|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
RACCONTI
Adamo Bencivenga
L’altra faccia del tradimento
Ciao, tu sai che la mia storia non è diversa da tante
altre, perché non può essere originale una moglie che
tradisce il marito, come non può essere originale un
marito che sa e fa finta di non sapere. Ma tu sai anche
che non è per nulla facile raccontarla ed a qualcuno
dovrò pur dirla e forse forse ci trovo anche qualcosa di
originale e cioè un marito che scrive all’amante di sua
moglie e confessa candidamente di far finta di nulla pur
di vivere accanto a questa donna che amo e che ami o
quanto meno hai amato.
Ebbene, sono passati circa
tre anni da quando ho avuto la certezza della vostra
intesa. Ti ricordi vero quella volta che avevo
anticipato il mio rientro da Milano e vi sorpresi in
intimità nel garage della nostra villa. Due fari
accecanti illuminarono i vostri corpi, nascosti solo in
parte dal muro del vano caldaia. Chissà perché mai vi
eravate rifugiati lì, visto che io non c’ero ed avevate
un caldo letto matrimoniale a vostra disposizione! Forse
per le sue remore, forse per le tue, comunque ricordo
benissimo quell’immagine, tu la stavi baciando con
ardore e lei docile come una bimba ti offriva le sue
parti migliori. Era per me la prima volta, un fulmine a
ciel sereno, la prima volta che mi calavo nella parte
del marito tradito, ma feci finta di non accorgermi,
parcheggiai l’auto, presi la valigia e col fiato grosso
salii in casa.
Ho sempre pensato che fosse una
delle vostre prime volte o addirittura, presi
dall’impeto della passione, fosse la prima in assoluto.
Perché altrimenti non avrebbe avuto senso farlo lì con
tutti i rischi connessi. In casa sarebbe stato più
sicuro perché sentendomi avresti avuto il tempo di
uscire oppure in un altro posto distanti mille miglia da
casa, magari in un albergo oppure nel tuo studio,
comunque al riparo da qualunque sorpresa. In bagno mi
guardai allo specchio, alla ricerca di qualche indizio,
ero a tutti gli effetti un marito tradito, ma con
stupore notai che la mia faccia era sempre la stessa e
che non era poi tanto visibile il mio essere cornuto!
Poi lei salì in casa, mi baciò come se nulla fosse
successo e andò in cucina a preparare qualcosa per la
cena, sembrava davvero tutto normale...
E da
allora nulla è cambiato, neanche il bene e l’amore che
mi lega a Sara, perché sono convinto che lei me ne
voglia e mai e poi mai rinuncerebbe a me. Strano no?
Tutte balle le teorie sull’amore unico o che non si
possa amare due persone contemporaneamente e che
inevitabilmente uno escluda di fatto l’altro! Comunque
pur nella sofferenza che provo non mi sento in difetto
perché penso che non si tratti di persone, nel senso che
lei abbia scelto te anziché il sottoscritto, ma penso
che sia soltanto una questione di ruoli, tu sei l’amante
ed io il marito per cui mai potrei sostituirmi a te. Ma
non ti scrivo per questo, perché non è questo il
problema, il dubbio che dopo tre anni continua ad
angosciarmi. Ormai convivo ed ho accettato la vostra
relazione, ma la mia ansia deriva del fatto che ancora
oggi ho paura che lei si accorga che io so…
Se
lei sapesse che io sono a conoscenza della vostra storia
sono certo che cambierebbe il suo atteggiamento nei miei
confronti, forse non mi amerebbe più con la stessa
intensità. Ti rendi conto? Sono io a sentirmi in difetto
e faccio del tutto per essere vago e non fare domande
che in qualche modo abbiano il sapore dell’indagine e
possano farla sentire lontanamente a disagio o quanto
meno pensare che nella mia mente si sia annidato qualche
sospetto. Ebbene, io so, so quando fate l’amore e dove
lo fate. Raramente nella stanza 311 nel Motel … sulla
via Cassia, mentre il sabato e, qualche volta perfino la
domenica mattina, nel tuo studio di commercialista a
pochi passi da qui. Lo so perché qualche volta vi ho
anche spiato, lo so perché ormai conosco a memoria le
sue scuse, quando dice di andare dalla sua amica
Cecilia, quando alle volte si inventa un’improbabile
cena con le colleghe dell’ufficio o interminabili
shopping al Centro Commerciale.
