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MODELLE D'ARTE
Adele
Bloch-Bauer
La musa di Gustav Klimt
Adele fu la donna d’oggi in un mondo di ieri
Dalla
Mitteleuropa a Manhattan, dalla Belle Epoque al
terzo millennio: inseguito per anni da una
donna attraverso due guerre e gli abissi del
nazismo. È il viaggio di un quadro. Olio su
tela, argento e oro, datato 1907. Il titolo
è «Adele Bloch-Bauer I», capolavoro di Gustav
Klimt, oggi è custodito nel cuore degli
Stati Uniti: la «Neue Galerie» il museo
d’arte tedesca sulla quinta strada. Ma chi
era la modella?
.Adamo chi è Adele Bloch Bauer?
Senza ombra
di dubbio la musa di Gustav Klimt.
Solo musa?
Direi amica, amante e mecenate, la femme fatale che fece perdere
la testa a Klimt. Protagonista dei suoi quadri più famosi, da
Giuditta alla Goldene Adele, ad Adele Bloch-Bauer II.
Chi era?
Apparteneva ad una famiglia ebraica
molto benestante. Suo padre Moritz Bauer era direttore Banca di
Vienna e presidente delle Ferrovie orientali. Suo fratello Eugen
era direttore generale della Associazione azionaria delle
miniere della Boemia occidentale.
E lei?
Adele crebbe in questa famiglia molto agiata e famosa
all’epoca. Lei era una persona colta e sofisticata con
particolari interessi nell'ambito delle letterature straniere
(conosceva perfettamente l'inglese e il francese) e una spiccata
predilezione per l'arte.
Ancora più ricca dopo
il matrimonio…
E già… Il suo matrimonio con il
figlio del barone Bloch, uno dei più importanti produttori di
zucchero del mondo, consacrò la sua posizione sociale. Viveva a
Vienna in una sfarzosa casa di Elisabethstrasse, luogo di
ritrovo per intellettuali, scrittori, compositori e artisti.
Adele Bloch-Bauer era l’anima di un salotto nel quale fra gli
ospiti capitava di incontrare Gustav Mahler e Richard Strauss e
lei fu molto di più che la semplice padrona di casa che
accoglieva e metteva a proprio agio ogni illustre personalità.
E’ la Vienna a cavallo dei due secoli…
La Vienna dove convivevano Freud, Wittgenstein, Musil e
ovviamente Gustav Klimt.
Come conobbe Gustav
Klimt?
L’incontro fra i due avvenne in uno di questi
ricevimenti, tramite i quali Adele cercava di portare quella
ventata di novità culturale che non sempre i salotti viennesi di
fine Ottocento avevano voglia di accettare.
A
quanto pare il suo merito fu quello di anticipare i tempi…
Esatto, si rese conto che i tempi erano abbastanza maturi perché
una parte della società viennese recepisse quelle novità
culturali che stavano cambiando l’Europa.
Rischiando di essere una donna incompresa…
Esatto,
sua nipote la definiva addirittura una donna infelice. Avrebbe
voluto frequentare l’università inaccessibile alle donne del
tempo. Era una idealista atea, ma dalle idee molto chiare.
Soffriva il ruolo dato alle donne senza diritto di voto in
quella società.
Hai detto infelice?
Era molto critica verso se stessa, una donna di oggi in un mondo
di ieri. Fumatrice accanita, era sempre sofferente di emicrania
e tremendamente fragile. Sicuramente una donna complessa,
continuamente alla ricerca di emozioni e sollecitazioni
intellettuali.
Torniamo a Klimt?
Klimt fu catturato dal suo fascino. Sappiamo che molte modelle
costellarono la sua vita intima e privata, ma solo lei venne
rappresentata chiaramente per ben tre volte.
Comunque fu una simpatia reciproca…
Ad Adele permise
di aprirsi a quel rinnovamento culturale che il grande pittore
viennese stava cercando di portare nella capitale asburgica. Con
l’appoggio finanziario del marito decise di sostenerlo
incondizionatamente.
