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APPUNTI DI VIAGGIO
Intervista a
Cham Lee
DALLA VIA DELLA SETA
ALLA VIA DEL SESSO
Cham Lee è una bella
ragazza americana di origine cinese. Ha 27
anni, viso tondo e capelli neri lisci a
caschetto. E’ un’antropologa e lavora presso
una casa editrice cinese qui a Roma. Per un
progetto letterario la incontro in una libreria
di Via Condotti. Insieme percorriamo qualche
metro a piedi. Lei è affascinata dai colori
questa città, quasi rapita dalla bellezza
antica. Mi dice che le ricorda un’anziana
signora elegante conosciuta ad Hong Kong
.Ci
sediamo ai tavolini di un bar all’aperto. La sua parte
americana ordina cappuccino e pizza, la mia parte napoletana un
caffè ristretto. Ha da poco pubblicato in Italia un libro
sulla Cina. Le chiedo se è possibile fare una piccola
intervista. Mi chiede il nome del sito sul quale verrà
pubblicata. Con il suo tablet si collega su
www.liberaeva.com . Ne è entusiasta.
“Dalla
via della seta alla via del sesso”. Perché hai dato questo
titolo al tuo libro?
Mi sembrava un titolo dinamico
come del resto vedo oggi il mio paese, sempre in movimento.
Due passi avanti ed uno indietro, ma comunque in movimento.
Vuoi dire che è un paese pieno di contraddizioni?
Il cambiamento è stato troppo brusco, non c’è stata
evoluzione ed i cinesi che abitano la Cina si sentono
disorientati sia eticamente che socialmente.
Come
mai hai scelto l’argomento sesso per parlare della Cina?
Per identificare e spiegare nel migliore dei modi le
contraddizioni di un paese ritengo che non si possa
prescindere dal sesso e dai rapporti sentimentali in genere.
Un paese in movimento ma se non sbaglio
l’omosessualità è considerata una malattia mentale?
Per la verità oggi non più, a livello di legge si è
allineata al resto del mondo, ma socialmente ci sono forti
resistenze.
Pensa che solo pochi giorni fa, per portare a
termine le riprese del film Seek McCartney, la prima
pellicola gay della storia del cinema cinese, è servito il
permesso del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare.
Nel contempo però a Pechino una ragazza su quattro tra 18 e
22 anni ha scaricato sul suo smartphone Tantan, la versione
cinese di Tinder.
Statistiche alla mano sembra
che la Cina sia lo Stato più cornuto del mondo.
In
termini assoluti sì. Infatti secondo un sondaggio dal quotidiano
online Duowei, il 13% dei cinesi dichiara di avere
regolarmente relazioni fuori dal matrimonio. Conti alla mano
parliamo di oltre 150 milioni di infedeli! La maggior parte
di loro vivono a Shanghai, ma anche a Pechino e Shenzhen.
Leggo sul tuo libro che sono aumentate del 150% le
vendite delle bambole per fare sesso.
E’ l’altra
faccia della medaglia. Chi non ha un partner clandestino o meno
si organizza in maniera differente. Sembra che la bambola
con scheletro in pvc rivestito in silicone sia stata
acquistata ultimamente da 20mila cinesi.
Non
costa poco vero?
Circa 2.500 dollari, ma ha il
vantaggio che si può personalizzare con abiti, trucchi e
parrucche varie. Addirittura durante l’atto aumenta la
temperatura corporea per simulare meglio la realtà.
Oltre alle bambole è possibile acquistare online anche
un imene nuovo vero?
Su un sito di shopping molto
popolare è in vendita un kit vaginale molto economico che
una volta indossato simula un imene intatto. Comunque la maggior
parte delle giovani cinese in vista della prima notte di
nozze si rivolgono al chirurgo plastico.
Quindi
in maschio cinese sotto questo punto di vista è ancora molto
tradizionalista…
A modo suo senz’altro! Di contro a
Dongguan si sta diffondendo la poligamia, anche per dividere
le spese degli affitti degli appartamenti, sempre più cari e
nelle città del business popolate da manager ci sono interi
quartieri abitati da concubine.
A proposito di
amanti, è vero che da qualche anno è in piena attività
un’associazione anti-amante?
E’ nata nel 2011 per
combattere il tradimento. Soprattutto per aiutare le mogli
a
risolvere le loro crisi coniugali, ma nel corso del tempo è
diventata un punto di riferimento anche per le amanti che a
loro volta subiscono un tradimento.
Cioè?
