|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
IL RACCONTO E'
ADATTO AD UN PUBBLICO ADULTO
LiberaEva
Tua per sempre
Photo Georgy
Chernyadyev
Alla fine Gilberto aveva deciso! Dopo un anno aveva deciso, quando a
tavola senza preavviso ha detto a sua moglie Cristina col suo fare
tenebroso e senza guardarla negli occhi.
Gilberto: “Ho
deciso, sarà stasera!”
Certo, l’aveva già preparata e la bella
affascinante Cristina non era affatto sorpresa e men che meno delusa.
Adorava i desideri di lui e soprattutto sottoporsi alle sue prove bizzarre
nella misura in cui quell’ardire diventava una sfida e un desiderio per
entrambi.
Certo, lei sapeva bene, che l’erotismo e il sentimento
non vanno spesso di pari passo e quando si disallineano creano delle
fastidiose incomprensioni miste a sensi di colpa, ma lei adorava il modo
di Gilberto di andare oltre, buttare il cuore oltre l’ostacolo e cercare
di raggiungerlo superando quell’asticella, ogni giorno impercettibilmente
più alta.
Erano sposati da circa un anno. Si erano piaciuti e
scelti a prima vista perché i loro sensi rispondevano perfettamente al
loro modo di concepire liberamente il sesso. Tra loro era nata sin dal
primo giorno una perfetta e incredibile sintonia mentale e lei, nonostante
tutto, era ben contenta di soddisfare le sue infinite voglie.
Gilberto: “Sarà stasera Cristina, vestiti elegante, indossa
quella gonna corta, nera di pelle, e le calze nere.”
Cristina:
“Come mai proprio quella gonna?”
Gilberto: “Non ho
deciso io!” Per le scarpe invece non c’era bisogno che lui le chiedesse
nulla. Quel tacco 12 con il laccetto alla caviglia oramai era diventato la
sua seconda pelle. Le avevano comprate insieme in una bancarella, sapevano
di battona ed erano diventate il loro meraviglioso feticcio.
Gilberto: “Non ti voglio bella, ma di una sensualità straripante.
Tutti devono desiderarti!”
Certo Cristina pensò subito che non
sarebbe stata elegante e di sicuro l’avrebbero presa per una vera troia,
come del resto piaceva a lui e le ripeteva ogni volta durante quell’amore
particolare. Anche per questo lei lo amava, perché Gilberto era unico, un
vero maestro a letto di arte oratoria e fantasia. Sapeva andare al limite
di ogni cosa, senza offendere, trasformare la volgarità in pura
trasgressione, e nei suoi voli pindarici la faceva sentire unica e regina,
padrona di ogni membro che nel silenzio notturno della loro casa lei
puntualmente assaggiava.
Era stato un crescendo, Cristina
ricordava le prime sere con un solo uomo alla volta che lei nella fantasia
di lui soddisfaceva solo con la bocca, ma poi notte dopo notte i pensieri
di Gilberto erano andati oltre e nella sua fantasia e nel loro letto si
adagiavano mandrie di uomini d’ogni colore, magri e grassi, rozzi ed
eleganti, portieri, droghieri e impiegati della posta, ma tutti
indistintamente con la sola voglia di prenderla in ogni modo e in ogni sua
parte. Certo non era mai quello di Gilberto che entrava dentro di lei. Lui
durante quei mesi insieme non lo aveva mai fatto!
Gilberto:
“Sarà meraviglioso vedrai!”
Sembrava come se la stesse convincendo, ma
Cristina era già convinta, sapeva che per dare energia a quella storia
dovevano uscire da quelle quattro mura e rendere più reali quelle
fantasie. Certo, avrebbe già dovuto decidere da sola e poi riferirlo a suo
marito. “Solo così si curano certi impedimenti.” Aveva letto da qualche
parte su internet.
Gilberto: “Ci pensi Cristina? La
nostra prima uscita!”
Poi le aveva parlato di una festa, ma lei non
sapeva bene se fosse davvero un ricevimento oppure se la festa l’avessero
fatta a lei. Del resto lui non aveva amici, non aveva parenti, tranne una
sorellastra che abitava a Houston, ma era ricco, bello e affascinante e
per questo le piaceva, per questo si era concessa mentalmente a lui nella
speranza che prima o poi qualcosa sarebbe successo.
