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RACCONTI


Adamo Bencivenga
Questa sera il sole non vuole tramontare 2
(PENNSYLVANIA STATION)








   
 


ATTO PRIMO
PENNSYLVANIA HOTEL – INTERNO NOTTE
ORE 10:05 JOHNNY E ROSYE


Il Pennsylvania Hotel è dall’altra parte della strada, proprio davanti al distributore di benzina. Le tendine verdi del balconcino di legno al primo piano sono abbassate.

“Johnny sei sempre un gran bel pezzo di uomo. Mi hai smontata, cazzo!”
“Grazie, un complimento da te vale cento da altre…”
“Non sto scherzando, oggi tra l’altro eri davvero in forma.”
“Stamattina ho saltato una corsa. Daisy ha le sue cose e a pranzo non sono tornato a casa.”

Rosye si sta truccando in piedi allo specchio, Johnny fuma disteso sul letto.

“Sai Johnny, per come ti conosco, non credevo che ti fermassi davanti a queste inezie.”
“No, ma oggi sapevo di incontrarti. Ieri, pensa, ho caricato tre macchine. Il lavoro va a gonfie vele!”
“Carino da parte tua che pensi a me quando hai le tasche gonfie.”
“Lo sai che sei sempre la mia preferita!”
“Ehi Johnny chissà quante puttane fai montare sopra il tuo camion! Magari di quelle che non pretendono un albergo…”
“Beh, lo sai, ogni tanto qualcuna mi tira…. Ma sono troppo inesperte!”
“Mica si può avere sempre tutto, no?. Belle, giovani, con le tette grosse ed esperte….”
“Rosye, te lo ripeto, tra tutte le puttane della Pennsylvania sei sempre la migliore. Questa cazzo di strada la conosco metro per metro, bidone per bidone, puttana per puttana.”
“Grazie Johnny.”
“Ti vorrei a mia disposizione, sempre e comunque.”
“Mi è sempre piaciuto fare la mantenuta. Ma dovresti darmi almeno l’incasso della giornata… Johnny non credo che sia roba per te questa!”

Rosye gli mostra le tette poi va verso la finestra e guarda fuori. Vede Daisy che sta uscendo da casa.

“Oh guarda chi si vede! Tua moglie sta uscendo…”
“Non è mia moglie!”
“Sì vabbè ma sta uscendo lo stesso. Secondo te dove sta andando a quest’ora?”
“Avrà finito le sigarette...”
“Sarà…”

Rosye si tocca maliziosamente le tette.

“Dai Rosye, ora non me ne frega niente di Daisy, torna a truccarti, spalmati il rossetto sulle labbra.”
“Se tu fossi l’ultimo della giornata ne farei volentieri a meno. Non ti farei aspettare tutto questo tempo, stanne certo!”
“Non so come dire…. Ma quando ti dai di rossetto, è come se mi invitassi di nuovo…”

Rosye torna davanti allo specchio

“Comunque grazie Johnny, sei un uomo davvero galante. Invidio Daisy.”
“Dico davvero, mi fa impazzire una donna che si trucca. E tu poi ci metti una cura così particolare…”
“Daisy non si trucca mai?”

Johnny non risponde. Rosye si gira verso di lui

“Johnny oddio, non mi dire che hai ancora voglia!”
“Devo rispondere? Basta guardarmi no?”
“Per me non c’è problema, e per le tue tasche?”

Johnny mette una mano dentro la tasca dei jeans

“Questi erano per Daisy, non so se bastano…”
“Per tre dollari puoi a malapena sbafarmi il rossetto. Vuoi?”
“Dipende con cosa te lo fai sbafare…”
“Con la parte più dura di te… E’ la testa vero Johnny?”

Rosye ride

“Vieni qui fai in fretta cazzo, Daisy mi starà aspettando.”
“Ma se è uscita…”
“Ti ho detto che sarà andata a comprare le sigarette.”
“Mi sembra che ci impieghi un po’ troppo tempo…”
“Lascia stare Daisy ti ho detto! Non me la nominare ogni due minuti.”
“Ehi tranquillo, non t’arrabbiare.”
“Non mi sto arrabbiando!”
“Sei geloso Johnny?”

