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INTERVISTE IMPOSSIBILI
Marguerite
Gautier
La signora delle
camelie
Il romanzo di Alexandre Dumas figlio, edito nel
1848 parla della difficile e infelice storia
d'amore tra Marguerite, la cortigiana più bella
di Parigi, e Armand Duval. La
vicenda ha ispirato numerose versioni teatrali e
cinematografiche, fra cui quelle del 1915,
del 1917, del 1934, del 1953 e del 2005. È
inoltre la base per l'opera romantica La
Traviata di Giuseppe Verdi.
La sua vita fu breve, ma intensa. Morì di
consunzione giovanissima all’apice della sua
fama e della sua bellezza. Marguerite è bella, è
magra dai lunghi capelli. La pelle è chiara
e gli occhi grandi hanno il taglio allungato.
Marguerite è giovane, piena di entusiasmo, di
linfa intelligente. Dumas descrisse le sue
apparenze in un’unica frase: “On voyait
qu’elle était encore à la virginité du vice”
(Si vedeva che era ancora alla virginità del
vizio).
Fuori impazza
il carnevale, la malattia, la tubercolosi, ma
lei accenna ad un canto, leggero suadente:
“Addio, del passato bei sogni ridenti”. La
voce è un filo friabile e caldo, fragile e
forte, occhi ipnotizzanti e sorriso
ammaliante. Seduttrice naturale, spontanea,
passionale e intrigante, amante di uomini
facoltosi, musa ispiratrice, giovane vita
consegnata troppo presto all’eternità, la
povertà e la Normandia, il benessere e Parigi,
carrozze e cavalli, cortigiana e ribelle
verso una società che non l’ha mai accettata,
mantenuta ed autodidatta, amante disillusa
da quell'amor ch'è palpito.
Ricca
signora, dai modi semplici, dalla consapevolezza
d’essere bella. Lei sa perché sono qui…
affascinato dalla sua bellezza, dal suo spirito
e dalla sua vivacità, dalla sua storia, da
quell’icona romantica che rappresenta. Muoio
di farle domande, di chiedere, di sapere, ma
soprattutto di starla ad ascoltare…
.Buongiorno Madame, una prima curiosità: come mai veniva chiamata
La signora delle Camelie?
Perché quando uscivo di
casa per andare a teatro portavo sempre con me tre oggetti:
l'occhialino, un sacchetto di dolci e un mazzo di camelie, che
per 25 giorni al mese erano bianche e per i restanti 5 giorni
rosse.
Dove viveva?
Nella
meravigliosa Parigi tra gli Champs Elysées e l'Operà.
Proprio lì conobbe Armand…
Armand Duval era
il figlio di un signorotto di una famiglia modesta, ma
benestante che viveva in provincia. La madre era morta e in quel
periodo Armand viveva e si manteneva gli studi con la sua
eredità. Era a Parigi per intraprendere la carriera di avvocato.
Chiedevo… il vostro primo incontro?
Una sera a teatro. Lui era in compagnia del suo amico Gastone.
Essendo un ragazzo molto timido ricordo che pronunciò poche
parole. In un certo senso sembrava fuori contesto.
Lei in quel momento era la più bella e famosa cortigiana
della città vero?
Mi sentivo a mio agio e mi piaceva
frequentare quei luoghi d’incontro della Parigi aristocratica
ovviamente il mio scopo era conoscere uomini in grado di
soddisfare il mio desiderio di lusso.
Dopo la
sera a teatro trascorsero due anni prima che vi incontraste di
nuovo…
A causa della mia malattia intrapresi diversi
viaggi e comunque uscivo di rado, ma Armand veniva spesso sotto
casa. Seriamente preoccupato chiedeva notizie alla mia
governante sulla mia salute senza mai lasciare il suo nome o un
biglietto.
Poi però lei lo accolse nella sua
casa…
Accadde una sera quando concessi a lui ed al
suo amico Gastone di farmi visita. I due rimasero a cena e
durante quella notte Armand diventò il mio amante.
Lei non stava bene…
Durante la cena ebbi un
attacco e sputai sangue. Vedevo Armand soffrire per me. Per me
fu una cosa insolita credevo fermamente che nessuno mai potesse
badare ad una donna malata come me. Lui si dichiarò ed io
accolsi la sua proposta ponendogli la condizione che mi
assicurasse indipendenza e libertà senza dover dare spiegazioni
sulla mia vita.
Armand si innamorò all’istante
però…
Purtroppo sì, io al tempo ero la protetta di
un duca molto facoltoso, il quale con ingenti regali in denaro
appagava ogni mio capriccio. Il duca ritrovava in me l’immagine
della figlia morta e non mi faceva mancare niente, ma per questo
motivo tutta Parigi mi conosceva come mantenuta e cortigiana.
Mi sta dicendo che a causa della sua fama
inizialmente non si abbandonò al giovane?
Esatto,
non consideravo una cosa fattibile intraprendere una relazione
seria con Armand alla luce del giorno.
Quindi
decideste di passare qualche mese lontano da occhi indiscreti.
