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Le Spose Bambine
Ogni due secondi nel
mondo una bambina è costretta a contrarre matrimonio contro la sua
volontà
Il giorno delle nozze arriva in genere
tra gli 8 e i 14 ann .
Lo scorso anno, in Yemen, una
bambina di 8 anni di nome Nojoud si presentò da sola in
tribunale, dicendo che era stata costretta dal padre a
sposare un uomo trentenne che l’aveva picchiata e
forzata ad avere rapporti sessuali. Quello di Nojoud non
è un caso isolato! Ogni due secondi nel mondo
una bambina è costretta a contrarre matrimonio contro
la sua volontà. Privata dell’infanzia, del diritto
all’istruzione, alla salute, viene data in sposa per
cultura, religione e soprattutto fattori economici.
Ci sono circa 70 milioni di spose bambine nel mondo.
Cifre spaventose purtroppo soggette ad aumentare: si
calcola che nel 2020 avremo oltre 140 milioni di spose
bambine.
Il giorno delle nozze arriva in genere
tra gli 8 e i 14 anni. Il marito è quasi sempre un
uomo più anziano, mai incontrato prima. Anche se il
Profeta Maometto sposò Aisha quando lei era una bimba, i
matrimoni di bambine non sono legati ad una specifica
fede. Sono parte della cultura del posto
indipendentemente che siano cristiani, musulmani,
animisti o altro e organizzati dai membri della
famiglia. Sono spesso ambienti rurali dove regna
l’analfabetismo e dove la maggiore età è segnata dal
primo ciclo mestruale.
Secondo gli ultimi dati di
Plan (2013): 1 bambina ogni 3 nei Paesi in via di
sviluppo si sposa prima dei 18 anni, 1 su 9 e costretta
a sposarsi persino prima dei 15 anni Le bambine prive
di istruzione hanno il triplo di probabilità in più di
sposarsi prima dei 18 anni rispetto a quelle con livello
di istruzione secondario o più alto Nei 4 Paesi in
cui i matrimoni precoci sono più diffusi - Niger, Chad,
Bangladesh e Guinea - oltre il 60% delle ragazzine prima
dei 18 anni è sposata Le figlie di madri giovani
illetterate hanno la più alta probabilità di abbandonare
la scuola, sposarsi giovani e ricadere nel circolo
vizioso della povertà.
Come conferma questo
studio: i tassi più elevati di diffusione dei matrimoni
precoci si registrano nei paesi in cui sono massimamente
diffusi fenomeni come la malnutrizione e
l'analfabetismo. Il Niger è al primo posto di questa
classifica seguito da Ciad, Bangladesh, Guinea, Mali,
Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Uganda,
Burkina Faso... Un terzo delle bambine spose hanno in
media meno di 11 anni rispetto ai mariti con punte
elevate in cui la differenza d’età è di decenni: anche
70 anni.
Le spose bambine vengono dalle famiglie
più povere di questi Paesi. Sono innanzitutto ragazze
alle quali sono negati diritti umani fondamentali: più
soggette, rispetto alle spose maggiorenni, a violenze,
abusi e sfruttamento. Spesso i genitori ritengono di non
avere altra scelta. Le figlie femmine in genere sono
viste come un peso, ritenute meno produttive per
l'economia familiare. Sono considerate alla stregua di
una bocca da sfamare e farle crescere costa di più che
gestire una mucca, tenendo conto che la mucca ripaga in
qualche modo l’investimento. Quindi meglio liberarsene
il prima possibile tenendo conto che più è giovane la
sposa e più alto è il compenso (denaro, animali o altro)
da riscuotere dalla famiglia dello sposo. (Di contro nei
paesi in cui è la sposa a portare la dote, vengono fatti
dei forti sconti da parte della famiglia dello sposo).
Il più delle volte, questi due fattori: compenso e dote
sono spesso la fonte principale di reddito per le
famiglie più povere. Il costo alto entra in
relazione anche con l’età dello sposo in quanto solo
uomini anziani posso avere consistenti capacità
economiche. Nelle unioni poligame, inoltre, man mano che
il marito invecchia le nuove mogli sono sempre più
giovani. Altri motivi a favore della scelta delle spose
bambine riguardando il tempo di fertilità più lungo, la
probabilità maggiore che siano vergini, che non abbiano
contratto l’Hiv e malattie sessualmente trasmesse e la
superstizione largamente diffusa che le vergini possano
curare l’Aids.
Al matrimonio precoce segue
inevitabilmente l'abbandono scolastico e quindi
l’analfabetismo. Non possono lasciare il marito perché
non hanno i soldi per restituire la dote o il riscatto,
e il divorzio è spesso considerato inaccettabile.
Altra conseguenza negativa è la gravidanza precoce. Non
essendo le bambine fisicamente pronte alla maternità: la
morte di parto è 5 volte più probabile rispetto alle
ventenni (ogni anno 70.000 decessi). Di contro il
rischio di morte del feto è del 73% maggiore che per le
ventenni. Nell’Africa sub-sahariana, inoltre, diversi
studi mostrano che le ragazze sposate hanno più
probabilità di contrarre l’Aids rispetto a ragazze
single e sessualmente attive: perdono la verginità con
mariti malati e non hanno il potere di negarsi o
chiedere loro di usare il preservativo. In
alcuni casi inoltre, il matrimonio è considerato una
forma di schiavitù perché le bambine vengono
effettivamente comprate e vendute con il pretesto del
matrimonio e per fini di sfruttamento sessuale. Il
fenomeno delle spose bambine è una immensa barbarie
davanti alla quale il mondo occidentale non dovrebbe
chiudere gli occhi o fare finta di nulla. Il turismo
sessuale e la pedofilia esistono in occidente come in
oriente, nell`islam come nel cristianesimo… Sono
perversioni umane che cercano spazio per esprimersi. Il
problema universale è che il denaro continua a comprare
gli esseri umani, che sia sotto forma di dote in un
matrimonio islamico o sia sotto forma di prostituzione
in Europa o in Thailandia. Quanti europei sono
tristemente noti per i viaggi a scopo sessuale, quante
bambine vengono vendute ancora nel mondo! Quanti arabi
del Golfo vanno al Cairo per avere rapporti sessuali con
ragazzine vendute per qualche ora, per fame o per
ignoranza! Allora dovremmo parlare di spose bambine e di
prostitute bambine, dovremmo allargare l’ambito di
ricerca evitando di cadere nel luogo comune che gli
arabi o i musulmani sono incivili e che nel civile
occidente non ci sono spose bambine. Il
matrimonio precoce è una grave violazione dei diritti
umani che colpisce i diritti dei bambini e delle donne e
mette a rischio la loro salute, l’istruzione,
l’uguaglianza, la non discriminazione e la possibilità
di vivere libere dalla violenza e dallo sfruttamento.
Questi sono diritti sanciti nella Dichiarazione
universale dei diritti umani, dalla Convenzione sui
diritti dell’infanzia (CRC) e dalla Convenzione delle
Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di
discriminazione contro le donne
.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
.www.corriere.it www.unicef.it www.nationalgeographic.it
italiadomani.net Mitch Cleuss Hernandez
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