ATTO SECONDO
PENNSYLVANIA HOTEL –
ESTERNO NOTTE
ORE 11:05 P.M. ROSYE E JOHNNY
Rosye sta uscendo dall’hotel. Il cliente è
già andato via. Vede il camion di Johnny passare per
la Pennsylvania e gli fa cenno di fermarsi
“Johnny, cazzo fermati!”
“Sto andando a casa.”
“Aspetta, devi sapere una cosa. Ma qui non possiamo
stare.”
“Sali sul camion.”
Rosye sale
“Cazzo quanto è difficile salire su questi cosi.
Preferisco le auto coupè basse.”
“L’ho sempre
detto che sei una donna d’alta classe.”
“Lo puoi
dire forte Johnny.”
“…Poi con quei tacchi Rosye…”
“Dio Johnny sei tutto insanguinato, cosa hai fatto?”
“Niente, te l’avevo detto che andavo in giro a
caricare carcasse di cani, no?”
“Ah già….. ma che
schifo!”
“Sputa l’osso, che c’è? Cosa mi dovevi
dire?”
“Si tratta di Daisy…”
“Ancora Daisy…
Cavolo, ma tu non parli d’altro!”
“Stasera è
venuta a cercarmi, Johnny.”
“E che cazzo voleva?”
“Mi ha chiesto di te. Voleva sapere se ti avevo
visto. Naturalmente ho fatto finta di non
conoscerti.”
“Cazzo Rosye, lei sa che ti
conosco.”
“Non ti preoccupare, sono rimasta sul
vago, non credo che abbia capito.”
“Comunque se
si è spinta fino da te sospetta qualcosa.”
“Eh
sì, ma io ero sul posto di lavoro e tu non eri a
casa. Giusto?”
“Quindi?”
“Quindi per il
momento l’abbiamo scampata bella. Cerca di non farti
vedere per un po’ di tempo. Ok Johnny?”
Johnny si sposta col camion e intanto l’accarezza
“Dove stai andando?”
“Mi tolgo da qua, tante
volte dovesse vederci…”
“Oh bello io devo
lavorare… Mica mi diverto a caricare carcasse di
cani! Dio che puzza Johnny!”
“Dai Rosye, faccio
solo qualche metro.”
“Johnny hai capito vero? Se
vuoi te lo ridico. Lascia passare qualche giornata.”
“Sarà difficile fare a meno delle tue cosce.”
“Devi! Io non sopporto fare del male a nessuno e
specialmente a quella povera ragazza.”
“Non mi
dire che ti ha fatto pena?”
“Tesoro, io so che
significa stare male per amore.”
“Tu? Ma dai non
farmi ridere…”
“Guarda che puttane non ci si
nasce, ma ci si diventa.”
“Rosye a sentire queste
cosce, non sembra proprio. Tu ci sei nata per fare
la troia.”
“Sono nata donna.”
“Cosa vuoi dire
che tutte le donne posso diventare come te?”
“Beh
rispetto agli uomini abbiamo più probabilità, non
trovi?”
Johnny le scopre la gonna
“Oddio che cosce che hai! Sarebbe stato un peccato
darle in esclusiva ad un solo uomo.”
“Eh già, io
ci ho provato. Ma mi è andata male…”
“Secondo me
non eri portata.”
“Secondo me gli uomini
diventano dei grandi stronzi quando si accorgono che
una donna si sta innamorando di loro.”
“E’ un
discorso lungo…”
“Johnny non è un discorso lungo,
è la mia vita! Per amore e solo per amore ho
cominciato a battere. Lui era disoccupato ed io
l’amavo Johnny, più di me stessa. Quando mi chiese
di contribuire alle spese della casa non ebbi dubbi
Johnny. Da allora tutti i santi giorni mi siedo su
quel bidone. Lui poi è andato via ed io sono ancora
qui. E’ giusto Johnny?”
“No, no, non è giusto,
non credere però che siamo tutti uguali.”
“Tu si
Johnny sei più uguale degli altri, piuttosto pensa a
Daisy. Era molto triste stasera.”
