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Adamo Bencivenga
Ada Mcgrath
Lezioni di piano
Diceva Thomas Hood nel suo poema Silence.
«C'è un grande silenzio dove non c'è
mai stato suono, c'è un grande silenzio
dove il suono non può esserci, nella
fredda tomba del profondo mare.»
La donna si chiama Ada, Ada Mcgrath, è
scozzese, la figlia Flora è frutto di un
precedente legame. La donna è muta, non
parla dall’età di sei anni, non sappiamo
il motivo, ma sappiamo che da sempre si
esprime attraverso i tasti del suo
adorato pianoforte.
Non nego di aver provato ad intervistarla, mi ero preparato, avevo visto
tre volte il film, ma alle mie domande scritte Ada
Mcgrath ha risposto con una semplice frase:
“Parlo solo attraverso il mio pianoforte… lei lo ascolti
attentamente e troverà le risposte per i suoi lettori…”
Ci provo, ascolto la colonna sonora, ascolto Michael
Nyman, la sua dolcissima
“The heart asks pleasure first!”
Sono note che riempiono un’anima, ecco, immaginale
insieme a me, immagina quel suono, la donna, sua figlia
e un pianoforte. La senti vero? Ti sta trasportando su
una spiaggia sperduta di un’isola della Nuova Zelanda.
Piove. Senti i tuoni? E’ quasi l’alba, ma è ancora buio,
il sole è rimasto a dormire dall’altra parte del mondo,
oppure è un sole grigio e più di quello non può dare.
"La voce che sentite non è la mia voce, è la voce del
mio pensiero."
Ecco la senti? So che è difficile, ma prova, senti
ancora cosa dice:
"Mio padre dice che ho un talento oscuro e che il
giorno che mi metterò in testa di smettere di respirare
sarà l'ultimo."
Sì ok, so a cosa stai pensando, Ada è una donna forte,
ha fatto del suo mutismo uno strumento di difesa, le
parole a volte non sono necessarie per esprimersi e chi
è capace di cogliere gli sguardi e i gesti ha il grande
potere di non essere schiavo delle parole. Ada non
parla, ok, ma ciò non significa che non comunichi.
Continua ad ascoltare la musica e torniamo sulla
spiaggia. La vedi? E’ vestita da metà Ottocento ed è
approdata in questa isola per sposare Stewart, un ricco
possidente terriero che neppure conosce. Ascoltala di
nuovo:
“Mio marito mi ha detto che il mio mutismo non lo
disturba, sentite cosa mi ha scritto: «Dio ama le
creature mute, perché io non dovrei?». Gli auguro di
avere la pazienza di Dio perché il silenzio a lungo
andare stanca tutti."
Purtroppo il primo incontro con il promesso sposo non è
dei migliori. Vedi l’uomo? E’ burbero, insensibile. Si
rifiuta di trasportare il pianoforte e lo abbandona
sulla spiaggia. Lui non capisce quanto lo strumento sia
importante per quella donna. Lasciando il piano sulla
riva del mare, ancor prima di conoscersi, apre una crepa
profonda tra loro:
"La cosa strana è che io non penso a me come una
creatura silenziosa e questo grazie al mio pianoforte."
La senti Ada? Senza il suo piano diventa una persona
incompleta e su quella spiaggia non ha lasciato soltanto
uno strumento, ha lasciato la sua voce.
Il loro matrimonio è già destinato al fallimento.
Ecco, ora immagina che su quell’isola viva George Baines
un uomo da tutti considerato poco più che un selvaggio.
Ed in effetti lui ha scelto di isolarsi, di vivere come
un primitivo, ma è genuino, passionale, incarna l’uomo,
che pur essendo all’apparenza rozzo e ignorante, ha un
animo sensibile. Ada se ne è accorta al suo arrivo, è
stato l’unico a notare la sua stanchezza per il lungo
viaggio e in seguito è stato il solo a capire l’intenso
legame con il suo pianoforte.
George subisce il suo fascino. Chiede a Stewart il permesso
di prendere il pianoforte e portarlo nella sua capanna
sperando così di poter vedere spesso Ada.
Stewart, in cambio di un pezzo di terra, accetta e dà la
possibilità alla moglie di frequentare la capanna di
George per suonare e contemporaneamente dare delle
lezioni di piano all'uomo.
Naturalmente le lezioni sono di tutt’altra natura, ma
andiamo per gradi. George è affascinato dalla donna.
Come rapito, invece di studiare, si limita a guardarla
suonare, anzi direi a contemplarla. A lui non interessa
imparare, vuole solo sentirla suonare. Ok diciamola
tutta, l’uomo desidera fare l'amore con lei. Per
convincerla le promette di restituirle il piano tasto
dopo tasto. Ogni tasto ha un prezzo, che varia a seconda
delle sue voglie. Oggi uno per poterle sfiorare un
braccio, domani cinque per poterle baciare il collo e
stare assieme a lei sdraiato sul letto.
