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Adamo Bencivenga
Pedro bevi qualcosa?
...
.Pedro bevi qualcosa? Bevi qualcosa Pedro! E Pedro, seduto
nella penombra del Cafè Villa Real, accetta senza
battere ciglio di raccontare la sua storia. Al
prezzo di una birra racconta la sua infanzia, al
prezzo di tre birre tutta la sua vita. Pedro bevi
qualcosa? E Pedro mostra una sua foto di quando
quindicenne, quasi per caso, era al volante della
Shelby Cobra Daytona Coupe. Lui adorava quella
macchina, l’amava più di sua madre e la curava come
fosse una sorella. Perché Pedro non aveva una madre
e non aveva una sorella e non aveva neanche i soldi
per mantenere quel bolide 5000 anche per un solo
giorno.
Pedro era al tempo solo un grosso
pulitore di macchine da corsa, e il padrone
dell’autolavaggio non era poi così cattivo.
Pedro stravedeva per una donna chiamata Licia e sognava di
suonare quel clacson con le trombe sotto la sua
finestra. Poi fortuna volle che il proprietario
della Shelby, un commerciante di vini pentito, al
tempo del proibizionismo, si suicidasse, ingerendo
una bottiglia intera di ammoniaca, nel bagno
dell’autolavaggio. Pedro fu il primo a scoprire il
cadavere, ma non disse nulla. Anzi lo lasciò lì per
giorni e giorni e per gli stessi giorni guidò quella
macchina color rosso tramonto della California. Una
sera andò sotto casa di Licia, le propose un giro
lungo la Statale e lei ne fu entusiasta. Poi insieme
andarono al Drive-in, videro un film con Gary
Cooper, lui le prese la mano, le accarezzò il collo,
ma poi non fece altro, a metà del primo tempo la
guardò in viso da vicino e si rese conto che Licia
aveva diciotto anni più di lui, troppo grande per
baciarla, troppo vecchia per farci l’amore.
Pedro bevi qualcosa? Bevi qualcosa Pedro! E Pedro
nella stessa penombra accetta senza battere ciglio
di raccontare la sua storia. Al prezzo di una
birra racconta la sua infanzia, al prezzo di tre
birre tutta la sua vita. Poi vennero i diciotto
anni e Pedro si trasferì nel Nuovo Messico. Era
ancora un ragazzo ma con due baffi da uomo che
giocava a ramino e fischiava alle donne. Credulone e
romantico rimaneva ore sotto una veranda ad
aspettare le nuvole con un cappello pieno di
speranza guardava verso la Statale. Il suo sogno era
sempre lo stesso, fare tante soldi e diventare
ricco, ma per ora puliva macchine sportive anche se
era diventato un grosso amico di Perez il Messicano,
titolare di otto marciapiedi al centro di Santa Fè,
al quale aveva dato la dritta giusta per comprare la
Shelby rosso tramonto della California.
Perez apprezzò la sua dritta e lo volle premiare. E
per fare tanti soldi gli insegnò un mestiere onesto
come quello del magnaccia, un lavoro tranquillo
senza tanti grattacapi. Vabbè sì c’era tanta
concorrenza e poi la polizia, ma Pedro accettò
volentieri di mettersi in affari e Perez gli affittò
a buon prezzo un pezzo di marciapiede poco fuori dal
centro, lì dove i gendarmi erano più umani e
chiudevano un occhio per una bottiglia di whiskey o
di cherry a piacere. E ogni sera Pedro puliva il suo
pezzo d’asfalto con l’acqua e la ramazza ed ogni
sera riavvolgeva come carta i suoi pensieri, e su
questo Perez non lo poteva certo aiutare, perché ora
Pedro doveva individuare la sua prima preda e poi
farla innamorare, chiunque essa fosse e da dove
provenisse! E lui le avrebbe giurato amore eterno e
cieli infiniti, il sole con la luna, il mare e tutti
i fiumi. E Pedro faceva le prove, davanti allo
specchio, faceva la faccia seria da onesto
lavoratore, da promesso sposo con la testa sulle
spalle.
Pedro bevi qualcosa? Bevi qualcosa
Pedro! E Pedro nella stessa penombra accetta senza
battere ciglio di raccontare la sua storia. Al
prezzo di un’altra birra racconta il suo primo
incontro. La vittima arrivò, certo che arrivò!
Senza cercarla e senza alcuno sforzo, la incontrò
semplicemente alla stazione degli autobus per
Albuquerque in un sabato pomeriggio senza pioggia e
senza sole. E il mese era marzo, la panchina al
riparo dalle nuvole e la vittima si chiamava Dolores
O’Connors. Lei portava una rosa gialla tra i capelli
e stava aspettando il suo amore messicano, un grosso
domatore di tori e cavalli, conosciuto al circo una
domenica mattina. Lei aspettava e anche Pedro
aspettava, anche se non lo conosceva, anche se non
sapeva che faccia potesse avere un domatore di
cavalli. E che cappello! E che baffi!