Johnny
diventa più intraprendente, Rosye cerca di sottrarsi
alla presa
“Rosye lasciami toccare, che pelle
di pesca che hai… morbida e vellutata… mhh”
“Scendo.”
“No, aspetta. Dove vai? Sarà lontano un
chilometro il tuo bidone.”
“Non me ne frega
niente, vado! Sei un bastardo, io ti sto parlando
della tua amica e tu mi tocchi le cosce….”
“Ma è
più forte di me, che ci posso fare? Sei una
calamita!”
“Ma Johnny sei già duro, di nuovo?”
Rosye fa per scendere
“Aspetta, ma dove
vai con quelle scarpe…Che colpa ne ho se mi vai a
sangue? Senti qui!”
“Oddio Johnny non ci posso
credere!”
“Sì Rosye.”
“Hai caricato solo cani
o anche macchine nel frattempo?”
“Niente macchine
Rosye, anzi ho fatto anche altri debiti. Mi si è
rotta quella cazzo di cinghia di trasmissione del
camion.”
“Allora non si fa niente.”
“Dai,
Rosye.”
“No. Io sono una puttana seria. Non puoi
chiedermi di farlo gratis.”
“Già che puttana
saresti…”
“Fai il bravo, vai a casa che Daisy ti
aspetta.”
“No, no per farmi perdonare cerco
qualche altra carcassa in giro.”
“Ok, mi sono
sentita in dovere di avvertirti.”
“Grazie Rosye
sei davvero un’amica.”
ATTO
SECONDO
PENNSYLVANIA STATION – ESTERNO NOTTE
ORE 11:05 P.M. DAISY E NICK
Daisy è di
nuovo in veranda seduta sulla poltrona di vimini
Cazzo Johnny, te la faccio pagare stasera! Non
mi rassegno. Non puoi avermi tradito con quella
puttana. Stavolta non ti perdono Johnny. Che ingenua
sono stata. Davvero credevo che fosse solo una tua
fantasia erotica… in fin dei conti ha belle tette e
mi sembrava anche giusto, anche se mi faceva male,
lo ammetto, che provassi desiderio ad immaginartela
mentre eri dentro di me. Invece ci sei stato
davvero! Che porco! Che stupida!
Daisy piange
“Ma che incontri che si fanno a quest’ora!”
“Oh, Nick, che ci fai qui?”
“Ma tu stai
piangendo?”
“No, no, Nick è solo allergia.”
“Che aria strana c’è stasera.”
“Già, il sole non
vuole tramontare…”
“Già.”
“Come mai da queste
parti Nick?”
“Clara mi ha detto che sei senza
sigarette.”
“Nick, davvero sei uscito per me, per
portarmi una sigaretta?”
“Certo, ma purtroppo ho
solo questa Daisy.”
“Grazie davvero, ne avevo
voglia, sai?”
Nick si siede accanto a Daisy.
Lei fuma avidamente
“Daisy, non voglio essere
indiscreto, ma non vedo il camion di Johnny… E’
successo qualcosa?”
“Aveva un impegno stasera,
caricare carcasse di cani.”
“Davvero Daisy?”
“E’ un favore per mio fratello. Denny si è messo in
testa di dipingerle per colorare la morte.”
“Mhh
interessante. Se vuoi te ne posso procurare una… E’
dall’altra parte del giardino, vicino alla
discarica… L’ho vista qualche giorno fa. Ma c’è
ancora. Dalla mia camera da letto sento l’odore ogni
volta che gira il vento.
“Grazie Nick, ma non è
fresca…?”
“E’ lì almeno da una settimana Daisy.”
“Non credo che gli interessi, lui ha bisogno di
cadaveri caldi. Dice che c’è un modo particolare per
far rapprendere il sangue, per poi lavarli,
asciugarli e passare la tinta…”
Nick guarda
intensamente Daisy
“Daisy, scusa se insisto,
ma non credo sia questo il motivo… Perché Johnny non
è qui? Hai la faccia tirata… Sento che c’è
dell’altro. Dimmi come stai?”
“Nick non va
niente.”
“Che vuoi dire…”
“Quello che ho
detto.”
