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Adamo Bencivenga
LA SOSIA
ORE 10,30 – MARIA TERESA E CARLO ESTERNO GIORNO
TERRAZZA VILLA CLORINDA CON VISTA SUL LAGO DI COMO
Era il 12 ottobre di un giorno di lavoro e gli
ospiti dell’albergo stavano facendo colazione sotto
enormi ombrelloni gialli circondati da grandi fioriere
colorate di oleandri. Un leggero sole illuminava il viso
ancora abbronzato di Carlo Cambiati, famoso industriale
ed indiscusso re dell’acciaio. Seduto allo stesso tavolo
della signora Maria Teresa Raineri intratteneva la donna
conversando amorevolmente.
Lei, figura di spicco
nel campo della siderurgia nazionale, era in un
incantevole tailleur bianco con le riprese e le bordure
dello stesso tono del rosa del suo cappello.
“Ieri è stata una giornata veramente
impegnativa…” Disse lei poggiando il suo
cappello bianco e rosa sulla sedia rimasta vuota.
“Con la firma di questa mattina abbiamo davvero finito!”
Disse lui imburrandosi una fetta di pane.
“È andato tutto come previsto…”
“Mia cara non avrei mai sperato in un accordo così
vantaggioso per entrambi le parti.” “I nostri
consulenti hanno fatto davvero un ottimo lavoro!”
“Con questo accordo uniremo le nostre forze, il nostro
gruppo diventerà il più grande in Europa sbaragliando la
concorrenza russa e francese…” “Abbiamo posto
le basi per una grande azienda…” “Ci
vorrebbe un brindisi… questo accordo vale almeno un Dom
Pérignon…” “Vale lo stesso con il succo di
arancia?” Sorrisero contemporaneamente.
Poi lui guardandola negli occhi riprese.
“Dormito bene?” “Ieri sera ero davvero
sfinita…” “Me ne sono accorto…” “Oh sì, dopo la firma di questa mattina vorrei davvero
godermi questa splendida giornata e questo lago in
assoluto riposo!” “Veramente un sole
insolito per queste parti!” Disse lui guardandosi
attorno e rilassandosi sul cuscino della sedia in ferro
battuto bianco.
Lei si stava gustando un
meraviglioso cappuccino fumante e un dolcissimo
croissant alle more. Lui, in lino celeste chiaro e
camicia di lino bianca senza cravatta, ora assaporava
uno stuzzicante tegame caldo di bacon affumicato ed
uova.
“Lei fa sempre colazione in
questo modo?” Disse Maria Teresa alludendo
al bacon e le uova. “Oh no, mia moglie non
tollererebbe l’odore dell’olio fritto appena alzata.”
“Io sono per la classica colazione
italiana…” “Noi italiani riusciamo sempre ad
abbinare leggerezza a frugalità.” “Se il
tempo mantiene, mi piacerebbe risalire questo stupendo
lago in barca. Lei è impegnato oggi?” Disse
Maria Teresa guardando verso il lago. Al
secondo “lei” Carlo chiese: “Ma non ci davamo del
tu, ieri sera?” “Veramente… Oh scusami forse
sì…” Carlo Cambiati fece una faccia tra
il perplesso e il confuso. “Direi senza forse…”
“Hai ragione, perdonami.” “Allora
eri davvero stanca ieri sera oppure lo champagne era
troppo buono…” “Direi ambedue…”
“Tuo marito arriverà tra qualche ora, vero?” “Anche
questo ti ho detto ieri sera?” “Veramente
era questa notte…” “Ah già… E poi cosa ti ho
detto?” “Beh, in fin dei conti non abbiamo
avuto tutto questo tempo per parlare…” “Perché scusa cosa abbiamo fatto? “Ma
davvero non ricordi?” Carlo rise, ovviamente
pensò che quella finta e studiata ritrosia facesse parte
di un finto e studiato atteggiamento della donna.
