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CINEMA PASSIONE
 
“Anche nella tua isola c’è rumore… le onde, i gabbiani. E il silenzio? Il silenzio fa rumore.”

La cagna
MARCO FERRERI
"Quando Liza si rende conto che Giorgio preferisce trascorrere il proprio tempo con il fedele Melampo piuttosto che con lei, spinta dalla gelosia, decide di sostituire il cane uccidendolo e quindi di interpretare il ruolo della "cagna". La cagna (Liza) è un film di Marco Ferreri del 1972, di produzione italo-francese.


 
Adamo mi parli del film La Cagna?
La Cagna è una pellicola del 1972 diretta da Marco Ferreri, tratto dalla novella Melampus di Ennio Flaiano, interpretato da Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve. È il primo dei "film francesi" di Ferreri. Dirigerà nuovamente la coppia Mastroianni-Deneuve due anni dopo in Non toccare la donna bianca.

Chi sono i protagonisti?
Liza interpretata da Catherine Deneuve e Giorgio interpretato da Marcello Mastroianni. Giorgio è un artista di mezz’età disegnatore di fumetti con velleità vagamente maoiste, ha abbandonato a Parigi moglie e due figli ormai grandi, e si è ritirato in un isoletta disabitata del Mediterraneo. Qui vive in completa solitudine con l'unica compagnia del cane Melampo, unico paziente ascoltatore dei suoi vaniloqui.

Che fa?
Vive con la natura, pescando, passeggiando, raccogliendo tutto quello che gli porta il mare e disegnando fumetti.

Quando incontra Liza?
Un giorno vicino alla spiaggia si ferma una barca a vela da cui sbarca la bionda Liza la quale, dopo l'ennesima lite con il compagno Ludwig, si fa abbandonare sull'isola. Giorgio è costretto suo malgrado ad ospitare l'intrusa e, dopo aver trascorso insieme la notte, il giorno dopo la riaccompagna sulla terraferma.

Ma Liza non vuole…
No, è affascinata da quell’eremita, ma lo strano idillio è di breve durata, perché Giorgio è costretto a rientrare a Parigi, dalla famiglia che ha abbandonato, quando il figlio adolescente lo informa di un tentato suicidio della madre. Nel lasciare l'isola, Giorgio chiede a Liza di aspettarlo promettendole di tornare presto. Rientrato nella civiltà, Giorgio ritrova la vita borghese da cui era fuggito, ma la "cagna" ha seguito il "padrone" e lo spinge a ritornare con lei sull'isola dove possono vivere il loro rapporto esclusivo.

Poi?
Quando però Liza si rende conto che Giorgio preferisce trascorrere il proprio tempo con il fedele Melampo piuttosto che con lei, spinta dalla gelosia, provoca crudelmente la morte del cane…

Ovvero?
Lo fa nuotare fino a farlo annegare per la fatica. A quel punto decide di sostituire il cane e quindi di interpretare il ruolo della "cagna", per ottenere tutta l'attenzione dell'uomo, il quale, a quel punto, sembra accettare di buon grado quel gioco delle parti di dominio e sottomissione.

Come finisce?
Un giorno il mare si porta via il gommone, l'unico mezzo per raggiungere la terraferma, e si ritrovano completamente isolati dal mondo. Rimasti senza viveri e incapaci di sostentarsi con la sola pesca, si riducono presto alla fame e tentano di abbandonare l'isola.

Detta così mi sembra di vedere il tema del fallimento dell’uomo moderno, del rapporto di coppia e dei meccanismi che lo regolano.
Il regista milanese ha dedicato diverse opere al tema. Anche La cagna, non sfugge a quel velato nichilismo che lo porta ad analizzare la profonda solitudine umana e lo sbando di tutte le certezze dell’uomo moderno.

Da qui la fuga in un’isola deserta…
Esatto un luogo dove l’uomo possa essere ancora tale senza gli inutili orpelli che la società rende quasi obbligatori. Ma è appunto un’utopia, un sogno irrealizzabile con i suoi goffi tentativi di realizzare appunto l’utopia e i continui ribaltamenti tra uomo e donna, schiavo e padrona che stanno a significare la vana ricerca di un nuovo equilibrio.

