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GIALLO PASSIONE
AMARSI? CHE CASINO!
VERLAINE
RIMBAUD
POETI ALL’INFERNO
(Jean
Nicolas Arthur Rimbaud (Charleville, 20 ottobre
1854 – Marsiglia, 10 novembre 1891) Paul Marie
Verlaine (Metz, 30 marzo 1844 – Parigi, 8
gennaio 1896)
. Adamo, ma cosa successe tra Paul
Verlaine e Arthur Rimbaud? Parlando di
Giallo Passione immagino che ti riferisca all’episodio
della pistola vero?
Esatto!
Verlaine, al tempo ha 29 anni. Dopo aver deciso di porre
fine alla storia di due anni col giovanissimo amico, per
cui aveva abbandonato la moglie e un figlio compra a
Bruxelles il revolver all’armeria Montigny, nella
galleria Saint-Hubert per 23 franchi. E’ la mattina del
10 luglio 1873.
E cosa fa?
Dopo aver comprato la Lefaucheux, a sei colpi calibro 7,
alle due del pomeriggio si reca a piedi all’hôtel de la
Ville de Courtrai dove alloggia insieme al compagno.
Immagino sia fuori di sé… Ti
riporto la deposizione di Arthur Rimbaud al giudice:
«Era di nuovo in stato di ubriachezza, mi mostrò una
pistola che aveva comperato, e quando gli chiesi cosa
intendesse fare, rispose scherzando: È per te, per me,
per tutti!»
Oddio, aspetta, cominciamo
daccapo… Parlami dei due… Beh Verlaine ha
una personalità molto particolare… Nasce dopo tre
aborti, i tre feti dei fratelli mai nati sono conservati
in casa in boccali di vetro esposti in salotto, almeno
finché Paul, completamente sbronzo, non li fracassa a
colpi di bastone.
Si parla di un genio
distrutto dall’alcool e dalle droghe. E già,
è prigioniero dell’alcol e soprattutto dell’assenzio,
una specie di eroina del secolo seguente. Inizia a bere
per sfuggire alla noia della sua prima vita da
funzionario. Si ricordano interminabili ore passate al
Café du rat mort, a Pigalle, che in realtà non si chiama
così, ma fu ribattezzato quando un avventore chiese,
dall’odore che esalava della sala al primo piano, se
c’erano dei topi morti.
Poi si sposa…
Ma non è un buon vivere. Picchia la moglie Mathilde che
ha sposato senza amarla. Il 9 maggio 1872, ubriaco come
al solito, cerca di darle fuoco e poi di pugnalarla.
Che mi dici di Rimbaud? Lui è un
ragazzo benestante, il padre Frédéric è un capitano
dell'esercito decorato con la Legion d'onore mentre la
madre Marie Catherine Vitalie Cuif è figlia di
proprietari terrieri di Roche, villaggio nei pressi di
Attigny.
Quindi l’incontro con Rimbaud
per Paul Verlaine è una specie di salvezza?
Sarà il suo grande amore, ma la relazione è tempestosa
da subito. Rimbaud arriva a pugnalare Verlaine: cinque
coltellate, tre in una coscia e due sulle mani. Con lui
Verlaine si mangia l’eredità di una zia, 30 mila franchi
d’oro.
Come si sono conosciuti i due?
Il giovanissimo Rimbaud invia delle liriche al già
famoso Verlaine. Quest’ultimo, incantato da quei versi
così inconsueti ed assoluti, inizia una fitta
corrispondenza col giovane fino a quando esprime il
desiderio di incontrarlo invitandolo a Parigi.
L’incontro tra i due si rivela fatale e drammatico.
Fu amore a prima vista? Verlaine
è immediatamente travolto dal giovane dagli occhi
azzurri, “Così indicibilmente puri da non sembrare di
questa terra!” Così innamorato che diventa succube da
subito del giovane il quale lo porterà dal paradiso
all’inferno e dall’inferno al paradiso in un vortice di
passione e sesso.
Ma noi sappiamo che
Verlaine è sposato… Infatti… porta Rimbaud
nella sua casa e inizia un drammatico menage a trois,
tra liti furibonde, rappacificazioni e rari momenti di
bonaccia. Un inferno domestico che si spezza quando
Rimbaud lo convince ad abbandonare frettolosamente la
giovane moglie e il figlio appena nato ed iniziare una
lunga peregrinazione attraverso l’Europa. Ma la
situazione non migliora…
Torniamo
all’episodio della pistola. I due sono nella stanza
d’albergo. Poi cosa accade? La storia è
controversa, sembra che i due escano dall’albergo.
