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IL RACCONTO E' ADATTO AD UN
PUBBLICO ADULTO
Adamo Bencivenga
Il sapore del
tradimento
"Sono in bagno, mi libero dei vestiti,
quelli che ancora indosso. È maledettamente
tardi, sono le sette e un quarto, a casa mi
staranno aspettando: “Dove sarà andata la
mamma?” Immagino la voce di mio figlio
Samuele…"
Photo Pioth
Stach
Sono in bagno, mi libero dei vestiti, quelli
che ancora indosso. È maledettamente tardi, sono le sette e un quarto, a
casa mi staranno aspettando: “Dove sarà andata la mamma?” Immagino la voce
di mio figlio Samuele. Già dove sarà andata la mamma? Già dove sono ora?
Mi guardo intorno smarrita. Oh sì sono in un bagno, il bagno del Motel
Aurora, due stelle, in estrema periferia. Sono ancora confusa, mai avrei
creduto che fosse così bello fare l’amore in un tardo pomeriggio di un
giorno feriale. Apro la doccia, chiudo la cabina alle mie spalle, l'acqua
bollente scivola sulla mia pelle, cerco di togliermi il marchio dell’amore
o peggio quello ancora più profondo dell’infedeltà! Insapono i seni,
lentamente mi accarezzo le cosce con la spugna. Avverto ancora il suo
odore e quel profumo mi fa vibrare ancora, un brivido mi percorre lungo la
schiena. Ancora mi tremano le gambe. Se avessi tempo andrei di là e farei
l’amore di nuovo…
Esco dalla doccia, mi guardo allo specchio, oh sì
sono un’amante, ora so che faccia ha un’amante! Tutto è successo così
improvvisamente, o meglio no, era tanto che ci pensavo. Un caffè al bar
dell’ufficio. “Che fai all’uscita?”
L’ho guardato indecisa… “Le
solite cose.” “Se vuoi possiamo fare due passi insieme.” Ma non erano
solo due passi…
Perché questa volta dopo anni di corteggiamento
sfrenato ho accettato senza esitazione. Lui strada facendo mi ha chiesto
il motivo, ma sinceramente non lo so.
“Oggi vale ieri.” Gli ho detto
sorridendo. E lui non si è lasciato sfuggire l’occasione. Erano anni
che aveva pianificato quell’incontro e quando da lontano è spuntata quella
scritta viola “MOTEL AURORA” mi ha detto: “Andiamo.”
Io non ho
risposto, ma si sa che chi tace il più delle volte acconsente. E lui
sapeva che avrei accettato quell’invito, da come ero vestita, da come ero
truccata…
Mi guardo allo specchio. “Dio ma come fa a vedermi
bella?” Eppure me lo ha detto centinaia di volte mentre facevamo l’amore!
Lui ha vent’anni meno di me, è giovane e bello, chissà quante donne
potrebbe avere! Socchiudo la porta, lo vedo, si sta gustando la classica
sigaretta dopo l’amore, è ancora disteso sul letto, lo sento sta
telefonando a sua moglie. La sua bella stupenda giovane moglie. L’ho
conosciuta l’anno scorso ad una festa aziendale. È bionda, delicata, ha la
pelle chiara, diafana, mi ricorda molto Grace Kelly. Una donna dolcissima,
quasi quasi mi pento di essere stata la complice delle corna che ora
inconsapevolmente porta, che lui l’abbia tradita con me.
Sento lui che
bisbiglia: “Sì cara, traffico permettendo, tra mezz’ora sarò a casa...” Mi
chiedo come faccia ad essere così disinvolto.
Non più di dieci minuti
fa era dentro di me urlando: “Che bello amore! Finalmente!” Come sono
strani gli uomini, ma certo che noi donne non siamo da meno. Anch’io
dovrei chiamare casa, è maledettamente tardi, non ce la faccio, ho paura
che la mia voce mi tradisca. Aspetto. Intanto mi vesto e mi chiedo come
abbia fatto a cedere al primo tentativo, così senza neanche una cena a
lume di candela, senza neanche un pretesto. Ho semplicemente detto di sì,
allargato le gambe a chi non aveva altro desiderio che quello di farmi
sentire la sua preda. Scuoto la testa.