Johnny l’afferra e l’attira a sé sul letto

“Ehi calma! Cosa credi che a noi puttane basta solo aprire la bocca? C’è tecnica e dedizione.”
“Scusa Rosye non volevo. Questo cazzo di sole stasera non vuole tramontare. Ma è tardi.”
“E’ tardi, sì… se vuoi rimandiamo.”
“No no dai, scusami per prima. Ma vieni, spicciati.”
“Stai calmo, so io quello che devo fare.”
“Ti dispiace se mi metto seduto sul letto?”

Rosye si inginocchia

“Fai pure. Come vedi per me è più semplice.”
“Cazzo Rosye, quanto sei brava. Tu un giorno o l’altro mi farai prendere un infarto!”

Rosye lo fissa negli occhi e sorride

“Ma se ancora non ho aperto la bocca!”
“Ti vorrei sentire la mattina appena mi sveglio.”
“Non distrarti ora, ricordati che sono solo tre dollari.”
“Ma è vero! La mattina lo adoro. Senza sigaretta, senza caffè, senza birra…. La donna mi piace prenderla a secco. Mi piace entrare quando senti la carne che fa resistenza.”

Rosye non può parlare. Lui le prende la testa

“Cazzo sei favolosa. Dai, dai, vai più giù. Solo un centimetro di più ed esplodo. Mhh, dai, dai… Che bocca Rosye! Sei sempre la migliore troia della zona…”
“Mhhh…”
“Eccomi, sììììììì…”

Rosye si alza, va in bagno di corsa e sputa. Poi torna e si riguarda allo specchio. Johnny si abbottona i pantaloni

“Cazzo guarda come mi hai conciata. Per soli tre dollari…. Si vede che ti voglio bene, Johnny, non lo farei per nessuno!”
“Non sono tre dollari. Sono tredici, ricordi?”
“Allora diciamo che se fossi stato un altro cliente, diverso da quello di prima, ne avrei persi sette in una volta sola.”
“Dai Rosye, ti ho sempre pagata in contanti. E non hai mai dovuto farmi credito.”

Rosye si avvicina e lo bacia

“Dai scherzavo… Sono felice sai, quando ti vedo che carichi una macchina col tuo camion. Tanto so che poi rifai il giro. Ti guardi intorno per vedere dov’è Daisy e ti fermi da me!”
“Un giorno o l’altro mi becca! Ma non puoi spostare quel cazzo di bidone un po’ più in là?”
“Lo sai che in quel punto le macchine non hanno problemi a fermarsi. Comunque hai ragione, mica puoi sempre dire che con me ci fumi solo una sigaretta…”
“Già, dovrò inventarmi qualche altra scusa…”
“E che scuse puoi inventare Johnny, stai comunque parlando con una puttana.”
“Tra l’altro non ti può neanche vedere. Dice che sei troppo tinta.”
“Bella lei senza tette!”
“Dai Rosye, smettila!”
“Sai cosa ti dico? Che invece io sono curiosa di conoscerla. Un giorno o l’altro con una scusa vado a trovarla.”
“Rosye ma sei pazza? Non ci pensare nemmeno!”
“Johnny ok, non lo faccio, anche se mi piacerebbe vedere da vicino la compagna di questo stallone.”
“Non mi prendere per il culo Rosye! E poi magari da vicino rimani delusa. Mica è bella e curata come te.”
“Cosa c’entra questo! Io sono una puttana. Sono bella per mestiere!”

Lui le tira fuori una tetta e la bacia avidamente

“Magari le avesse così per davvero!”
“Ed io cosa ci sto a fare qui? Pensa, se tutti gli uomini avessero mogli belle con le tette grandi… farei la fame!”
“Ed invece la fame la faccio io… Ora sono senza un dollaro…”
“Scommetto che anche oggi ti scusi dicendo che non hai caricato nemmeno una macchina?”
“Io non devo scusarmi… e poi qualcuno potrebbe affermare il contrario?”
“Io ad esempio.”
“E no Rosye tu sei una puttana. Chi vuoi che creda ad una puttana?”