Attesero insieme per tre ore poi lui alla fine prese
il coraggio a due mani e la baciò e lei si fece
baciare. Dopo il terzo bacio lui le raccontò e lei
si fece raccontare le buone intenzioni su mettere su
famiglia, sui tanti bambini, sul lavoro
all’autolavaggio e il futuro di una pompa di
benzina. Dolores si commosse seduta su quella
panchina, seduta sul quel presente di un domatore
che non veniva, di un padre disoccupato e una madre
malata e altri cinque fratelli da sfamare. “E’
perfetta Dolores!” Pensò Pedro ringraziando Dio per
averla incontrata e fissando davanti a sé quel
tramonto color Shelby Cobra Daytona Coupe. Poi si
diedero appuntamento per il giorno dopo mentre il
tram delle sette se ne andava rumoroso.
Pedro
bevi qualcosa? Bevi qualcosa Pedro! E Pedro continua
a scolarsi boccali di birra ed a raccontare. Il
giorno dopo si videro sulla stessa panchina, lei
portava un cappello bianco fatto ad uncinetto, lui
stringeva una rivista di macchine sportive raccolta
per strada. Insieme andarono a casa O’Connors e lui
senza battere ciglio chiese la mano di Dolores. Il
padre aprì una scatola di vino, la madre preparò la
valigia. Ci mise dentro altri due cappelli, un paio
di mutande e mezzo rossetto rosa antico. Poi salutò
la figlia senza lacrime e parole, mentre il padre
con la voce impastata dal vino disse solamente: “Ehi
ragazzo, mi raccomando!” Durante il tragitto
verso casa Pedro non perse tempo, le raccontò una
storia pietosa di strozzini e minacce di morte per
via di mancati pagamenti. La ragazza gli chiese il
motivo di quei debiti e lui con finta ritrosia le
parlò di sua madre, della sua lunga malattia,
Dolores si commosse, pianse lacrime amare anche
durante l’amore. Pedro sapeva di averla colpita
dritta al cuore. “Quando una donna ride è di tutti,
quando piange è solo tua.” Si ripeteva.
Pedro bevi qualcosa? E Pedro racconta volentieri la
sua storia, di quando recitò per giorni la parte del
depresso e lei si rese utile consolandolo. Poi una
sera lui la portò sul Paseo de Peralta. Le parlò del
guadagno facile di quelle belle signorine che senza
fatica incassavano in poche ore quello che lui
guadagnava in un mese all’autolavaggio. Poi con
scaltra furbizia parlò di nuovo del suo debito
lasciando la logica conclusione alla ragazza. Poi
si sa che le cose vanno come devono andare, Dolores
rimase tutta la notte sveglia e il giorno dopo era
lì in piedi appoggiata al lampione di ferro battuto
con una sigaretta in mano. Portava un impermeabile
rosso sopra il ginocchio e un paio di scarpe basse
non adatte al mestiere. Pedro, emozionato per il
primo giorno di lavoro, indossava un cappello grigio
stile borsalino ed una giacca a doppio petto a righe
gialla e nera comprata per l’occasione. La sua
andatura altezzosa emanava tutta la fierezza di
essere a tutti gli effetti un collega di Perez ed
ogni quarto d’ora faceva il giro dell’isolato
passando davanti a Dolores. Premurosamente sorrideva
alla sua compagna, verso le due di notte le portò un
the caldo, alle tre le diede il suo fazzoletto di
stoffa, alle quattro le accarezzò i capelli. Ma non
fu sempre così.
Pedro bevi qualcosa? E Pedro
racconta volentieri di come gli affari andassero a
gonfie vele. Dolores aveva imparato benissimo il
mestiere e i clienti non tardarono a fare la coda
sul Paseo de Peralta. Dopo un mese Pedro disse a
Dolores di aver estinto il suo debito, lei fece i
salti di gioia. Per festeggiare lui le concesse un
giorno di riposo e andarono a cena a La Casa Sena,
al 125 di Palace Ave. Dolores indossava un vestito
rosso con una scollatura da capogiro, un paio di
orecchini vistosi e un rossetto color rosso bella di
notte. Era pur sempre una prostituta, pensò Pedro,
ed anche se il debito era ormai estinto c’erano pur
sempre le ultime rate della macchina da pagare, il
mutuo della casa, le puntatine a Las Vegas e le
vacanze a Baltimora da suo cugino Alex. Dolores
non diceva nulla, e non disse nulla anche quando il
suo uomo, un pomeriggio di dicembre, le presentò
Charlotte, una diciottenne francese appena uscita da
una casa famiglia con problemi di droga e un
tatuaggio sul seno sinistro simile ad una lattina di
birra. Pedro la incontrò sulla stessa panchina alla
stazione dei pullman, ci fece l’amore la sera stessa
e il giorno successivo l’affidò a Dolores per
iniziarla alla nuova attività.
