, è affasciante tutto questo. Te ne sarò grata per sempre.
Mark: Mi stupisci e mi intrighi sai, alle volte sei di una ingenuità disarmante altre invece sei completamente l’opposto.
Elisabeth: Tesoro sono davvero così, non credere che finga, alle volte mi sforzo di vedere il mondo come fosse la prima volta e le sensazioni che provo sono così incontaminate che davvero penso di non averle mai vissute.
Mark: Ora però tu fai la brava bimba, rimani qui buona in macchina. Io vado e poi torno ok?
Elisabeth: Massima riservatezza allora!
Mark: È quello che vogliamo no?

Mark scende e lentamente si incammina verso la Direzione del motel annusando l’odore umido di quel verde. Scuote la testa ripensando a Flora Hernandez. Elisabeth rimane seduta in auto e guarda il telefono. C’è una chiamata persa di suo marito. Lo spegne e lo rimette in borsa. Poi ripassa col rossetto le sue labbra.
Quando lui torna si avviano insieme mano nella mano attraverso i vialetti del bel prato all’inglese e le aiuole fiorite.
Entrano nella stanza numero 12.

Elisabeth: Amore mio non potevi scegliere di meglio! Mi sembra di essere entrata in una favola.
Mark: Madame è di suo gusto l’arredo?
Elisabeth: Oh questo sì. È davvero la casa dei nostri sogni.
Mark: Ci avrei giurato! Lei è una donna molto raffinata…
Elisabeth: Romantico come piace a me! È tutto curato in ogni dettaglio. Oddio guarda queste tende! Queste lampade in stile provenzale! E il letto a baldacchino è sublime! Ma come hai fatto a scovarlo?
Mark: Basta fare una ricerca intelligente su internet ed il gioco è fatto!
Elisabeth: Intelligente davvero, ma sei sicuro di non esserci mai stato?
Mark: Te lo giuro.
Elisabeth: Non è che ci hai portato qualche sciacquetta?
Mark: Ecco hai detto bene, sciacquette nei tuoi confronti. Tu sei unica!
Elisabeth: Oh grazie amore, ma ti sarà costato una fortuna!
Mark: Quello non è assolutamente un problema!
Elisabeth: Vorrei passarci un’intera giornata e scordarmi di tutto!
Mark: Solo una giornata?
Elisabeth: Oh no, fino a quando ti sazierai di me…
Mark: Lo faremo tesoro.
Elisabeth: Ma ora non abbiamo molto tempo vero?
Mark: Il tempo giusto per amarti.

Lei toglie il soprabito, lui la giacca.
Elisabeth: Quando ero in macchina, ho trovato una chiamata persa di mio marito! Ma non l’ho richiamato, non avevo tempo, prima che tornassi dovevo ripassare le mie labbra per te.
Mark: Questione di priorità…
Elisabeth: Lo puoi dire forte!
Mark: Io non oso guardare il telefono! Preoccupata?
Elisabeth: Di solito il sabato mattina ha sempre molto da fare…
Mark: Spegniamo i telefoni?
Elisabeth: Già fatto!
Mark: Nessuno ora deve rintracciarci.
Elisabeth: Stai ripensando a quella donna incontrata al parcheggio?
Mark: Oh no, non mi voglio rovinare questo meraviglioso sabato mattina. E poi pensavo che… se anche mi avesse riconosciuto non avrebbe alcun senso riferire no? A che pro?
Elisabeth: Lo penso anch’io… e se per caso riferisse?
Mark: Direi una mezza verità ossia che sei una collega di banca incontrata lì per caso…
Elisabeth: Ci crederebbe?
Mark: Forse no, ma non mi vengono scuse migliori.
Elisabeth: E perché ero in auto con te? Dove mi stavi portando?
Mark: La scusa della macchina in panne non funziona vero?
Elisabeth: Oh sì è possibile. Quindi mi stavi portando alla fermata del pullman?
Mark: Pullman, treno…
Elisabeth: Da quanto ho potuto vedere mi sembrava una bella donna, una signora un po’ formosa ma con il suo fascino. Sicuro che mi hai raccontato tutto?
Mark: Perché dovrei mentirti?
Elisabeth: Pensavo che se fosse solo una conoscente non avrebbe motivo di parlare, ma se tra voi ci fosse stato qualcosa, la situazione cambierebbe notevolmente. Noi donne sappiamo tenere un segreto, ma se ci dobbiamo vendicare…
Mark: Oh no amore, tranquilla, nulla di tutto questo.