“Ricordo soltanto che è stata una
meravigliosa serata e la luna rifletteva sul lago…”
Aggiunse lei cercando di recuperare.
“Bel modo di descrivere una serata romantica e di
passione. Comunque di meraviglioso c’eri soltanto tu!”
“Oh la ringraz…. Grazie Carlo sei gentilissimo
come al solito…” “È stato un bel modo per
festeggiare l’accordo…” “Oh ma tu già lo
sapevi… Anzi sai cosa penso?” Maria Teresa
si sporse fino ad accostare le sue labbra all’orecchio
di Carlo. “… che non è stata l’abilità dei
nostri consulenti, ma la nostra sintonia durante tutta
la giornata di ieri.” “Sai che anch’io ci ho
pensato? In effetti era da molto tempo che aspettavo
questo incontro…” Disse lui con aria complice.
“Ah sì, ricordo già lo scorso anno durante quel
convegno a Venezia…” “Beh non è stato il
solo… Ricordi a Bratislava? Se non ci fosse stato quel
contrattempo…” “Oh sì credevo di aver perso
il passaporto che poi ritrovai il giorno dopo in fondo
al beauty case. Che sbadata…” “Lì come a
Venezia si era creata una meravigliosa atmosfera.
Immaginavo che quando ci saremmo ritrovati non avremmo
perso tempo, per cui ieri sera è stato un gioco da
ragazzi...” “…Circuirmi?” “Direi
non solo circuirti, ma proporti quel meraviglioso
dopocena nella mia camera…” “Ho cercato di
essere me stessa…” “Una donna sensibile e
intelligente come te non ha mai bisogno di fingere…”
Disse lui fissandola intensamente negli occhi.
Lei con evidente disagio, forse per l’imbarazzo
o forse per altro, cercò di sviare i dettagli.
“Posso essere sincera Carlo? “Lo
devi!” “Secondo me non avresti mai messo
quella benedetta firma senza la prospettiva di un
incantevole dopo cena…” “Oh dai, non è
proprio così. Certo la mia azienda avrebbe potuto
strappare un accordo ancora più vantaggioso, ma diciamo
che fare affari con una bella donna come te ha agevolato
il lavoro…” “Grazie Carlo.”
Il cameriere interruppe la conversazione ormai
intima avvicinandosi al tavolo e versando da una grande
brocca di vetro una fresca spremuta di ananas e
pompelmo. “Quindi ora abbiamo qualche ora tutta
per noi prima che venga il maritino…” “Certo,
sempre che tu esattamente tra dieci minuti, ti alzerai
da questa sedia e mi accompagnerai in barca per uno
splendido giro del lago.” “Se vuoi possiamo
pranzare a Menaggio, conosco un posticino molto
tranquillo dove si mangia un risotto al pesce persico
favoloso preceduto ovviamente da un antipastino di
alborelle in aceto e cipolla…” “Carlo mi
piacerebbe, ma non posso, Matteo sarà qui in tarda
mattinata ed abbiamo solo il tempo di una gita… Credimi
mi dispiace tanto.” “E allora non perdiamo
tempo!” Disse lui leggermente contrariato.
I due si alzarono contemporaneamente, lei adagiò
il suo cappello sui suoi soffici capelli e lui, da
prefetto cavaliere, le porse il braccio. Lentamente
scesero i gradini della stretta rampa dell’albergo che
portava alla piccola darsena privata. Lui non perse
occasione di stringerla a sé, lei sorridendo si
sottrasse con disinvoltura.
ORE 11,15 –
MARIA TERESA E CARLO ESTERNO GIORNO LAGO DI COMO
“Lo sai che sei una donna incantevole?” Disse
lui aiutandola a salire sulla barca. “Sciocco, dai, da sopra ci possono guardare…”
“Hai un profumo diverso questa mattina?” “Oh
mio caro, non credo di aver mai confuso la fragranza
densa della sera con quella leggera e floreale del
giorno.” “Touché… In fatto di donne credo di
avere molto da imparare… Tu mi aiuterai?” “Chissà quante maestre sarebbero pronte a svezzarti…”
Risero quando il barcaiolo accese il motore della
piccola barca.
