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GIALLO PASSIONE
AMARSI? CHE CASINO!
IL DELITTO DI VIA VENETO
I coniugi Bebawi
Colpevoli in libertà
Il 18 Gennaio del 1964 fu scoperto il
cadavere di Faruk Chourbagi, ricchissimo industriale e figlio di
un ex ministro del Tesoro del re d’Egitto.
Adamo cosa accadde quel 18
gennaio? Erano da poco passate le 9 quando
Karin, segretaria di un'azienda che commerciava in lana,
scopre, riverso a terra nel suo studio di via Lazio a
due passi da Via Veneto a Roma, il cadavere di Faruk
Chourbagi, 27 anni, egiziano di nascita, nazionalità
libanese, ricchissimo industriale, figlio di un ex
ministro del Tesoro del re d’Egitto.
Karin era appena arrivata in ufficio vero?
Sì. Raccontò alla polizia che, a causa di un guasto
dell’ascensore, arrivò trafelata dopo aver fatto le
scale a piedi. Come ogni mattina si tolse il cappotto e
preparò il caffè. Unica cosa insolita la porta
dell’ufficio di Faruk era chiusa. Lei allora decise di
bussare senza ottenere risposta.
Che fece
Karin, entrò? Certo che entrò… e da quel
momento si aprì uno dei casi più misteriosi che la
cronaca nera ricordi e soprattutto fece seguito una
vicenda giudiziaria che durò otto lunghi anni impegnando
i migliori avvocati dell’epoca, fra i quali Leone e
Vassalli.
E cosa vide? Il suo
capo riverso bocconi sul pavimento, immerso in una pozza
di sangue. La polizia scientifica accertò in seguito che
l’assassino lo aveva freddato con 4 colpi di pistola
cal. 7,65, tre alla testa e uno alla schiena. Non ancora
soddisfatto lo sfregiò riversando sul viso un’intera
boccetta di vetriolo. Chi era la
vittima? Faruk Churbagi, uomo affascinante,
laureato ad Oxford, ricco fin dalla nascita e,
naturalmente, molto conteso dalle donne che non
disdegnavano il suo patrimonio.
Chi
l’aveva visto per l’ultima volta? Il
portiere dello stabile nel pomeriggio del sabato
precedente.
Ricapitoliamo: l’ultimo a
vederlo vivo è stato il portiere il sabato pomeriggio
mentre la prima a vederlo morto è stata la segretaria il
lunedì mattina… Esatto? Certo! E tra le due
testimonianze nessun altro testimone, nessun evento che
in qualche modo potesse aiutare le indagini.
Quindi nessun elemento… che fa la polizia?
Di una cosa si era certi, la porta di ingresso non era
stata forzata per cui la vittima doveva conoscere
benissimo il suo assassino. Le indagini puntarono subito
nella cerchia di amicizie del giovane industriale,
conosciuto nella capitale come ricco ed affascinante
playboy.
Scoprì qualcosa di interessante?
Dopo alcuni interrogatori la polizia venne a sapere che
Faruk intratteneva una strettissima relazione
sentimentale con Claire Bebawi, un’egiziana molto
avvenente residente in Svizzera.
Tutto
normale quindi… Direi di sì, ma c’era un
piccolo particolare che insospettì gli investigatori. Il
giorno stesso del delitto la bella Claire era partita
dalla Svizzera diretta a Roma assieme al marito.
Circostanza confermata dalla segretaria. Infatti
quest’ultima, nel primo interrogatorio, aveva dichiarato
di aver assistito il venerdì precedente ad una
telefonata fra i due e di aver visto Faruk sbiancare
dalla paura mentre si accordava con Claire per un
appuntamento presso il suo studio proprio nel giorno di
sabato. Si cercò quindi di rintracciare immediatamente i
coniugi Bebawi.
Chi sono i coniugi
Bebawi? Lui, Youssef, 39 anni era un uomo di
affari ricchissimo; lei Gabrielle, detta Claire,
coetanea del marito, una donna bellissima. Si erano
sposati quando lei aveva appena 13 anni. Matrimonio
felice con la nascita di tre figli. Tutto bene finché
Claire incontrò Churbagi in Svizzera e se ne innamorò
follemente. Per Faruk invece, a quanto dicono le
cronache, sembra non fosse altro che una semplice
avventura.
Torniamo al soggiorno romano…
i Bebawi prendono il treno ed arrivano a Roma, giusto?
Esattamente, ma ciò che insospettisce la polizia è che,
arrivati nella capitale attorno alle 17, prendono
alloggio in una piccola pensione vicina agli uffici di
Chourbagi, per poi partire alla volta di Napoli con il
treno delle 19.20, destinazione Brindisi e da lì, con il
traghetto, per Atene, in attesa di un volo per Beirut.
Come vedi un soggiorno troppo breve per non destare
sospetti.
Quindi abbiamo una pista?
E che pista! La polizia localizza i coniugi Bebawi ad
Atene e tramite l’Interpool ne ottiene l’estradizione.
Come vanno gli interrogatori?
L’ispettore non crede alle sue orecchie! Yussef accusa
immediatamente la propria moglie di essere stata
l'autrice del delitto spiegandone le circostanze: quel
famoso sabato la donna si era recata da Faruk dicendo al
marito di voler rompere definitivamente con lui. Il
marito stesso l’accompagnò in via Lazio, ma Claire
preferì salire da sola nello studio. Lui rimase di sotto
ad attenderla. Lei, dopo alcuni minuti, scese e gli
confessò di aver ucciso Farouk con la pistola
sfigurandolo con il vetriolo. Per avvalorare questa tesi
Youssef aggiunse due particolari importanti: un
testimone lo aveva visto in strada, davanti al portone.