Le cosiddette rovinafamiglie chiedono aiuto per gestire
le loro relazioni clandestine. In poco meno di 4 mesi dalla
sua apertura, l’associazione ha già riunito oltre 3.000
persone, che partecipano alle riunioni, si incontrano,
condividono esperienze, problemi e soprattutto chiedono come
fare a convincere il loro uomo a lasciare la moglie, mentre
le tradite chiedono perlopiù quanto tempo dovranno ancora
aspettarlo.
Nella vicina Taiwan però il
tradimento si paga con il carcere!
I taiwanesi non
fanno sconti sull'adulterio. L'isola è attualmente con la Corea
del Sud l'ultimo paese, insieme ad alcune realtà islamiche,
in cui tradire equivale a commettere un crimine. Lo
stabilisce l'articolo 239 del Codice penale, secondo cui una
persona sposata che commette adulterio è soggetto a una
condanna a un anno di reclusione; e la stessa sorte tocca
all'amante.
Una specie di Stato Etico!
Ma sai, più volte si è tentato di abolire questa legge
obsoleta, ma la maggior parte dei taiwanesi non è d'accordo.
Nell’ultimo sondaggio più della metà della popolazione si è
detta fortemente contraria alla proposta di depenalizzare
l'adulterio. I dati resi noti venerdì scorso dal ministero
della Giustizia non lasciano spazio a dubbi. L'88% ha
espresso un secco no. Secondo i quali la legge sull'adulterio
non interferisce con la libertà personale e col
raggiungimento della felicità, ma ha il compito di proteggere i
coniugi. Al contrario, le relazioni extraconiugali portano
caos nella famiglia e nella società.
Nella
Repubblica Popolare invece si licenzia…
Queste sono
le contraddizioni di cui ti parlavo prima. Autocritica e
rieducazione erano i pilastri della disciplina maoista che
la Cina moderna continua ad applicare. Specialmente
nell’ambiente di lavoro dove le norme di buona condotta
interferiscono con la sfera privata.
Quindi è il
datore di lavoro che punisce i propri dipendenti?
Oh andiamo piano… per lo più sono le aziende di stato che
adottano la guerra al tradimento come stile di vita corrotto
e degenerato, estremamente dannoso, a loro parere, dal punto
di vista della produttività e della serietà sul lavoro.
Quindi da un lato abbiamo esistono interi quartieri
abitati da concubine e dall’altro si licenzia per una
scappatella? Davvero una contraddizione interna…
Esattamente, solo qualche mese fa, ad esempio, ben 25 mila
locali a luci rosse sono stati chiusi dalle forze armate
della Cina nel distretto operaio di Dongguan, centro ad alta
densità di prostituzione per via del continuo transito di
lavoratori non manager che non si possono permettere un’amante.
Nel libro si parla anche di un romanzo a puntate
d’amore e tradimenti inviato a milioni di utenti via sms.
E’ una storia d'amore clandestino di quelle che
lasciano con il fiato sospeso "fino alla prossima puntata".
Solo che stavolta "la prossima puntata" sarà annunciata dal bip
bip del cellulare. L'autore, ha scritto la "storia sensuale
di un amore clandestino" in 4 mila battute divise in 60
piccole puntate di 70 caratteri ciascuna che saranno inviate
ogni giorno agli utenti. Ci vorranno 60 giorni, quindi, per
arrivare alla fine della tormentata storia di corna.
Conclusioni?
Oh mio caro, qui siamo solo
agli inizi. La Cina è diventata la seconda potenza economica
mondiale e il sesso entra in questo business nella porta
principale. Per prima fu Shanghai ad ospitare una fiera del
sesso (toys, unguenti, afrodisiaci) e lanciare un negozio al
riguardo di ben quattro piani. Oggi tocca a Canton con la
sua Guangzhou Sexpo: i media ne parlano in modo entusiastico,
le fiere sono popolate di ogni genere di persone, il
business tira (pur essendo vietata la pornografia, su
internet i cinesi da tempo sono i principali utenti dei siti
porno.Come vedi parlare di sesso in Cina e della concezione
che i cinesi hanno del sesso, significa addentrarsi in
gineprai contraddittori di non facile risoluzione.
.. .. |
L'ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATO REALIZZATO GRAZIE A:
Sonia Montrella
http://www.agichina24.it/ Marco Franco
http://lavoro.excite.it/l Riccardo Ferraris per Vanity Fair pubblicato da “il
Foglio del lunedì”
http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/ ALESSANDRA FERRARI
http://www.repubblica.it/
http://www.dagospia.com/
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