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INTERVISTE IMPOSSIBILI

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Lola Montez
La Grande Bugiarda
Grange, 17 febbraio 1821 – New York, 17 gennaio 1861
Eliza Rosanna Gilbert, meglio nota col nome d'arte di Lola Montez, danzatrice mediocre,
attrice, amante focosa, cortigiana e grande bugiarda, nonché avventuriera irlandese,
fu uno dei personaggi più incredibili del suo tempo, diventò famosa per essere
stata l'amante del re Luigi I di Baviera.
I grandi specchi dei più antichi ristoranti di Parigi portano ancora i segni dei suoi graffiti.
Amava verificare l’autenticità dei diamanti appena ricevuti incidendo il suo nome
o facendo disegnini piccanti sulle specchiere dei locali di lusso. Non apparteneva
a nessuna corte, era semplicemente la cortigiana, l’amante, l’avventuriera.
Amava il lusso sfrenato e venne ironicamente chiamata “La grande Horizontale”
alludendo alla posizione grazie a cui aveva accumulato un’immensa fortuna.
Trasgressiva fino al midollo fu la prima donna a farsi fotografare con una sigaretta in bocca.



 

Parliamo delle sue origini madame?
Nacqui a Grange, nella contea di Sligo, mio padre era una guardiamarina mentre mia madre era la figlia illegittima di Charles Silver Oliver, un parlamentare di una potente famiglia irlandese. Avevo solo pochi anni quando assieme alla mia famiglia lasciammo l'Irlanda e ci trasferimmo a Calcutta in India. Purtroppo poco dopo il nostro arrivo mio padre morì di colera.
 
E sua madre?
Si risposò l'anno seguente e per essere più libera dapprima mi promise in sposa ad un anziano giudice della Corte Suprema di Delhi, poi mi rispedì in Inghilterra perché venissi affidata a dei parenti del mio patrigno.

A sedici anni scappò di casa, vero?
Veramente venni rapita dal mio futuro marito, il tenente inglese Thomas James. Io me ne innamorai pazzamente. Ci sposammo subito dopo e vivemmo quattro meravigliosi anni.

Leggo che suo marito chiese il divorzio per adulterio…
Il nostro amore era già finito, fu un atto formale.

Durante quegli anni non aveva mai smesso di danzare…
Assolutamente no! Dopo la separazione mi ci buttai a capofitto. Grazie a Lord Malmesbury, un ricchissimo signore di Londra, con il quale ebbi una breve relazione, fui introdotta negli ambienti giusti. Avevo messo in giro la voce che mia madre era di origini spagnole ed io una vedova di guerra. Il mio debutto londinese avvenne nel 1843, ricordo ancora la locandina: "Lola Montez, la ballerina spagnola!".

… Ma venne smascherata
Sì in effetti fui riconosciuta come la signora James, fu una vera e propria catastrofe. Poco dopo fui costretta ad abbandonare l’Inghilterra. Ma non mi lasciai scoraggiare! Andai in Belgio, a San Pietroburgo, a Dresda e poi in Polonia dove la mia bellezza colpì il vicerè, conte Paskievitch.

Finalmente Parigi...
Sempre in giro per l’Europa, trovando ingaggi qua e là, approdai in Francia dove riuscii a far parte del corpo di ballo del Teatro dell’opera. Come vede, quel nome tanto vituperato a Londra non pregiudicò la mia carriera, anzi divenni ben presto famosa in tutta Europa sia per “la danza del Ragno”, un particolare ballo creato da me, sia per l’espressione "Qualsiasi cosa Lola voglia, la ottiene".

Più che ingaggi trovò amanti…
A San Pietroburgo mi fu concessa un’udienza privata dallo zar. Ne uscii con mille rubli, come ringraziamento.
 
In effetti la storia ci racconta che ebbe numerosi amanti in quel periodo…
Tra gli altri vi furono Alexander Dumas padre e Franz Liszt tanto grande come musicista quanto poco gentiluomo. Grazie a Franz comunque fui introdotta nel circolo di George Sand, uno dei più sofisticati della società europea. Seguirono altri geni, da Frédéric Chopin a Prosper Mérimée.

La sua fama aveva raggiunto livelli altissimi.
Le mie esuberanze correvano di bocca in bocca: a Berlino presi a schiaffi un ufficiale, in Sassonia provocai Wagner e incantai senza ritorno Franz Liszt. Il celebre giornalista Leon Dujarriez si batté a duello per me e purtroppo ci lasciò la pelle.

Nel 1846 arrivò a Monaco… momento importante della sua vita.
Nell’ottobre di quell’anno mi feci ingaggiare dal Teatro nazionale di Monaco di Baviera. Quando il direttore mi vide ballare mi licenziò su due piedi. Fui notata però dal re Ludovico I. Anzi per dire il vero mi feci notare! Con l’abito di scena ancora indosso mi diressi verso la Residenz. Costrinsi il ciambellano ad annunciarmi al re.

