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STORIE DI ROMA
 

 INTERVISTA IMPOSSIBILE
LUCREZIA GALLETTA
La Luparella

Ricca cortigiana e banchiera della Roma del XVI secolo.
Dotata di una carica erotica fuori dal comune venne corteggiata e contesa dalle corti nobiliari di Bologna e di Roma.
(1520-1580)




 Tiziano Violante

 
Madame le sue origini?
Sono nata a Bologna e all’età di venti anni mi sono trasferita a Roma e ho svolto l’attività di cortigiana.

Dicono che fosse molto bella ed avesse una carica erotica fuori dal comune…
Diventai famosa e non solo per le mie doti amatoriali, comunque feci fortuna e divenni una cortigiana di prestigio. Tra i miei amici figuravano diversi membri di famiglie nobili romane, tra cui Quintio de' Rustici, il vescovo di Mileto che partecipò al concilio di Trento. Nel 1559 alla soglia dei quarant’anni mi ritirai, investii i miei guadagni con notevole profitto e mi feci cancellare dall’elenco delle cortigiane.

Cosa fece?
Mi dedicai all'attività di banchiere anche grazie al mio amante Francesco Spinelli anche lui banchiere e cassiere del banco Altoviti. Iniziai a concedere prestiti per grandi somme e tra i miei debitori c'erano il vescovo Rustici, il banchiere Vincenzo Spada e la banca fiorentina dei Cavalcanti.

Anche come banchiera ebbe molto successo…
Mi servivo spesso del mio intuito e vantavo clienti internazionali molto facoltosi. Fui l’unica donna insieme a cardinali e nobili a firmare nel 1560 il "Grand parti de Lyon", in cui al re di Francia fu concesso un grosso credito.

Nonostante i suoi successi finanziari nel 1566 però risultava ancora una cortigiana…
Fu solo un disguido ma per riparare al decreto di Pio V che obbligava le cortigiane a lasciare Roma, sposarsi o entrare in convento mi unii in matrimonio con un mio dipendente di banca Niccolò Turini per proteggermi dall’espulsione. Ovvio che quell’unione era solo sulla carta e tra noi non vi fu mai alcuna relazione e non dividemmo né la casa né lo stesso letto. Comunque dopo quello spiacevole contrattempo riuscii a ottenere dal governatore lo status di "donna honesta", con l'argomento che, nonostante la trascorsa vita lasciva, ero ormai di costumi irreprensibili, che mi pentivo dei miei peccati, frequentavo donne dabbene, andavo regolarmente a messa e facevo spesso l'elemosina.

Lo status di "donna honesta” cambiò notevolmente la sua vita…
Mi riconobbero il diritto di godere di tutti i privilegi delle donne oneste e non più soggetta alle leggi riguardanti le prostitute. Avevo il diritto di vestirmi con "l'habito romano", ossia il costume delle gentildonne, e potevo uscire liberamente mostrandomi in pubblico in qualsiasi ora della giornata.

Riuscì anche a diventare madre nel frattempo…
Adottai una giovane ragazza di nome Lucrezia da Tivoli, essendo molto religiosa si fece suora e visse nel convento di S. Marta, che si trovava proprio di fronte alla casa dove abitavo.

Lucrezia Galletta morì il 9 aprile del 1580, la sua fortuna andò alla figlia adottiva e al monastero. Il suo testamento includeva donazioni e disposizioni per assistere le giovani donne povere bisognose di dote e soprattutto cospicue donazioni alla Chiesa. Il fatto che si trattasse dei beni di una ex prostituta era un piccolo difetto che la chiesa cercò tuttavia di mascherare: cambiando il suo soprannome di Luparella in un elegante “Lucrezia Galletti-Luparelli” Fu sepolta nella chiesa del monastero di S. Marta.










L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
Realizzato grazie a:  
https://www.treccani.it/enciclopedia/lucrezia-galletta
https://en.wikipedia.org/wiki/Lucrezia_Galletta








 
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