CERCA NEL SITO   CONTATTI   COOKIEPOLICY 
 
 
STORIE DI ROMA
 
 
Jack Lametta
La storia dello sfregiatore seriale che terrorizzò Roma negli Ottanta
Otto volti deturpati e una psicosi crescente che paralizzò l’intera città



 


Correva l'anno 1983, le radio mandavano “Flashdance” e “I like Chopin” e i giornali di Roma titolavano a nove colonne le sparizioni di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, ma un altro caso sempre a Roma conquistò via via le prime pagine quando nel quadrante sud est esplose il caso di un maniaco seriale armato di rasoio che sfregiava in viso le donne del quartiere. Otto volti deturpati e una psicosi crescente che paralizzò l’intera città. Lui colpiva a tradimento e poi come misteriosamente appariva, allo stesso modo si dileguava. Non avendo un nome i giornali del tempo lo soprannominarono Jack Lametta.

Il primo episodio accadde il primo giugno del 1983, in viale Spartaco nel quartiere Appio Claudio, erano circa le 9.30 quando venne aggredita una signora di 67enne. Un giovane si avvicinò alla donna come se volesse chiedere un’informazione e le tagliò la guancia scappando subito dopo.

A poche ore di distanza toccò ad un signore di circa 70 anni che stava per entrare nella chiesa di San Giovanni Bosco. Stavolta, però, la vittima notò chiaramente che l’aggressore aveva in mano un rasoio da barbiere.

La psicosi dello sfregiatore seriale iniziò a diffondersi tra gli abitanti della zona specialmente quando il giorno dopo ci furono altri due agguati. La terza vittima, sempre nelle vicinanze del Parco degli Acquedotti, fu una signora di 62 anni e la quarta, ad un'ora di distanza, un uomo di 76. Il giorno dopo toccò a una signora di 68 anni poco dopo le 9 di mattina.

Dalle testimonianze delle cinque vittime venne realizzato il primo identikit che raffigurava un uomo fra i 25 e i 30 anni, alto circa un metro e ottanta con i capelli castani che spesso indossava pantaloni chiari e camicia azzurra a righe. L’uomo preferiva agire in pieno giorno, ma non voleva uccidere, ma lasciare un segno, una cicatrice indelebile sul viso di ignari passanti. Perché?

Finora Jack aveva colpito solo persone anziane, ma qualche giorno dopo venne aggredita in via Muzio Scevola una ragazza di 24 anni sotto il portone della propria abitazione. La ragazza riuscì a scorgere un nuovo elemento: l’aggressore portava i baffi! Ed inoltre per la prima volta mentre colpiva la sua vittima pronunciò la frase: “Tanto la pagheranno tutte!”

L’otto giugno sempre di mattina fu la volta di un’altra ragazza di 22 anni nella zona di Torpignattara. L’uomo questa volta indossava un paio di jeans e una maglietta a righe rossa. L’ultima vittima fu una donna di 33 anni colpita al mercato rionale.

Ormai le persone colpite erano otto e la fobia del maniaco crebbe di giorno in giorno, allargandosi a macchia d’olio per tutta la città. Sulla base delle indicazioni delle vittime vi furono falsi e presunti avvistamenti rendendo ancora più complesso il lavoro della polizia. Per le strade di Roma si costituirono vere e proprie ronde di cittadini comuni armati di spranghe e bastoni che vigilavano le strade.
Il caso più eclatante fu quello di Tor Pignattara quando un comune ladruncolo scambiato per lo sfregiatore venne percosso a calci, pugni e bastonate da una folla inferocita in via dell’Acqua Bullicante. Per salvargli la vita gli agenti dovettero gridare: «Lasciatelo stare, è soltanto un rapinatore!»

Alla follia collettiva, si aggiunsero diversi casi di mitomania che nel tempo cercarono di assumersi la responsabilità di quei crimini. Famoso è il caso di un uomo che, al telefono con la redazione dell'ANSA, si qualificò come Jack Lametta spiegando che il suo risentimento fosse in particolare verso le donne che sceglievano sempre e solo "uomini belli, ricchi e brillanti!" Secondo il mitomane le vittime maschili erano state solo frutto di un errore.

La vicenda sembrò essersi conclusa, fino a quando, nella serata del 16 ottobre del 1995, ossia 12 anni dopo, nella zona di via Latina, riapparve l'incubo dello sfregiatore. Le vittime furono quattro donne in serie: una ragazza di 21 anni; una dottoressa di 45; una portiera e una mamma 43enne. Ovviamente, data la distanza temporale degli avvenimenti, nessuno mai riuscì con certezza a collegare i due fatti, ma da quel momento non si sentì più parlare di Jack Lametta, nessuno scoprì mai la sua identità e il motivo perché lo facesse.






L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
FONTI:

https://www.fanpage.it/roma/la-storia-di-jack-lametta-lo-
sfregiatore-seriale-che-ha-terrorizzato-roma-negli-ottanta/
https://spazio70.com/post-anni-70/gli-anni-del-riflusso-e-la-
prima-repubblica/psicosi-jack-lametta-lo-sfregiatore-del-tuscolano/















 
Tutte le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi autori. Qualora l'autore ritenesse improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione verrà ritirata immediatamente. (All images and materials are copyright protected and are the property of their respective authors.and are the property of their respective authors.If the author deems improper use, they will be deleted from our site upon notification.) Scrivi a liberaeva@libero.it

 COOKIE POLICY



TORNA SU (TOP)

LiberaEva Magazine Tutti i diritti Riservati
  Contatti