Rosye ride. Johnny continua a baciare la tetta

“E tu puzzi di birra e di troia.”
“Perché esistono odori più belli?”
“Mi sa che Daisy non è d’accordo con te, in fatto di profumi!”
“Eh sì abbiamo davvero gusti diversi.”
“Dammi retta, fatti un giro prima di tornare a casa. Mica voglio essere una sfasciafamiglie io!”
“Noi non siamo una famiglia. Stiamo solo insieme.”
“Un giorno mi spiegherai questo concetto che non ho afferrato molto bene.”
“Con te preferisco fare altro.”
“Dammi retta Johnny, non andare subito da lei ora.”
“Non vado a casa ora. Devo raccogliere almeno una carcassa di cane.”

Rosye ride e si divincola dalla stretta di lui

“Dai non scherzare.”
“No, non scherzo, ma ora è tardi. Ti racconterò un’altra volta.”




ATTO PRIMO
PENNSYLVANIA STATION – ESTERNO NOTTE
ORE 10:10 P.M. DAISY E STEVE


Le macchine corrono sulla Pennsylvania. Steve è in piedi, appoggiato alla pompa di benzina. Daisy gli va incontro

“Daisy quale buon vento? Lo sai che sei ancora più bella contro lo sfondo di questa luce?”
“Già, stasera il sole non vuole tramontare…”

Steve la squadra da capo a piedi

“Allora piccola cosa ti porta qui?”
“Steve mi dai un pacchetto di Lucky? Sono senza! Cazzo, ho voglia di fumare!”
“Piccola, hai portato i soldi? E’ da un mese che mi devi 4 dollari e 50.”
“Ma Steve mi aveva detto che avevo saldato tutto il mio debito!”
“Sì, ma poi ti ho fatto altro credito!”
“Dai Steve lo sai che abbiamo problemi, queste cazzo di macchine non si rompono più!”
“E qui nessuno si ferma a fare benzina, sembrano che vadano tutte ad aria!”
“Dai, quando viene Johnny, ti pago tutto.”
“Sei sola? Dov’è Johnny?”
“Aveva da fare, stasera, torna più tardi. Ma dai Steve, dammi un cazzo di pacchetto.”

Steve rimane un attimo a pensare

“Non mi va di lasciare la pompa incustodita.”
“Vado dentro e lo prendo da sola? Ti fidi vero Steve? Ti fidi di me, vero?..... Steve rispondi?”
“Aspetta piccola, ti accompagno io, fammi chiudere la pompa.”
“Sei sempre un amico, Steve.”
“Johnny non c’è. Esatto?”
“Perché?”

Steve non riesce a chiudere il lucchetto. Le mani gli tremano

“Un giorno o l’altro devo decidermi a comprare una catena nuova. Questa è troppo grande, cazzo!”
“Vuoi una mano Steve?”
“No piccola, magari hai anche le unghie lunghe e laccate.. sarebbe un peccato spezzarle.”
“No, Steve, non porto unghie lunghe e tanto meno lo smalto.”
“Peccato, ti starebbe bene un tocco di femminilità in più.”
“Steve, ti vedo nervoso. Sbaglio?”
“Ma scherzi? Non sono mai stato così tranquillo!”

Steve ha un ghigno. Daisy lo guarda fisso

“Steve perché mi guardi così? Hai la faccia di chi vuole azzerarmi tutto il debito, vero?”
“Dipende…”
“No no, voglio solo una cazzo di sigaretta.”
“Dai piccola, te ne regalo anche cinque.”
“No Steve, non serve che me ne regali cinque! O una o metti in conto tutto il pacchetto, e domani viene Johnny e ti paga.”

Finalmente Steve riesce a chiudere il lucchetto. Si pulisce con uno straccio più sporco delle mani. S’incamminano insieme verso il bar.