Claire aveva delle bruciature alle mani, bruciature che
solo il vetriolo avrebbe potuto procurarle.
E Claire come si difende da questa accusa?
Secondo Claire le cose erano andate diversamente: lei
comunicò al marito di voler chiudere definitivamente la
storia con Farouk. Una volta a Roma si fece accompagnare
in via Lazio. A quel punto secondo la versione di Claire
il marito rimase ad aspettarla sotto il portone. Lei
salì, appena entrata nell’ufficio del suo amante venne
raggiunta di sorpresa dal marito. Lei assistette
all’omicidio senza partecipare minimamente.
Quindi le due versioni coincidono fino sotto il
portone in via Lazio… Sì, ma il testimone e
le bruciature sulle mani di Claire fanno pendere la
bilancia dalla parte del marito.
Come
andò il processo? Dopo due anni di indagini,
non si riuscì a stabilire con certezza chi dei due fosse
il vero assassino. I due coniugi continuarono ad
accusarsi vicendevolmente e il dibattimento appassionò
l’opinione pubblica in modo così morboso che si arrivò
addirittura a scrivere minuziosamente gli incontri di
sesso tra i due amanti con il calcolo di quante volte
erano stati insieme durante i tre anni della loro
relazione. Tieni conto tra l’altro che non era stata
assolutamente una storia tranquilla, quindi le vicende
venivano condite da ingredienti di violenza, liti,
fughe, insulti ed addirittura percosse.
Interessante… Amore e morte, tradimenti e
vetriolo… tutti ingredienti che stimolarono la curiosità
dell‘opinione pubblica. In più c'era il fascino di
Claire Babawi, una donna molto bella che aveva un
ascendente fortissimo sugli uomini e, forse, anche su
avvocati, giudici e giornalisti.
E la
sentenza? La pubblica accusa sostenne che
l'uno e l'altra avevano avuto un movente valido per
uccidere: la gelosia di lui, la vendetta di lei, ma come
ti ho detto prima non fu possibile risalire
all’esecutore materiale del delitto. E’ pur vero che
Youssef era un discreto tiratore e sapeva maneggiare
un'arma, ma il delitto avvenne ad una distanza molto
ravvicinata, per cui era possibile che a sparare fosse
stato una persona non esperta.
Quindi?
Tra pianti, liti, insulti colpi di scena, svenimenti,
feroci litigate si arrivò alla sentenza dopo 30
lunghissime ore di camera di consiglio: non essendo
possibile precisare se lui o lei fosse l'assassino, pur
nell'amara consapevolezza che un colpevole sarebbe
rimasto impunito, furono assolti per insufficienza di
prove!
Scusa ma la presenza del testimone
non avrebbe dovuto in qualche modo scagionare il marito?
Il testimone si confuse sugli orari e non fu ritenuto
attendibile. Il fascino di lei, secondo me, poi fece il
resto.
Fu lei la protagonista indiscussa
del processo? La bella egiziana in aula
ammaliò letteralmente il pubblico. Ricordo che un
giornale romano iniziava tutti i suoi articoli con la
frase: "Una donna così bella non può rimanere in
carcere". Dai retta a me benedetto ragazzo… fu la sua
bellezza a farla assolvere, prima ancora della mancanza
di prove.
Quindi ogni udienza era uno
show… La maggior parte degli articoli dei
giornali più che soffermarsi sulle vicende giudiziarie
descrivevano dettagliatamente gli occhi da cerbiatta
della bella signora, nonché lo sguardo voluttuoso, la
pelliccia d'ermellino lasciata scivolare con noncuranza
sulle belle gambe ecc…
Come venne accolta
la sentenza? Ricordo un fatto penoso.
Durante la lettura ci fu un interminabile e caloroso
applauso che stava a dimostrare che in quella storia il
popolo aveva fatto il tifo per i colpevoli e non per i
giudici.
Naturalmente la pubblica accusa
ricorse in Appello, immagino… Si certo, nel
1968 il processo d'appello si svolse a Firenze, Claire
non era più la signora Bebawi, avendo il marito
sanzionato il ripudio con il divorzio, e si era
trasferita al Cairo. Questa volta furono condannati
entrambi a 22 anni. L’accusa riuscì a dimostrare la
complicità dai due sia nell’omicidio premeditato che
nella successiva fuga in Grecia.
Furono
arrestati finalmente! Eh no, i due si erano
ben guardati di partecipare alle sedute della Corte
d’Appello e girarono molto alla larga dai nostri confini
nazionali. Lei in Egitto e lui in Svizzera.
Quindi… colpevoli in libertà!
Ricordo che, qualche anno dopo, Claire, intervistata al
Cairo, dove nel frattempo svolgeva l’attività di guida
turistica, si dichiarò fiduciosa che la Cassazione
l'avrebbe dichiarata innocente. Ciò, invece, non
avvenne. Nel novembre del 1974, venne confermata la
condanna di Firenze!
Morale?
Nessuno ha mai pagato per l'orrenda fine di Faruk!
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/bebawi/
http://robertosantini.splinder.com/tag/cronaca+nera+caso+bebawi
http://www.popobawa.it/misteri/cronacanera/bebawi.htm
Foto Sergey Ryzhkov
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