*****
Si erano
conosciuti per strada, alla fermata di un taxi, sotto l’Hotel Venezia, lui
era pazientemente in coda prima di lei, ma gentilmente le aveva offerto il
suo posto e lei, altrettanto gentile, per sdebitarsi, gli aveva detto che
avrebbero potuto spartire la stessa corsa.
Cristina ricordava bene
com’era vestita, con quel grazioso tailleur lilla e la calza nera con il
pizzo vezzoso. In auto Gilberto non le aveva staccato gli occhi di dosso,
fissava le sue gambe, quell’intrigo di femmina seducente e lei era ben
contenta di fare colpo su quell’affascinante uomo vestito con uno
splendido completo di Armani. Ma anche lei sapeva bene di essere vestita
provocante, perché la mattina in quell’hotel aveva partecipato ad una
convention e nel pomeriggio era salita nella stanza 421 insieme
all’amministratore delegato dell’azienda dove lavorava. Beh sì, ci aveva
fatto l’amore come succedeva ogni anno dopo quella convention, lei era il
pezzo più prelibato di quell’azienda, il bocconcino esclusivo del capo.
In quel taxi era cosciente di sprigionare tutta la sua femminilità
di vera amante e quando si accorse di quello sguardo ficcante e
compiaciuto di lui istintivamente ha accavallato le gambe. Gilberto a quel
punto non si era fatto scappare l’occasione e nella penombra di quel taxi
non poteva non notare il merletto dell’autoreggente che spuntava malizioso
dalla gonna. Chissà forse saranno passati due minuti o forse meno quando
senza parlare lui ha adagiato la sua mano sulle gambe di lei per poi
salire repentinamente verso il paradiso. In verità l’aveva tolta subito
dopo chiedendo scusa. Lei vedendo quell’aria tenera e smarrita, gli aveva
semplicemente sorriso, ma il più era fatto, perché in quel frammento di
secondo Gilberto aveva avuto modo di constatare che sotto quella gonna lei
non portava le mutandine. Lui le aveva chiesto candidamente se fosse stato
possibile vedersi la sera stessa, ma spontaneamente Cristina aveva
declinato l’invito dicendogli chiaramente che aveva già fatto l’amore e
che per quel giorno sarebbe potuto bastare. A quel punto lui le diede il
suo biglietto da visita e il giorno dopo erano già a letto insieme nello
splendido living di lui in zona Prati con le pareti di vetro ed una
meravigliosa vista sui tetti di Roma. Certo fu un amore insolito, niente a
che vedere con le notti folle col suo capo, ma a Cristina piacque lo
stesso.
*****
Gilberto:
“Tesoro sei meravigliosa!”
In macchina l’aveva bendata perché Cristina
non doveva sapere dove la stesse portando e chi le avrebbe fatto la festa.
La mano di lui stringeva il suo sesso, ma questa volta non era una presa
ferrea e decisa, anzi era una mano quasi molle.
Gilberto:
“Dobbiamo farlo.”
Era come se stesse convincendo se stesso, come se
interiormente ci fosse una perversione più forte del sentimento, un
destino superiore a cui non poteva opporsi.
Gilberto:
“Sarà stupendo vedrai…”
Ma la sua voce tremava, quasi piangente.
Gilberto: “Tu sei troppo bella e di fronte a questa
bellezza ogni uomo si comporterebbe come me.
Cristina avvertì
quello stato d’animo come se lui stesse cercando di addossarle la colpa,
quasi l’accusava di essere lei la causa di quella debolezza.
Cristina: “Perché non ammetti che il vero motivo è un altro?”
Gilberto: “Lo sai, ne abbiamo parlato tante volte, ma in
fondo in fondo m’illudo che tu non tu sia una donna insoddisfatta.”
Cristina: “No, non lo sono, ma non sono io che ho voluto
questa serata. Sei tu che pensi che io abbia bisogno dell’amore fisico,
quello completo!”
Gilberto: “Tu ne hai bisogno.”
Lei non aveva risposto, bendata si lasciava trasportare. Si sentiva
come dentro una nuvola. Mai avrebbe ammesso davanti a lui di aver bisogno
di un amore vero e proprio. Si ripeteva che il piacere era solo nella
mente. Poi accarezzando il viso di lui sentì che stava piangendo.
Cristina: “Se fai così non mi aiuti e non mi dai la forza
necessaria.” Gilberto: “Scusami.”
Cristina: “Dai dimmi dov’è la festa e chi devo incontrare...”
Gilberto: “Non lo conosco.”
Cristina:
“Mi stai portando da un tizio che non conosci?”