Guardali, li vedi? Non comunicano in nessuna maniera,
lui non sa leggere e lei non parla, ma la musica, gli
sguardi e i gesti creano tra loro un legame magicamente
intenso. La vedi Ada, vero? Senti ancora la colonna
sonora? Tutto di lei è femmina. Guarda la sua camicetta,
la forma del seno, guarda i capelli, sono nuvole ad onde
che il vento sparpaglia, fasci di grano arrossati dal
sole. Guardala sì, Ada non è bella, ma sa d’amore,
profuma intensamente di passione, di donna e
considerazione, di femmina ed attesa. Ora immagina lui,
anzi immagina i due, immagina l’armonia di quel piano,
Dio come è bello quel suono e come è intensa lei quando
si concede alle voglie. E’ un crescendo, un’estasi! Una
colonna sonora.
Ascolta quei suoni, non smettere! Sono gemiti d’amore,
note di passione, respiri di carne, ossa e pelle cariche
d’anni d’astinenza e di ore clandestine rubate al mondo,
all’isola, al tramonto, a suo marito. Addirittura al
piacere, perché lei ora è oltre, dove il piacere si
confonde al dolore, è un misto di sensazioni.
Ecco guarda lui, ok è rozzo e ignorante, forse non
ascolta la musica, ma la fa sentire donna nell’unico
modo che conosce. Ecco ora guarda lei, è nuda, dentro
quella capanna, ora sul letto, ora distesa in terra.
Guarda quel pavimento ora, è legno morbido, culla di
perdizione, peccato originale. Guarda il sole che
filtra, quel fascio che la indora. E’ l’ora arancio del
tramonto, l’ora rossa dell’amore. Guarda i riflessi
sulle sue intimità. La vedi? Non è al piano, nessuno
suona, ma lei continua a sentire quella musica, quelle
note di carne e muscoli. Lei sa dare un genere ad ogni
nota e sa che questi non sono diesis e non sono minori,
questi sono colpi pieni, maschi, fruste e vibrazioni,
tremori d’anima e scosse di pelle, guardala sì, non si
tratta di semplice lussuria, forse è l’incapacità di
sottrarsi all’intensità del desiderio, o forse la
consapevolezza di godere oltre il suo limite, guardala
sì, quell’amore è un ordine, un comando al quale non può
sottrarsi, è lei ora che lo alimenta, guardala sì,
guarda i suoi occhi, sono espressivi, come quello
sguardo profondo che dà e chiede, quello sguardo che
rende inutili le parole, già non servono le parole…
Ecco lasciamoli soli ora, l’importante è sapere che ogni
giorno lei trovi in quella capanna il suo paradiso
segreto. E lui se ne innamora, diventa pazzo, pazzo, al
punto di sentirsi uno sciagurato, si sente in colpa
perché sta facendo di lei una sgualdrina, una
clandestina, una puttana. Non può capire, non ci arriva,
non sa che sta facendo di lei una donna in amore. Pensa
sì, ma ha già deciso. E un bel giorno senza dire nulla
le rimanda il pianoforte a casa. Lo considera un regalo,
anzi una salvezza.
Ada è sconvolta senza più quel piano il suo amante ha
bruciato ogni possibilità di incontro. Per lei non è un
regalo e non vuole salvarsi.
Ma non è finita! Flora, sua figlia, nel frattempo,
gelosa delle attenzioni della madre per George, mette al
corrente il patrigno. Gli racconta ciò che ha visto
mentre giocava sulla spiaggia e gli consegna un
messaggio della madre al suo amante. Cosa c’è scritto?
“Dear George you have my heart. Ada McGrath.”
La prova dell’infamia, dell’infedeltà, dell’adulterio,
la lettera scarlatta, il ludibrio e la gogna.
Ecco ora guarda Ada, sta accarezzando il suo adorato
piano e trova all'interno un cuore trafitto inciso nel
legno. Guardala ora! Dio è pazza. Esce di casa, sbatte
la porta. Guarda come corre! E’ a piedi scalzi, salta
sui rovi, si graffia le gambe. I piedi sono
insanguinati. La vedi? Si sta precipitando a casa di
George.
Lo chiama da lontano, spalanca la porta. Lui la sta
aspettando. Li vedi ora? Si baciano, si stringono, si
prendono a morsi, si fanno male, bene, prendono e danno
fino a fondersi il cuore. Lui le chiede scusa, la chiama
Amore, ma lei non gli rimprovera nulla, vuole fare
l’amore.
“Amami George, amami ora!”
Lei si distende, apre le gambe, è piena di brama,
disponibile. Lo accoglie ed urla!
“Amami George, amami sempre!”