La donna si mette seduta sul bordo del letto, poi toglie il cappello, accavalla le gambe da perfetta femme fatale, ma non si spoglia. L’uomo è in piedi la guarda estasiato.
Mark: Sei davvero una signora affascinante… Se penso che per tuo marito sei totalmente trasparente…
Elisabeth: Ma io ora l’uomo ce l’ho! È così perfetto che penso davvero di averlo comprato in qualche negozio online. Stai sicuro che non me lo faccio scappare.
Mark: Oh sì amore legami!
Elisabeth: Ti piaccio con le gambe accavallate? La posa è un po’ osé… Tesoro guardami, ti piacciono questi merletti che spuntano fuori dal vestito vero? Dimmi che mi fanno femmina, donna, amante…
Mark: Pensavo al primo giorno quando ti ho conosciuta. Eri diversa.
Elisabeth: Diversa come?
Mark: Non emanavi tutta questa sensualità, pensavo che il piacere massimo fosse quello di vederti nuda, ora invece mi incanto a guardarti così.
Elisabeth: Che effetto ti faccio?
Mark: Mi sazi occhi e mente tesoro, ma ora voglio prenderti!
Elisabeth: Non ti avvicinare!
Mark: Perché?
Elisabeth: Voglio esaudire il tuo desiderio ed essere ammirata come faresti con un quadro in un museo.
Mark: Sei davvero un’opera d’arte.
Elisabeth: Volevo stupirti.
Mark: Al tuo cospetto ora capisco quei poverini affetti da sindrome di Stendhal.

La donna lo tiene a distanza.
Elisabeth: Ascolta Mark, non voglio che tu abbia problemi a causa mia. In questi casi il tempo è molto importante. Prima torni a casa e meno crei sospetti.
Mark: Tesoro sei gentile a preoccuparti per me, ma io ora ti voglio e non me ne frega niente della vicina di casa.
Elisabeth: Smettila. Per te questo e altro… Vieni qui, dai. Mi è venuta un’idea pazza e alquanto super rapida!

L’uomo si avvicina e rimane in piedi. La donna seduta gli sbottona i pantaloni.
Elisabeth: Ora gli diamo un bel bacino affettuoso…
Mark: Perché?
Elisabeth: Perché te lo meriti e soprattutto è da ieri che volevo farlo. Ricordi quando mi hai detto che tua moglie… insomma ti procura piacere in modo alternativo…
Mark: Sì certo… È piuttosto pigra, ma alle volte si rende necessario farlo. Non è un granché, ma ci mette impegno.
Elisabeth: Ti adoro così esigente.
Mark: Ed io amo la tua intraprendenza.
Elisabeth: Allora stai buono ora…
Mark: Sei folle.
Elisabeth: Ti piace il rossetto o vuoi che lo tolga?
Mark: Oh no… Tienilo. Sarebbe un sacrilegio…
Elisabeth: Ecco appunto, per questo ho ripassato le mie labbra. È più intrigante vero?
Mark: Quindi avevi già deciso…
Elisabeth: Ho deciso di recitare il ruolo dell’amante fino in fondo. Quindi il rossetto ci sta. Il tacco alto pure… Spero di aver indovinato anche la lingerie.

Elisabeth solleva il vestito giocando sul vedo e non vedo.
Mark: Sei fantastica…
Elisabeth: Guardala senza toccare, saziati gli occhi con questi merletti.
Mark: Oddio tesoro.
Elisabeth: Ecco così, guardami le gambe. Guarda lo spacco del vestito come scivola sulla seta… per il resto confido nella tua immaginazione…
Mark: Meravigliosa.
Elisabeth: Poi mi dirai se noti differenze… Ma devi essere sincero…

Elisabeth bacia il piacere di lui, lentamente sfiora la sua pelle. Non può parlare. Dedica all’uomo tutta la sua maestria e la sua devozione. Scende poi risale, poi di nuovo scende, muta lo guarda negli occhi.
Lui in estasi si lascia andare a gemiti incomprensibili, è in piedi in precario equilibrio, le sue mani accompagnano delicatamente il movimento della testa di lei, poi dopo pochi minuti si contrae ed esplode respirando intensamente…
Lei lo accoglie.

Mark: Aspetta continua ti prego. Fammi ancora sentire la morbidezza delle tue labbra.

