|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
GIALLO PASSIONE
AMARSI? CHE CASINO!
Henri de
Toulouse-Lautrec
LE RAGAZZE DELLE MAISONS CLOSES
Dal bordello alla tela
Ecco le
ragazze delle Maisons Closes ritratte da
Toulouse Lautrec nei bordelli incorniciati
nelle tele dell’impressionismo. Ed ecco lui
rampollo di una aristocratica famiglia
provinciale, era nato nel sud della Francia, ma
una volta a Parigi, rimane affascinato da
quelle lucciole notturne e si dedica con
anima e corpo a quelle scene di vita: al Moulin
Rouge, nei locali, nei teatri e soprattutto nei
bordelli
.A differenza dei sui contemporanei racconta le sue ragazze non
solo durante il lavoro, ma anche nei loro momenti più privati,
nei momenti di intimità domestica, di vita “normale”. Ed ecco
allora le ragazze sorprese intente alla loro toletta, perché la
prostituta, la cantante, la ballerina non sono lavori comuni, ma
vere e proprie missioni, sacerdotesse dell’arte, messaggere di
una fede primordiale, insomma un qualcosa di innato a
prescindere dal mestiere.
Ed eccole qui le maisons
closes, tra le quali quella di Rue des Molins dove il grande
artista trascorre la maggior parte della sua giornata. Al di là
del voyeurismo o dell’approccio erotico, osserva le sue ragazze
con quello spirito aristocratico e liberale e le descrive prive
della loro civetteria come spiate, denudate e sorprese tramite
il buco della serratura, ma senza pregiudizio morale, senza
giudicare, senza la pretesa di rimettere in discussione le loro
scelte di vita.
Le accetta così come sono, come accetta
i bordelli, normali luoghi di piacere come del resto il teatro,
le sale da ballo o i caffè concerto. Lui si limita a ritrarle
nella cruda realtà della vita quotidiana, senza eccessi e senza
decori, a volte troppo grasse, altre troppo magre, talvolta
segnate dalla sifilide, quasi sempre sciatte a gambe spalancate.
Ecco le ragazze delle MAISONS CLOSES, che si erano riversate a
migliaia nella Parigi di fine Ottocento, sicure di inseguire un
sogno, ma scoprono la crudeltà della vita e non possono certo
sopravvivere con i miseri guadagni da lavandaia o fioraia o
venditrice di pesce al mercato di Montmartre. E allora eccole di
notte che affollano le strade poco illuminate dai lampioni a
gas, sedute ai tavolini dei caffè all’aperto o in piedi nei
crocevia che ostentano la loro merce. Ed eccole che mostrano un
fiore tra i capelli, un trucco carico di nero e rabberciato, le
calze nere che si fermano sopra il ginocchio mentre sollevano
impercettibilmente la gonna per mostrare gli stivaletti
abbottonati, simboli del mestiere.
Questo è il clima in
cui è immersa Parigi ed è esattamente ciò che Henri de
Toulouse-Lautrec rappresenta nelle sue opere. Vale a dire
un’epoca, il centro dell’intrattenimento decadente per
eccellenza, l’anima notturna che si accende col rosso delle luci
del Moulin Rouge, luogo di spettacoli, danze e serate folli. È
il tempo del Can-can, delle spaccate, delle gambe sollevate per
mostrare le sottogonne. È il tempo dei café-concert. E Toulouse
è lì, presente come un giornalista, vigile come un reporter che
descrive e raffigura sulle locandine le grandi artiste che si
esibiscono su quel mitico palcoscenico. Appunto il Moulin Rouge…
ed eccola qui Louise Weber detta la Goulue (la Golosa),
inventrice delle famose mosse del Can-can. Un’alsaziana che
manda in delirio le folle per la sguaiata sensualità e per il
contrasto con il quale si muove voluttuosa e morbida in passi da
ballo con il suo cavaliere preferito, Taques Renaudin, un
commerciante di vini, scheletrico e snodato, a cui era stato
dato il significativo nome d’arte “Valentin le Désossé”.
Ed
eccola qui Jane Avril, una delle più famose ballerine del Moulin
Rouge. Lautrec sembra cogliere tutti i suoi ammiccamenti,
l’intreccio degli sguardi, le cene rubate, i tanti regali, i
mazzi di rose rosse e le promesse di appuntamento concesse a
grappoli ai cavalieri più ricchi e generosi.
Niente a che
vedere con le zuccherose ed adolescenti ballerine di Degas, qui
si balla il Can Can, così sensuale che la musica pare esca fuori
dalla tela e la bella di turno ammicca, seduta su un divano o in
piedi sul palcoscenico.
La “Guide de plaisir à Paris” del
1898 le descrive come “una moltitudine di ragazze la cui agilità
fisica nell’eseguire le spaccate promette altrettanta elasticità
morale”.
E le cocotte sono importanti per la società,
ritenute necessarie per consentire all'irrefrenabile lussuria
maschile una sfogo fuori casa, e sono importanti per Toulouse,
che malato, storpio e zoppo sente addosso la brevità della vita.
E allora le vive come un proprio riscatto, quasi una redenzione,
di fretta allo scoccare del nuovo secolo, rappresentando quel
mondo, intensamente anche di notte, vagando fra case chiuse, i
circhi e i caffè concerto.
E nella notte cerca quelle donne,
le stesse che mai avrebbe potuto possedere, sposare, amare o
farci dei figli e allora le fa sue, tutte insieme o ad una ad
una, nell’unico modo per cui il destino lo renderà immortale,
semplicemente dipingendole.
.. .. |
ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.fabbridanilo.it/Lautrec.html
http://www.repubblica.it/
http://www.uninfonews.it
http://www.musee-orsay.fr/it/collezioni/
FOTO GOOGLE IMAGE
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|