E mentre urla il marito li spia da fuori. E’ un dolore
lancinante, immaginalo quanto possa soffrire. Guardalo
si sta tappando le orecchie, gli occhi li ha già chiusi
da tempo. Guardalo ora mesto a capo chino percorre il
sentiero verso casa. Maledice il destino, se stesso, la
donna. Si sente doppiamente tradito, dalla moglie e
dall’amico. Apre la porta di casa, la sua mente diventa
preda della follia. Pieno di rabbia aspetta
pazientemente che la moglie finisca i suoi comodi e
torni a casa. Conta i secondi. Sa che ciascuno di questi
è un respiro, un fiato, un urlo.
Ecco ora lei è tornata, guardalo, non ci pensa un
attimo, cerca di prenderla, cerca di costringerla con la
forza illudendosi di poterla obbligare ad amarlo. Vuole
sentire le stesse urla, ma il cuore di Ada è ormai
inesorabilmente destinato a chi ha saputo toccarle
l'anima rivoltandole i sensi. Quindi rifiuta, quindi lui
per vendetta afferra un’accetta e le taglia il dito
indice della mano destra perché lei non possa mai più
suonare. E' l'ultimo folle tentativo di impedirle di
essere sé stessa…
Lo so, la scena è profondamente drammatica, Ada sente un
dolore atroce, ma purtroppo non è solo fisico, sa che
non potrà più suonare, un colpo, un taglio netto e via.
Ora guarda lei come soffre, guarda il dito così
distante, miseramente non più attaccato alla mano. Ora
guarda Stewart sta avvolgendo il dito in una tela. Poi
soddisfa a pieno la sua vendetta spedendolo a George.
Inevitabilmente Ada si ammala, inevitabilmente peggiora
di giorno in giorno. Sta rischiando di morire… Qui
Stewart capisce. Comprende la grandezza di quell'amore
che lega sua moglie a George e, per salvarla, la lascia
libera di andare via con lui.
Adesso Ada è libera, libera di raggiungere George, ora
il suo cuore appartiene a lui.
Ecco ora immagina Ada, George, Flora e il pianoforte. Li
vedi? Sono sulla spiaggia, ora sulla barca prendono il
largo verso una vita insieme, Ada sembra finalmente
felice ma, all'improvviso, chiede a George di gettare il
piano in acqua. Lui non capisce, è ignorante, ma lei sa
che non potrà più suonarlo senza quel dito. Poi fa in
modo che un piede le rimanga impigliato in una fune e il
peso dello strumento la trascini in acqua.
Ecco la senti? Nonostante il pianoforte sia in fondo al
mare, senti ancora la musica? Ada sta pensando. I
pensieri sono la sua voce. Non potrebbe morire in
maniera migliore. Avvolta nel silenzio dell'oceano,
ancorata allo strumento simbolo della propria vita,
della propria solitudine interiore. Ma in quell’estremo
tentativo Ada sceglie di vivere, si toglie la scarpa, si
libera della fune e risale in superficie. Il pianoforte
rimane in fondo all'oceano….
Epilogo:
George costruirà per Ada un dito in argento. Ada
tornerà a suonare. Rasserenata dalla sua nuova vita,
riprenderà lentamente a parlare.
Ecco, ora per la prima volta puoi ascoltare la sua voce:
«C'è un grande silenzio dove non c'è mai stato suono,
c'è un grande silenzio dove il suono non può esserci,
nella fredda tomba del profondo mare.»
E’ la stessa frase che hai letto in apertura del
racconto.
Spero che tu ora ci abbia trovato qualche significato in
più...
.
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A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E REALIZZATA GRAZIE A:
it.wikipedia.org
erosefilosofia.altervista.org
erosefilosofia.altervista.org
www.filmscoop.it
Lezioni di piano
Titolo originale
The Piano
Paese
Nuova Zelanda, Australia
Genere
drammatico
Regia
Jane Campion
Soggetto
Jane Campion
Sceneggiatura
Jane Campion
Fotografia
Stuart Dryburgh
Montaggio
Veronika Jenet
Cast:
Holly Hunter: Ada McGrath
Anna Paquin: Flora McGrath
Harvey Keitel: George Baines
Sam Neill: Alisdair Stewart
Colonna Sonora:
Michael Nyman
Anno di uscita:
1993
Ha vinto la Palma d'oro al 46º Festival di Cannes e tre
Premi Oscar nell'edizione del 1994: migliore attrice
(Holly Hunter), migliore attrice non protagonista (Anna
Paquin) e migliore sceneggiatura originale (Jane Campion).
La colonna sonora del film, costituita da brani per
pianoforte, ha riscosso un grande successo ed è opera
del compositore Michael Nyman.
Il titolo del tema principale è The heart asks pleasure
first.
FINE
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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