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MUSICAPASSIONE
 
 
 1966

Amore che vieni, amore che vai
Fabrizio de André
L'incertezza dell'amore

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Adamo mi parli del brano “Amore che vieni, amore che vai”?
È una canzone scritta da Fabrizio De André, pubblicata per la prima volta nell'aprile del 1966, come lato B, nel 45 giri “Geordie”. Nello stesso anno venne inserita nell’album “Tutto Fabrizio De André”. Di fatto era una raccolta perché conteneva singoli già pubblicati tra cui: “La canzone di Marinella”, “La città vecchia”, “La ballata del Miché”, “La canzone dell'amore perduto”, “La guerra di Piero” e “Il Testamento”. Il pezzo fu poi nuovamente inserito nell'album Volume III.

Di che si tratta?
Il tema centrale del brano è l’amore inteso, non come amore ideale, ma come amore umano che porta con sé tutte le fragilità e le insicurezze di una relazione, nonché le volatilità del nostro carattere che trasforma i sentimenti portandoci a percepire la realtà in modi sempre nuovi e sorprendenti. E non ci si deve dannare più di tanto perché gli amori vengono a vanno e in questa logica non ha senso attaccarsi troppo ad una persona, quando un amore finisce, finisce, e prima o poi tornerà, ma avrà altre sembianze e non è detto che sarà di minor conto.

Quindi l’amore non è mai duraturo?
Dapprima ci appare come un sentimento travolgente, sospinto da una passione che sembra inappagabile, il tempo trascorso non è mai abbastanza e l’appartenenza affettiva è totale, ma poi sarà quello stesso amore a prendere altre forme. Insomma l’amore secondo il poeta genovese è quello che è, fugace, mutevole e contraddittorio.

Qui torniamo al pessimismo di De André…
Direi più realismo e il tema sull’incertezza dell’amore sarà affrontato e sviscerato anni dopo in diversi testi come nel brano: “Canzone dell’amore perduto” dove sarà la prima che incontri per caso che coprirai di baci e carezze oppure nel pezzo “Il Chimico”, in cui lo scienziato si meraviglia come mai gli uomini si combinassero attraverso l’amore affidando ad un gioco le gioie e i dolori mentre lui da chimico aveva il potere di sposare gli elementi e farli reagire attraverso le regole ferree della scienza.

Cover?
Nel 1999 ci provò Franco Battiato con la sua splendida versione nell'album Fleurs. Nel 2006 fu la volta di Claudio Baglioni, nell'album Quelli degli altri tutti qui. Nel 2013 Diodato, nell'album E forse sono pazzo. Il brano ha inoltre ispirato nel 2008 il regista Daniele Costantini nel suo film omonimo.









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LiberaEva ha lo scopo di far conoscere a quante più persone possibile il panorama musicale.










ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
FONTI
https://deandrefabrizio.altervista.org/amore-vieni-amore-vai/









 
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