“… e cosa vorresti fare?”
“Ora vorrei
solo essere dall’altra parte del mondo! Magari in
una spiaggia deserta con un bel ragazzo che mi fa le
coccole.”
“Daisy non mi piace che ragioni così.
Johnny è comunque il tuo uomo.”
“Anche se va con
le puttane?”
“Anche… Gli uomini sono diversi
dalle donne.”
“Su questo non ho mai avuto
dubbi... Ti prego, non dirmi anche tu che gli uomini
ragionano con un’altra parte del corpo anziché con
il cervello.”
“Ma è vero Daisy! L’uomo ha bisogno
di uno sfogo ogni tanto e soprattutto ha bisogno di
sentirsi vivo ed utile…”
“Andando con quella
puttana bionda platino?”
“Anche sì. Voi donne non
avete le nostre esigenze.”
“E Clara che ne pensa?
Glielo hai mai detto?”
“A proposito il bidone è
vuoto e non vedo la bionda.”
“Nick sei sicuro che
sei venuto per me?”
I due ridono
“Certo tesoro, ma sai che non disdegno. Guardare è
lecito no?”
“Anche a te piacciono le tette grandi
Nick?”
“A quale uomo non piacerebbero…”
“Eh
già…”
“Scusa Daisy non volevo offenderti… Giuro
che se non ci fossero Clara e Johnny…”
“Non
preoccuparti Nick, anzi sei stato anche molto
delicato, pensa, c’è perfino chi le chiama brufoli!”
Nick fa per andare
“Clara mi aspetta.”
“Vai, vai Nick, io rimango un altro po’ qui e poi
rientro.”
“Mi raccomando Daisy non fare cazzate.
Sai, io ho qualche anno più di te, queste cose le
conosco, vedrai che andrà tutto a posto.”
“No
Nick stavolta è dura.”
“Dura o non dura, devi
fare tutti i tentativi possibili affinché le cose
vadano come vuoi tu.”
“Nick prima che venissi tu,
stavo decidendo la mia vita…”
“Nel senso?”
“Te
l’ho detto Nick, voglio scappare dall’altra parte
del mondo, che poi se fosse un paese a tre
chilometri da qui, va bene lo stesso!”
“Scusa ma
queste cose non voglio sentirle …”
“Vabbe’ come
non detto.”
“Lo sai, Johnny è un mio amico, tutti
i pomeriggi ci ritroviamo da Steve per una birra e
una partita a carte. Si gioca e si scherza.”
“…e
si guardano le tette della cassiera.”
“Daisy,
volevo solo dire che è mio amico.”
“Lo so Nick,
ma che c’entra questo? Anche un amico può
sbagliare…”
“Sì, ma non voglio sentirmi in
obbligo di raccontargli quello che ci siamo detti
ora.”
“Puoi anche dirglielo, per me non cambia
nulla,”
“Vabbè, ero venuto solo per la
sigaretta.”
“Grazie Nick, salutami Clara e dille
che per quanto riguarda quella proposta… lasciasse
perdere. Non si fa niente.”
“Quale Daisy? Quella
del lavoro?”
“Sì. sì. Nick, scusa ma non voglio
parlarne ora.”
“Buonanotte Daisy.”
“Notte
Nick.”
ATTO SECONDO
PENNSYLVANIA STATION – ESTERNO NOTTE
ORE 11:15
P.M. DAISY E STEVE
Appena Nick si
allontana, Daisy si alza e passeggia lungo la
Pennsylvania.
Che ci vuole? Niente vero
Johnny? Tu sei esperto di puttane e mi potresti
consigliare…
Che ci vuole? Niente vero Johnny?
Passassi ora con quel tuo camion puzzolente giuro lo
farei… Tirerei giù le bretelline e voilà sarebbe
fatta. Nuda sulla Pennsylvania a fare concorrenza
alla bionda platino.
Che ci vuole? Niente vero
Johnny? Salirei sul camion e via in un posto
tranquillo. Ormai sono quasi esperta di bocca! Giuro
che il pistacchio non mi fa più schifo! Mi paghi
vero Johnny? E se mi paghi corro subito a comprarmi
un paio di tacchi alti come quelli che porta mia
madre…
Sfrecciano auto a velocità sostenuta.