Durante la risalita del
lago lui cercò di avvicinarsi alla donna e poi di
prenderle la mano. Tentò invano di baciarla, ma la donna
rimase sulle sue… “Ho ancora il sapore dei tuoi
baci di questa notte! Non avrei mai immaginato che
fossero così caldi!” “Dai Carlo ti prego!”
Disse lei, questa volta con voce alterata.
“Maria Teresa, che succede? Ti sento infastidita, ha la
sensazione che la mia vicinanza ti metta a disagio…”
“Sì, in effetti mi sento a disagio, ma la causa
non sei tu.” “Stanotte non era la stessa
cosa!” “Perdonami Carlo, ha ragione… oggi non
è la stessa cosa di ieri.” “Si questo lo
capisco, ma dopo stanotte… credevo che tra noi si
fossero sciolti interi ghiacciai…” “Ieri era
un altro giorno…” Carlo si allontanò per
fissare meglio gli occhi della donna. “Cosa vuoi
dire?” “Quello che ho detto.”
“Ovvero che ieri ed oggi sono giorni diversi. Questo
l’ho capito. Poi?” “Non ieri ed oggi, ma
questa notte ed ora…” “Mi vuoi dire che
questa notte è stata una cosa estemporanea?”
“Voglio pensarci…” “Beh non sarebbe
carino da parte mia ripeterti le cose che mi hai detto
stanotte e soprattutto con quell’enfasi… Non si può
cambiare atteggiamento dopo poche ore… “Sono
sempre io, solo un po’ più riflessiva e con un marito
che potrebbe già essere arrivato all’hotel…”
“Questo non giustifica nulla…” Carlo improvvisamente
smise di parlare, poi con voce piena di sarcasmo
riprese: “…Forse stanotte è diversa da oggi
perché ieri non era stato ancora firmato il contratto?”
“Non ho detto questo.” “Ma immagino
abbia la sua valenza…” “Smettila! Mi stai
dando dell’opportunista!” “Allora dimostralo
che non sei una calcolatrice.” “Ieri è stato
bello, punto!” “Quindi non ci saranno
repliche? Questo intendi?” “Intendo che oggi
avrei voluto passare una tranquilla giornata e invece…”
Lui maleducatamente le diede le spalle guardando
i monti che circondavano il lago. “Dai
Carlo non rovinare tutto, proprio ora che siamo soci.”
Lei mise una mano sulla spalla di lui. “E’
proprio questo il punto Maria Teresa… Hai detto bene,
siamo solo soci!” “Ma mio caro io sono una
donna sposata.” “Anche stanotte lo eri.”
“Quindi non ammetti una piccola debolezza…”
“Come prevedevo… una debolezza ben mirata per un fine
ben preciso…” “Ormai mi dovresti conoscere
non sono così furba come mi descrivi.”
“Stanotte parlavi diversamente…” “Te lo
ripeto, non ricordo nulla di questa notte, forse perché
non ero io ed accanto a te c’era un’altra donna.”
“Ma cosa dici? Tu eri tu e di diverso c’è solo il fatto
che l’accordo è stata formalizzato questa mattina,
accordo che ovviamente va a tutto vantaggio della tua
azienda e quella di tuo marito!” “Credi di
essere stato raggirato?” “Oh no, raggirato
no, non è il verbo giusto quando si godono certe grazie…
diciamo persuaso e convinto dalla tua femminilità…”
Proseguirono il giro del lago senza più parlare, poi
decisero di tornare indietro, non era assolutamente il
caso di continuare la gita.
ORE
12,30 – MATTEO, CARLO E MARIA TERESA ESTERNO GIORNO
PORTICCIOLO DI VILLA CLORINDA
Al
porticciolo incrociarono Matteo Brandi, il marito di
Maria Teresa, alle prese con gli ormeggi della barca.