Prendono un aperitivo e poi vanno a cena. Nel locale
l’assenzio, la «fée verte», la fata verde che dà
l’ebbrezza e brucia il cervello, cola a fiumi. Tornati
in albergo, Verlaine continua a bere, poi chiude la
porta a chiave e, in preda alla rabbia, sovreccitato e
pieno di vino e di rancore afferra la pistola e dice a
Rimbaud: “Tieni piglia, così impari a voler partire!”
Immediatamente dopo gli esplode due colpi contro. Un
proiettile colpisce il giovane a un polso, mentre
l’altro centra il muro e rimbalza nel camino.
Perché tanta violenza nei confronti del suo
amico? La storia parla di gelosie e di un
attaccamento morboso. A Londra Verlaine, forse stanco
dei tradimenti di Rimbaud, abbandona tutto d'un tratto
il giovane, affermando o forse minacciandolo di voler
tornare dalla moglie, deciso, se ella non lo
riaccettasse, a spararsi. Parte e si rifugia in
quell’albergo a Bruxelles. Rimbaud, non si sa bene come,
lo raggiunge, persuaso che Verlaine non avrebbe avuto il
coraggio di mettere fine ai suoi giorni.
Quindi? A Bruxelles come detto sono giorni
disperati. Si racconta di risse alcoliche, di promesse
aleatorie, accapigliamenti e riconciliazioni.
Oltre alla gelosia cos’è che non funziona tra i
due? Sicuramente la differenza di età,
infatti Rimbaud sogna di partire e desidera arruolarsi
nell’esercito seguendo le orme del padre, mentre
Verlaine, scisso tra la volontà di tornare da sua moglie
e la passione per il giovane poeta diciannovenne, medita
il suicidio e l’omicidio.
Dopo lo sparo
cosa accade? Verlaine porta l’amico in
ospedale. Rimbaud è leggermente ferito all’avambraccio
sinistro, si fa medicare e racconta una storia
qualsiasi. Potrebbe finire tutto lì.
Invece? Usciti dall’ospedale Rimbaud
ostinato dice all’amico che l’episodio non gli ha fatto
cambiare idea. Quindi vuole partire per Parigi
ovviamente da solo. Sulla strada della stazione,
Verlaine lo minaccia ancora, mostra la sua sette
millimetri. Arthur si spaventa e scappa. Verlaine
l’insegue. Finché Rimbaud si rivolge a un poliziotto,
che li arresta tutti e due. Al commissariato, Rimbaud
racconta tutta la vicenda.
Come va a
finire? A seguito di quell’episodio Verlaine
viene arrestato e condannato a due anni di prigione e
200 franchi d’ammenda per il reato di sodomia. Resterà
in prigione fino al 16 gennaio 1875, prima ai Petits
Carmes di Bruxelles e poi nel carcere di Mons, cella
numero 1. Durante quei due anni si converte al
cattolicesimo e scrive 32 poemi d’ispirazione mistica.
Reato di sodomia??? Al
giudice importa poco la scaramuccia tra i due,
evidentemente cosa da niente per gli standard del tempo.
Vuole solo inchiodare il poeta come fornicatore e
umiliarlo davanti alla opinione pubblica.
Come? Ad esempio non smette di
ricordare che Verlaine è molto più grande dell’amico,
che è un uomo sposato con un figlio e poi per infierire
sul poeta legge ad alta voce il referto medico della
visita corporale dove si riscontrano tracce di abitudine
pederastica. Descrivendo dettagliatamente: “L’ano del
poeta che si lascia dilatare assai facilmente attraverso
uno scarto moderato delle natiche a una profondità di un
pollice.”
Dopo quell’episodio si sono più
rincontrati i due? Si incroceranno una sola
volta, e sarà ancora amore, sebbene fugace. Verlaine
sprofonderà nell'assenzio e in un’esistenza da barbone
per le vie di Parigi prima di riemergere come gloria
della letteratura francese. Rimbaud invece partirà per
viaggi leggendari che, alla fine, lo condurranno in
Africa e alla morte prematura a 37 anni tra atroci
sofferenze con una gamba amputata devastata dal cancro.
. |
ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.culturagay.it http://www.dagospia.com
http://www.lastampa.it http://www.ilgiornale.it
http://www.queerblog.it https://it.wikipedia.org IMAGE GOOGLE
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