Daisy è sul bordo del marciapiede. Nessuno si ferma.
Beh Johnny lo sapevo… Né il tuo maledetto
camion, né altri. Non sono adatta per questo lavoro.
E poi quella là è di nuovo seduta sul bidone… Non
c’è proprio scampo per me.
Johnny voglio fuggire
da te. Ho bisogno di qualche dollaro! Ti odio
Johnny, odio la bionda platino, odio queste macchine
che non si fermano, odio Nick e i suoi cazzo di
ragionamenti di maschio, odio le carcasse dei cani,
odio questi brufoli, odio mia madre, odio questo
sole che non vuole tramontare…
Daisy decide
di non tornare a casa. Si volta verso la stazione di
servizio.
Steve sta spegnendo le luci della pompa
di benzina
Johnny non torna, il sole non
tramonta… Questi sono tutti segnali del destino. Non
posso far finta di non vederli. Dai Daisy coraggio
cazzo, è la tua occasione, smettila di piangere,
devi agire, non puoi farti prendere dallo sconforto.
Non tornare a casa. Cambia direzione. Ecco, vedi?
Sei proprio a metà strada ora. A destra quella cazzo
di stamberga che chiamo casa, a sinistra Steve…
Vedi? E’ ancora lì, sta chiudendo la pompa di
benzina. Almeno sembra. In realtà è un altro segnale
del destino. Ti sta aspettando. Vai Daisy vai. Gira
a sinistra e non voltarti più. Tanto Johnny non
torna e se pure tornasse oramai è fuori tempo
massimo.
Mi raccomando fai la faccia
sorridente. Gli uomini ti vogliono sorridente.
Stampatelo sulle labbra. Come nell’unica foto in
bianco e nero che possiedi. Sorridi Daisy sorridi…
“Daisy, ci hai ripensato?”
“Ho ripensato alle
tue parole.”
“Ti ho vista prima mentre
attraversavi la strada. Con questi pantaloni bianchi
sei uno schianto! Secondo me tireresti su un
centinaio di dollari a notte!”
“Smettila Steve,
non scherzare! Ora non sono in vena!”
“E quando
mai tu sei in vena, piccola? Comunque mica
scherzavo!”
“Hai ragione Steve, scusa. Ora ho
bisogno di parlare con te.”
“Sono le undici
passate e sto per chiudere tesoro, ma per te faccio
gli straordinari.”
“No, no, Steve chiudi pure, ma
non posso stare qui.”
“Allora entriamo dai,
spengo le luci della pompa e questa volta nessuno ci
disturba.”
“Steve cavolo, devo solo parlarti.”
“Piccola abbiamo solo il tempo di andare dietro il
bancone.”
“Quel porco mi tradisce, ma soprattutto
si sperpera dieci dollari in dieci minuti con la
bionda platino.”
“Tesoro, sono contento che tu ci
sia arrivata da sola. Io lo sapevo, ma non volevo
ferirti.”
“Che porco!”
“L’hai beccato mentre
si faceva la bionda?”
“No, no, ho parlato con lei
e si è tradita.”
“Dov’è ora, Johnny?”
“Non lo
so, non me ne frega niente. Ora vorrei solo che non
tornasse più!”
“Che parole grosse…”
“Dico sul
serio, Steve.”
“Cosa ti ha fatto cambiare idea?”
“Quello che ti ho detto.”
“Solo quello, piccola?”
“Tu pensi che non sia abbastanza?”
“Beh, sì, no…
non lo so.”
“Ma Steve, io non sapevo nulla, ma ti
rendi conto?”
“Piccola, quando la sera è pieno di
birra Johnny si vanta di conoscerla molto bene.”
“E cosa dice?”
“Dai piccola… dice….”
“Che
dice?”
“Che non c’è un’altra donna sulla
Pennsylvania che fa i pompini così bene.”
“Porco,
porco!”
“Piccola, è solo un uomo.”