“Allora piccola, dicevamo?”
“Che tu fai il buono e mi regali una sigaretta.”
“Ti posso prendere sotto braccio?”
“No, ma sei pazzo? Ci potrebbero vedere, e poi Johnny sarà qui a momenti.”
“Strano che Johnny non sia ancora qui. A quest’ora quel cazzo di camion puzzolente è sempre parcheggiato davanti alla veranda. Ma mi ha detto tutta la verità piccola?”
“Perché dovrei mentirti?”
“Perché è una cosa insolita.”
“Aveva da fare.”
“E cosa aveva da fare, oltre a raccogliere macchine su e giù per la Pennsylvania?”
“Ma di che ti preoccupi?”
“Nulla, era tanto per dire. Speriamo che non gli sia successo niente.”
“Steve te l’ho detto, aveva solo delle faccende da sbrigare… Caricare carcasse di cani!”

Steve si ferma e ride a squarciagola

“Mi prendi per il culo piccola?”
“No, no. Non ti prendo in giro.”
“Eh che cazzo ci deve fare?”
“Raccoglierle per mio fratello Denny.”
“Curiosa questa cosa.”
“E’ una sua idea, ma non posso dirti di più. Dai Steve andiamo. Muoviti!”

Steve si fa trascinare

“Strano questo cielo… Vedi l’orizzonte, piccola?”
“Sì Steve, questo sole stasera non vuole tramontare!”
“Eh già!”
“Dai affrettati, ho voglia di fumare.”
“Allora piccola, stasera mi sento generoso, il cliente di prima ha fatto il pieno. Che dici se ce la spassiamo?”
“Steve cosa intendi?”
“Mi piace quando fai la finta ingenua, piccola.”
“Dai, non scherzare, ho solo voglia di fumare.”
“Ed io ho voglia di finire in bellezza la giornata.”
“Se questo sole non si decide a tramontare, ho paura che non finirà mai questa giornata.”
“Le vuoi tre sigarette, Daisy?”
“No, Steve, non ricominciare.”
“Allora due!”
“Affare fatto.”




ATTO PRIMO
PENNSYLVANIA STATION –. INTERNO NOTTE:
ORE 10:25 P.M. DAISY E STEVE

Daisy entra per prima nel bar, Steve accosta la porta

“Finalmente soli cara Daisy, pensa quante volte ho sognato questa occasione.”
“Steve ripeto non scherzare.”
“Dai accomodati qui.”
“Dammi quella cazzo di sigaretta e vado.”
“Eh no piccola, almeno fatti ammirare per qualche secondo.”
“Steve, sono sempre la stessa.”
“Ed invece no, questi pantaloncini bianchi ti stanno da favola! Dai girati, fatti vedere da dietro.”
“Ok, ma che siano secondi!”
“Io con te ci passerei una notte intera, piccola!”

Daisy si guarda allo specchio attraverso le bottiglie di liquore.

“Posso sedermi su questo sgabello?”
“Fai pure piccola, sei la padrona qui, io vado a prendere le chiavi della cassa.”
“E se mi offrissi anche un Martini?”
“Dipende Daisy, dipende.”
“Allora offrimelo dai. Mi è sempre piaciuto stare seduta al bancone e vedere il barman che prepara uno di quegli aperitivi colorati con olive e noccioline.”
“Magari vestita tutta di nero, con una calza a rete che esce dallo spacco della gonna!”
“Perché no! Credi che non sarei all’altezza?”
“Sei femmina Daisy ed io saprei come valorizzarti. E’ solo questione di dollari.”
“Oltre il vestito mi comprerei immediatamente un bel paio di scarpe col tacco come dico io!”
“Appunto vedi, solo questione di soldi!”
“E con te ce li avrei, Steve?”
“Aspettami Daisy, aspettami.”

Steve torna con un pacchetto di Lucky in mano. Lo scarta. Daisy sta muovendo i capelli e porta le dita alle labbra facendo finta di fumare

“Daisy sei un diavolo!”
“Perché?”
“Non c’è un perché, saresti solo perfetta… anche se non sei bionda platino.”
“Non l’ho mai fatto, ma mia madre dice che la vita offre tante occasioni e solo quella è la migliore.”
“Daisy, dà retta a me, se vuoi fare soldi e vivere dignitosamente quella è davvero l’unica strada!”
“Intendi la Pennsylvania?”
“Non scherzare piccola, sto parlando seriamente.”
“No, no, non sto scherzando. E’ che tu mi ci fai credere ed io mi vedevo già seduta sul quel bidone là fuori.”
“Mica male l’idea! E poi con questi pantaloncini bianchi! Ti fanno un bel culo Daisy!”