Lui bussa alla porta,
entra. “Ma ti sei lavata?”
Lo guardo dubbiosa. Mi bacia.
“Volevo
che conservassi il mio odore fino a casa.”
Rimango muta. Lui mi
accarezza il seno.
“Sei mia, mia, mia… Sono pazzo di te, non ci
speravo più e invece oggi mi hai fatto una meravigliosa sorpresa. Sai cosa
sto pensando? Voglio che l’odore del mio piacere rimanga su di te e ti
accompagni per tutto il tempo fino a quando non ti rivedrò domani mattina.
Come un gatto voglio tracciare i miei confini…” Ecco sì ora me lo ha detto
chiaramente, sono la sua preda, la sua gatta in calore.
Si avvicina, lo
sento, è di nuovo eccitato. “Luca, ti prego è tardi.”
Mi bacia il
collo, mi stringe i seni, poi mi volta, sono sua, divento rossa, e già
anche io sono di nuovo eccitata e i miei capezzoli rispondono
immediatamente alla sua saliva, alle sue stupende labbra di velluto. “Non
puoi andare via con questo profumo anonimo di sapone scadente, voglio che
tu sappia di me. Lui deve sapere che sei mia…”
“Sei pazzo.”
“Sai
quanti anni sono che ti volevo mia?”
Cerco di contare, forse dodici,
era un ragazzino quando è stato assunto, ricordo ancora i primi giorni
quando mi diedero il compito di insegnargli il lavoro. Intanto però chiudo
gli occhi e sento le sue mani sui miei fianchi, oddio no, le sento
dappertutto. M’infila una mano sotto la gonna e tocca le mie intimità.
“Ma sei bagnata?” Mi slaccia la camicetta, la gonna è già scivolata sul
pavimento. “Sei la mia bambola, come abbiamo fatto a resistere tutto
questo tempo, ti voglio…”
“Luca è tardi.” Ma la mia voce ormai è un
sospiro, un richiamo, un invito a prendermi ancora. Adoro essere l’oggetto
del suo desiderio, adoro l’uomo così passionale niente a che vedere con
mio marito.
Le sue mani esplorano parte di me, si impossessano
della mia anima, di nuovo, non mi era mai successo di eccitarmi così dopo
un pomeriggio intenso d’amore.
Appena sussurro: “Dai andiamo a letto,
ti voglio ancora, ma facciamo presto.”
Lui sorride: “No, ti voglio
qui. Lasciati andare.”
Mi afferra, mi sbatte contro la parete tra la
porta e il lavandino, sulla mia schiena sento il freddo della ceramica. Mi
afferra, mi stringe, è una morsa d’acciaio, sono sua, di nuovo, mi prende.
Scivola dentro come se conoscesse a memoria quel tragitto. Il suo ritmo è
frenetico… Mi urla: “Lo senti, vero? Godi, ti prego, godi…”
“Anche
tu, sì Luca, questa volta vieni dentro di me.” Ma non resisto, il piacere
mi avvampa, mi contorce, cerco di essere ancora più capiente…
“Oddio
Luca si più forte, ci sono!” Sono passati solo dieci minuti e sto godendo
un’altra volta come se fosse la prima, anzi meglio di prima, più intenso!
“Sei magnifico Luca!” Dico, sospiro, urlo.
Ma Luca pensa ad altro,
vuole marchiare il suo territorio, esce da me e mi dice di mi
inginocchiarmi e prenderlo tra le labbra. Obbedisco.
Grida: “Ti amo…”
Mentre sento nella mia bocca il caldo del suo piacere.
“Dio che
bello!” Sbanda dal piacere, si sostiene afferrando la maniglia della
porta. Mi alzo: “Davvero sono stata così brava?”
