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MUSICA PASSIONE
 

Via del Campo
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori
(Fabrizio De André, 1967)



 
.Adamo mi parli di Via del Campo di Fabrizio De André?
Per conoscere bene la canzone occorre fare una premessa, Via del Campo è una strada lastricata che si trova nel centro storico di Genova, la città di origine del grande Fabrizio. Fa parte di quella sorta di enclave che caratterizza la parte antica della città. De André in gioventù spesso percorreva quella strada per recarsi in un negozio di dischi molto frequentato al tempo dai giovani del posto.

Perché Fabrizio De André dedica una canzone proprio a questa strada?
Sicuramente ne rimane colpito visto che la strada incrocia i famosi caruggi, un dedalo di vicoli stretti che si dipanano nel centro storico da Sottoripa. Ebbene fino al 1958, prima che entrasse in vigore la Legge Merlin, nei caruggi genovesi avevano sede le più popolari e frequentate case di tolleranza che spesso mutuavano il nome dal luogo in cui erano ubicate.

Ah capisco…
Oggi ha perso il suo antico fascino peccaminoso, ma al tempo era una zona malfamata e degradata, popolata da una “fauna” umana di reietti e sfortunati dedita al contrabbando, alla prostituzione e ad attività illegali.

Per questo motivo ne era rimasto colpito?
Fabrizio è sicuramente uno tra i cantautori più amati dal pubblico e uno dei più raffinati. Il suo stile di scrittura lo rende più vicino alla figura del cantastorie e di frequente ha cantato i diversi e gli emarginati innalzandoli a protagonisti delle sue canzoni in quanto più vicini alla purezza, perché al di fuori dall'ipocrisia e dalle regole del buon costume.

Veniamo al brano?
Sicuramente Via del Campo è senz’altro una delle canzoni più note e amate del cantautore genovese. Il testo è di Fabrizio De André e la canzone è stata pubblicata nel 1967 nell'album Volume I. Per quanto riguarda la musica ci sono delle discordanze. In effetti la musica proviene dal brano di Enzo Jannacci “Mia morosa la va alla fonte” del 1965. De André rimase molto colpito da quel brano, ma ha sempre sostenuto che la melodia di Via del Campo risalisse ad una ballata del XV secolo riscoperta da Dario Fo.

Finita qui la querelle?
Assolutamente no, sono andati avanti per un po’ con minacce di battaglie legali e quant’altro poi però, da gran signori, risolsero la questione con un abbraccio e una firma: testo Fabrizio De André, musica Enzo Jannacci.

Di cosa tratta la canzone?
In Via del Campo De André racconta con delle autentiche pennellate di autore la storia di tre prostitute, che paradossalmente, invece di essere espressioni del vizio, della perdizione e della volgarità, vengono presentate come se fossero angeli, graziose bambine innocenti che si innalzano fino in paradiso dal pattume in cui vivono, anzi è proprio quel pattume che le rende angeliche. Tanto che un uomo, o meglio un cliente, forse scambiando la tenerezza di quei fugaci incontri clandestini per amore, chiede invano ad una di loro di sposarlo. Il contrasto è espresso con infinita poesia e delicatezza.

Come inizia la storia?
“Via del campo c'è una graziosa, gli occhi grandi color di foglia, tutta notte sta sulla soglia, vende a tutti la stessa rosa…” Vedi? Descrive la prostituta con parole nobili, i termini usati richiamano il candore e la purezza. In un certo senso la sublima tanto che lei non vende il suo corpo materialisticamente, ma dona ai clienti la parte più preziosa e delicata di sé stessa, ovvero la rosa.
“Via del campo c'è una bambina, con le labbra color rugiada, gli occhi grigi come la strada, nascon fiori dove cammina…” Continua con le sue metafore, garbate e leggere, idealizza la bellezza e quasi la beatifica dandole una speranza: la bambina fa nascere i fiori dove cammina, proprio perché ha ancora un futuro.
“Via del campo c'è una puttana, gli occhi grandi color di foglia, se di amarla ti vien la voglia, basta prenderla per la mano…” Ed ecco il contrasto, accanto alla bambina, alla graziosa, c’è una prostituta di professione, rappresenta il presente disponibile, facile da amare (se di amarla ti vien la voglia, basta prenderla per la mano) e costretta dalla vita a non negarsi a nessuno.

