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REPORTAGE
Caccia alle streghe
La nuova Inquisizione
Sembra incredibile, ma ancora oggi ogni
anno migliaia di donne vengono accusate di stregoneria. Le vittime
sono poveri capri espiatori che servono a giustificare eventi
apparentemente inspiegabili come morti improvvise, cattivi raccolti
ed epidemie.
.
Il 10 agosto è stata
proclamata dall’Opera internazionale missionaria Missio
di Aachen Giornata internazionale contro la caccia alle
streghe. Quando si parla di streghe, si pensa sempre ai
secoli passati. Forse pochi sanno che la “caccia alle
streghe” è una realtà molto diffusa anche oggi in tante
parti del mondo. Le cause del persistere di questo
fenomeno sono in genere la superstizione, ma anche la
povertà, l’indigenza, le epidemie, le crisi sociali e la
mancanza di istruzione.
Facciamo un po’ di
storia. La caccia alle streghe iniziò nel New England
nel villaggio di Salem nel 1692. A seguito del
processo vennero giustiziate 19 persone accusate di
stregoneria; 55 fra uomini e donne vennero torturati per
aver reso false testimonianze, 150 sospettati furono
imprigionati ed altre 200 persone vennero accusate di
stregoneria. Le incriminazioni di stregoneria
dilagarono in pochi mesi nei comuni circostanti.
Il metodo per riconoscere una strega? Facile. E’ il
famoso Witches cake, "torta delle streghe": si doveva
preparare una focaccia impastando segale e urina delle
ragazze possedute e poi darla in pasto a un cane, con la
convinzione che l'animale avrebbe riconosciuto e
aggredito la strega responsabile del maleficio. Il
sistema però non sortì alcun effetto, e quindi si passò
alla più tradizionale incapacità di pregare da parte
delle streghe e le testimonianze di visioni
sovrannaturali presentate da molti accusatori.
Secondo le credenze dell'epoca, streghe e stregoni non
conoscevano le preghiere cristiane e non erano in grado
di pronunciarle: per questo in molti processi un errore
da parte di un imputato nel recitare una preghiera
poteva essere considerato un elemento a favore
dell'accusa. Durante il suo processo George
Burroughs concluse la sua difesa recitando alla
perfezione il Padre Nostro, un fatto che impressionò i
presenti in aula, che però non gli risparmiarono lo
stesso la condanna a morte….
Oggi donne di tutto
il mondo continuano a subire violenze e a morire a causa
dell’accusa di essere streghe. Una volta accusate sono
messe ai margini dalle rispettive comunità, rifiutate
dalle famiglie, ripudiate dai mariti. Emarginate,
picchiate, linciate, uccise: succedeva nell’Europa e
negli Stati Uniti del Seicento, e succede ancora oggi.
In India ad esempio non c’è una legge che
punisca esplicitamente l’uccisione di streghe o stregoni
o l’incitamento a farlo e questo nonostante il fenomeno
sia abbastanza diffuso nelle aree dove dominano ancora
il tribalismo e culture arcaiche.
Gli accusati di
stregoneria finiscono di solito uccisi dopo atroci
torture e pestaggi, come una coppia che è stata linciata
a Chandrapur da 500 persone che l’accusavano di
praticare la magia nera e stessa sorte è capitata a una
donna di nome Saraswati Devi, torturata e poi uccisa
davanti ai suoi figli.
Nella regione di Telangana
esiste tuttora l'usanza di bruciare o lapidare le
persone accusate di praticare banamati, la stregoneria
locale. La tradizione vuole che prima di essere uccise
le vittime vengano private dei loro denti per togliergli
potere. Uno strazio crudele. Una tortura indescrivibile.
Secondo le stime della polizia indiana, tra il 2001 e il
2009 sono state giustiziate come streghe circa 2.500
donne, ma si crede che i numeri siano molto più alti.
I segni che contraddistinguono una strega? I più
vari: la morte di un parente o di un conoscente,
malattie particolari, difetti fisici congeniti,
alcolismo, disturbi mentali, un cattivo raccolto, una
perdita di bestiame, insomma degli eventi casuali che in
realtà, potrebbero accadere a chiunque.