Pedro bevi
qualcosa? E Pedro racconta volentieri quando il mese
dopo fu la volta della mora Malvina, una signora
avanti con gli anni fuggita da El Paso e dal marito
violento. Pedro aveva imparato il mestiere ed
affinato l’occhio e sapeva che quella donna, forte
di seno e di fianchi, nonostante l’età, gli avrebbe
garantito cospicue entrate.
Pedro bevi
qualcosa? Bevi qualcosa Pedro! E Pedro continua a
scolarsi boccali di birra ed a raccontare. Dopo
due anni poteva considerarsi un uomo ricco e al
volante della sua Shelby Cobra Daytona Coupe ogni
sera prima di rincasare passava in rassegna il suo
esercito composto ormai da sei prostitute attive le
quali ricevevano dozzine di clienti a sera.
Orgoglioso del suo lavoro controllava due
marciapiedi, un bordello in società con Perez e un
motel sulla Statale accanto all’autolavaggio.
Pedro bevi qualcosa? Bevi qualcosa Pedro! E
Pedro continua a scolarsi boccali di birra ed a
raccontare. Lui il mestiere di magnaccia lo
aveva nel dna quasi una vocazione e anche se le
aveva tutte raggirate allo stesso modo, fingendo
amore e quant’altro, ed ora le spremeva come limoni,
era sempre più convinto di aver fatto del bene,
avendo dato dignità a quelle donne e comunque un
incontestabile benessere economico. Al contrario
dei suoi colleghi lui non aveva mai picchiato o
drogato le sue donne, anzi a turno le portava a cena
fuori e se ci scappava anche un cinema. Sempre a
turno ci faceva l’amore, una alla volta nel suo
motel lontano da altri sguardi, perché Pedro non
aveva mai derogato ai suoi principi ed ai suoi
doveri diciamo coniugali. A turno regalava rose, ad
ognuna un colore diverso, riservando il rosso a
Dolores, la prima che aveva occupato il suo cuore.
Certo alle volte gli toccava usare le maniere forti,
ma erano sempre stati casi sporadici, tipo la Venus
quando cercò di scappare o l’Andalusa quando si
innamorò di un cliente. Più che altro furono botte
esemplari, lividi ben in vista per dimostrare alle
altre quanto fossero libere tranne quello di esserlo
davvero. Ma Pedro era un buono e quasi quasi si
pentiva di aver picchiato quelle donne.
Pedro bevi qualcosa? Bevi qualcosa Pedro! Gli
brillano gli occhi quando ripensa a quella ricchezza
conquistata in maniera onesta e soprattutto senza
pestare i piedi a qualcuno. Non aveva mai rubato
donne di altri ed aveva reperito quella merce nel
grande serbatoio di giovani donne povere del Nuovo
Messico. Poi come tutte le cose belle le donne
iniziarono ad invecchiare e il ricambio iniziò ad
essere difficoltoso. Non c’erano più donne disposte
a sognare, a credere nel suo amore diviso a dozzine.
Le leggi si fecero più severe, i marciapiedi più
stretti, i poliziotti meno corrotti e le mafie
straniere presero le redini di quella fiorente
attività. Convinto di avere un male incurabile
Pedro iniziò ad ubriacarsi e quasi tutte le sere
tradiva le sue donne con giovani cubane. Perse
completamente il controllo sperperando tutto il suo
capitale tanto che nessuna di quelle donne gli
rimase vicino, neanche Dolores, neanche Malvina, e
lui si ritrovò solo, lasciato da sei donne
contemporaneamente. Dio come stava male Pedro! Dio
come era depresso! E allora si diede al gioco, ma
durante una notte a Las Vegas perse tutti i suoi
averi anche i due marciapiedi, anche il motel vicino
all’autolavaggio, anche la Shelby Cobra Daytona
Coupe color rosso tramonto della California.
Ora Pedro ha trentacinque anni e una faccia
scavata da vecchio, vive solo di ricordi e sa che
presto arriverà la fine. Pedro bevi qualcosa? Bevi
qualcosa Pedro! Seduto nella penombra del Cafè Villa
Real, pensa davvero di essere stato un brav’uomo e
al prezzo di una birra racconta la sua infanzia, al
prezzo di tre birre tutta la sua vita.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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Alexander
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