E poi?
“E ti sembra di andare lontano, lei ti guarda con un sorriso, non credevi che il paradiso, fosse solo lì al primo piano…” Ribadisce il concetto della semplicità e della facilità e come spesso gli capita ribadisce il concetto del contrasto tra il posto degradato e il paradiso… fino a divinizzare l’amore mercenario.
“Via del campo ci va un illuso, a pregarla di maritare, a vederla salir le scale, fino a quando il balcone è chiuso…” L’illuso non si adegua a quella realtà, l’illuso non vive in quei posti e non assorbe quella cultura. L’illuso è uno che invano cerca di cambiare la natura di quella persona, della prostituta addirittura sposarla e per questo trova il balcone chiuso.

Come finisce?
“Ama e ridi se amor risponde, piangi forte se non ti sente, dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori…” I diamanti sono il simbolo della ricchezza, dei valori errati che questa società assegna e quindi non potrà mai nascere nulla o quanto meno non tutto ciò che è bello vale qualcosa e di contro simbolicamente, seguendo i suoi contrasti, ci parla del letame da cui nascono i fiori e quindi solo dalla miseria e dalle sofferenze della vita, potrà nascere qualcosa di migliore.

E se i diamanti fossero i ricchi e il letame i poveri
Sarebbe più banalizzato come concetto, ma fortemente significativo: da una parte non nasce niente, c’è vuoto ed insensatezza, dall’altra invece i fiori, ovvero gli stessi poveri, pieni di umanità e passione, cui la giovane prostituta appartiene.

Al di là di tutto ci vuole coraggio a descrivere, anche se in forma poetica, un cliente che cerca una prostituta…
Beh tieni conto che la canzone è scritta in giovane età dall’autore per cui, in quella bellezza di vite indisciplinate, di letame, di vino e di fumo, diventa una specie di "Educazione sentimentale" che dà forma e corpo a fantasie proibite fino a scoprire che la graziosa dagli occhi grandi di foglia dona la sua rosa ed il paradiso è a portata di mano, addirittura sopra una rampa di scale. Comunque hai ragione ci vuole coraggio, ma De Andre’ descrive la scena in maniera così naturale che non sembra affatto che il cliente, passando in rassegna le signorine, faccia qualcosa di sbagliato o si senta in colpa nel frequentare questa fauna.

Conclusioni?
Via del campo si può definire una preghiera verso la religione dell'umanità, una poesia contro l'ipocrisia che ci circonda. Unisce sensibilità, poesia e semplicità, come poche altre canzoni sono riuscite a fare. Tieni conto che mai per De André la prostituta è veramente colpevole; e in questo caso non si intravvede alcuna condanna del cliente ovvero di chi si approfitta di questa situazione. Descrive il gesto in maniera poetica “prendendola per la mano” ma non c’è condanna come invece accade nel brano “La Città Vecchia” quando il "vecchio professore", ovvero il cliente, definisce la prostituta "pubblica moglie" di giorno, ma cercandola spasmodicamente di notte. Ma questa è tutt’altra canzone…

Su Youtube ci sono varie versioni...
Beh io preferisco questa dal vivo: https://www.youtube.com/watch?v=n6SGXVdtE-U
https://www.youtube.com/watch?v=n6SGXVdtE-U






ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
FONTI
.http://www.bad-boy.it/2013/04/fabrizio-de-andre-via-del-campo-live-testo-e-interpretazione-del-testo/
https://it.wikipedia.org/wiki/Via_del_Campo
http://cosavuoldireunacanzone.blogspot.it/2012/08/fabrizio-de-andre-via-del-campo.html
http://tangoitalia.com/fabrizio_de_andre/via_del_campo.html
http://significatocanzone.it/via-del-campo-de-andre-significato-testo
http://amicofaber.blogspot.it/2010/01/via-del-campo.html
http://www.giuseppecirigliano.it/FDA/Via_del_campo.htm
Emiliano Liuzzi e Pasquale Rinaldis per "Il Fatto Quotidiano"
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/via-campo-plagio-querelle-jannacci-copione-64138.htm





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