|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
INTERVISTE
IMPOSSIBILI
Theda Bara
La prima Vamp
Theda Bara è stata la prima donna Vamp
del cinema americano, donna fatale, tentatrice, demone e
sensuale capace di irretire gli uomini, ammaliandoli con il suo
fascino irresistibile per poi abbandonarli godendo delle loro
disgrazie (Cincinnati, 29 luglio 1885 – Los Angeles, 7 aprile 1955)
Madame le sue origini?
Il mio nome vero è Theodosia Burr Goodman sono nata a
Cincinnati il 29 luglio del 1885. I miei genitori erano
immigrati ebrei. Mio padre Bernard Goodman svolgeva la
professione di sarto, mentre mia madre Pauline Louise
Françoise apparteneva ad una ricca famiglia borghese
svizzera.
I suoi studi? Fin
dall’adolescenza avevo una predisposizione per il
teatro, leggevo molti libri ed ero una diligente
studentessa. Quando terminai gli studi alla Walnut Hills
High School nel 1903 sapevo già cosa avrei dovuto fare.
Contro il volere dei miei genitori mi tinsi i capelli
biondi e diventai mora ed iniziai a calcare i
palcoscenici della mia città.
A ventitré
anni si recò a New York… Dapprima qualche
comparsa e numerosi casting, poi nel 1911 riuscii ad
entrare in una compagnia itinerante. Nel 1914 finalmente
venni scritturata per il film The Stain. Al tempo il mio
nome era ancora Theodosia Goodman.
Il
1915 decreta la svolta nella sua carriera
Ottenni il ruolo di protagonista come vampiro nel film
La Vampira (A Fool There Was) tratto dalla novella di
Rudyard Kipling.
Di cosa narrava La
Vampira? E’ la discesa negli inferi di un
uomo per bene, padre di famiglia. In missione
diplomatica incontra sulla nave la vampira, una donna
misteriosa che seduce i suoi amanti per poi abbandonali
distruggendo le loro vite. Lui, derubato della sua forza
vitale cadrà in rovina senza più lavoro e famiglia.
In quell’occasione cambiò nome vero?
Vista l’importanza del film la Fox ideò una serie di
accorgimenti pubblicitari. Prima di tutto mi cambiò il
nome in Theda Bara pubblicizzato come anagramma di “Arab
Death” ma in realtà “Theda” era il mio soprannome
d’infanzia e “Bara” una forma abbreviata del cognome di
mio nonno materno, Baranger.
Poi cosa
fece la Fox? Ideò una stravagante conferenza
stampa di presentazione ai giornalisti e venni
introdotta, come una diva avvolta dal fumo, in una sala
in stile egizio. Mi crearono un passato avvolto nel
mistero presentandomi come figlia di un’attrice francese
e di uno scultore italiano nata all’ombra della Sfinge,
cresciuta nel deserto del Sahara presso una tribù
Tuareg, dove ero stata svezzata con il latte di
serpente…
… E così nacque la Vamp!
Venni anche soprannominata The Serpent of the Nile.
Sull’onda del successo del film i produttori mi cucirono
addosso l’immagine della donna demone, perversa e
tentatrice che si compiaceva nel rendere sottomessi gli
uomini, ammaliandoli con il proprio fascino
irresistibile, per poi abbandonarli godendo delle loro
disgrazie, portandoli alla follia, nutrendosi
dell’anima, traviando la purezza.
Il suo
aspetto? Venivo raffigurata seminuda o con
sensuali ed intriganti abiti egizi attorniata da
serpenti e carica di bigiotteria. Una figura quasi
mistica con un aspetto gelido e cupo, lo sguardo
magnetico, torbido e conturbante, pesantemente truccata.
Pensi che fui la prima ad usare il mascara nel make-up
cinematografico.
Dicono che anche lei
contribuì a quell’immagine con una pubblicità personale…
Volevo essere la diva per eccellenza e quindi mi trovai
a guidare a tutta velocità una limousine bianca per le
strade di New York o a farmi servire il pranzo da
schiavi neri mezzi nudi oppure ricevere la stampa in una
stanza permeata di incenso, mentre accarezzavo un boa
vivo.