La donna lo accompagna fino al suo stato di riposo.
Mark: Ti amooooooooo…
Elisabeth: Sì tesoro dillo ancora. Dimmi che sono tua…
Mark: Tu sei una donna fatta per amare…
Elisabeth: La mia bocca non serve solo per parlare vero?
Mark: Questo è il primo di una lunga serie, adoro la tua devozione.
Elisabeth: Il mio piacere è il tuo, lo sai vero?
Mark: Ne sono sempre più convinto...
Elisabeth: Sono solo una donna innamorata.
Mark: Anch’io sono perso!
Elisabeth: Sento il tuo piacere caldo in bocca. Baciami… So di te vero?
Mark: Ti sto scoprendo a poco a poco… Sei una donna magnifica.
Elisabeth: Più che donna, mi sento la tua femmina…

I due si baciano. Lei ha un fremito di piacere.
Mark: E ora?
Elisabeth: Ora mi ridai il cappello, rimetto il soprabito e andiamo…
Mark: Noooo… Voglio possederti!
Elisabeth: Mentalmente lo hai fatto…

L’uomo le solleva la gonna fino ai fianchi. Davanti a lui compare un paradiso in stile Regency, una vera e propria opera d’arte.
Mark: Amore sei una bomboniera…
Elisabeth: I confetti allora la prossima volta…
Mark: Ma non mi dire che ti sei preparata così per dedicarti solo a me e non fare l’amore…
Elisabeth: Lo abbiamo fatto tesoro e poi in questo regno delle fate sono esclusi piaceri prettamente carnali. Ora diverrebbero volgari. Ammirami, desidero essere un soprammobile per te, quella lampada sul comodino la vedi? Qui c’è seta, ci sono pizzi, merletti, fiocchetti e tutto questo ben di Dio è tuo tesoro.
Mark: Oddio Elisabeth, mai visto uno splendore simile… Solo questo vale il prezzo del biglietto.
Elisabeth: Allora custodiscimi in una teca per la prossima volta.
Mark: Ma ora io voglio prenderti.
Elisabeth: Fai il bravo ora.
Mark: Ma tu?
Elisabeth: Io sto benissimo così.
Mark: Non ci credo.
Elisabeth: Vuoi sentire?

Lei prende la mano dell’uomo e la porta tra le sue gambe. L’uomo rapito da tanta bellezza sfiora le sue mutandine umide.
Mark: Sei calda…
Elisabeth: … e soddisfatta così.
Mark: Non mi dire che hai provato piacere in quel modo.
Elisabeth: No, non te lo dico, ma sappi che sono stata benissimo.
Mark: Sei incredibile, ma dove ti ho scovata io?
Elisabeth: Mi hai comprata in un megastore. Ricordi? Ero in vetrina in offerta insieme ad altri manichini, ma tu hai scoperto, a differenza degli altri, che avevo un’anima e così non hai esitato a fare un ottimo acquisto.
Mark: Se suonasse come un inno alla perfezione ti direi davvero che sei una bambola gonfiabile.
Elisabeth: Puoi senz’altro dirlo perché le donne intelligenti lo sentono come un complimento.