“Ma che bella sorpresa!” Disse Matteo
informandosi immediatamente sull’esito dell’accordo.
“Benissimo. Abbiamo firmato l’accordo questa
mattina alle 9 e trenta davanti al notaio Salvati.”
Rispose Maria Teresa, ora più sollevata per la
presenza del marito. “Carlo, allora posso
chiamarti socio? Chiese sorridendo Matteo voltandosi
verso l’uomo. Quest’ultimo si limitò ad un breve cenno
con la testa. “Allora bisogna festeggiare!”
Disse ancora Matteo preso dall’euforia del momento.
“Ma ditemi un po’ cosa facevate soli soletti in barca?
Una gita romantica? Disse ancora Matteo ridendo di
cuore. Ovviamente non aspettava alcuna
risposta e rivolgendosi alla moglie chiese: “Tutto
bene questa mattina il viaggio?” Lei lo fissò
negli occhi invitandolo a non continuare, ma lui non
capendo riprese. “Avevo sentito alla radio di un
grave incidente nei pressi di Como sembra che ci sia
stato anche un morto… Credevo non arrivassi in tempo per
la firma. Come vedi io ho dovuto affittare una barca
altrimenti non avrei mai potuto raggiungere questo
posto.”
Nessuno dei due si sentì in dovere di
rispondere e dopo un attimo di silenzio Matteo disse:
“OK, vado in stanza a cambiarmi.” Poi rivolgendosi a
Carlo: “Allora ci vediamo stasera a cena per i
festeggiamenti…”
ORE 12,45 – CARLO E MARIA
TERESA - ESTERNO GIORNO PORTICCIOLO DI VILLA CLORINDA
Carlo attese che Matteo scomparisse
oltre la scala di legno che portava sul piazzale
dell’hotel. Poi ovviamente chiese: “Beh credo
sia arrivato il momento di avere qualche piccola
spiegazione…” “Di che genere?”
Disse lei, prendendo tempo e sperando che Carlo non
avesse colto la gaffe di suo marito. Ma non fu così.
“Se sei partita questa mattina da casa, non potevi
essere qui stanotte… Sinceramente non riesco a capire
come tu abbia fatto.” “Alle volte è
sufficiente una piccola bugia…? “Non credo
sia tanto piccola la bugia che mi hai rifilato! Credo tu
debba spiegarmi parecchie cose.” Disse lui alterato.
“La bugia non l’ho detta a te!”
“Spiegati!” “L’ho detta a mio marito.”
“Ovvero?” “Tipo dire al marito di essere
tornata a casa quando lui passa tutta la notte altrove.”
Carlo pensò un attimo, in fin dei conti non poteva
che essere così. A quel punto si sentì sollevato e con
un gesto spontaneo l’abbracciò. Lei questa volta non si
ritrasse e ricambiò la stretta.
Risalendo insieme la scala di legno lui tornò
all’attacco. Le chiese quando avrebbero potuto
trascorrere nuovamente una notte insieme. Maria Teresa,
scampato il pericolo, si mostrò più accomodante e
rispose: “Mio marito parte domani, ha
un impegno di lavoro a Milano, possiamo vederci qui in
terrazza domani sera prima di cena. Alle 8,30 ok?”
Ovviamente Carlo acconsentì in un batter d’occhio.
“Non farti aspettare...” “Non sarei una
donna…” “Scherzo dai, per passare una notte
con te aspetterei un giorno intero…” “Soltanto…?” “Sono anni che aspetto e questa
notte è stato solo un piccolo antipasto…” “Antipasto? Credevo fosse un dopocena…”
Lei sorrise emettendo un grosso respiro di sollievo. Per
un attimo aveva rischiato di essere scoperta. Il suo
piano era stato perfetto. Ora doveva semplicemente fare
una telefonata.