Ok ma mi sfugge il motivo
per il quale Klimt chiese ad Adele di posare…
Non
andò esattamente così. Fu il marito di Adele, Ferdinand
Bloch-Bauer a commissionare un ritratto della consorte. E venne
fuori un capolavoro: Ritratto di Adele Bloch-Bauer I. In quella
tela la figura della donna si staglia su una sorta di prato
dorato e finemente cesellato di tasselli colorati. Una fitta
decorazione a foglia d’oro avvolge e ricopre tutto il suo corpo.
In mezzo a tanta preziosità spicca il volto, che riassume
l'ambiguo contrasto tra erotismo e caducità della vita, comune
ai migliori ritratti di Klimt.
Per realizzare l’opera, Klimt
impiegò quasi 3 anni.
Fu l’occasione di una
conoscenza più intima, immagino…
E già… Certamente
il pittore aveva le sue abituali modelle, ma Adele era diversa,
una donna che inseguiva la sua indipendenza, anche sessuale. La
musa delle muse che riassumeva in sé tutte le peculiarità che
Klimt desiderava in una donna e quindi in una modella.
Quindi musa, amante e complice…
Adele era
davvero "illuminata", una donna volitiva e coraggiosa, la cui
forza erotica era innanzitutto l'intelligenza. Klimt la dipinse
in altri quadri tra i quali le due versioni della “Giuditta I”,
entrambi del 1901, nei quali la provocante e bellissima
Giuditta, ci fissa dall'alto con i suoi occhi obliqui appena
aperti, le labbra dischiuse e dal passo biblico tiene in mano la
testa del decapitato Oloferne, diventando l’eroina che libera
gli ebrei.
Un’amicizia lunga dodici anni…
Direi di più di amicizia. Il mondo culturale di allora girava
intorno alla corte dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo
stretto nella maglia di istanze conservatrici. Ecco, il loro
connubio scardina questa rete perché guarda al di là del proprio
tempo, recependo tematiche europee, ma non certo austriache.
Che fine fecero i ritratti di Adele?
Adele morì nel 1925 di meningite e i suoi quadri furono
conservati dalla famiglia, compresi i ritratti dipinti da Klimt.
Durante la Seconda Guerra Mondiale i nazisti fecero razzia di
molti patrimoni delle famiglie ebree. Il marito di Adele rimasto
vedovo dovette fuggire in Svizzera. Nel suo testamento del 1945,
Bloch-Bauer designò il suo patrimonio alla nipote Maria Altmann.
E i quadri?
Molti quadri di
quell’immenso patrimonio artistico, furono trafugati o
distrutti. Quelli di Klimt però, essendo apprezzati dal
governatore nazista dell’Austria, furono esposti e tenuti a
Vienna. Alla fine della guerra però non furono restituiti agli
eredi Bloch-Bauer, ovvero Maria Altmann, la quale nel frattempo
si era trasferita in California acquisendo la cittadinanza
americana.
Tornare in possesso di quelli immenso
patrimonio risulterà più complicato del previsto immagino…
Per raggiungere l’obbiettivo e tornare in possesso dei quadri la
nipote dovette citare in giudizio addirittura lo stato austriaco
davanti a una corte della California. Finalmente, nel 2006, al
termine di una lunga battaglia, ottenne la restituzione di
cinque Klimt.
Tra questi c’era il famoso Ritratto
di Adele Bloch-Bauer I vero?
Sì, pensa che nel 2006
fu venduto Ronald Lauder per 135 milioni di dollari e mantenne
per quattro mesi il primato di dipinto più costoso del mondo.
Come richiesto da Maria Altman il ritratto venne esposto in
mostra permanente nella Neue Galerie di New York di Lauder (il
museo dell’arte tedesca e austriaca di New York al 1048 della
Quinta Strada)... .. |
ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
hhttps://it.wikipedia.org/wiki/
http://cultura.biografieonline.it/adele-bloch-bauer-klimt/
http://artesplorando.blogspot.it/2015/03/
http://www.lagiostra.biz/node/487 Mario Porqueddu
http://www.corriere.it/cultura/11
FOTO GOOGLE IMAGE
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