Lui la guarda, ammaliato da quella ricercatezza.
Mark: Ora e solo ora riesco ad associare il concetto di sensualità.
Elisabeth: Vedi te l’avevo detto di attendere. Dovevamo solo conoscerci. Sgrossarci di dosso la timidezza, i sensi di colpa e certi pensieri inutili.
Mark: Avevi ragione.
Elisabeth: Ho sempre ragione!
Mark: Così mi fai dimenticare tutti i problemi!
Elisabeth: Ora però se sei un uomo onesto devi mantenere la promessa.
Mark: Quale?
Elisabeth: Adesso riprenditi e smettila di guardare incantato le mie intimità. Devi fissarmi negli occhi e dirmi se hai notato delle differenze… E non dirmi aggettivi tipo sublime, fantastica eccetera… Voglio sapere tecnicamente se sono stata all’altezza e soprattutto più brava di tua moglie.
Mark: Amore… Se esistesse il paradiso quello saresti tu…
Elisabeth: Avevo detto tecnicamente… Almeno dimmi se lei è brava quanto me…
Mark: No.
Elisabeth: Spero davvero che ti sia piaciuta la mia bocca, il calore, il ritmo, la saliva, il desiderio di tenerti stretto dentro di me.
Mark: Tu sei meravigliosa.
Elisabeth: Lei ti accoglie?
Mark: No, dice che non ama quel sapore.
Elisabeth: Cavolo e come lo fate?
Mark: Quando sto per arrivare lei lascia la presa.
Elisabeth: Ma tesoro mio… Quello per me è il momento più bello…
Mark: L’ho sentito sai da come mi hai accolto.
Elisabeth: Il tuo seme, il tuo piacere, i tuoi brividi, la tua passione, la tua essenza… Non posso crederci che lei si perda quegli attimi.
Mark: Ho notato che hai chiuso gli occhi.
Elisabeth: Volevo concentrarmi sulle tue sensazioni in quel momento. Tu dici che il piacere dell’uomo sia identico a quello della donna?
Mark: Oddio che domanda, non lo so davvero.
Elisabeth: Anche io non lo so, forse diversi, ma penso che entrambi siano sublimi.
Mark: Tesoro ti sei accorta? Sono arrivato al piacere in tempi da record? Sicuramente ci ho impiegato meno di quanto avrebbe fatto un adolescente…
Elisabeth: Allora sono stata brava!
Mark: Brava quanto una donna esperta e devota al piacere del proprio uomo.

Elisabeth ride.
Elisabeth: Allora adesso posso confessarti una cosa. Avevo timore di questa prova perché non sono affatto esperta come tu dici!
Mark: Non mi dire che con tuo marito…
Elisabeth: Ma come te lo devo dire che finora ho usato il sesso esclusivamente per procreare? E da quanto ne so io i bimbi non escono dalla bocca!
Mark: Quindi?
Elisabeth: Quindi nella mia esperienza di vita è successo qualche volta da adolescente, una volta con un ragazzo scozzese durante il viaggio di laurea, un’altra e poco più.
Mark: Giuro che è stato magnifico.
Elisabeth: Sono contenta che tu me lo dica… Vuoi ridere?
Mark: Ne ho tanto bisogno…
Elisabeth: Ieri sera ho fatto le prove.
Mark: E come? Mi avevi detto che tuo marito non era in casa…
Elisabeth: Ma sei pazzo? No con lui, ma col manico morbido di una spazzola.
Mark: E come è andata?
Elisabeth: Mi sono messa davanti allo specchio del bagno, ma è stato un fallimento totale, non riuscivo a concentrarmi.
Mark: Sei tremenda! Vedi quello che cercavo di dirti prima? Passi indifferentemente dall’ingenuità di una bambina alla femme fatale più navigata… Elisabeth ma chi sei veramente?
Elisabeth: Tesoro bello, sono una donna con tutte le contraddizioni del caso. Finché ti stupirò tu sarai attratto da me e questo mi basta!

La donna lo abbraccia. Lui l’aiuta ad indossare il soprabito, lei rimette il cappello. Poi Mark cerca di accarezzarla di nuovo, la sua mano sale sotto il vestito di lei. Guadagna le mutandine, scosta quella seta, lei è piena di desiderio.
Elisabeth: Smettila! Ora potrei essere di chiunque altro, ma non tua!
Mark: Come volevasi dimostrare…
Elisabeth: Ora in fretta dai usciamo, mi accompagni al parcheggio e vai di corsa in piscina. Ovviamente ti devi far vedere dai bimbi che sei lì.
Mark: D’accordo amore.


*****

Ora sono in macchina. Elisabeth guarda l’ora.
Elisabeth: Tesoro, sono le undici e quarantacinque! Da quando siamo entrati nella stanza è passata appena mezz’ora!
Mark: Infatti l’addetto alla reception mi ha guardato di traverso. Crederà davvero che come maschio valgo poco.
Elisabeth: Non ti curar di loro, ma guarda e passa! Ti interessa davvero il giudizio degli altri?
Mark: Solo il tuo.
Elisabeth: Sento ancora il tuo sapore.
Mark: Quando ti rivedrò?
Elisabeth: Lunedi ovviamente.
Mark: Ah già domani è domenica. Ma come faccio a stare un giorno senza vederti?
Elisabeth: Goditi i tuoi figli tesoro, per me c’è sempre tempo.
Mark: Arriverà quel giorno quando staremo insieme senza problemi…
Elisabeth: Stai zitto! Ma dimmi piuttosto! Ti è piaciuta la mia lingerie? Vado bene come amante?