Non è
facile sfuggire all’accusa di stregoneria, anche perché
non c’è nessun processo, quando la folla si muove
inferocita non c’è modo di fermarla. Comuni sono le
torture più atroci o le pratiche di «purificazione» più
improbabili, spesso a morire sono streghe che non sono
state mandate a morte, ma che i loro vicini di casa
stanno tentando in qualche modo di esorcizzare o di
indebolire per annullare l’effetto dei loro presunti
malefici.
L’accusa di stregoneria diventa così un
ottimo espediente per liberarsi di persone sgradite o
per vendicarsi di un torto o di un rifiuto, basta
spargere la calunnia e l’ignoranza di solito provvede a
fare il resto, fornendo la «copertura» a delitti che
hanno ben altri scopi. Un espediente usato
soprattutto contro le donne, che sono le più vulnerabili
socialmente e spesso oggetto di pretese in una società
che resta estremamente patriarcale. Anelli deboli di
società che ancora vivono secondo i dettami di credenze
basate sullo spiritismo.
Ma la caccia alle
streghe va di moda in tutto il mondo e non solo in
India. Dall'Africa fino all'Arabia Saudita, sono
centinaia le persone uccise ogni anno per stregoneria.
Papua Nuova Guinea, Ghana, ma anche Zambia, Arabia
Saudita, Congo, Tanzania, Kenya… in questi luoghi,
ancora oggi, per essere imprigionate ingiustamente basta
poco. In Papua Nuova Guinea molti credono alla “saguma”,
la stregoneria locale, ritenuta la causa di morti o
avvenimenti inspiegabili e una ragazza di 20 anni è
stata accusata di atti di stregoneria contro un bambino
morto per malattia. La ventenne è stata spogliata
davanti a una folla inferocita, cosparsa di benzina e
poi bruciata viva. La polizia non è intervenuta, mentre
la folla la malediceva augurandole una morte lenta e
dolorosa.
Ma è l'Africa il regno indiscusso della
caccia alle streghe. Sin dagli anni Novanta le
organizzazioni umanitarie denunciano il fenomeno. Nel
1999 i media accendono i riflettori sulla caccia ai
"bambini stregoni" in Congo e Tanzania e su donne
considerate streghe perché hanno gli occhi rossi.
Sempre restando in Africa, tra le tribù Bantu della
parte meridionale del continente esistono degli
"annusatori" di streghe, che riconoscono le colpevoli
dal loro odore. Molte di loro erano vedove, quindi
le uniche eredi delle proprietà lasciate dal loro
defunto coniuge. Anche in Ghana, molte donne vengono
torturate e uccise per questo motivo. In Gambia, secondo
Amnesty International, il governo ha mietuto migliaia di
vittime con l’accusa di “fare del male” attraverso la
magia nera.
Solo secondo l'Osservatorio per i
diritti umani del Congo più di 60 persone sono state
bruciate vive dal 1990 ad oggi. Ma la pena di morte
per stregoneria è tuttora in vigore in Camerun e in
Togo, oltre che in Kenya, dove una persona può essere
imprigionata se un "esperto" la accusa di atti di
stregoneria e magia bianca. Nel 2008 in Kenya sono
state bruciate vive 11 persone accusate di magia nera.
A marzo del 2009 Amnesty International lancia l'allarme
sulle uccisioni in Gambia. Più di 1000 le vittime,
accusate dal governo del Paese di "fare il male"
attraverso pratiche di magia nera.
Nei Paesi
Occidentali la questione è più complessa. Nessuna donna
viene torturata dopo essere stata accusata di
stregoneria, ma quante altre vengono insultate, derise,
emarginate specialmente sui social network solo perché
si mostrano diverse rispetto alle altre? Insomma, nel
ventunesimo secolo la “caccia alle streghe” esiste
ancora ed è intorno a noi, più vicini di quanto
pensiamo.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
.http://news.panorama.it http://www.giornalettismo.com
http://www.osservatoreromano.va
http://it.wikipedia.org/wiki/Processo_alle_streghe_di_Salem
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