Gilberto:
“Si chiama Carlo, l’ho incontrato in una chat di mariti che godono ad
essere cornuti.”
Cristina: “Fammi capire lui desidera
che la propria moglie vada con un altro?”
Gilberto:
“No, lui non è sposato, gli interessano le dinamiche mentali di tizi come
me.” Cristina: “Ma sa di noi?”
Gilberto:
“Certo che lo sa, abbiamo parlato per giorni e giorni e gli ho detto che
il nostro rapporto è meraviglioso anche senza penetrazione. Poi ha voluto
sapere cosa mi spingesse realmente a farlo e solo a quel punto si è
presentato e mi ha detto di essere uno psicanalista.”
Cristina:
“Allora mi stai mandando da un medico, credi davvero che sia malata?”
Gilberto: “Tesoro se esiste un malato in questa storia,
quello sono io! Comunque alla fine mi ha convinto e mi ha detto che mi
avrebbe fatto questo favore a patto che ti saresti presentata da sola. Non
vuole spartire nulla con me.”
Cristina: “Perché da
sola? Il gioco è di entrambi.”
Gilberto: “Beh lui non
lo considera un gioco né tantomeno una perversione. Dice che se davvero
voglio superare il mio blocco psichico, devo affidarmi agli eventi e solo
immaginare senza sapere ciò che succederà in quella casa. Secondo lui il
mio problema è il terrore di non poterti soddisfare per cui posso vincere
la mia impotenza soltanto convivendo con le mie paure.”
Cristina: “Ovvero?”
Gilberto: “Per debellare
una malattia si inietta il principio attivo della malattia stessa.
Cristina: “Tu gli credi tesoro?”
Gilberto:
“Voglio andare in fondo, sentire davvero cosa si prova.”
Cristina: “Perché non mi hai detto nulla?”
Gilberto:
“Volevo farti una sorpresa.”
Cristina: “Quindi è lui
che mi farà la festa…”
Gilberto: “Credo di sì. Mi ha
detto che, per sentirti veramente mia e non aver paura di essere tradito,
dovevo offrirti!”
Cristina: “E se non gli piaccio? Se
non sono il suo tipo?”
Gilberto: “Gli ho inviato
qualche tua foto e solo dopo averle viste mi ha detto che sei una donna
affascinante e che è davvero un peccato che una femmina così non provi
fino in fondo le gioie e l’ebbrezza dell’amore fisico. Solo a quel punto
mi ha detto che sarebbe stato disposto ad incontrarti.
Cristina:
“Quale gli hai inviato di foto? Quelle nude?”
Gilberto:
“A lui non interessi nuda.”
Cristina: “Quindi avete
parlato anche di dettagli…”
Gilberto: “Tesoro non
c’era molto da dire.”
Cristina: “Quindi pensi che mi
scoperà?” Gilberto: “Mi ha detto che lo farà o quanto
meno io devo credere che lui lo faccia, ma non è questo il punto.”
Cristina: “E qual è?”
Gilberto: “Che
differenza vuoi che faccia? La cosa fondamentale è che tuo marito ti sta
portando da lui perché ciò avvenga. Sarete poi voi due a decidere.”
Cristina: “Sì lo so, ma io voglio che tu sia felice. Tu
cosa vorresti?” Gilberto: “Penso che se non sarà lui
sarà un altro.” Cristina: “Beh a questo ci avevo già
pensato… Senti, ma lui com’è, lo hai visto?”
Gilberto:
“L’ho incontrato l’altro ieri al bar sotto casa sua. È un uomo
affascinante, parla sottovoce, avrà circa cinquant’anni, brizzolato,
abbronzato con molto charme. Ha una voce calda, per nulla volgare. Mi
sembra un tizio a posto, adatto per questo tipo di situazione, sicuramente
ne sarai attratta.”
Cristina: “Sono sicura che avrai
scelto bene per me.”
Gilberto: “Ti giuro che ho dovuto
faticare… Ad un certo punto quando ha capito che avrei voluto partecipare
all’incontro, mi ha detto che non se ne faceva più niente. Poi alla fine
sono riuscito a convincerlo.”
Gilberto aveva già fermato la
macchina. Gilberto: “Siamo arrivati.”
Bendata
Cristina non vedeva nulla. Lui era già sceso, le aveva aperto lo
sportello, l’aveva aiutata a scendere e poi l’aveva presa sottobraccio.
Gilberto: “Fai attenzione ci sono tre scalini.”