Così dicendo la donna solleva il vestito. Poi prende la mano dell’uomo e lascia che lui le accarezzi la calza.
Elisabeth: È di vera seta sai.
Mark: Una donna come te non porta un banale nylon!
Elisabeth: Beh ora non esagerare, queste si indossano in occasioni molto particolari.
Mark: Questa lo è stata vero?
Elisabeth: A giudicare da come mi ero preparata per te credo proprio di sì.
Mark: Grazie amore.
Elisabeth: Davvero dico. Fino a qualche giorno fa avrei scommesso che queste calze fossero destinate a marcire in armadio o alla meglio finissero in pasto ai tarli.
Mark: Ma non credo che tu non abbia avuto altre occasioni.
Elisabeth: Non sono le occasioni tesoro, ma le persone! Tu non immagini quanta grettezza ci sia in giro. Credi davvero che gli uomini apprezzino questi dettagli?
Mark: Immagino che vadano immediatamente al sodo.
Elisabeth: Esatto. Hai detto bene. Amano spogliare la donna, vederla completamente nuda, per loro è solo un fatto di possessione.
Mark: Quindi non apprezzano?
Elisabeth: Loro amano solo la disponibilità della donna e ovviamente il loro piacere.
Mark: Spero davvero di essere diverso allora, oggi mi hai saziato gli occhi.
Elisabeth: Credevo davvero che non avrei mai più indossato queste calze. Per questo ti dicevo che mi stai facendo vivere un momento da sogno.
Mark: Grazie tesoro mio.

Lui ne approfitta e mentre guida accarezza profondamente le intimità della donna.
Elisabeth: Ohi fermo, non andare oltre, mica sono di marmo io!
Mark: Lo sento.
Elisabeth: Se continui così ti faccio fare un’inversione di marcia e torniamo subito subito nella casetta delle favole!
Mark: Allora non smetto!
Elisabeth: Scemo, smettila, mi fai tornare la voglia…

L’uomo rallenta, dopo alcuni metri accosta l’auto lungo una strada laterale vicino ad un’autorimessa di Tir. In lontananza alcuni addetti stanno scaricando delle cassette.
Elisabeth: Amore non farlo.
Mark: Ho bisogno di te, del tuo calore, allo stesso tempo materno e sfrontato.
Elisabeth: Sfrontato?
Mark: Non so come dirti… la tua bellezza è quasi insolente.
Elisabeth: Oh Mister Mailer lei è molto audace.
Mark: Ora vorrei annusare le tue cosce, dissetarmi del tuo desiderio bollente.
Elisabeth: Non si può, al massimo puoi scoprimi il seno.
Mark: Qui in mezzo alla strada? Laggiù c’è gente!
Elisabeth: Qui l’eccitazione è doppia, perché rubata.
Mark: Mi sorprendi sempre di più…
Elisabeth: Ogni luogo ha il suo risvolto peccaminoso.

Mark tenta di slacciare due bottoni del vestito. Lei lo aiuta.
Mark: Sei fantastica…
Elisabeth: Bacialo, accarezzalo, mordilo. Dimmi che non è piatto e fa la sua figura!
Mark: Ma allora non era vero… Non sei soddisfatta!
Elisabeth: Diciamo che sono in una specie di trance. Scoprilo bene!
Mark: Ma se si avvicinano potrebbero vederlo!
Elisabeth: E tu non lo far vedere, coprilo di baci.
Mark: Vorresti davvero farlo qui?
Elisabeth: Anche l’amore rubato ha il suo fascino. Sa di adolescenziale, come fosse un desiderio ineluttabile.
Mark: Ti amo.

Uno dei camion sta facendo manovra e si sta dirigendo verso l’uscita. La donna si ricopre.
Elisabeth: Basta ora però…A meno che tu non voglia mostrare le bellezze della tua amante a qualche operaio.
Mark: Sono sicuro che si ecciterebbe solo a guardarti da lontano.
Elisabeth: Poi però poverino sarebbe costretto a cercare qualche bella figliola lungo la statale.
Mark: Non sarebbe la stessa cosa…
Elisabeth: Con la fantasia si arriva ovunque.
Mark: Ti preoccupi del camionista, ma non di me! Mi ci hai fatto credere, sai?
Elisabeth: Il segreto dell’amore consiste nel non essere mai totalmente appagati. E tu poi devi andare…
Mark: Con te non sarò mai sazio!
Elisabeth: È quello che vogliamo no? A me piace rimanere calda per te. È un modo per pensarti in ogni istante.