Ma io so che
viene da te! Dio come è bella quando si prepara per te,
quando maniacalmente passa ore in bagno, quando vestita
come una dea esce di casa fingendo un’improbabile
fretta, con quell'aria di chi deve sempre recuperare,
dare sempre qualcosa in più per avere attenzione,
propria di una donna innamorata, consapevole che se ti
perdesse sarebbe solo una moglie complicata. Oh sì che
ti immagino quando l’aspetti nel tuo studio, quando le
apri la porta soddisfatto della sua devozione, e
immagino quanto tu possa essere passionale e distaccato,
con quell'aria di chi soddisfa una donna sposata e se ne
compiace, sapendo di essere utile e indispensabile e che
mai lei possa chiederti altro, perché non c’è futuro in
quello che fate, ma solo un estemporaneo presente da
vivere e godere nei dettagli.
Ecco, però ora
vengono le note dolenti e le ragioni perché mai abbia
preso la bizzarra decisione di scrivere su questo
giornale all’amante di mia moglie. Ti dicevo che so
esattamente quando vi incontrate, ma so anche quando non
lo fate, come succede ormai da un po’ di tempo, ovvio
non voglio sapere i motivi, ma visto che sei una persona
per bene so anche che non le farai mai del male.
Dico questo perché sono anni che ci conosciamo e prima
di essere l’amante di mia moglie sei stato il mio
consulente fiscale. Anche tu non sai che io so,
altrimenti non mi chiederesti di lei quando mi incontri
al Circolo del Tennis, non mi inviteresti a prendere un
caffè parlandomi ogni volta delle tue numerose
conquiste. Sai, in quei momenti mi fa male pensarla
ingannata, mi fa male pensare che tu preferisca altre,
più di quanto, specialmente agli inizi, io abbia
sofferto per la vostra relazione,
So che è
assurdo tutto questo, so che la maggior parte degli
uomini non accetterebbe mai questa situazione, ma
davvero ci sto male perché conosco mia moglie e immagino
quanta cura possa metterci per donarti le sue intimità
di cuore e d’altro, quanta dedizione per essere unica ai
tuoi occhi, ignorando di non essere la prima e la sola
donna nella tua vita o quanto meno la seconda visto che
sei sposato, ma poi mi consolo pensando che sei stato
sempre un tipo un po’ sbruffone e che di vero c’è solo
la tua voglia di esagerare e vantarti di fantomatiche
amanti.
Tu non sai chi sia colui al quale in
questo momento sto scrivendo perché non sai che sei tu e
tanto meno sai che sono io a scrivere. Avrei potuto
affrontarti al Circolo, dirti che per l’amore che le
voglio ho accettato questa situazione, ma ti rendi conto
dell’imbarazzo? Ci ho provato sai, ma non ci sono
riuscito. Ai tuoi occhi mi sarei di certo coperto di
ridicolo e soprattutto avrei rischiato che lei venisse a
sapere cosa che non dovrai mai sapere per cui ho aperto
l’email ed ho deciso di scriverti tramite questo
giornale perché so che lo leggi e da buon viveur ti
divori la pagina delle lettere per cuori infranti.
Ebbene arrivo al dunque, ti sto scrivendo queste
righe perché sono disperato e perché da un po’ di tempo
le mie giornate sono diventate un inferno. E’ da circa
un mese che io e mia moglie abbiamo perso ogni
tranquillità e il benessere che regnava in questa casa è
un labile e distante ricordo. Io non so cosa sia
successo tra voi e per quale motivo non vi sentiate e
lei non esca più la sera. Vedi la posizione di marito
tradito è scomoda anche per questo! Non so e non mi è
dato di sapere, non so e non posso domandare. Ma,
conoscendoti, ho paura che sia una questione di corna,
spero non abbia scoperto i tuoi tanti altarini, vantati
o reali, e soprattutto spero che tu non ti sia stancato
di lei.