Come si trovava in quella immagine?
Per il pubblico americano ero ormai la "vamp", ma la mia
vampira era sui generis ovvero interpretavo la vendetta
del sesso femminile sui suoi secolari sfruttatori. Avevo
il volto di un vampiro, ma il cuore di una femminista.
Ma in un certo senso rappresentava anche un
simbolo negativo… Sì forse, ero considerata
il simbolo della misantropia perché mettevo a
repentaglio la supremazia della figura maschile. Ero
l'antitesi della passività femminile, non più madre e
moglie fedele, e per questo motivo minacciavo l'ordine
patriarcale della famiglia.
Dopo il
successo cosa accadde? Firmai un contratto
sempre per la Fox che mi impose di girare sei film entro
la fine dello stesso anno e addirittura otto l’anno
successivo. Il genere era pressappoco lo stesso e di
grande effetto. Confezionati sulla mia immagine
interpretai eroine come Salomè, Carmen, Giulietta e
Romeo, Camille, Madame Du Barry, la zingara Esmeralda e
altre femme fatale.
Il vero successo
comunque arrivo nel 1917… Girai Cleopatra
con la regia di J. Gordon Edwards. Il film si ispirava
alla tragedia Antonio e Cleopatra di Shakespeare. Costò
mezzo milione di dollari impiegando duemila comparse e
si consacrò come il film più complesso mai realizzato
all’epoca.
Il film venne dichiarato
osceno, però… Molti anni dopo nel 1934 con
l’entrata in vigore del Codice Hays vennero distrutte le
due ultime copie: una in un incendio negli stabilimenti
Fox e l’altra nel Museum of Modern di New York.
Dopo il 1917 girò numerosi film, ma non riuscì
più ad ottenere lo stesso successo, come mai?
Veramente ero stanca dello stereotipo di vamp. Purtroppo
nei primi del novecento il pubblico immedesimava il
personaggio interpretato dall’attore con l’attore stesso
per cui ero vittima della stessa mia immagine. Dopo
cinque anni di collaborazione con la Fox decisi di non
rinnovare il contratto. Avevo bisogno di nuovi progetti
e nuovi stimoli, ma la mia carriera non riuscì più a
decollare.
Cambiavano le mode vero?
Purtroppo l’America intera mi vedeva solo come Vamp e
nel decennio successivo il personaggio della vampira
passò di moda per far spazio a quello della "maschietta"
simbolo dell'età del jazz.
Nel 1920 tornò
in teatro a Broadway con la commedia The Blue Fame.
Il mio nome riempì il teatro, ma la critica stroncò la
mia performance.
Soddisfatta della sua
carriera? Pensi che al culmine della mia
fama guadagnavo 4.000 dollari a settimana ed ero la
stella del cinema più popolare d’Ameria dietro solo
Charlie Chaplin e Mary Pickford.
Nel 1921
il matrimonio… Sposai il regista,
sceneggiatore e attore britannico Charles Brabin. Fu uno
dei matrimoni più longevi di Hollywood! Trascorremmo la
nostra luna di miele in Nova Scotia. Poi acquistammo 400
ettari di costa nella baia di Fundy per costruirci la
nostra casa dei sogni chiamata Baranook. Non abbiamo
avuto figli e mio marito non desiderava una moglie diva
e in carriera per cui lentamente abbandonai i
palcoscenici.
Il 7 aprile 1955, Theda Bara
morì a Los Angeles per un cancro addominale. Venne
sepolta nel Forest Lawn Memorial Park Cemetery di
Glendale in California. Lasciò metà del suo patrimonio
al Fondo Motion Picture Relief e ad alcuni ospedali per
bambini. Per il suo contributo all’industria
cinematografica, Theda Bara ha ricevuto una stella sulla
Hollywood Walk of Fame.
|
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.mircalla.it/2016/07/04/theda-bara-la-prima-vamp/
https://it.wikipedia.org/wiki/Theda_Bara
http://cinema.tesionline.it/cinema/article.jsp?id=22855
http://www.cinekolossal.com/star2/b/bara/
https://en.wikipedia.org/wiki/Theda_Bara
FOTO GOOGLE IMAGE
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|