Lui riparte.
Elisabeth: Sai… Potrei farlo più volte al giorno come astenermi per settimane e ti assicuro il piacere sarebbe identico.
Mark: Non capisco.
Elisabeth: Dico che l’astinenza intesa come attesa ha lo stesso gusto del sesso sfrenato.
Mark: Qui non ti seguo…
Elisabeth: Ascolta tesoro, non seguirmi in questi voli pindarici… Sono stata bene e questo è tutto! Ora però togli la mano e fai il serio ok?
Mark: Non te lo prometto.

Elisabeth rimane assorta nei suoi pensieri.
Elisabeth: Cerca di comportarti bene con tua moglie, non fare l’insofferente. Se la vicina di casa ha parlato è anche giusto che lei sia gelosa e ti riempia di domande.
Mark: Cercherò di fare il bravo.
Elisabeth: Non voglio che bisticciate per me. Il nostro futuro in caso dipende da noi e non dalle vostre litigate. Sarebbe un delitto se il nostro rapporto nascesse dalle macerie altrui. Per cui cerca di essere accondiscendente…
Mark: Mi stai dando il permesso?
Elisabeth: Beh non so se lei sarà nello stato d’animo giusto, ma se quella donna oltre a riferire mi ha descritta come un femme fatale sarà dura per te.
Mark: Sei un tesoro, cercherò di fare del mio meglio.
Elisabeth: Non ti sto dando alcun permesso! Bada bene! Ti sto dicendo che solo nel caso in cui fosse inevitabile allora avresti il mio consenso.
Mark: Tesoro, non ho voglia di lei, non mi interessano le sue grazie. Tu annienti qualsiasi desiderio che non sia per te. Mi capisci vero?
Elisabeth: Sono contenta di questo.
Mark: Ti amo.
Elisabeth: Siamo quasi arrivati. Ascolta, non entrare nel parcheggio. Lasciami lì, vicino a quell’edicola. Mancheranno cinquecento metri, proseguo a piedi e così evitiamo qualsiasi incontro.
Mark: Come farai a camminare con questi tacchi?
Elisabeth: Troppo alti vero?
Mark: Giusti per l’amore.
Elisabeth: Allora penserò a te, del resto l’amore è anche sofferenza.
Mark: Ok.
Elisabeth: Tu vai, io entro nello Store e compro qualche stupidaggine. Così ho la mia bella scusa pronta nel caso mio marito non fosse persuaso di questa uscita mattutina.
Mark: Anche tu fai la brava, cerca di essere paziente.
Elisabeth: È inutile dirti di non chiamarmi domani per nessuna ragione, in caso mandami un messaggio lunedì dopo le sette, così ci incontriamo prima di entrare in ufficio. Ok tesoro?
Mark: Ok.

La macchina di Mark accosta. La donna scende.
Mark: Ciao amore mio.
Elisabeth: A lunedì tesoro.
Mark: È stato bello sai?
Elisabeth: Mai quanto la prossima volta.
Mark: Fantastica!
Elisabeth: Ciao Mark.
Mark: Ciao amore.

*****

Mark prima di raggiungere i ragazzi in piscina decide di passare per casa, è agitato, spera con tutto se stesso che Flora Hernandez non abbia riferito nulla a sua moglie. In macchina chiama sua moglie per sondare il terreno, ma Katya sembra tranquilla, per cui per il momento è salvo. Allora parcheggia la macchina davanti casa, entra nel vialetto e lupus in fabula incontra la vicina piena di sacchetti della spesa. Gentile e sorridente lui si offre di aiutarla.