“E poi da
me non se li fa fare… Lui mi considera solo un buco
con contorno!”
Steve ride e l’abbraccia.
Daisy si ferma un attimo a pensare
“Ehi
Steve, ma i pompini costano meno?”
“Dipende
piccola, dipende.”
“Se Johnny si fa fare solo
pompini allora spende meno.”
“Se vuoi
attraversiamo la strada e ci informiamo.”
“Dai
Steve, non scherzare.”
“Adesso ho capito piccola.
Io credevo che ti stessi informando su quanti
dollari potevi alzare lavorando solo di bocca.”
“Steve!!! Ma tu sei pazzo!”
“No piccola! E’ solo
che mi hai lasciato in tiro da prima…”
“Hai
cambiato idea? Prima mi avevi detto che ero ruvida.”
“Beh mica sei da dieci dollari in dieci minuti!”
“Grazie Steve… Sei gentile.”
“E’ la verità.”
“E allora quanto?”
“Diciamo sigarette gratis per
una settimana. L’offerta rimane valida.”
“Johnny
non ero venuta per questo… anzi anche per questo.”
“Cioè?”
“Ero andata a chiedere una sigaretta alla
battona bionda platino, ma poi mi sono vergognata.”
“E le hai domandato di Johnny vero?”
“Sì. Ho
fatto male?”
“No, no, ma non capisco per quale
motivo ora sei qui…”
“Voglio fargliela pagare a
quello stronzo. Ma non so se mi posso fidare di te.”
“Perché.”
“Perché sei un uomo come lui. L’hai
detto tu poco fa.”
“Piccola ma io ho una certa
età.”
“Che significa?”
“Beh non ragiono solo
con quello.”
“Dio mio, non ci capisco più nulla.
Prima Nick mi diceva che gli uomini davanti ad una
donna non ragionano mai con il cervello. E poi,
prima mi sembrava di sì Steve.”
“Comunque sia o
non sia, è un rischio che devi correre, piccola… A
meno che tu non voglia diventare lesbica.”
“No,
no, per l’amor di Dio. In caso mi faccio suora.”
“Mica cambia molto.”
“Ma che dici, Steve?”
“Dico…”
“Sono incazzata Steve. Piena di rabbia. A
me sinceramente se Johnny si fa fare i pompini da
quella mi importa poco. Il problema è che mi è
finita la bombola del gas, non ho mezzo dollaro in
tasca e soprattutto non ho sigarette! Capisci? Cazzo
ma dieci dollari sono troppi!
“Sai proprio questo
intendevo prima. A questa età un uomo ha la testa
sulle spalle.”
“Non credo Steve. Forse sei solo
diverso dagli altri. Poi a me non interessa che tu
abbia il triplo dei miei anni…”
“Beh al sapore di
pistacchio potrai sempre abituarti.”
“Ci provo,
ma non ti assicuro niente.”
“Dai allora spicciati
entriamo. Sono molto contento che tu mi abbia scelto
per la tua vendetta.”
“Steve, forse non hai
capito. Non è solo questione di vendetta. Non è solo
questione di una botta e via… questo intendevo.”
“Allora spiegati.”
“Dicevo… insomma non è solo
questo.”
“Dai piccola vieni, ne parliamo dentro
con calma….”
“Steve posso chiederti un favore? ”
“Certo piccola.”
“Poi avrò tempo di andare cinque
minuti a casa?”
“Ma certo, perché no!”
“Eh se
arriva Johnny?”
“Tranquillo Steve, non arriva…”
“Ora vieni dentro dai… Sono impaziente.”
“Certo
Steve, grazie.”
ATTO SECONDO
PENNSYLVANIA STATION – ESTERNO NOTTE
ORE 11:55
P.M. JOHNNY
Johnny bussa alla porta
Dai Daisy apri questa cazzo di porta, guarda che
spacco il vetro e non abbiamo nemmeno la puzza di un
dollaro per ripararla. Cosa cazzo stai facendo?
Perdio Daisy, fa anche freddo qui fuori. Sono
stanco. Ho lavorato tutto il giorno cazzo!
