|
|
|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
INTERVISTE IMPOSSIBILI
Amy Elizabeth
Thorpe
(detta Betty Pack)
A letto con la spia
(Minneapolis
22 novembre 1910 - 1 Dicembre 1963)
Non
c’era uomo che resistesse a Betty Pack e segreto
che lei non riuscisse ad estorcere. Di
famiglia benestante e alto-borghese era una
classica bellezza americana dagli occhi
di smeraldo, una donna spregiudicata, ninfomane,
che mise il suo talento e la sua avvenenza
al servizio della Gran Bretagna. Una sorta
di James Bond al femminile che ha contribuito a
contrastare il nazismo nel corso della
Seconda Guerra Mondiale e fece una guerra senza
sosta contro i nazisti e i loro alleati.
Usava il letto
come Bond usava la Beretta, ma ripeteva spesso:
“Un amante alla volta!” Come se nella sua
innata spregiudicatezza ci fosse una sorta
di morale personale anche se poi non si poneva
limiti. Era piena di fascino e piena di
musica, musica fortemente erotica, inquietante,
stregata e inarrivabile come quella di un
Mozart mescolata a un tango argentino e a una
samba cubana. Per la sua attività era capace
di assumere diversi aspetti che spaziavano
dall’augusta solennità di un’imperatrice
all’eroina romantica della letteratura ottocentesca,
una moderna Contessa di Castiglione che
sacrificava la propria bellezza all’amor
patrio, al gusto dell’intrigo e al piacere
sessuale.
|
|
Madame le sue origini?
Sono nata a Minneapolis, il
mio nome vero era Amy Elizabeth Thorpe. Grazie al lavoro di mio
padre, un ufficiale della marina degli Stati Uniti, frequentai i
circoli politici di Washington DC e già a 14 anni iniziai a
viaggiare molto tra Cuba, Florida e le Hawaii.
Dicono che volesse diventare una scrittrice…
Ero
appassionata di letteratura e già da bambina, a 11 anni scrissi
il mio primo romanzo, Fioretta, ambientato a Napoli, che non
avevo mai visitato ma solo immaginato.
La
descrivono come una ragazza molto intelligente…
Durante i viaggi con mio padre assorbivo idee e imparavo le
lingue in fretta. Ben presto diventai una presenza fissa del bel
mondo che ruotava attorno alla diplomazia internazionale.
Si parla anche di un'amicizia con un italiano.
Nel 1940 avviai una amicizia intima con un ammiraglio
italiano, un ufficiale navale di stanza a Washington.
Secondo una recente ricostruzione lei sedusse
l’ammiraglio con il nome in codice di Cynthia…
La
mia attività era di reperire informazioni per cui mi feci
consegnare i cifrari della Regia Marina italiana. Questi cifrari
si sarebbero rivelati poi utili per ottenere informazioni in
vista della battaglia di Capo Matapan. Lui mi confidò alcuni
dettagli che contribuirono al sabotaggio dei mercantili italiani
bloccati nei porti statunitensi.
Lei era sposata
vero?
A 19 rimasi incinta e non sapevo chi fosse il
padre, quindi, per evitare lo scandalo, sposai Arthur Pack,
diplomatico inglese con il doppio dei miei anni.
Bella intelligente e cittadina britannica…
Nel marzo del 1938 io e mio marito fummo spediti in Polonia. A
Varsavia, divenni amica di intellettuali e scoprì le collusioni
con i nazisti. Hitler aveva già invaso l'Austria e grazie al mio
fascino, un diplomatico polacco mi rivelò i dettagli del piano
che avrebbero portato all’invasione della Cecoslovacchia e della
Polonia. Ebbi inoltre altri amanti ai quali spillai determinanti
informazioni, tipo il conte Michael Lubienski, che mi raccontò
delle negoziazioni con Hitler per evitare la guerra.
Scusi …. e suo marito?
Il lavoro mi portava
altrove… intrecciavo relazioni con diplomatici sposati e con
chiunque avesse un segreto da svelare. Il mio compito era
ottenere segreti strategici sulla Germania nazista, la Francia
di Vichy e l’Italia fascista. Riuscii inoltre a mettere le mani
sui codici segreti dell’ambasciata francese a Washington, che
servirono poi all’invasione alleata del Nord Africa.
Praticamente in cosa consisteva il suo lavoro?
Due volte a settimana, i miei dispacci arrivavano a
Londra. Trai i tanti segreti fornii i dettagli sul codice Enigma
che poi fu decriptato e rivelò i piani tedeschi nell’Atlantico.
Fui ancora io a scoprire che i matematici polacchi lavoravano in
segreto nella “Black Chamber”, e a spiegare come venisse usata
la macchina Enigma.
Cambiava spesso identità?
Oh sì, da donna d’alto bordo a giornalista, a
Washington ad esempio mi facevo chiamare “Cynthia”.
Finita la guerra cosa fece?
Mio marito
malato e depresso, si suicidò subito dopo la fine del conflitto.
Intrapresi una relazione con l’addetto stampa dell'ambasciata
francese, Charles Brousse. Lui si innamorò perdutamente di me e
divenne il mio secondo marito. Ci trasferimmo a Castellnou, nel
sud della Francia.
Cosa pensa della sua attività?
Non mi sono mai vergognata della mia attività, i miei
superiori mi hanno sempre detto che i risultati del mio lavoro
hanno salvato migliaia di vite inglesi e americane. Sono stata
coinvolta in situazioni in cui le cosiddette “donne
rispettabili” si sarebbero tirate indietro: ma il mio era un
impegno totale. Del resto le guerre non si vincono con metodi
rispettabili.
Visse in Francia fino alla
morte, avvenuta nel 1963, per un cancro alla gola.
Il suo
nome è destinato a tornare alla ribalta, complice l’uscita di
una biografia e di un film. Il libro scritto da Howard Blum per
HarperCollins, The Last Goodnight, vuole raccontare le
mirabolanti vicende di questa donna straordinaria. Imperdibile è
anche il libro Cynthia. La spia che cambiò il corso della
seconda guerra mondiale, un saggio breve, scritto con
accuratezza storica. Il suo Autore, Domenico Vecchioni,
diplomatico di carriera, nonché saggista e storico, ha avuto
l’indubbia capacità, di raccontare una spy story in maniera
piacevole e avvincente.
|
|
|
|