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Adamo Bencivenga
Ti lascio, stammi bene, io vado
...
.Ti ho detto: “Ti lascio, stammi bene, io vado, il tempo è scaduto
nonostante le prove, nonostante i giorni che ho aspettato un tuo cenno,
uno qualunque per sentirmi più amata, per sentirmi la sola, unica e rara,
una spiga di grano in un campo di ortica, con il sole di luglio che scalda
quel giorno, l’unico e solo quando abbiamo fatto l’amore.
Ti lascio, stammi bene, io vado, perché non c’è di peggio sentirsi nel
cuore, un tonfo di pigna che cade lontano, e nitido lo sento per sentirmi
più sola, come un buco profondo che non puoi riempire, di voragine e
crepe, d’arsure di gola, di pozzi artesiani di cui non vedi la fine, di
ripide scale dove scendo soltanto, se accanto non sento il tuo fiato e la
voglia, di starmi vicino e solo per sempre.
Ti lascio, stammi bene, io vado, non riesco a spartirti la testa dal
cuore, perché a pezzi non servi ed io non ho preferenze, ogni volta ci
provo ma mi viene la rabbia, saperti là nel tuo mondo ovattato, nella tua
casa che arredi, dove l’amore non è amore, ma comunque lo fai, le stai
vicino quando sta male, la fai sorridere quando stai bene.
Ti lascio, stammi bene, io vado, perché sono una donna senza misure, sono
tutto e niente ed il resto non conta, tutti i numeri primi che arrivi a contare,
tutti i colori impercettibili agli occhi e le attese mielose che colano
lente, di tutti i giorni che formano un senso, di quelli spaiati che non
hanno una fine, se fuori piove o c’è il sole, se c’è un uragano a pochi
metri da casa, e tu che accarezzi la penombra del mio seno, e magari ci
credo e magari davvero, che maschio mi entri, che femmina accolgo.
Ti lascio, stammi bene, io vado, perché sono bianco e nero senza scale di
grigi, sono una donna di sangue bollente, sono sabbia e vetro che si
mescolano in mare, dita e creta che formi e modelli, che pazza ti brama e
persa ti adora, un pizzico oltre di quanto amo me stessa, per questo ti
lascio, per questo stai bene, per questo io vado con la morte nel cuore,
anche se qui ferma rimango, qui salda trattengo, ogni minimo istinto che
abbia un senso, ogni minimo appiglio che diventi miraggio, come se
qualcosa di nuovo nascesse, qualcosa di contro per sempre morisse.
Ti lascio, stammi bene, io vado, perché sono fatta di colpe, di riti e
duelli, sono fatta di drammi, di sfide e di sangue, di tutto e di niente
senza mezze misure, perché non c’è pace che mi faccia sentire, un’unica
donna dentro il tuo giorno, unica come è bello un tramonto, come una
stella che appesa mi aspetta, e dondola in bilico per il prossimo amore,
che dico e non dico, che giuro e non nego, ma ha già la tua faccia, ha già
il tuo cuore.
Per questo ti lascio, stai bene, io vado, dove nulla ha un confine, dove
non ci sono dogane e ogni parola ha un senso e l’opposto, ed ogni cuore di
maschio ammette il contrario, di languidi sguardi, di un’avida mano, che mi
fa preda di cani con la bava alla bocca, mi rende insicura, ma non posso
non farlo, perché ora voglio soltanto sapere, se il mondo di fuori mi stia
ancora aspettando, da questa casa senza finestre, da questi vetri dove mi
specchio e mi vedo bella, inutile e sola, e mi vedo in balia del vento che
tira, del freddo di notte, della pioggia leggera, del branco di prima con
le bocche fumanti.
Per questo ti lascio, stammi bene, io vado, da queste tue mura senza uno
slancio, mai una sera con la luna che sfuma, i contorni del viso, del seno
e quant’altro, mai l’amore così come viene, mai un treno da perdere, un
altro che ho preso, così come ora parto senza capire per dove, senza una
meta perché ne sono convinta, che ovunque io vada ci sarà un altro uomo,
con lo stesso tuo viso, la stessa tua bocca, che parla e che cuce parole
di seta, e sente il momento d’una donna che gode, e la segue e la guida
come se in fondo alla meta, ci sia lo stesso comune sentire, un’anima sola
né femmina e maschio, ci sia quella voce che calda mi dice, che è inutile
andare, lontano fuggire, che ovunque io vada m’illudo che sia, invece ti
cerco, peccato, ti voglio, perché l’amore non muore in caso fa male,
perché l’amore è uno solo e non può essere altro... .. |
FINE
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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