Entrati nel portone lei sentì il rumore dei suoi tacchi rimbombare
nell’androne vuoto.
Gilberto: “Tra poco dovrò
lasciarti, dovrai salire in ascensore da sola.”
Cristina:
“Aspetta dai. Voglio ancora sapere. Non ti sento sicuro. Dai parliamo
ancora, ti prego…”
Gilberto: “È tutto deciso.”
Cristina: “Ma non hai paura che io possa innamorarmi?”
Gilberto: “Devo correre questo rischio, come ha detto
Carlo devo sentire gli spasmi della gelosia nell’anima e rendermi conto
cosa significhi veramente essere tradito dalla propria donna.”
Cristina: “Dove vai tu nel frattempo, mi aspetti?”
Gilberto: “Tesoro ti vuole per tutta la notte. Dice che io devo
avere tutto il tempo di riflettere e tu finalmente abbandonarti ad una
notte di sesso. ”
Cristina: “Questo non è in
discussione, mi tremano le gambe e credo di essere già bagnata.”
Gilberto: “Meglio no? Così sarai subito disponibile.”
Cristina: “Dio sei meraviglioso, ma dove lo trovo un
amore così? Davvero vuoi che mi faccia scopare tutta la notte?”
Gilberto: “Una volta o dieci non cambia nulla per me.
Forse per te sì.”
Cristina: “Tesoro, non posso sapere
la mia reazione dopo un anno di astinenza.”
Gilberto:
“Lo so, ma ripeto non è il numero di volte, ma è questa situazione
incredibile, un marito che offre la propria moglie ai piaceri di uno
sconosciuto in modo che entrambi siano appagati.”
Cristina:
“Beh io di sicuro sì, non so tu…”
Gilberto: “Te l’ho
detto voglio sentire la gelosia mordermi le viscere e mi fido di quello
che mi ha detto Carlo.”
Cristina: “Ok allora vado.”
Gilberto: “Ci vediamo domattina amore, chiamami e dimmi
quando potrò venirti a prendere.”
Cristina: “Ok lo
farò.” Gilberto: “Amore ti amo, sarai mia per sempre!”
Cristina:“Spero che vada davvero così, sicuramente ce la
metterò tutta per sentirmi tua per sempre.”
Entrata in ascensore
Cristina chiuse gli occhi nonostante avesse ancora la benda sopra gli
occhi. “Davvero mi sta capitando tutto questo?” Pensò mentre l’ascensore
in salita la stava portando verso il paradiso.
*****
Sono
circa le undici di mattina, Cristina si è svegliata da poco, sta facendo
colazione sopra un’ampia terrazza. Il suo seno nudo fa capolino tra i
lembi di una leggerissima camicia da notte bianca di seta appartenuta alla
terza moglie di Carlo. Non indossa null’altro.
Fuori è una bellissima
giornata di settembre inoltrato. Sopra quella tovaglia bianca
apparecchiata deliziosamente vi è una ciotola di yogurt fresco, un succo
di frutta, pane caldo tostato, uva e un bollitore fumante in ceramica di
caffè all’americana. Carlo è seduto accanto a lei, le stringe i capezzoli
e la mangia con gli occhi.
Carlo: “Mai avrei creduto
che una perversa giungla di chat mi potesse offrire uno splendido
esemplare di donna come te.”
Cristina: “Mi piace che
mi tocchi, ti prego continua.”
Poi prende il telefono e chiama.
Gilberto risponde al primo squillo.
Cristina: “Ciao
caro, come stai?”
Gilberto: “Male, malissimo, ho
passato la notte insonne. Sudavo ed avevo anche i crampi allo stomaco. Ho
anche vomitato sai?”
Cristina: “Povero piccolo. Mi
spiace tantissimo.”
Lei fa scivolare la camicia da notte, ora è
completamente nuda su quella terrazza.
Gilberto: “Ti
ho mandato centinaia di messaggi, ma non mi hai mai risposto.”
Cristina: “Tesoro non potevo.”
Ora la mano di Carlo è
nelle sue cosce. È una mano decisa, esperta, lei cerca di trattenerla, ma
poi cede. Incredibilmente dopo una notte d’amore è di nuovo eccitata.
Gilberto: “Senti e tu come stai? È andata bene? Sarai
stata impegnata per tutta la notte, immagino. Sono curioso voglio sapere
ogni dettaglio.”
Cristina: “Tesoro ora non posso
parlare.” Gilberto: “Dai ti prego!”