“Sei magnifica!”
Ma quando sto per sciacquarmi la bocca, lui mi ferma. “Ti prego
rimani così, voglio che il mio sapore ti rimanga sul palato per tutta la
sera.” “Non capisco.”
“Sei mia vero?”
“Lo sono.”
“Allora
non lavarti la bocca e quando torni a casa voglio che baci tuo marito. Lo
farai per me?”
Sono incredula, lo guardo, è giovane e bello, pazzo
quanto basta, il suo fisico è sublime, penso davvero che sia un dono
inaspettato alla mia età e non voglio deluderlo.
Abbasso la testa per
l’imbarazzo: “Sì, tesoro, se tu lo desideri, lo farò.”
Ci rivestiamo in
fretta, usciamo, guardo l’orologio è maledettamente tardi. Il traffico
sembra impazzito, più di mezz’ora per fare tre chilometri.
*****
Faccio di corsa le scale di casa. Entro.
“Ciao tesoro
tutto bene? Non ti ho sentita rientrare. C’era traffico?” È la voce di mio
marito, è seduto sul divano, la tavola è perfettamente apparecchiata.
“Samuele, l’ho fatto mangiare, aveva sonno, ora dorme!”
Respiro
l’odore di casa e mi sento in colpa, mi prometto che non lo farò mai più
come ora giuro che non gli darò quel bacio.
Lui mi chiama: “Dai
siediti un attimo sul divano!”
“Claudio è tardi. Vado un attimo in
bagno.” Sento ancora l’odore di Luca, il suo sapore in bocca, devo
assolutamente lavarmi, voglio di nuovo essere quella che lui crede una
brava moglie e una madre premurosa. Poi andrò da Samuele, gli darò il
bacio della buonanotte, se vuole gli racconterò anche una favola, la cena
può aspettare.
Ma lui insiste. Allora gli vado vicino e lo bacio sulla
guancia, è un attimo, anzi meno di un istante, ma la sua faccia cambia
espressione, il suo sguardo diventa perplesso. Mi chiedo se davvero abbia
intuito o se sono solo i miei sensi di colpa.
Mi libero dal suo
abbraccio. Scivolo lungo il corridoio, sto per entrare in bagno, ma sento
Claudio dietro di me. Mi afferra per un braccio, mi ferma, mi abbraccia,
il suo corpo massiccio mi si struscia contro. Le sue labbra sono a pochi
centimetri dalle mie. Sento il suo fiato. Penso: “Claudio non farlo!”
Serro le labbra. E invece lo fa, mi bacia, e poi ancora, la sua lingua ora
è completamente dentro la mia bocca, contro il mio palato, mi assapora di
gusto. Chissà se capisce che l’ho tradito mentre mi chiedo quanto possa
essere acido il sapore del tradimento. Sono sconvolta, non l’ha mai fatto.
Allora ha capito! Ma non è arrabbiato, mi dice solo di lasciarmi andare,
che Samuele sta dormendo ed abbiamo tutta la serata a disposizione.
Continua a toccarmi, il seno, le cosce. Ma non s’accorge quanto siano
immorali queste mani che non mi lasciano in pace. Non può chiedermi ora,
in questo momento, di essere una donna capace di tutto, perfino di
accogliere due uomini nella stessa serata, di mischiarne sapori diversi in
meno di un’ora. Passiamo settimane senza toccarci, notti intere che
trascorro in terrazza per raffreddare le voglie. Perché ora dovrebbe
essere tanto diverso? Forse ha capito qualcosa e vuole rendersi conto!
Chissà se la pelle di una donna cambia al tatto dopo l’amore? Vorrei
dirgli che troverebbe soltanto scorie d’orgasmi ripetuti e violenti.
Perché davvero prima ho goduto!
