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MUSICA PASSIONE
Quattro marzo o Gesù Bambino?
Lucio Dalla
Dice che era un bell'uomo e veniva dal
mare parlava un'altra lingua, però sapeva amare... Compiva 16 anni
quel giorno la mia mamma le strofe di taverna le canto' a ninna
nanna e stringendomi al petto che sapeva di mare giocava alla
Madonna con il bimbo da fasciare .
.Adamo chi era Lucio Dalla?
Lucio Dalla era un cantautore bolognese, figlio di
Giuseppe Dalla, direttore in città del club di tiro a
volo, e della modista e casalinga bolognese Jole
Melotti. Dalla trascorse la prima parte dell'infanzia
nella sua Bologna. Quando, nel 1950, il padre morì,
stroncato da un tumore, la madre decise di istruirlo
presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso, dove fece
le scuole elementari iniziando ad imparare a suonare la
fisarmonica.
Poi? Dalla ha sempre detto che
sua madre, “una stilista che non sapeva attaccare un
bottone”, sospettava che suo figlio fosse un genio.
Comunque dopo vari tentativi di scuole istituzionali,
passò da ragioneria al liceo classico e infine al liceo
linguistico, decise di intraprendere la carriera del
musicista. Suo zio gli aveva regalato un clarinetto, lui
da assoluto autodidatta imparò a suonare lo strumento e
a sedici anni si ritrovò a suonare con il leggendario
Chet Baker, trombettista statunitense ed autentico
monumento del jazz mondiale.
A diciassette anni
era già a Roma, vero? Dopo varie esperienze alla fine
del 1962 firmò il suo primo contratto da professionista
entrando a far parte, anche come voce solista, dei
Flippers, gruppo che accompagnava Edoardo Vianello nelle
varie rassegne canore.
Inizia a diventare famoso…
Si fece conoscere per i suoi estemporanei gorgheggi
scat, che diverranno in seguito una sua caratteristica
vocale. Durante un’esibizione nel Cantagiro del 1963 lo
notò Gino Paoli il quale lo convinse a lasciare il
gruppo ed intraprendere una carriera da solista. Ma gli
inizi furono tragici, durante le serate del Cantagiro
dell’anno successivo, nelle quali presentava la canzone
“Lei”, Dalla tra i fischi veniva fatto oggetto di lancio
di ortaggi e pomodori. Fu un vero fiasco, ma Lucio non
si lasciò abbattere.
Poi vennero i primi
successi….. Si fece conoscere al grande pubblico sul
palco di Sanremo e soprattutto al Festival delle Rose
con brani tipo: “Quand'ero soldato”, “Pafff...bum!”, “Il
cielo”, "Lucio dove vai" e "Sylvie". L'allora Festival
romano si svolgeva all'hotel Hilton, e la leggenda vuole
che i portieri gli impedirono di partecipare alla serata
finale perché non aveva un aspetto presentabile.
Arrivano gli anni 70… Direi che arrivò il successo
vero e proprio. Al Festival di Sanremo del 1971 presentò
insieme al gruppo degli dall'Equipe 84 la canzone 4/3/43
arrangiata del maestro Ruggero Cini. Il brano gli valse
il terzo posto assoluto e rappresentò la sua svolta
professionale e la sua consacrazione artistica.
Come nacque la canzone? Secondo Dalla fu scritta di
getto con la sola chitarra nel corso di una vacanza in
Puglia assieme a Paola Pallottino, autrice del testo, fu
composta in pochi minuti e senza ausilio del pianoforte.
E qui Dalla conobbe gli strali della censura…
Esatto, conobbe la censura, ma anche la sua
testardaggine ad andare fino in fondo scendendo a
compromessi. Dalla inizialmente aveva intitolato il
brano Gesubambino, tutto attaccato, come ha ricordato la
coautrice Paola Pallottino. Ovviamente il titolo fu
giudicato irrispettoso e blasfemo dalla giuria e dalla
Rai, ed a quel punto Dalla fu costretto a cambiarlo in
4/3/43, ovvero la sua data di nascita.