Lei ha 47 anni, nel pieno della sua
femminilità, è una donna affascinante con un grande
cuore, a suo modo esuberante, e soprattutto disponibile
se amata. Forse mi risponderesti che non devo dirlo a
te, che senza ombra di dubbio la conosci meglio di me,
che la conosci nel profondo della sua intimità
attraverso la quale ti apre ogni anfratto della sua
anima. Allora ti chiedo, se fosse questo il motivo: “Ma
come fai a tradirla?” Oppure, ma non voglio pensarci:
“Come hai fatto a lasciarla?” Perché di una cosa sono
certo che non sia stata lei a farlo.
Ora lei ha
perso ogni minimo entusiasmo, è sempre in casa, non
esce, gira come un fantasma con il suo secondo cellulare
stretto in mano, ma non chiama, non scrive e non riceve
messaggi. Semplicemente aspetta. Aspetta te! Chissà cosa
darebbe ora se quel telefono segreto squillasse, lo
carica ogni giorno e solo per te, lo controlla perché
sia sempre in funzione ed aspetta. La guardo e mi fa una
pena incredibile, le sono vicino, la copro di tenerezze,
cerco di distrarla, faccio del mio meglio, ma so di
essere inutile. So che l’unica cosa che desidererebbe è
parlare di te, ma con me purtroppo non può farlo. In fin
dei conti sono solo un marito, una figura che per
definizione non potrà mai farla sognare o fantasticare
su un vostro probabile incontro. Al massimo potrei
coprirla d’affetto, rassicurarla, starle vicino in caso
di malattia o pericolo ma non è questo che lei ora
desidera.
Ripeto non pretendo di sapere il
motivo, se è per questione di corna od altro, se hai
conosciuto un’altra donna che in egual misura ha bisogno
di evadere come solo un amante riesce a fare. Non mi
interessa saperlo! A me preme solo la salute di Sara, e
so solo che è nervosa, intrattabile, alle volte
depressa. Non riesco a vederla così, nutro pena per lei,
ma soprattutto rimpiango la sua leggerezza quando
tornava a casa dopo l'amore con te, la serenità che era
alla base del nostro rapporto e le nostre serate
tranquille davanti la tv. Ebbene, ti chiedo soltanto, se
puoi, se dipendesse da te, di fare il primo passo e
chiamarla, vedervi se è il caso, sempre che tu non abbia
altri impegni di lavoro o con tua moglie. Dopo aver
letto questa lettera, che mi dicono verrà pubblicata
domani, ecco se tu la leggessi, se tu la chiamassi… la
renderesti sicuramente felice. Ci impiegherebbe circa 7
minuti per prepararsi, truccarsi, vestirsi, mettere il
tuo profumo preferito, uscire e inventarsi una scusa che
io berrei…
Ecco, credo di aver detto tutto.
Quando leggerai queste righe, ti prego, domandati se per
caso sei tu quello che ha un'amante quarantasettenne
sposata e di nome Sara, tu che sei un commercialista
affermato, tu che giochi a tennis. Pensa per un attimo
di essere il destinatario di questa lettera e chiamala o
mandale un messaggio... o se non vuoi sbilanciarti
inviale un semplice cuoricino perché so che quello è il
vostro segnale. Fa che si senta ancora una donna
viva, considerata da te, fallo ti prego, invitala per
una passeggiata, per un caffè, per un chiarimento se
necessario, anche se io e te conosciamo benissimo il
posto più adatto nel quale due amanti possano chiarirsi.
E allora invitala nel tuo studio, fallo se puoi, lei non
aspetta altro che un tuo segnale… tornerà da me leggera
e serena... tornerà di nuovo con il sorriso sulle labbra
e la voglia di vivere… Fallo per l’infinito bene che le
voglio, fallo ti prego e quello studio grigio da
commercialista sarà di nuovo l’alcova d’amore per tutti
e tre.
.. .. |
PHOTO Louis Loizides
Mitsu
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
© All rights
reserved
TUTTI I
RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA
© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
Il presente racconto è tutelato dai diritti d'autore.
L'utilizzo è limitato ad un ambito esclusivamente personale.
Ne è vietata la riproduzione, in qualsiasi forma, senza il consenso
dell'autore
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|