Steve s’avvicina e allunga una mano. Daisy tenta di tenerlo a distanza.

“Steve stavo giocando, fermo con le mani!”
“Dai vediamo cosa sai fare…”
“Non toccarmi! Lo sai che Johnny diventa cattivo quando si arrabbia.”
“Visto che non c’è, possiamo approfittare no? Oddio quanto sei morbida! Che pelle soffice!”
“Dai Steve lasciami in pace, hai le mani sporche di olio, mi macchi tutta.”
“Perché quelle di Johnny sono più pulite? Oppure ti tocca meglio, lui…?”
“Smettila!”
“Eri d’accordo prima, no?”
“Quando?”
“Prima, lì fuori.”
“Ma io mica ti ho detto di sì.”
“Mi hai detto - Affare fatto -.”

Steve lascia la presa e va dietro il bancone, Daisy si risiede sullo sgabello.

“Steve, ripeto, io stavo giocando. Ma lo sai che potresti essere mio padre?”
“Guarda piccola non barare. Io non parlavo di adesso, ma prima! Me lo ricordo bene! Mi hai detto - Affare fatto -.”
“Ma non intendevo quello… e poi ci ho ripensato. Anzi fai una cosa, non voglio che mi regali niente! Metti sul conto quella stramaledetta sigaretta.”
“Ascolta Daisy non giocare, prima mi hai detto di sì! Non fare la bambina, vieni dietro al bancone.”
“No Steve no.”
“Dai veloce, stanno arrivando dei clienti, mica voglio farmi vedere con questo coso di fuori.”

Steve si sbottona i pantaloni. Daisy porta le mani agli occhi

“Oddio Steve, cazzo ma ti ho detto di no!”
“Ti vergogni Daisy? Voglio vedere cosa dici poi a tua madre, quando ti parla dell’occasione migliore…”
“Che c’entra, quello era un modo di dire.”
“Tu potresti cominciare ad aiutare il destino…”
“Dai Steve copriti, non riesco a vederti così!”
“Perché? Vorresti dirmi che non ne hai mai visto uno.”
“Mica sono così ingenua. Non mi va e basta!”
“Allora è il mio che non ti piace. Troppo vecchio per te?”
“Non sei vecchio.”
“E allora è troppo piccolo? Dimmi la verità quello di Johnny è più grande?”
“Ma no Steve dai…”
“Ho capito! Allora ti sembra di tradire Johnny. Ma che credi, che lui non ci sia mai andato con la bionda platino qui davanti?”

Daisy toglie le mani dagli occhi

“Lo so Steve, lo so.”
“Solo una toccatina, fai la brava dai.”
“Steve, domani ti faccio toccare quello che vuoi, ma stasera perdonami non sono in vena. Ora che deve caricare carcasse di cani, Johnny farà sempre tardi la sera. Facciamo domani, ok?”
“No, ora piccola!”
“Scusami se ti ho illuso, ma non era proprio mia intenzione.”
“Allora niente sigaretta.”
“Vaffanculo Steve e le tue sigarette di merda! Se devo vendermi non lo faccio per una sigaretta!”
“Allora diciamo che ti faccio fumare gratis per una settimana intera e questo è il primo pacchetto.”
“No, no lascia stare.”
“Che ti costa Daisy, mica lo vado a dire in giro.”
“E Johnny?”
“Johnny non saprà niente. Non ti fidi di me piccola?”
“E se entra un cliente?”
“Se viene qualcuno tu stai buona buona sotto il bancone, nessuno ti vede.”
“Sei esperto vero Steve? Chissà quante sono finite lì sotto il bancone.”
“Piccola, non cambiare discorso, mi sto stancando ora.”
“Ma non ho capito cosa vuoi…”
“Vieni qui.

