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STORIA DELLA PROSTITUZIONE
Il
mestiere Antico
LA PROSTITUZIONE SACRA
La parola prostituzione deriva dal
latino pro statuere che significa mettere in mostra, esporre.
Nell'uso comune ha preso il significato di prestazione sessuale a
scopo di lucro. E' senza dubbio un mestiere praticato da migliaia
di anni: menzionato già nel codice babilonese e ci sono prove
certe della sua diffusione in quasi tutte le civiltà antiche
LA PROSTITUZIONE SACRA La
prostituzione antica aveva una caratteristica sacrale in
quanto le donne offrivano il loro corpo come sacrificio
alla divinità. Chiamata porneusis sacra era praticata
nei templi, come rito propiziatorio, allo scopo di
assicurare fertilità e fortuna. Le prostitute si univano
in un rito sotto forma di culto della fecondità oppure
di dono all'ospite come gesto di generosità. Erano le
sacerdotesse, venerate e rispettate come coloro
attraverso le quali si manifestava la benevolenza della
dea, immagine di Armonia e Disordine, perché in grado di
esprimere con i loro corpi e le loro movenze forti
cariche di desiderio.
Donne uguale Terra. Donne
depositarie di ogni seme e forza vitale, d'energia e
motore che fa muovere il mondo. Avevano una corona di
corda intorno al capo, i capelli sciolti, lunghe vesti,
erano le sacerdotesse nel Tempio, erano ierodule,
assire, babilonesi e fenicie, erano fanciulle, vergini
di buona famiglia, oppure schiave che si univano
carnalmente ai sacerdoti, oppure ai fedeli spesso
stranieri, nel tentativo di catturare l'energia vitale.
"Oh Ishtar, oh Astarte, oh Afrodite.
Nell'invocazione offrivano le loro intimità sottoforma
d'anima e di fede, compivano un atto di adorazione,
propiziando la fertilità in loro stesse, alla terra e al
popolo tutto e insieme ad esse la prosperità economica
dell'intera comunità. Di solito chiedevano un obolo,
quasi una carità, ma non avevano un prezzo fisso, non
facevano commercio del loro corpo, nessuna logica di
mercato nell'esercizio di quell'arte. A volte nella
suggestione dell'atto assumevano le sembianze delle
divinità a cui venivano consacrate, spesso facevano da
tramite con la divinità stessa.
Molto spesso si
univano al monarca, al despota, al ras del luogo, e
durante la cerimonia anche il popolo si univa con le
proprie spose in un rito suggestivo dove il dio
infiammato dal desidero veniva paragonato all'aquila che
segue con lo sguardo la sua preda. Le sacerdotesse
trattate con rispetto non venivano usate ma onorate,
assimilate al fiume Tigri in piena o alle sponde
bonificate. Erano le regine, le figlie del Dio del
cielo, il giardino dove sbocciavano fiori rari, la
tavola imbandita su cui era alzato il vaso della
libagione.
Ad Eliopoli, città dell'antico Egitto,
ogni vergine doveva, secondo l'uso, prostituirsi a uno
straniero nel tempio di Astarte. La prostituta sacra
aveva il dovere morale di soddisfare tutti i clienti che
esprimessero tale desiderio. Il cliente, come atto
simbolico, doveva offrire del denaro gettandolo sul
ventre o sulle ginocchia della prostituta stessa. Al
termine della giornata, nessuno le poteva offrire più
nulla per averla di nuovo. Il periodo di prostituzione
sacra avveniva solo in alcuni giorni dell'anno.
BABILONIA Presso i babilonesi era legge che
almeno una volta nella vita tutte le donne d'ogni ceto
sociale, in età piacente, dovessero recarsi al tempio di
Afrodite, la puttana, e, concedendosi al maschio
sull'altare, sacrificavano alla divinità le proprie
carni come un qualsiasi agnello, fino ad emulare le
stesse sensazioni delle sacerdotesse raggiungendo così
il paradiso afrodisiaco.
L’antica usanza
prevedeva che le donne dovessero entrare nel recinto
sacro della dea, sedersi finché uno degli estranei non
le gettasse dell'argento in grembo per avere poi un
rapporto sessuale fuori dal santuario. Non potevano
tornare a casa se non dopo aver consumato, per cui le
donne meno attraenti potevano dover aspettare molto
tempo, forse anche anni, mentre quelle che erano alte e
belle facevano il loro dovere abbastanza rapidamente.
LA BIBBIA Solo successivamente, all'incirca
al tempo della legge ebraica, la prostituzione fu
indicata come atto dissoluto e peccaminoso. Nell'Antico
Testamento è citata molte volte, nella quasi totalità
dei casi in un contesto di riprovazione e presentata
come peccato o motivo di vergogna. Nel Nuovo
Testamento viene citata anche come causa di rovina nella
parabola del figliol prodigo.
Per la Bibbia
quindi la prostituzione è immorale: "Perché la
prostituta è una fossa profonda e la donna altrui un
pozzo stretto." Dio vieta ogni coinvolgimento con le
prostitute: "Poiché le labbra dell’adultera stillano
miele e la sua bocca è più morbida dell’olio, ma alla
fine è amara come l'assenzio.
Sebbene la
prostituzione sia peccaminosa, le prostitute non sono
fuori dalla portata del perdono di Dio, ne è tipico
esempio la prostituta Rahab ed il perdono ad una
prostituta viene effettivamente praticato da Cristo
nell'episodio della peccatrice penitente, questa figura
viene identificata tradizionalmente con Maria Maddalena,
divenuta simbolo del pentimento.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO
BENCIVENGA
FONTI:
http://it.wikipedia.org/wiki/Prostituzione_sacra
http://www.diogenemagazine.eu/home/index.php
Fonte:
www.golemindispensabile.it (l'articolo integrale è
QUI)
http://www.metaforum.it/archivio/2005/indexe791.html?t7103.html
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http://www.historyblog.it/2010/10/31/il-prezzo-delle-prostitute-nellantica-grecia/
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http://www.pacioli.net/ftp/def/problemigiovani/fenomeno.htm
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http://www.mattiaonline.com/areadiprogetto/Devianza/Michele%20Vilardo.htm
http://www.storiologia.it/musica/musica4.htm
https://www.focus.it/cultura/storia/case-chiuse-bordelli-prostituzione-fascismo
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