Arrivati in cima alla
scala lui si intrattenne con alcuni amici e lei, senza
perdere un solo minuto, si diresse verso la toilette.
Appena rimasta sola, frugò nella borsa, prese il
telefono e chiamò. “Lory scusa se ti
disturbo. L’appuntamento è per domani sera alle 8 e
mezza, qui, sulla terrazza di Villa Clorinda.”
ORE 13,00 – MATTEO E MARIA TERESA INTERNO
GIORNO HALL VILLA CLORINDA
Maria Teresa
seduta sul divano, agitava freneticamente il suo bel
ventaglio sivigliano. Appena vide suo marito esclamò:
“Ma sei pazzo??? Sei davvero una persona
inaffidabile!” Lui come al solito
sorridente non si scompose più di tanto: “Scusa
la mia solita gaffe giornaliera! Non mi è proprio venuto
in mente.” “Tranquillo, del resto anche io
questa mattina ne ho fatta una delle mie. Pensa che
mentre facevamo colazione gli ho dato per due volte del
“lei!” “Originale dopo una notte d’amore…”
Rise ancora. “Sapessi con che
faccia mi guardava… Avresti dovuto vederlo…”
“Comunque, prima, spero di non aver combinato guai…”
“No no, tutto bene, ma abbiamo rischiato, anzi
ho rischiato di fare la figura della dilettante!”
“Cosa gli hai detto?” “Mi sono dovuta
inventare una bugia ovvero di averti detto una bugia e
che in realtà non ero tornata a casa, ma ero rimasta
qui!” “Ci ha creduto?” “Beh lo
sai che quando voglio posso essere molto brava…”
“Dici ad essere convincente?” “Oh sì, sembra
che questa notte io sia stata una vera femme fatale ed
abbia fatto faville!” “Quindi la convincente
non sei tu!” “Per lui cosa cambia? Ha fatto
l’amore con me, no?” “Conoscendoti, credo
che Lory sia solo una brutta copia…” “Oh
grazie per il complimento, ma siamo due gocce d’acqua!”
“Non intendevo fisicamente. Volevo dire che tu sei
divina nell’arte di amare.” “Beh comunque sia
io e lei ci assomigliamo spaventosamente e, come sai,
non è la prima volta che la utilizziamo per scopi
precisi. Ricordo questo inverno a Lisbona con il
segretario del Ministro del Commercio e l’anno scorso a
Roma con quel politico. Nessuno mai si è accorto di
nulla.” Sorrisero poi lui riprese:
“Certo, del resto negli affari è tutto lecito, ma rimane
il fatto che non ho capito come tu abbia potuto
raggiungere Villa Clorinda questa mattina in tempo per
la firma…” “Cosa stai insinuando che davvero
potrei essere arrivata ieri sera evitando così
l’incidente di questa mattina? “Potrebbe
essere un’ipotesi…” “Mio caro, potrei essermi
alzata molto presto questa mattina e tu non puoi saperlo
visto che stanotte non eri con me.” “Anche
questa è un’ipotesi…” “Beh ti consiglio, se
non vuoi che io sia la sosia della sosia, di
preoccuparti più della tua mogliettina che di cene di
lavoro dall’altra parte d’Europa. “Sono
arrivato a Malpensa da Parigi questa mattina alle 8, ho
il biglietto aereo se vuoi… Poi per quel maledetto
incidente e per stare oggi con te ho preso una barca
privata.”
Lui prese posto sullo stesso divano
di lei frugando nelle tasche, in cerca del biglietto.
“Matteo non serve la commedia, ti ricordo
che sei andato in camera a cambiarti, per cui…”
“Ah già che sbadato…” A quel punto Matteo per
alleggerire la situazione disse: “Allora, a che ora
ti sei alzata questa mattina?” Poi rise…
“Ma quanto ti piace tormentarmi?”
In quel momento si abbracciarono, poi sottobraccio
guadagnarono il tavolo prenotato in terrazza.