La genesi di questo film?
Direi piuttosto tormentata. Ennio Flaiano nel 1966 scrisse una sceneggiatura che depositò con il titolo di About a Woman e parlava di uno scrittore italiano residente a New York in crisi di creatività. La presenza di una donna bella e sofisticata rianimerà la sua vena la quale nel tentativo di rendere i rapporti più semplici e spontanei si trasformerà in cagna.

Voleva debuttare alla regia vero?
Esatto, scelse come protagonisti Marcello Mastroianni e Faye Dunaway, ma lei risultò indisponibile per altri impegni per cui in seconda battuta fu chiamata la Deneuve. Purtroppo il progetto si interruppe a causa di un attacco cardiaco che costrinse Flaiano a rinunciare alla regia.

… ma decise di pubblicare una versione romanzata della sceneggiatura…
Nel 1970 tramite l’editore Rizzoli pubblicò Melampo. Il raccontò subì cambiamenti significativi per cui non fu una semplice trasposizione letteraria.

Il progetto del film riprese?
Per la regia si decise di coinvolgere Roman Polansky, purtroppo in quel periodo il regista polacco era impegnato nel film Macbeth. La svolta decisiva avvenne quando Mastroianni propose il nome di Marco Ferreri.

Quindi partirono le riprese?
L’assunzione alla regia da parte di Ferreri comportò cambiamenti rilevanti. Anzitutto il nuovo regista non utilizzò la sceneggiatura di Flaiano, ma un lontano richiamo al romanzo. Del resto, viste la differenze tra i due, il regista non avrebbe mai tradotto fedelmente in immagini la storia come l’aveva immaginata lo sceneggiatore.

Quali furono i cambiamenti più significativi?
Diciamo che ambientò la storia, anziché in una grande metropoli come New York, in un’astratta isola mediterranea. Le riprese furono fatte sulle piccole isole disabitate di Cavallo e di Lavezzi, molto più adatte per descrivere la crisi dell’intellettuale. Rispetto a Melampo, La cagna è un film molto più amaro, dissacrante ed esistenziale secondo la concezione tipica di regista.

E il personaggio di Liza subì cambiamenti?
Altro che… in entrambi i casi Liza desidera fuggire da un mondo di false apparenze, ma in Melampo esprime la liberazione attraverso una vitalità animale, mentre ne La cagna vi sono aspetti di profonda trasgressione e addirittura di compiacimento per lo stato di completa sottomissione.

Cosa disse Flaiano quando vide il film?
Lo vide alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia e ovviamente non riconobbe il proprio romanzo. Disse: “Sono stato a vedere un film tratto da un mio racconto e non l’ho riconosciuto!”

Molti critici lo ha giudicato sfilacciato… ridotto a tante brevi sequenze, come fossero appunti, tracce di scrittura.
Beh qui ti faccio rispondere direttamente da Marco Ferreri: “Il film è un concatenarsi di momenti di cui uno tira l’altro. Io perlomeno non posso determinare un film in partenza come sarà. Questo vien mano a mano che il film si sviluppa.” Non ha tutti i torti il film ha una narrazione circolare mentre il romanzo è più lineare.

Conclusioni?
E’ un’opera certamente originale, inconfondibilmente con il marchio d’autore di Marco Ferreri, quindi a mio parere da vedere. Ma ti anticipo: Non ha un lieto fine… I due protagonisti resteranno aggrappati al loro sogno di un’altra fuga, su un’altra isola, verso un’altra libertà.






 





ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
FONTI
.http://www.davinotti.com/index.php?f=13472
http://www.rubbettinopills.it/il-68-nel-cinema-di-ferreri/#
https://it.wikipedia.org/wiki/La_cagna_(film_1972)
https://bmoviezone.wordpress.com/2012/04/29/la-cagna-1972/
http://www.bizzarrocinema.it/component/option,com_jmovies/task,detail/id,402/















 
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