Stamattina non ce l’avevo con te! Ogni volta che
faccio tardi è sempre la solita storia. Lo so che
abbiamo bisticciato. Me ne sono andato senza
salutarti, lo so. Perché sei testarda, cazzo! Cosa
ti ci voleva. Lo sai che non ho pretese! Basta che
stai ferma, cinque minuti e mi fai felice.
Ma ti
giuro il ritardo di questa sera non dipende da
quello. Si è rotto il camion, la solita cinghia di
trasmissione. Qui in zona nessuno aveva il pezzo di
ricambio. Sono dovuto andare fino a Peyton. Hai
presente dov’è Peyton, vero? Che sfiga comunque
anche oggi non sono riuscito a caricare una cazzo di
macchina.
Ti giuro non ce l’avevo con te e non
sono andato a troie! Daisy apri. Cazzo! Ho fame,
sono stanco, non fumo da tre ore e soprattutto ho
voglia di te! Ma perché non ti svegli? Che cazzo
fai? Ci sei?
Ti ho portato la carcassa di cane
che mi hai chiesto! E’ di un barboncino nano, spero
che a tuo fratello vada bene. E’ fresca, fresca. Ho
fatto tardi anche per quello. Cazzo, sembrava fatto
apposta, oggi pareva che nessun cane dovesse morire.
Alla fine ci ho pensato io. Vedi come ti voglio
bene?
Dai apri, se no la spacco davvero questa
cazzo di porta!
ATTO SECONDO
PENNSYLVANIA STATION – INTERNO NOTTE
ORE 11:59
P.M. JOHNNY
Johnny entra in casa e legge
la lettera di Daisy
Johnny cazzo, se leggi
questa lettera significa che sei tornato. Ma
significa anche che io non ci sono. Anzi non ci sarò
più. Sono andata via Johnny, per sempre. Ma
significa anche che ora sono qui e ti sto scrivendo
con la speranza di vederti ancora.
Dai torna, ti
supplico gira quel cazzo di camion. Fai in fretta.
Il bidone è vuoto, lei non c’è di nuovo, qualcuno
l’ha caricata comprese le tette che ti stai
sbaciucchiando. Tutto in dieci minuti. Ci sei
tornato vero? Non puoi fare a meno di due tette
così. Lo so Johnny. Non mentire.
Dai, merda,
sei ancora in tempo. Ti concedo ancora tempo, il
tempo di finire questa lettera. Vedi come tutto è
precario? Come tutta la mia vita, come adesso che
affido il mio destino a questi minuti che rimangono.
Se stai con lei al massimo torni tra dieci minuti.
Aspetto solo quelli.
Se torni strappo questa
lettera, la distruggo in mille pezzi e faccio in
modo che tu non te ne accorga. Se torni… sì, se
torni mi metto seduta buona buona davanti a te a
guardarti mentre mangi e fai rumore quando tiri su
la minestra. Lo so che non ti piace Johnny, ma
abbiamo solo questo. Niente carne, niente patate!
Dai togli quell’uccello da quel cazzo di buco biondo
platino. Torna da me! Non ce la faccio più ad
aspettarti. A sapere che ti scopi tutta la
Pennsylvania o peggio che ti fai fare i pompini da
quella bocca.
Johnny mi sento sola! Quale
roulotte, quale madre, quale fratello? Avevo solo te
Johnny e tu te ne sei andato! Ma io qui non ci
resisto. Dovevo farti un regalo, ma lo porto con me.
E’ un bel regalo, sai, è dentro di me! Mi spiace
Johnny, ma tu non mi hai dato neanche un cazzo di
momento per dirtelo e da questo momento non avrai
nemmeno il piacere di scartarlo.
I fari
sfrecciano e neanche un camion rosso e puzzolente,
qui nessuna si ferma! Sai ho provato anche a
passeggiare lungo la Pennsylvania, volevo un po’ di
considerazione, ma niente. Nemmeno un cane, neanche
una carcassa, cazzo!
