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RACCONTI
Adamo Bencivenga
ALLA STAZIONE
.Alle volte succede che un
uomo si sieda, in disparte su un marmo di stazione di
sera, a guardare gli orari dei treni in partenza, che
vanno a Madrid che vanno a Valencia. Alle volte succede
e va indietro con gli anni e costruisce il suo sogno con
il ferro e il carbone, perché sia romantico almeno il
tragitto, col bigliettaio coi baffi e il macchinista in
divisa ed una voce ripete ossessiva “in carrozza”, per
un treno che sbuffa, che scarta e s’impenna lungo i
binari che lo portano altrove.
Alle volte
succede sopra quella panchina e l’uomo ha una foto
sbiadita che stringe, e alle volte succede che rimanga
per ore, a guardare le mani, a guardare le gambe, per
trovare un indizio remoto e distante, un cappello di
lana, un guanto di rete, nel fiume perenne di gente che
passa, che cerca una foce all’ora di punta, per un treno
che arriva ed uno che parte.
Perché alle volte
succede e si lascia rapire, e costruisce una casa con
calce e mattoni, con l’orto di dietro e il giardino di
fronte, e ci pianta un olivo per ogni figlia che nasce,
e ci pianta tre rose cha abbiano i nomi, della sua donna
spagnola che non vede da anni, e nel sogno le tocca il
seno di carne, i capelli raccolti ed un fermaglio
d’argento, e nel sogno la chiama e lei che risponde, che
la tavola è pronta ed è ora di pranzo.
Alle
volte succede e guarda l’ora convinto e pensa che è
presto per il prossimo treno, e allora per gioco, per
perdere tempo, chiude gli occhi ed indovina l’odore che
passa, di un pakistano che viene, di una puttana che
parte, perché non c’è altro posto nel cuore di Roma dove
si mischiano bene e rimangono intatte, le razze, i
profumi coi santi diversi che arrivano insieme e partono
sparsi.
Alle volte succede e il treno è in
ritardo ed una donna si siede sulla stessa panchina,
accavalla le gambe e tira fuori i suoi trucchi e si
tinge le unghie e si colora la faccia. L’uomo ha un
sussulto come fosse una scossa, per via di quei cerchi
spiccicati e gemelli che gli ricordano vere, notti e
notti d’amore e la promessa che un giorno sarebbe
tornata. Alle volte ci crede ogni tanto ci ride che dopo
tanti anni possa ancora accadere, comunque l’aspetta
seduto in stazione, comunque la pensa ed è vivo il
ricordo.
La donna lo guarda ed abbozza un
sorriso, avrà cinquant’anni e i capelli corvini, ogni
giorno racconta una storia diversa, di uomini onesti e
sorelle spagnole, di un figlio malato buttato alle
ortiche, di un altro affidato alle suore orsoline, ma
poi si confonde e scambia le storie, i nomi, gli amanti
e i tanti padroni, e dice che ha avuto soltanto un
aborto, e alle volte che è scesa da poco dal treno,
altre che parte ma ha ancora del tempo.
Alle
volte succede che ci crede davvero, altre che ride e si
aggiusta i capelli, e un gelataio si ferma sulla
banchina a due passi, e lei che lo guarda e continua a
truccarsi, poi schiude le labbra in un sorriso
invitante, poi accavalla le gambe fino al bordo più
scuro ed aspetta impaziente l’offerta del giorno, unico
pasto fino all‘alba domani. Il gelataio paffuto, si vede
che ha fretta, le dice convinto che stasera si svena,
tre gusti alle creme senza la panna, per una tetta che
sporge e l’altra che pende.
Uno zingaro slavo ha
visto la scena e s’avvicina alla donna e le porge una
rosa, e poi chiede i soldi all’uomo vicino, credendo che
sia un amico o il marito, oppure alla meglio il prossimo
amante, che ha fatto un pensiero sul quel seno che
sporge. Lui paga lo zingaro e lei resta indecisa, sta
chiedendosi quanto può valere il suo seno, se il doppio
o metà di un gelato od un fiore, oppure è più saggio
declinare le offerte, aspettando l’arrivo in treno di un
uomo, padre distinto del suo prossimo aborto.
Alle volte succede che l’uomo rimanga, a pensare alla
donna bella e spagnola, alla casa con l’orto e il
giardino di fronte, ad aspettare impaziente un cenno un
invito, in sala d’attesa o in un binario già morto, dove
giacciono i treni che nessuno più prende. Alle volte
succede e l’uomo si alza e saluta cortese il bimbo e la
donna e lei che lo segue perché ha deciso che il fiore
ha un gusto diverso rispetto alle creme. Ma alle volte
succede che il gelataio rilanci e oltre le creme
aggiunga la panna e la donna tentenna e cambia la scelta
o rimane seduta per la prossima offerta.
Alle
volte succede ma nulla poi resta, perché in questo posto
non c’è domani che tenga, ed ognuno di loro è soltanto
un passaggio, che offre un gelato o un tulipano
d’Olanda, che accavalla le gambe e si tinge le labbra,
che offre una rosa ma non s'impegna per sempre, che
aspetta una donna bella e spagnola, in questa stazione
dove nulla rimane, in questa stazione dove si arriva o
si parte.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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