Daisy va dietro il bancone

“Mi scopro solo una tetta ok?”
“No no, che ci faccio con quel brufolo. Hai altro di più interessante.”
“Steve per l’amor di Dio, ti avevo chiesto solo una dannata sigaretta!”
“Slacciati poco poco i pantaloncini. Ricorda fumi gratis per una settimana.”

Daisy slaccia due bottoni

“Va bene così?”
“Dai, di più! Che ci faccio con l’orlo delle mutande?”
“Ma tu ti stai già toccando.”
“Solo un po’ per preparartelo.”
“Sì Steve, ho paura, facciamo in fretta.”
“Non preoccuparti, mi ci vuole poco.”
“Allora cosa vuoi?”
“Inginocchiati qui. Qualcuno t’avrà pure detto che la bocca non serve solo per parlare?”
“Non trattarmi da ragazzina.”
“Dai, datti da fare, lo so che sei brava.”
“Non può avertelo detto nessuno che sono brava.”
“Che credi che Johnny, quando è pieno di birra, non decanti le tue bellezze?”
“Beh non mi lamento, se avessi solo un po’ più di seno…”
“Dai piccola ora non serve…”

Daisy si inginocchia dietro il bancone

“Steve giura, una settimana di fumo gratis.”
“Lo giuro Daisy, lo giuro.”
“Promettimi che non ti farai uscire neppure un fiato con Johnny?”
“Promesso, ma cazzo alle volte mi fa rabbia quando penso che stai con lui. Tu sei un fiore e lui un bisonte. Ma come ti ha convinta, me lo spieghi?”
“Niente Steve, ero sola e senza il becco di un quattrino.”
“Come ora Daisy. Allora cosa ci hai guadagnato?”
“Niente Steve, niente.”
“Beh almeno ora sei qui con me… Sì brava, scaldalo con la mano.”
“Fammi sentire una principessa, ho bisogno di corte!”
“Sì, sì, con me sarai una regina… Ecco così… non stringerlo troppo.”

Steve ha una smorfia di sofferenza

“Ti faccio male Steve?”
“Un po’, vai troppo veloce e sei un po’ ruvida.”
“Con Johnny è diverso. Lui vuole solo una cosa…”
“Ho capito, vuole solo che gliela dai, vero?”
“Vuole solo starmi dentro. Tutto qui l’amore che conosce!”
“Piccola, con me sarebbe diverso lo sai.”
“Lo spero Steve, ma ora non sei affidabile.”
“Giuro. Da quando è morta la mia povera moglie ancora non sono riuscito a rifarmi una vita.”
“Non ti capita mai di fare sesso?”
“Sono chiuso tutto il giorno qui dentro a fare caffè, servire birra e benzina.”
“E la signora bionda platino dall’altra parte della strada? Non dirmi che non ci sei mai stato.”
“Non vado con le puttane, Daisy!”
“Clara?”
“Ah, non sapevo che lo sapessi…”
“Ci vuole poco ad intuire Steve, tutte le sere entrava dalla porta di servizio… E poi sai che Clara è una mia amica.”
“Comunque con Clara è stata una storia importante… Peccato che poi sia tornata di Nick.”
“E la cassiera?”
“Dio Santo piccola! Ma è un interrogatorio?”
“Johnny quando è con me non fa altro che pensare alle sue tette.”
“Merlaine ha solo quelle. Per il resto lasciamo perdere. Troppo oca. Quella è una tipa che andrebbe bene per Johnny. E poi la tengo qui perché attira i clienti. Sai, ci sbavano tutti su quelle tette.”
“Ci credo! Le ha grandi e sembrano anche sode.”
“Lo sono Daisy…”
“Allora ci sei stato?”
“Non è quello il problema, io cerco anche sostanza.”

Daisy ferma la mano

“Sai Steve non ti facevo così.”
“Piccola io in una donna cerco anche dell’altro.”
“Mica avrai pensato a me Steve?”
“Io penso a tutte le ragazze oneste.”
“Perché Merlaine non è onesta?”
“Lo è, lo è… ma chi ha le tette grosse facilmente cade in tentazione…”
“E come fai a dire che io sono onesta Steve con questo coso in mano?”
“E allora non essere onesta! Datti da fare!”
“Dimmi che hai pensato veramente a me.”
“Non dico mai bugie.”
“Non ti chiedo di fare un paragone con Clara… ho paura di perdere… Ma sono felice che preferisci me, alla cassiera e alla puttana… Mi fai sentire davvero una principessa!”
“Con questo scettro in mano sei una regina!”