Fuori è tutto uguale, ma è
dentro di me che è cambiato qualcosa. Ho l’ansia
Johnny, mi sento senza fili. La tua piccola Daisy
non vuole marcire qui, lo sai? Lo sai che questo
cervelletto ogni tanto pensa anche? Vado via Johnny,
non ti dico con chi, ma tu sai che c’è un chi,
perché tu sai che non potrei mai stare da sola, non
potrei mai fare un passo senza una persona vicino. E
tu te ne sei sempre approfittato di questo! Lo
sapevi Johnny vero?
Vado con un tizio che mi
offre un passaggio. Non so per dove, non so per
quanto tempo. Ma spero per tanto! Tu non mi hai dato
altra possibilità ed io ci devo credere! Ho bisogno
di crederci. E’ un uomo come te Johnny, è l’ennesima
volta che ci credo, che mi affido ad un uomo. Sono
un’eterna romantica, ok so che stai pensando, che
sono solo una inguaribile credulona. Come con te
Johnny, al Pick-up, ricordi? Anche lì sono passata
da un uomo ad un altro, da una promessa a un
giuramento, da un giro in macchina ad un cesso
puzzolente e sporco. Io sono fatta così. Non posso
sentire il vuoto, non sapere quello che succederà
tra un minuto. Ho bisogno di un programma, di
protezione, di sicurezze, ma tu te ne sei andato!
Anche mia madre ha cominciato con un camionista. Te
l’avevo mai detto? E poi piano piano è passata in
tante altre braccia, mani che toccavano, bocche che
sbavavano. Ma lei è furba e non ha sentimento. Mica
come me che mi faccio fregare ogni volta. Oddio
Johnny se tu ora fossi qui e mi domandassi cosa sto
pensando, ti direi niente, perché tanto per te cosa
valgono le emozioni, i ricordi, quello che sento
dentro? Lo sai dov’è il mio cuore? Se te lo
chiedessi ora, diresti qui nel petto nella parte
sinistra vero? Bene Johnny hai sbagliato, non è
così, il mio cuore è dappertutto, in ogni parte di
me, ovunque. No Johnny io sono diversa da te, e sono
diversa da mia madre…
Me la ricordo mia madre
quando mi lasciava in macchina ed io buona buona
aspettavo... Vedevo il suo fastidio. Per lei ero
solo un pacco postale. Mi diceva che andava a far le
pulizie. Solo dopo ho capito! Mi spieghi Johnny come
può far le pulizie una donna vestita in abiti
cortissimi, i tacchi a spillo, i capelli cotonati e
la cucitura grossa sulla calza color carne? Me lo
spieghi Johnny? Tornava tutta trafelata, alle volte
struccata e senza rossetto, alle volte con grossi
lividi sulle braccia, e mi trovava addormentata sul
sedile di dietro, ancora una mano stretta
nell’altra, perché io non avevo altro con cui
giocare, giocavo con quelle Johnny. Io potevo avere
sì e no cinque anni. E non mi ricordo un viso, dico
uno, visto almeno due, tre volte, da identificare
come padre o tanto meno da entrarci in confidenza e
sentirmi sicura.
Dimmelo che sto facendo una
cazzata Johnny. Fammelo sentire, anche da lontano,
anche da dove sei ora, anche se sei dentro quel buco
affollato biondo platino, oppure se sei disteso sul
letto o dentro il camion e lei che si dà da fare con
la bocca e le mani. Mi viene quasi da porgere
l’orecchio. Fammi credere che ci sei!
Ma no,
non ti sento Johnny. E’ finita, finita per sempre,
scusami ma devo andare. Lui mi reclama. E’ qui fuori
che mi aspetta. Sento il suo clacson impaziente. E’
bello sentire qualcuno che ti chiama, che ti vuole!
Anche un fischio andrebbe bene. Sì Johnny, esatto,
come i cani.
Ma non mi illudo sai, è gentile,
premuroso. Le sue mani sono state generose, mi ha
anche baciata, m’ha accarezzato delicatamente il
seno…. Vabbè sì Johnny, io l’ho ricompensato a
dovere, ma tu non mi hai lasciato scampo. Ero decisa
e non mi sono lasciata pregare. C’è voluto un
niente. L’avessi saputo prima, cazzo! Ma prima ero
stupida. Pensavo che il mondo fosse diviso in donne
e puttane. E no Johnny non è così cazzo! Esistono
anche donne oneste e basta! Indipendentemente se si
lasciano trascinare o meno sotto un bancone. Ora ne
sono convinta! Il bancone è solo un insignificante
dettaglio.