Lui insiste e mi cerca con un dito, un
innocuo dito, che filtra, che sonda, ma ho paura che da un momento
all’altro esploda la sua rabbia! Chissà se per prima mi dirà troia o
puttana, se per filo e per segno vorrà sapere i dettagli, la bocca o le
gambe. O mi chiederà soltanto se mi sono pentita oppure quando ci torno ad
inorgoglirmi di nuovo mentre spalanco le gambe.
Ora scende,
s’inginocchia davanti a me ed infila la sua faccia tra le mie gambe, oddio
non l’ha mai fatto, sono sicura che è in cerca d’odore, di un indizio
qualunque. Ma lui non se ne cura, apre la bocca, annusa le mie mutandine,
poi le scosta e comincia a succhiarmi, passa la lingua e sospira un
“tesoro”. Dio come posso farlo smettere! Non è possibile che mi baci e mi
lecchi proprio nel posto dove un altro m’ha posseduta a riprese. Ma lui
lecca, sembra quasi che voglia pulirla dal peccato. Non smette! Succhia e
risucchia come se stesse cercando tra le pieghe scomposte l’amore. Poi
tutto ad un tratto s’arresta. Oddio Avrà sentito i miei pensieri? Risale e
mi bacia come per ringraziarmi di avergli fatto sentire il sapore di una
donna infedele. Mi guarda e con un sospiro di voce mi dice che gli sono
mancata, che sono più lunghe di ore, le ore, quando sono distante, che
sono più vuote come se esistesse un vuoto meno pieno di un altro! Ancora
mi bacia, mi chiama per nome come se mi volesse strappare da qualche sogno
che teme.
Il suo respiro è pesante, le sue dita mi frugano tra le
gambe. Ma non posso rifiutarlo, conosco quel gesto, allora allargo le
cosce per non creare altri sospetti. Mi spinge contro la parete, mi volta,
mi scosta di nuovo il perizoma, sento il suo sesso scorrere, è duro e
deciso. Non mi dà tregua, entra prepotente come se sapesse. Mi stringe i
fianchi e mi tira a sé, allungo le braccia e punto le mani sulla parete.
Oddio sono sua, sua e di un altro nel giro di un’ora, è una sensazione
strana, non riesco ad abbandonarmi completamente. Forse ha capito, forse
ha sentito l’odore delle mie labbra, e già l’odore dell’amore, quello
inconfondibile del tradimento. Per questo mi cerca, affonda, preme,
perquisisce come fosse un controllo di polizia, fruga come se stesse
cercando qualcosa, oh sì qualcosa che mentalmente non è più tutto suo, che
irrimediabilmente dovrà spartire. Mi faccio più capiente cerco di
rassicurarlo, lui sente l’attrito, forse ha capito. Mi sfugge una specie
di lamento, lo sente che non è piacere, sono sgradevolmente aperta,
professionalmente fredda ad accoglierlo come farebbe una qualsiasi
prostituta.
Allora esce, mi guarda, mi dice che sono bella, troppo
bella per essere solo sua, penso, poi con gesto mi fa inginocchiare. Oddio
non è possibile. È la seconda volta oggi! E poi nella stessa posizione!
Lui si masturba velocemente, con l’altra mano stringe la mia carne, adora
le mie forme, impazzisce per le mie labbra. È a meno di un niente dalla
mia bocca. Allora lo prendo, lui urla che mi ama, che vuole marchiare il
territorio, che sono solo sua. Ora mi è tutto chiaro, sento ancora il
sapore dell’altro, anche lui lo ha sentito, è troppo forte per non essere
una minaccia, troppo evidente per non avvertirlo. Troppo sfacciato per non
annientarlo e renderlo innocuo. Allora mi dice di restare ferma, di non
disperdere neanche una goccia, di accogliere il caldo sapore del suo
piacere. E allora sì che viene, sì che urla, sì che mi dice che sono stata
fantastica! Lo guardo, vedo la sua faccia soddisfatta, i suoi muscoli
rilassati, l’espressione trionfale di chi ha portato a termine la sua
missione: cancellare del tutto il sapore del tradimento.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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