“Tu lo sai vero che io e Johnny non siamo sposati?”
“Non lo sapevo, anzi sì, ma avvicina le labbra dai! Sei proprio inesperta… Dovrò darti qualche lezione prima, sai?”
“Steve, ma come te lo devo dire? Non l’ho mai fatta questa cosa, Johnny non vuole essere baciato, né in bocca né altrove, lui vuole altro!”
“C’è sempre una prima volta, no?”
“Sì, porta pazienza ti prego.”
“Dai piccola…”
“Steve, sento che ti manca poco. La bocca la prossima volta. Non ci riesco!”
- No, ora! -

Daisy raccoglie i capelli con una mano ed avvicina la bocca

“Steve, davvero non ci riesco. Mi viene da pensare a Johnny.”
“Daisy sei una ragazzina, ma come puoi pensare ad un tradimento se non lo hai mai fatto con lui… Diverso sarebbe se ora ti chiedessi di girarti…”
“Hai ragione Steve, che stupida!”
“Dai piccola, pensa ad un gelato.”
“Ma questo sa di pistacchio, ed io lo odio il pistacchio.”
“Allora pensa ad un ciuccio coperto di zucchero.”
“Come quando ero bambina Steve?”
“Ma tesoro… tu lo sei ancora una bambina.”
“Lo dici perché non ho le tette.”
“Lo dico perché un’altra al tuo posto l’avrebbe visto come una sfida.”
“Perché come si comportano le altre?”
“Come te Daisy, ma cedono prima!”
“Dici Steve? Ma io non sento nessuna attrazione…”
“Allora devi crescere piccola. Questa è l’occasione, dai ti prego.”

Steve le prende la testa e l’avvicina a sé

“Forse è meglio che pensi ad una settimana gratis di fumo.”
“Dai sento il tuo fiato. Come fa a non farti voglia?”
“Che dici Steve mi ci dovrò abituare?”
“Certo piccola, ma dipende solo da te. Io ti metto a disposizione lo strumento e tu ci lavori.”
“Steve mi raccomando controllati, non sopporto quel sapore acido.”
“Cazzo Daisy non ti assicuro niente. Ora voglio solo che ci appoggi la bocca! Bacialo!”
“Davvero, solo l’idea mi fa vomitare…”
“Convinciti che è buona Daisy, da oggi ne prenderai tanta!”
“Steve sono scomoda qui. Non ti assicuro niente. Poi non lamentarti…”
“Dai, dai, ora prendilo!”

Si sentono dei rumori fuori, Daisy si ritira

“Steve sento dei rumori.”
“Dai piccola, dai prendilo.”
“Steve li sento davvero. Ma non senti il clacson?”
“Oh cazzo proprio adesso.”
“Smettiamola, ho paura…”
“Stai tranquilla.”
“Metti dentro questo coso Johnny. Potrebbe essere un altro pieno… come vedi oggi le macchine non vanno ad aria.”
“Aspettami qui, nasconditi sotto il banco.”
“No Steve, vai, io esco dal retro. Ho paura. Lo facciamo domani, ok?”
“Non mi puoi lasciare così.”
“Lo so, lo vedo… è enorme!”
“Merito tuo piccola.”
“Grazie Steve, davvero non credevo di farti questo effetto.”
“Aspettami qui!”
“No Steve, Johnny potrebbe essere tornato.”
“Potevi almeno farmi sentire per un attimo le tue labbra.”
“Steve perdonami ma non ce la faccio proprio!”
“Ok, allora per ora solo una sigaretta... Il resto domani!”






 
CONTINUA

  





 
 
 



Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale..



Questa sera il sole non vuole tramontare - PENNSYLVANIA STATION - Copyright 2011

Il racconto è frutto di fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale.


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