ORE 13,30 – MATTEO E MARIA TERESA ESTERNO
GIORNO TERRAZZA DI VILLA CLORINDA
Il
cameriere solerte, si avvicinò immediatamente servendo
loro degli antipastini a base di pesce di lago. Matteo
ordinò un Regaleali bianco Tasca D'Almerita. Poi disse:
“Ah proposito mia cara, mentre ero in camera ho ricevuto
un messaggio da parte di Serena, la mia nuova
segretaria, stasera non posso rimanere, devo essere a
Milano per le nove di questa sera.” “Un
incontro di affari a quell’ora?” “Una cena
di lavoro con dei cinesi…” “Mi avevi promesso
che avremmo passato la serata insieme ed anche
domani...” “Non sai quanto sia dispiaciuto,
ma non posso, ho un grosso affare sotto mano se va in
porto svoltiamo per tutta la vita…. In confronto
l’accordo con Carlo Cambiati è niente.”
Proseguirono il pranzo in un imbarazzante silenzio. Poi
lui cercò di allentare la tensione con qualche battuta,
si alzò due volte da tavola salutando qualche
conoscente. Chiese di nuovo scusa alla moglie per il
contrattempo, ma era più che evidente che lei fosse
assorta nei suoi pensieri. Poi disse:
“Però una cosa devo chiedertela.”
“Dimmi tesoro.” “Ok non ero io
stanotte con Carlo, ma lui è convinto di aver fatto
l’amore con la moglie di Matteo Brandi. Non ti fa alcun
effetto questa cosa?” “Ma non eri tu…”
“Noi non sappiamo come sia andata e quanti
qui abbiano visto Carlo con Lory e cosa abbiamo fatto
prima di salire in stanza… Per te è indifferente vero?
“Ripeto, quello che conta è che non fossi tu!”
“Chiunque fosse… per lui e chissà per
quanti altri sei l’uomo tradito ed io una moglie
infedele. Non ti dispiace?” “Lui
crede, ma non è così e credo che questa sia la cosa più
importante, o no? Lei non fu convinta della
risposta del marito, avrebbe voluto rispondere che anche
la forma ha la sua importanza, ma lasciò cadere il
discorso.
Finito il pranzo, mentre
salivano in stanza incontrarono Carlo in ascensore.
Matteo, scusandosi per l’impegno improvviso, lo avvertì
che non sarebbe stato presente la sera a cena.
ORE 14,45 – MATTEO E MARIA TERESA INTERNO
GIORNO STANZA 121 VILLA CLORINDA
Appena
in stanza, Matteo si adagiò sul letto e si addormentò di
colpo. Maria Teresa rimase assorta per alcuni minuti,
poi sentì il telefono vibrare. Carlo non aveva perso
tempo: "Mia cara, il destino ci sorride. Ci vediamo
questa sera?” Lei lesse il messaggio, poi
continuando a pensare rivolse il suo sguardo verso suo
marito. Dormiva. Avrebbe dormito per tutto il pomeriggio
e poi sarebbe partito.
Alla fine prese la sua
decisione. Rispose a Carlo con un "sì"
accompagnato da un cuoricino e non chiamò Lory per
anticipare l’appuntamento. Mentre cancellava il
messaggio le uscì dalle labbra un profondo respiro di
sollievo. Pensando a quanto il destino oltre a
sorriderci possa essere enigmatico, non si sentì affatto
coinvolta da quella decisione presa. Per Carlo del resto
non sarebbe cambiato nulla, per suo marito men che meno
visto che non si preoccupava della forma e forse neanche
della sostanza. Quanto a lei invece non le rimase
che constatare quanto la realtà sia un eterno gioco
delle parti. Avrebbe potuto chiamare Lory per anticipare
l’appuntamento, ma invece aveva deciso di sostituirla
per cui quella sera non sarebbe stata Maria Teresa
Raineri in persona, ma semplicemente la sosia della
sosia.
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Photo Magdalena
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