Mica c’è voluto molto sai! E’
bastato qualche minuto e non l’ho più visto storto e
nero e neppure sapeva di pistacchio. Era normale
Johnny, come normale è sentirsi desiderata, come
normale è stato inginocchiarmi, lui voleva così.
Dice che non c’è migliore inizio per una storia
d’amore. Come un neonato che ciuccia per diventare
grande. Ecco Johnny io stavo ciucciando per
diventare grande, per una nuova avventura. Ciucciavo
per staccarmi da te, da questo tugurio, dalla bionda
platino, da mio fratello in cerca di carcasse di
cane. Ciucciavo ad occhi chiusi Johnny, ciucciavo
per sentire ancora di più il gusto e la consistenza.
Lui con le mani mi accarezzava i capelli e mi
guidava la testa. Mi diceva…
“Piano, piccola. Più
forte, Daisy! Accelera, rallenta… ora succhia più
forte, mettici saliva piccola… fermati, riparti!”
Capito Johnny? Non ci crederai, ma proprio in quel
momento ho deciso che sarebbe stato il mio nuovo
compagno di viaggio. Mi stava dando considerazione!
Tutta quella che tu mai mi avresti concesso. Mi sono
sentita utile. Non voglio più essere considerata un
buco con la carne intorno. Vabbè Johnny so quello
che stai pensando, so quello che ora mi diresti se
fossi qui. Che ero solo utile al cazzo! Che sono una
scrofa adulta, una cagna in calore che allarga le
cosce alle prime parole di zucchero.
Che stupida
dirti queste cose! Ma una donna lo sente sai? Sente
quando non è solo una questione, come dici tu, di
cazzo!
Ho poche sicurezze e sono tutte dentro
me. Se guardo indietro vedo mia madre, se mi guardo
intorno mi viene solo da vomitare. Ma se guardo
fuori vedo due fari accesi e tra me e loro non c’è
precipizio, non c’è la voragine nera, i pensieri
morti, Johnny. Solo pensieri vivi di come passerò la
notte, cosa farò domattina quando mi sveglierò. A
proposito devo prendere lo spazzolino, nient’altro
Johnny, non prendo nemmeno le mutande bianche. Me ne
voglio comprare tante, tante, tante e colorate!
Johnny ora devo andare. So che sarà dura, ma
comunque vado. Tu non sei tornato. I dieci minuti
sono scaduti, la puttana non è ancora tornata. Non
lo so dove mi porterà questa macchina. Mi ha parlato
di un albergo fuori mano. Mi parcheggia lì, poi si
vedrà. So che oggi è stato il primo giorno della
nostra storia, ma so anche che domani potrebbe
essere l’ultimo… Da oggi in poi lo metterò sempre in
conto Johnny! Non mi interessa più niente, tranne il
fatto che ora sento il clacson che suona per me. Per
il resto non voglio sapere dove passerò le altre
notti.
Lui vive con sua madre anziana e non mi
sembra il caso. Non voglio più impegnarmi. Non serve
Johnny! E poi nessuno me lo chiede. Neanche tu me lo
hai chiesto. Solo adesso mi rendo conto che sono
stata io a legarmi a te, e non viceversa, per la
solita maledetta paura di rimanere sola.
Tu
cercavi una donna che ti scaldasse la minestra e
soprattutto un buco ogni mattina, tutte le mattine.
Nient’altro mi hai mai chiesto.”
Daisy guarda
fuori
“Questo sole stasera non vuole proprio
tramontare! Certo che hai scelto una giornata che
non finisce. O lei ha scelto noi… Se fosse già notte
sarei a letto e domani tutto sarebbe come prima. Che
sfiga Johnny! Ma non potevi tornare prima? Cazzo,
Johnny!”
FINE