Cristina: “Sono stata benissimo.”
Gilberto:
“Quante volte?” Cristina: “Tesoro non le ho contate,
ma posso dirti che mi sono addormentata alle sei di questa mattina.”
Gilberto: “Ti sarai sfamata allora.”
Cristina:
“Dell’amore non si è mai sazi.”
Carlo ora è in ginocchio sotto il
tavolo di fronte a lei, la sta leccando, la sua lingua sale fino al suo
piacere. Lei come una rosa al sole schiude le gambe, poi gli prende la
testa e l’attira a sé con forza. .
Gilberto: “Ok
ricevuto, senti tra un’ora ti vengo a prendere, ok?”
Lei sta ansimando.
Cristina: “Tesoro, no aspetta, ti ho chiamato appunto per
questo. Ascolta, oggi rimango qui tutto il giorno, stasera Carlo mi ha
invitata in un ristorante esclusivo. Faremo tardi. Ci sentiamo domattina
ok?”
Ora sta camminando lungo il corridoio, Carlo le bacia il
collo, le stringe le tette.
Gilberto: “Ma stai
scherzando?” Cristina: “No tesoro, non scherzo. Carlo
dice che sarebbe un peccato interrompere la tua terapia.”
Gilberto: “Quale terapia... la mia o la tua?”
Cristina:
“Non fare lo sciocco, ovviamente la tua… Carlo dice che più rimango qui e
più tu ti libererai dalle tue ossessioni.”
Gilberto:
“Non capisco.” Ora lei è distesa sul letto, Carlo è sopra di lei, la
prende. Nonostante la notte trascorsa lei sente il suo vigore di maschio.
Cristina: “Tesoro sono cambiate molte cose, fino a
ieri sera credevo che l’amore mentale mi appagasse totalmente ed invece mi
illudevo soltanto. Avevi ragione tu, avevo bisogno anche di altro, perché
il possesso non è solo una ciliegina sulla torta, ma l’elemento
fondamentale per una donna.”
Carlo ora è dentro di lei, spinge,
affonda, e lei è di nuovo in paradiso.
Gilberto: “E a
me non pensi?” Cristina: “Certo che ti penso, ma penso
anche che Carlo sia la medicina giusta per entrambi.”
Gilberto:
“Quindi per ora sono fuori dal gioco?”
Cristina: “Non
fare il bambino, hai solo bisogno di essere curato.”
Gilberto:
“Ti vuole scopare ancora?”
Cristina: “Mi sta scopando,
non senti i miei gemiti? Tra poco godo, tesoro.”
Gilberto:
“No non voglio.”
Lui cerca di chiudere in fretta la telefonata.
Cristina: “No, non chiudere amore, Carlo non vuole, dice
che devi ascoltare le mie urla, renderti conto di come e quanto gode con
una donna con la penetrazione.”
Gilberto: “Non farmi
questo, non ci riesco.”
Cristina: “Tesoro aspetta, non
chiudere…” Gilberto: “Dai, passa una bella serata, ci
vediamo domattina.”
Cristina: “Non lo so tesoro, non
venire qui, ti chiamerò io.”
Gilberto: “Ma quanto
cazzo di tempo hai intenzione di rimanere lì?”
Cristina:
“Ora sono confusa.”
Gilberto: “Dai ti prego dimmelo.”
Cristina: “Finché la terapia non farà effetto ad
entrambi.” Gilberto: “Quindi non sarai tu a
decidere?” Cristina: “Io non ho deciso nulla, neanche
quando ieri sera mi hai portata qui.”
Gilberto: “Sì lo
so, ma doveva essere solo una notte.”
Cristina: “Che
vuoi che sia una notte! Se mi vuoi davvero tua non pormi limiti!”
Gilberto: “Bel modo di sentirti mia mentre scopi con un
altro!” Cristina: “Guarda che Carlo ci sta facendo
solo un favore…”
Gilberto è senza parole. Sente i
gemiti di lei. Poi le urla.
Lei sta godendo…
Cristina:
“Tesoro, avevi ragione tu, eravamo entrambi malati, e finché sarò qui,
sarò tua per sempre.”
|
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
© All rights
reserved
TUTTI I
RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA
© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
Il presente racconto è tutelato dai diritti d'autore.
L'utilizzo è limitato ad un ambito esclusivamente personale.
Ne è vietata la riproduzione, in qualsiasi forma, senza il consenso
dell'autore
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|