Ma non è
una canzone autobiografica! Assolutamente no, tranne
per il fatto che Dalla era orfano di padre e che quindi
crebbe con la madre. Il nuovo titolo fu suggerito dai
discografici senza che ci fosse alcun nesso con la
canzone. Il testo infatti narra di una ragazza madre che
partorisce un figlio avuto da un ignoto soldato alleato
morto poco dopo. La stessa autrice del testo dichiarò:
"Mi misi a scrivere un testo sull'assenza del padre, poi
però scrivi scrivi è venuta fuori una canzone sulla
madre".
E il testo subì censure? Guarda qui si
affrontano almeno tre argomenti scottanti ovvero un
figlio nato da un amore senza nome, gli effetti della
guerra e il tema religioso…. Troppo per l’italiano medio
del tempo. Quindi le forbici della censura furono
inevitabili anche nel testo. Alcune parti furono
giudicate inadeguate per il pubblico televisivo
dell'epoca e quindi vennero modificate.
Quali?
Ad esempio: "Mi riconobbe subito proprio l'ultimo
mese" divenne "Mi aspettò come un dono d'amore fino dal
primo mese"; "Giocava alla Madonna con il bimbo da
fasciare" mutò in "Giocava a far la donna con il bimbo
da fasciare" "E ancora adesso mentre bestemmio e bevo
vino... per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino"
venne cambiato in "E ancora adesso che gioco a carte e
bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù
Bambino"
Grandi tagli allora… Beh direi di sì.
Comunque la si voglia vedere rappresenta una metafora
sugli effetti collaterali della guerra quando molti
bambini nascevano da incontri di giovani italiane con
soldati alleati (“Dice che era un bell’uomo e veniva dal
mare, parlava un’altra lingua però sapeva amare”) che
poi morivano in battaglia o tornavano nel loro paese e
soprattutto c’è un’evidente allusione alla vicenda
evangelica della nascita di Gesù, il cui vero Padre è
lontano e cresce con sua madre.
L’ambiente è
quello da taverna… Beh si gioca a carte e si beve
vino ed il posto è frequentato da ladri e da puttane.
Del resto anche Gesù, quello storico, era solito
frequentare peccatrici e diceva: «Non sono i sani che
hanno bisogno del medico, ma i malati. Non sono venuto a
chiamare i giusti, ma i peccatori». In tutto questo, nel
verso “con l'unico vestito ogni giorno più corto” si
desume che la ragazza sia incinta.
L’arrangiamento musicale? Direi abbastanza semplice,
rispettoso del cliché del cantautorato d’allora,
presenta le caratteristiche di una ballata popolare, con
quattro strofe uguali, introdotte da un orecchiabile
refrain di violino.
Ebbe successo… Il brano,
ottenne un successo incredibile con quindici settimane
di permanenza in hit parade. Lui stesso ne fu subito
consapevole: «Ebbi subito la sensazione di aver fatto
qualcosa di veramente grosso, mi commuovevo e per due
anni mi sono sempre commosso ogni volta che la cantavo.»
La canzone venne interpretata in francese dalla cantante
e attrice Dalida e portata al successo oltreoceano da
Chico Buarque de Hollanda. Ricorda Dalla «Gliela cantai
in un ristorante a Campo de' Fiori. Lui la memorizzò ad
orecchio e tornato in Brasile ne fece una sua versione.
Un successo pazzesco!»
In Italia? Pubblicata
prima in un singolo insieme a "Il fiume e la città" e
successivamente nell'album "Storie di casa mia", la
canzone, divenne il suo cavallo di battaglia e tra le
più apprezzate del suo ricco repertorio. Un successo che
dura ancora oggi e che è solo una delle tante
dimostrazioni dell'enorme patrimonio artistico che Dalla
ci ha lasciato.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE FONTI
.(Maurizio Targa da Hit Parade Italia)
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=318
http://www.ilsussidiario.net/News/Musica-e-concerti/2012/3/4/LUCIO-DALLA-4-Marzo-1943-4-Marzo-2012-un-destino-nel-testo-di-una-canzone-/251414/
https://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Dalla
http://www.marcoliberti.it/article-4-3-1943-la-perla-di-dalla-e-la-censura-107762538.html
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