Flora: Oh Mark, quale buon vento, ma chissà perché in un certo senso me lo aspettavo…
Mark: Dai fatti aiutare.
Flora: Sei gentile grazie davvero, Peter ormai lavora anche il sabato ed io sono costretta ad andare da sola a fare la spesa. Il Trendy Store il sabato mattina è diventato davvero impossibile così superaffollato.
Mark: C’era tanta gente?
Flora: Scemo mi prendi in giro? Tu non te ne sei accorto?
Mark: Quindi mi hai visto?
Flora: E come non potevo! Eri così distratto che è mancato poco che mi investissi!
Mark: Scusa, ma non ti avevo vista.
Flora: Diciamo che avevi altro da fare ok? E poi potevi anche salutarmi no?
Mark: Sai che imbarazzo! Comunque spero che la cosa rimanga tra noi.
Flora: Sai cosa pensavo Mark? Mi posso permettere? In fin dei conti ci conosciamo da tantissimi anni… Beh… insomma… dopo quella volta tra noi ti pensavo un tipo serio e tutto d’un pezzo… insomma non ti facevo così, come dire… libertino…
Mark: Quella volta è successo tutto così all’improvviso e poi avevo il timore che tornasse tuo marito.
Flora: Avevamo un’ottima scusa, mi stavi dando una mano per rimettere in funzione la caldaia, ma non ti devi giustificare. Certo ci sono rimasta male, ma ormai è acqua passata.
Mark: Comunque non sono un libertino, stavo accompagnando…
Flora: Oh no ti prego, questi sono fatti tuoi ed io non voglio sapere nulla.
Mark: Se la cosa rimane tra noi…
Flora: A proposito tua moglie è dalla madre?
Mark: Sì e i bambini li ho accompagnati in piscina.
Flora: Posso offrirti un caffè?

Mark non ha nessuna voglia, ma è costretto ad accettare. Sa bene quale siano le mire della donna, ma deve a tutti i costi conoscere le sue intenzioni e fare in modo che quell’incontro non abbia altri strascichi. In fin dei conti è stata la stessa Elisabeth a dirgli che a tutti i costi avrebbe dovuto preservare la sua famiglia dandole il permesso anche di andare a letto con la moglie. Ok Flora non è sua moglie, ma Elisabeth non potevo conoscere tutti i suoi trascorsi. Se avesse saputo avrebbe di sicuro capito.

Mark: Sei gentile, grazie accetto volentieri.
Flora: Come va con Katya?
Mark: Alti e bassi diciamo più bassi che alti.
Flora: Ti capisco benissimo, dopo tanti anni di matrimonio ci può stare e le scappatelle diventano l’ancora di salvezza del matrimonio stesso, non credere che la situazione tra me e mio marito sia molto diversa.
Mark: Mi spiace, io credevo che avessi superato quel periodo di crisi.
Flora: È tutta apparenza del resto come tra te e tua moglie. Lui è spesso fuori e quando è in casa non facciamo altro che litigare. Ma non è questo il punto, diciamo che mi mancano un certo tipo di attenzioni.
Mark: Allora non è cambiato proprio niente…
Flora: Comunque complimenti, eri in compagnia di una bellissima signora.
Mark: Vedo che non ti è sfuggito nulla.
Flora: Rilassati, diciamo che ho provato invidia e un po’ di rabbia e mentre tornavo a casa pensavo che nonostante fossimo a stretto contatto dopo quella volta ci siamo letteralmente ignorati. Come ti dissi quella volta, tu saresti l’amante perfetto.
Mark: Abbiamo due vite completamente diverse. La sera torno tardi e non c’è modo di incontrarci…
Flora: Beh se avessi voluto il tempo lo avresti trovato, ma non intendevo questo… tu sei un uomo molto intelligente per non capire.
Mark: Infatti non capisco.
Flora: La vita ti porta a fare altre scelte, ma oggi vedendoti con quella signora affascinante ho pensato che quella volta avevo intuito bene ossia che sei un uomo che non disdegna questo tipo di scappatelle.
Mark: Oggi mi hai colto con le mani nella marmellata e non potrei smentirti.
Flora: E che marmellata! Per cui pensavo strada facendo che quella volta tra noi non è scoccata la scintilla perché non sono il tuo tipo.