Il re come la prese?
Il re amava così tanto la bellezza femminile che aveva fatto realizzare nella sua residenza estiva di Nymphenburg, la splendida Schönheitengalerie, un grande salone dove erano ritratte le donne più belle del regno.

Tornando a quel giorno…
Ludovico che stava componendo musica e molto incuriosito dalle voci che giravano sul conto della “spagnola” accettò di incontrarmi. Mi chiese se fossi vera o un oggetto d’arte. Per dimostrargli che ero una donna in carne ed ossa con un paio di forbici mi tagliai il vestito fino alla vita, lasciando scoperto il seno. Ludovico non volle sapere altro: ordinò che il direttore fosse licenziato e che mi fosse fatto firmare un contratto al Münchner Hof-und Nationaltheater.

Immagino che Ludovico non si limitò a questo…
Chiaro. Divenni la sua amante e lui, il giorno del mio ventiseiesimo compleanno mi nominò Contessa di Landsfeld.

Fu una storia molto passionale…
Eravamo felici e ci amavamo alla luce del giorno. Questo non piacque ai sudditi di Ludovico. Il re al tempo aveva 61 anni. Vista la mia fama venivo additata come portatrice di problemi e disgrazie. Ludovico, invece, prima esempio di correttezza, professionalità e serietà, si presentava in quel momento come uno spendaccione che regalava palazzi, vestiti e gioielli ad una ballerina.

La situazione stava diventando incandescente…
Il governo si dimise per protesta e sotto le finestre della mia villa si radunava spesso gente che urlava e imprecava «Fuori la puttana», additandomi come l’unica responsabile. Ma io non mi diedi per vinta, grazie all’appoggio del re creai un mio gabinetto politico tramite il quale introdussi il codice napoleonico, ridimensionai il potere dei gesuiti e incrementai di molto gli stipendi degli insegnanti e naturalmente mi inimicai le vecchie ma influenti cariatidi del potere. Alla fine il re, tra mille dubbi, fu costretto a firmare il decreto di espulsione nei miei confronti ed ad abdicare in favore del figlio.

E lei cosa fece?
Fuggii di notte in treno e mi rifugiai in Svizzera, era il 12 febbraio 1848. Un anno dopo tornai in Inghilterra dove sposai George Trafor Heald, un ricco ufficiale britannico. Così ebbi anche dei problemi con la giustizia perché fui accusata di bigamia in quanto il divorzio da James non era mai stato firmato. Per ricominciare emigrai negli Stati Uniti. Per due anni mi esibii come ballerina e attrice sulla costa est degli Stati Uniti. Nel mese di luglio del 1853 a San Francisco sposai Patrick Hull, a settembre sui giornali già si parlava di divorzio. Delusa mi unii ad un gruppo di pionieri cercatori d’oro. Poi mi trasferii in un paesino di frontiera e aprii un saloon.

Come finì in Australia?
Mi esibivo per i minatori accorsi da quelle parti durante la corsa all'oro degli anni Cinquanta dell'800.
 
Lo storico Michael Cannon scrisse che sul palcoscenico si esibiva in una danza fortemente erotica.
Durante la famosa "Danza del Ragno" sollevai talmente in alto la gonna che il pubblico poté vedere come non portassi affatto biancheria intima. Il giorno seguente tutti i giornali del posto gridarono allo scandalo affermando che la mia esibizione era stata 'apertamente sovversiva verso ogni ideale di pubblica moralità'.

Quanto rimase in Australia?
Quattro anni. Poi tornai negli Usa a New York. Purtroppo non potei più salire sul palcoscenico a causa di un leggero ictus dal quale rimasi parzialmente paralizzata. Scivolai nel misticismo, diventai un membro attivo della Chiesa episcopale e non mancai di tenere seminari e conferenze sui diritti femminili.
 
 
Dopo alcuni mesi sembrava abbastanza ristabilita tanto da uscire per una passeggiata nonostante il freddo. Contrasse la polmonite, e dopo circa un mese di malattia morì, a un mese dal suo quarantesimo compleanno. È sepolta nel Green-Wood Cemetery, a Brooklyn, New York. La vita della Montez è stata narrata nel film Lola Montès di Max Ophüls (1955). La figura di Lola Montez è citata anche nel libro di Isabel Allende "La figlia della fortuna". Il compositore Richard Wagner l’aveva definita “Un essere demoniaco”.

 








 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:
www.enciclopediadelledonne.it
http://it.wikipedia.org
www.tuttobaviera.it
http://sissiludwig.forumfree.it



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