Furono sei mesi meravigliosi. Andammo in campagna a
Bougival, felici spensierati acquistammo una casa con i soldi
del duca, senza nessuno intorno che ci riconoscesse e nessuno
che ci giudicasse.
Quindi lei aveva accettato il
suo corteggiamento e il suo amore…
Guardi i dubbi
erano all’ordine del giorno e nonostante lui ad ogni occasione
mi manifestasse il suo amore, cercavo di dissuaderlo dai suoi
propositi.
Ma lei lo amava, o no?
Sì
lo amavo, lui era sincero ed io avevo bisogno di lui. Con Armand
avevo scoperto l’amore e in un certo senso vedevo questo
sentimento come qualcosa di puro, una fortuna rispetto alla mia
vita dissoluta e lo affrontai come un mezzo per redimermi,
disposta ad ogni cosa per preservarlo.
Il duca
però venne a sapere della vostra relazione…
Nonostante le nostre cautele e la nostra fuga da Parigi la
relazione purtroppo era diventata pubblica e pur di non lasciare
Armand, rinunciai al duca e al suo contributo economico.
Nonostante l'amore a volte mi incupivo senza dare spiegazioni,
avevo delle grosse difficoltà finanziarie e oramai non potevo
più contare sui soldi del duca. Ero sommersa dai debiti e per
non coinvolgere Armand dovetti vendere i miei cavalli e la mia
carrozza. Lui doveva restare fuori da quel mondo anche se
questo, data anche la mia malattia, implicava sofferenza e
dolore.
Un amore vero…
Ero disposta a
rinunciare alla mia felicità per colui che amavo con tutta me
stessa consapevole, ripeto, che solo un amore intenso e
spirituale avrebbe potuto lavare via le macchie del mio passato.
Forse anche perché dentro sé lo considerava un amore
impossibile.
Viste le diverse condizioni sociali in
effetti lo era e, tra le altre cose, c’era il problema del padre
di Armand, il quale avendo un’altra figlia, Bianca, promessa
sposa al rampollo di una facoltosa famiglia, aveva il timore che
la nostra vicenda potesse impedire il matrimonio.
Quella felicità quindi fu presto interrotta…
Il padre venne a trovarci e pregò il figlio di
interrompere la relazione per mantenere il buon nome della
famiglia. Armand ovviamente non sentiva ragioni, era troppo
innamorato. Era convinto che se mi avesse lasciata, vista la mia
malattia, non sarei sopravvissuta a lungo.
Lei
cosa fece?
Mi allontanai ed a malincuore feci
recapitare un biglietto ad Armand nel quale scrissi a chiare
lettere di rinunciare a lui per il suo bene e per non deludere
le aspettative di suo padre e della sua famiglia.
Tornò a Parigi e riprese la sua vita mondana…
Il duca non si era rassegnato e per dimostrarmi la sua
benevolenza mi aveva ricomprato cavalli e carrozza e saldato
tutti i debiti.
E lui?
Lui,
disperato, fraintese il mio gesto, si sentì umiliato e fece di
tutto per vendicarsi. Partecipava a tutte le feste in cui ero
presente fino al punto in cui diventò addirittura l'amante della
mia amica Olimpia. Continuava a ripetere “Dunque Marguerite era
nient’altro che una sgualdrinella come tante: questo profondo
amore che sentiva per me non le ha nemmeno permesso di lottare
contro il desiderio di riprendere la vita di un tempo.” Ma non
era crudele si comportava così perché era solo un uomo
innamorato.
E lei?
Ero a pezzi, al
culmine del dolore, ferita nel corpo e nel cuore. Mi ammalai
gravemente, così le scrissi di farmi visita. Passammo un'ultima
notte insieme ma al mattino Armand se ne andò lasciandomi dei
soldi. Mi sentii profondamente offesa e gli restituì il denaro.
Marguerite Gautier, cortigiana colta, ammalata di tisi,
e quindi condannata ad una breve esistenza, ma intensa, proprio
come la sfolgorio di una cometa, vede la sua fine dopo essere
stata tanto corteggiata e desiderata, sola, consumata da una
malattia aggravata da una vita fatta di eccessi e di passioni
estreme per supplire alla mancanza d' amore. Proprio per
quell’amore lascia Armand libero perché lui e la sua famiglia
abbiano un futuro senza macchia. Quindi lo abbandona perché lo
ama, e purtroppo Armand lo scoprirà solo poco prima che lei
muoia, scoprirà che la sua amata ha sacrificato per amore prima
il suo stile di vita e poi il suo stesso sentimento. Da quel
giorno le farà visita nel cimitero in cui lei è sepolta, paga il
responsabile del cimitero per tenere in ordine il suo sepolcro e
pur di rivederla è intenzionato a far aprire la tomba. Ottenuta
l'autorizzazione dalla sorella di lei, inizia la cerimonia:
Armando rivede il suo amore ormai corroso e quasi impazzisce a
questa visione, cadendo malato.
.. .. |
ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/
http://libri.robadadonne.it/
http://www.lastambergadeilettori.com/
http://doc.studenti.it
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