Lei sta preparando il caffè. Mark seduto sul divano la guarda attraverso la porta della cucina. Sì senz’altro è una bella donna, ma niente a che vedere con Elisabeth.
Mark: Non pensarlo affatto tu sei una bella donna Flora.
Flora: Un po’ appesantita magari.
Mark: Adoro le forme.
Flora: Lo dici sul serio Mark o vuoi che l’episodio di questa mattina non abbia ulteriori sviluppi?
Mark: Entrambe le cose.
Flora: Bravo è la risposta che volevo sentirmi dire. Ti piace essere sotto il sottile gioco del ricatto?
Mark: Se è piacevole può essere trasgressivo…
Flora: Scusa ma una domanda te la devo fare: Ma se ti piaccio e tu sapevi che non avrei detto di no perché tra noi non è successo più nulla?
Mark: Ero in un momento particolare, avevo conosciuto da pochi giorni lei.
Flora: Lei sarebbe la tua amante immagino. Ascolta, le hai detto qualcosa? Sa che tra noi…
Mark: Sa che ti conosco.
Flora: Lo immaginavo… Quindi ti ho rovinato la giornata?
Mark: No, perché, cosa dici?
Flora: Beh a quanto pare sei corso subito qui da me.
Mark: Mi è dispiaciuto non averti salutato.
Flora: Non fingere Mark tu hai solo una preoccupazione che solo io posso alleggerirti. Ma stai tranquillo terrò la bocca chiusa e la tua mogliettina non saprà nulla.
Mark: Ti ringrazio sei comprensiva.
Flora: Aspetta prima di ringraziarmi. Ormai mi dovresti conoscere e sai che non mollo mai la presa. E prima pensavo quale migliore occasione…
Mark: Cosa vuoi dire?
Flora: Pensavo che tu ogni sabato porti i bimbi in piscina e poi hai due ore di buco… e di solito questo è il giorno della settimana quando Katya fa visita a sua madre… ho pensato bene?
Mark: Certo.
Flora: Quindi questo gioco di piace…
Mark: Anch’io voglio dirti una cosa. Sinceramente non avevo altra scelta ed ho pensato che solo se entrambi ci fossimo sentiti sotto ricatto Katya non avrebbe saputo mai nulla.

La donna entra in sala e poggia sul tavolino accanto al divano il vassoio con due tazze fumanti di caffè. Poi si siede a fianco di lui.
Flora: Hai ancora qualche decina di minuti vero?
Mark: Tu sei pazza, lo sai vero?
Flora: Sono solo una donna che ha subito un rifiuto.
Mark: Vuoi riprendere da dove ci siamo interrotti?
Flora: Esattamente lì, nel vano caldaia. Prima ci siamo baciati e poi io mi sono inginocchiata.
Mark: Oh sì il bacio lo ricordo, ma poi ho sentito un rumore, mi sono spaventato e sono fuggito come uno scemo!
Flora: Mi hai lasciata lì come una cretina, avevo ancora il tuo sapore in bocca.
Mark: Mi spiace tanto Flora.
Flora: Ora è tutto diverso vero?
Mark: Direi proprio di sì.
Flora: Le condizioni rendono gli uomini diversi e oserei dire migliori.
Mark: Dici?
Flora: Dai finisci in fretta il caffè.
Mark: Cosa vuoi fare?

Flora si alza, prende la mano di Mark e lo guida verso il vano caldaia. Chiude la porta, lo bacia in fretta e poi si inginocchia.
Flora: Ricominciamo da qui. È solo un antipasto, ma tu devi andare a prendere i tuoi bimbi in piscina e non voglio che tu faccia tardi e che Katya sospetti qualcosa.

Mark ripensa alla scena in hotel di poco prima. Le stesse parole di Elisabeth! Sorride e accarezza i capelli di Flora. Lei ha già abbassato la lampo dei pantaloni.
Mark: Ho voglia della tua bocca Flora.
Flora: Mi piaci così impaziente. Stai recuperando terreno e tempo.
Mark: Sei meravigliosa.
Flora: Guarda che è solo un’anticipazione, non credere che ti sdebiterai con così poco. L’attesa è stata lunga.
Mark: Non lo credo affatto.
Flora: Immagino che tu questa mattina abbia già fatto l’amore. Come vedi non ti ho chiesto nulla dell’altra, io pretendo solo il mio.
Mark: Ti interessa saperlo?
Flora: Sono affari tuoi, m’interessa solo sapere se adesso hai ancora voglia…
Mark: Devo essere sincero?
Flora: Non occorre... sto verificando di persona… Dimmi solo se lo rifaresti…
Mark: Come vedi sono qui.
Flora: Mi temi vero? Del resto ti sei precipitato qui.
Mark: Viste le condizioni qualsiasi uomo desidererebbe essere sotto ricatto. E che ricatto! Dai prendilo.
Flora: Così ti voglio. Sei ragionevole e meravigliosamente eccitato. Ti bacio?
Mark: Non chiedo altro.
Flora: Spero solo che tu sia consapevole che questo è solo un piccolo assaggio e che da oggi in poi questo sarà anche il mio giorno.
Mark: Già, il sabato mattina delle amanti.



 









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Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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