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RACCONTI D'AUTORE
Adamo Bencivenga
La Ninfa Accogliente
Ci sono dei giorni che
scorrono intensi, come fiumi che portano masse di acqua
e straripano sponde e inondano campi e ti chiedi da dove
provenga la brama, d’essere femmina, ninfa accogliente,
che bella prepari dentro uno specchio con un trucco a
farfalla e le ali di seta e un vestito di fiori e un
cappello di paglia con un nastro che viola ti lega i
capelli, che lunghi di grano t’accarezzano il seno e si
danno a quell’aria che leggera ti sfiora e si danno
all’amore vogliosi da sempre, stregata e rapita per ogni
dettaglio, una piega, una crespa, di pizzo e d’organza,
che sfiora e lambisce i brividi a pelle, quei baci che
lasciano il gusto e il diletto, d’arance e limoni
aggrumati sui rami, di lamponi e di more sulle fratte di
spine, che voglia, che bello lasciarsi poi andare, che
bello, che voglia impigliarsi la gonna, camminare per
mano e lasciarsi guidare, sentirsi una vela gonfiata dal
vento, sentire da dentro che sale la smania con la gonna
che sciama di giallo leggera, di lilla che danza e si
mescola lieve, alla bella stagione come un fiore in
giardino, una rosa pervinca baciata dal sole, che
lasciva si dona a quegli occhi di mare, e si lascia
odorare l’essenza che emana, per chiunque ne voglia
apprezzare il suo gusto, di una pelle di latte che ora
s’indora e lascia il sapore d’un giorno all’albore, di
un’alba che schiara di una luce mai vista, perché ci
sono dei giorni, ma uno poi conta, quando senti
l’effetto d’un qualcosa che dentro, si scioglie e si
sfibbia come un vincolo e un laccio, di fretta e veloce
come un rumore di un treno, d’una voce che calda ti
chiama per nome, d’un fiato che scalda, d’un soffio che
accende, le tue gambe gemelle che si schiudono calde, e
s’asciugano al vento e si snodano agli occhi, d’uno
sguardo che intenso ti fa vibrare leggera, una foglia
che cade cullata dal vento, che leziosa s’adagia senza
chiedersi il verso, la direzione ed il senso dove porta
quel soffio, dove portano i baci che senti sul collo, e
ne avverti il percorso lungo la schiena, che sale, che
scende, s’arresta e riparte, sulla bocca che s’apre, sul
seno che chiede, su ciascuna parola che appaga i tuoi
sensi, che sazia e t’affama quell’anima in fiamme,
perché ci sono dei giorni che scorrono intensi, come un
delta di fiume che sbocca alla foce, e vorresti staccare
la mente dal corpo, e vorresti sentirti preda di
istinti, una volpe argentata nel giorno di caccia, un
secchio giù in strada sotto la pioggia, bucato quel
niente perché mai poi trabocchi, ma rimanga sul bordo
per non essere certa, di chiederne ancora o gridare che
basta, perché tutto divenga e nulla s’arresti, e lo
preghi e lo brami di guidarti nei lidi, dove nulla è
legge, è regola o norma, dove nulla è governo tranne la
voglia, il desiderio mai domo d’essere persa,
nell’intimo in fondo, nella pelle che affiora, indecente
e signora che perde il controllo, oscena e immorale che
si dona e si mostra, viziosa ed impura che si cerca e si
tocca, per il gusto di andare diretta alla meta, nei
vortici neri dei dirupi più spessi, nei burroni
scoscesi, negli anfratti di carne, dove il niente è
materia, il vuoto sostanza, umidi greppi che qualcuno
riempie, e s'apre il sipario dei tuoi sogni proibiti,
scene d’un tempo nell’oblio dei ricordi, di un’anima
antica che sfavilla fuggente, sformata e imprecisa che a
tratti t’abbaglia, quando lontana una luce si spande, un
buio celeste nei tuoi occhi socchiusi, che vedi striato,
a chiazze a puntini, e tu sei pronta a giurare di non
averlo mai visto, pronta a giurare su dio e sui tuoi
figli, mentendo a te stessa che mai è successo, per
conservarlo intatto nell’intimo in fondo, per riprovarlo
ogni volta senza leggerlo altrove, perché quello che hai
letto è solo uno sfizio, per viziosi e corrotti, per
poeti maledetti, che ricamano orli di sconce parole, e
non sanno davvero cosa si prova e si sente, non
conoscono la cura, la dedizione, il culto, del piacere
più puro di una Ninfa Accogliente.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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Photo Andy Julia
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